Quando la natura dipinge. L’inverno in Camper [Parte 12]

In camper in Basilicata per scoprire il Parco del Pollino

Cosa vedere

Simbolo del Parco del Pollino è il pino loricato che si erge, come un fossile vivente, un dinosauro della natura, sulle alture più impervie del Parco.  Il nome gli deriva dalla corteccia, che ricorda l’armatura degli antichi romani, la lorica, e che è una vera corazza, che ha permesso a questa specie di sopravvivere alle peggiori condizioni climatiche. Oggi sul Pollino questi testimoni del tempo, con oltre 1000 anni di vita, si ergono al di sopra dei faggi che si estendono a quota più bassa e spiccano col loro verde intenso tra gli ocra del foliage che in autunno si tinge di oro.  Visitare il parco in questa stagione regala paesaggi da sogno, come l’incredibile visione che si ha dall’alto del Santuario della Madonna del Pollino, raggiungibile con una strada tra boschi che sale da Terranova del Pollino o da San Severino Lucano.Per raggiungere i pini loricati invece si fa base al colle dell’Impiso, da dove parte il sentiero che raggiunge la località Giardino degli Dei, dove ammirare gli esemplari più vetusti e contorti del Parco.  Poi si può andare a Civita, borgo di etnia albanese dove, dopo aver visitato il Museo che racconta la storia di queste genti che nel medioevo si stabilirono da queste parti conservando le loro tradizioni, costumi e balli tipici, si scende verso le Gole del Raganello e il ponte del diavolo, così chiamato perché la leggenda narra che dopo esser stato costruito e poi crollato due volte il diavolo si offrì di costruirlo in cambio della vita del primo essere umano che lo avesse attraversato. I contadini accettarono e una volta terminato fecero passare per primo un cane.

Cosa mangiare

Il piatto più conosciuto è il mischiglio, una farina composta da un miscuglio di farine di cereali e legumi, con cui si preparano i tradizionali rascatielli, una pasta acqua e farina, condita con salsa di pomodoro, aglio e basilico e una spolverata di peperone crusco, un peperone dolce che si coltiva quasi esclusivamente a Senise e si lascia seccare al sole per essere poi triturato e fare da condimento e accompagnamento in diversi piatti. Altri piatti tipici di questa zona sono il passato di fave fresche, il pan cotto preparato con pane raffermo e brodo, la minestra con le cotiche di maiale, verza e fagioli, il baccala con i peperoni e i peperoni ripieni.

Sosta camper:

Viggianello, Area di sosta al Colle dell’Impiso. N 39.934050 E 16. 161590Rotonda, Agriturismo Lo Scoiattolo, https://www.agriturismoloscoiattolo.eu/Senise Agriturismo Tenuta Fortunato, https://www.tenutafortunato.com/Laino Borgo, Area camper e parcheggio Gioia, https://www.parcoavventuragioia.it/  

IL CAMPER

Panama U16+ su Peugeot Traveller

Novità nella gamma Urban di Panama, azienda spagnola del gruppo Trigano, è il nuovo U16+. Allestito su Peugeot Traveller, l’U16+ è un veicolo con una lunghezza totale di appena 495 cm e un’altezza, con tetto a soffietto chiuso, di 199 cm, ideale quindi per un utilizzo cittadino.I posti omologati in questo nuovo modello arrivano a sei mentre i posti letto sono quattro.Blocco cucina con due fuochi e lavandino, frigorifero portatile, tavolo rimovibile, tre sedili fronte marcia oltre ai due sedili girevoli, e l’optional di due cassettoni scorrevoli con camperkit.Di serie tavolino da campeggio con due sedie.




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 11]

In camper nel Lazio per assaporare il silenzio nella Certosa di Trisulti

Cosa vedere

A pochi chilometri dal borgo di Collepardo in provincia di Frosinone, celata tra le falde dei Monti Ernici a circa 800 metri di altezza e immersa in un paesaggio magico all’interno della Selva di Ecio, la Certosa di Trisulti è un piccolo gioiello da conquistare a poco a poco, salendo con il camper tra i boschi secolari della Ciociaria che in autunno si tingono di oro. Costruita nel 1200 su un promontorio roccioso a picco su una vallata per volere di Papa Innocenzo III che la affidò all’ordine dei certosini la certosa è da secoli una delle tappe della Via Benedicti, il sentiero che ripercorre il viaggio intrapreso da San Benedetto da Subiaco a Montecassino.

Cuore della Certosa è la Chiesa di San Bartolomeo, gotica e barocca a causa delle varie modifiche subite nel corso dei secoli, ma il gioiello principale è la splendida farmacia settecentesca, interamente affrescata con motivi a trompe-l’œil dal pittore napoletano Filippo Balbi. L’attività principale della Certosa era la produzione di medicamenti e liquori e la farmacia custodisce nelle sue splendide vetrine ampolle, vasi e contenitori dove sono ancora contenuti centinaia di medicamenti e erbe officinali.

Entrare nella farmacia vuol dire immergersi in un luogo fantastico, a cominciare dalla sala d’attesa dei pazienti, soprannominata anche “salottino del Balbi“, dove tra decorazioni in stile pompeiano spicca il ritratto del monaco Benedetto Ricciardi.

Cosa mangiare

Tra i piatti tipici di Collepardo troviamo Sagne e Fagioli, una specie di zuppa di pasta fresca fatta con acqua e farina condita con una salsa fatta con fagioli cannellini DOP di Atina, cotenna e pomodoro.  Tra i primi piatti non mancano gli strozzapreti al ragù, i tagliolini in bianco con carne e funghi, mentre tra i secondi spiccano la polenta con salsicce e maiale, lo stracotto di manzo e le carni alla brace. Tipico della zona sono i liquori alle erbe e la Sambuca di Collepardo e Alatri.

Sosta Camper:

Collepardo, Parcheggio del piazzale antistante la Certosa. N 41.780320 E 13.396270Alatri, Area di sosta N. 41.728590 E 13.338360, https://www.alatriturismo.it/vivialatri/17/area-sosta-camper  




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 10]

In camper in Campania lungo la Ciclovia Francigena

Cosa vedere

Il territorio della provincia di Benevento e dell’antico ducato longobardo può essere ammirato dai cultori della bicicletta e dai cicloturisti percorrendo la BI3 – Ciclovia Francigena, un lungo itinerario ciclabile che, integrandosi nella parte italiana della EuroVelo Route n°5, si snoda su strade secondarie, sterrati e sentieri adatti alle due ruote e si sviluppa per oltre 2.500 chilometri da Como a Brindisi, ricalcando l’andamento dell’antica Via Francigena. Una rete di percorsi, detti anche “vie romee”, utilizzate dai pellegrini fin dall’alto Medioevo per raggiungere dal nord Europa i luoghi più sacri della fede cristiana, attraversando l’Italia e giungendo alla Puglia, dove vi erano i porti d’imbarco per la Terra Santa.L’itinerario, dopo aver seguito la Ciclovia del Volturno, entra nel territorio provinciale di Benevento, che dal 570 circa fu capitale dell’omonimo Ducato destinato a sopravvivere, con alterne vicende, ma mantenendosi sempre indipendente, fino al 1077. Nel centro storico sorge l’importante sito religioso longobardo della chiesa di Santa Sofia, costruita intorno al 760 per volontà di Arechi II, duca di Benevento, come cappella personale e santuario nazionale per la salvezza del popolo longobardo.  Il territorio è punteggiato di testimonianze monumentali del periodo romano e longobardo, oltre ai centri di Telese Terme, località di cura rinomata per le acque sulfuree ricche di calcio, magnesio, bicarbonato e idrogeno solforato, e la vicina Solopaca, con il suo suggestivo nucleo storico dalla caratteristica forma allungata in cui si ammirano il palazzo ducale dei Ceva-Grimaldi e le vestigia dell’antico castello normanno.

Cosa mangiare

Senza dimenticare i salumi, piatti tipici della tradizione beneventana sono le minestre, come la zuppa di castagne e fagioli e la minestra maritata, una zuppa di verdura miste a cui viene aggiunto, cioè “maritato” (in italiano sposato) qualcosa di più sostanzioso come un pezzo di lardo o un pezzo di prosciutto di Pietraroja o delle cotiche salate e il peperoncino. Tra i primi asciutti troviamo lo Scarpariello, una pasta fatta in casa condita con pomodori, pecorino e abbondante basilico. Altro piatto tipico è il baccalà alla “beneventana” con pomodoro, origano, olive e capperi.  Tra i vini da segnalare il Solopaca Rosso Superiore del Sannio DOC.

Sosta Camper:

Benevento, Area Attrezzata, N. 41.131370 E 14.789510Pietrelcina, Area Attrezzata, N 41.199270 E 14.844340




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 9]

In camper in Friuli per andare in bici fino alla Slovenia

Cosa vedere

E’ un importante itinerario ciclabile che consente di scoprire il territorio friulano orientale, andando alla ricerca delle radici culturali longobarde.  Il percorso, adatto a tutti, con una distanza complessiva di 25 Km collega la città di Udine a Cividale del Friuli, considerata la “capitale longobarda” della Regione. Il percorso, che può essere affrontato sia partendo dal centro di Udine che dalla località Godia nelle vicinanze del torrente Torre, segue il tracciato della FVG4, che taglia orizzontalmente il Friuli centrale, da Caneva in provincia di Pordenone fino al confine sloveno delle valli del Natisone. Il percorso può includere la visita dell’affascinante centro di Udine, cittadina con piazze dall’atmosfera veneziana e antichi palazzi, a partire da piazza Libertà, definita “la più bella piazza veneziana sulla terraferma”, e piazza Matteotti (o delle Erbe), interamente contornata da portici.Non si configura come vera e propria pista ciclabile, ma anche nei tratti in cui il sedime stradale è condiviso con le automobili, la sicurezza è garantita dal fatto che si percorrono strade secondarie con scarso traffico. L’area attraversata presenta una spiccata impronta agricola, con un alternarsi di orti privati, giardini, campi coltivati, e un ampio panorama delimitato a nord-est dall’abbraccio delle Prealpi Giulie. Per chi volesse prolungare il tour, dopo la sosta a Cividale del Friuli, è possibile proseguire lungo un percorso ben segnalato e indicato, che prende il nome di “Bimobis“, un itinerario che, per i più allenati, sconfina in Slovenia passando per Caporetto e Tolmino e rientrando in Italia all’altezza di Gorizia.

Cosa mangiare

Simbolo della cucina friulana è il frico, nato in Carnia come piatto povero, preparato con patate e formaggio e cotto in padella a fuoco lento. Oggi ne esiste una versione croccante e friabile, in cui l’unico ingrediente è il formaggio che viene fritto in olio bollette in dischetti croccanti. Tra i primi piatti troviamo i cjarson, ravioli di pasta fresca preparati con farina di grano tenero e acqua e ripieni di numerose varianti anche dolci, come il ripieno di ricotta, cannella e cacao.  Celebrata specialità è la Gubana, dolce arricchito di frutta secca e tradizionalmente servito con la grappa, le cui origini sono legate alle feste religiose più importanti, ma anche ad eventi della vita comunitaria quali matrimoni e cresime. Da non dimenticare il prosciutto di San Daniele, che nel 1996 ha ottenuto la DOP.

Sosta camper:

Cividale del Friuli, Area Attrezzata, N 46.096200 E 13.4221500San Daniele del Friuli: Area Attrezzata, N 46.156750 E 13.013900




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 8]

In camper nel Molise dell’autenticità. Sorgenti, tartufi e… campane

Cosa Vedere

Nel Molise, una terra ancora integra, con un patrimonio ambientale importante fino ad oggi poco conosciuto, ideale per l’outdoor e i weekend green. I turisti tedeschi e olandesi l’hanno già scoperta, conquistati dai suoi luoghi unici immersi nella natura e dai suoi percorsi da assaporare a ritmo lento, come le sorgenti del gusto, luoghi dell’acqua abbinati ad una degustazione di cibi e specialità tipiche dei territori. Le sorgenti sono un patrimonio dal valore inestimabile, una ricchezza preziosa per la regione, luoghi iconici da scoprire in camper, come le numerose feste tradizionali, in particolare quelle legate al raccolto, tra tutte la Festa del Grano di Jelsi. In autunno si può andare per boschi alla ricerca di funghi, castagne e preziosi tartufi bianchi, specialmente i tartufi di Busso.

Ad Agnone c’è la Pontificia Fonderia Marinelli, una delle più antiche aziende a conduzione familiare del mondo. Nata più di mille anni fa è da sempre nelle mani della stessa famiglia che produce campane esportate ovunque. Non c’è nazione al mondo dove non ci sia una campana della Fonderia Marinelli. Qui è stata prodotta la grande campana del Giubileo del 2000 e sarà di nuovo una campana di Marinelli ad inaugurare il Giubileo del 2025. La campana è già pronta, deve solo essere spedita a Roma. Con il logo del giubileo 2025 sul bronzo, una circonferenza di 2 mt e un peso di 200 kg. annuncerà l’evento giubilare con un concerto di campane in Piazza San Pietro. La fonderia è visitabile con una visita guidata tutti i giorni tranne la domenica pomeriggio. Si inizia con un video che presenta la storia dell’azienda e si continua con il museo che raccoglie campane di ogni epoca e forma e la fonderia vera e propria, dove viene illustrato il processo di costruzione della campana.

Cosa mangiare

Il Molise è famoso per gli insaccati come il Capocollo, la Coppa, i Ciccioli, il Prosciutto di Spalla, la Salsiccia di fegato di maiale, la Soppressata e la Ventricina di Montenero di Bisaccia, ma soprattutto per i latticini. Per gli amanti dei prodotti caseari la regione è una vera mecca.  Da sempre le genti molisane hanno legato la loro vita alla pastorizia transumante, e sui tratturi, le “autostrade del passato”, ogni anno transitavano i pastori che dall’Appennino portavano le greggi a svernare nelle fertili pianure pugliesi.  Il latte che veniva munto durante il tragitto veniva lavorato in zona. Nascevano così scamorze, mozzarelle, caciotte, sia semplici che aromatizzate (ovviamente al tartufo, alle erbe, al peperoncino, ecc.), stracciata, ricotte, cacioricotta. Il prodotto più noto e il fiore all’occhiello della produzione casearia locale è il caciocavallo, il cui nome sembra che sia derivato dall’uso di appendere le forme, legate in coppie, a cavallo di una trave ad essiccare. Tra i vini da segnalare la Tintilia DOC, prodotto nelle due province di Campobasso e Isernia.

 “Il Tartufo di Busso”

Fra le varie sorprese di questa regione semisconosciuta c’è quella di scoprire che è una delle maggiori produttrici di tartufo. Fino a pochi anni fa, i molisani non ne erano consapevoli, e accettavano di svendere i propri tartufi e di permettere che saccheggiassero i loro boschi e vendessero quelli molisani spacciandoli come di altre regioni. Ma oggi è tutto cambiato per fortuna, e sia i tartufi neri estivi che quelli bianchi autunnali sono un fiore all’occhiello delle eccellenze gastronomiche molisane. Fra le varie zone produttrici del prezioso fungo ipogeo, eccelle quella di Busso, a pochi chilometri da Campobasso. A Busso si trova un’area certificata di 46 ettari di bosco, con 8 chilometri di recinzione, dove nella precedente estate è stato trovato un super tartufo nero di un chilo e 255 gr. ma l’attesa più importante è la raccolta del tartufo bianco, da ottobre al 31 dicembre. E anche questa è senza dubbio un’ottima motivazione per visitare il Molise e “gustarlo”.

Sosta Camper:

Agnone, Area attrezzata, N 41.810340 E 14.378330Termoli, Camping Villaggio Azzurra, http://www.villaggioazzurra.it/Castelpetroso, Agriturismo Tenuta Due A – Tel. 338 346 3867 https://www.facebook.com/tenutaduea/




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 7]

In camper in Lombardia sulle tracce dei Longobardi in Italia Patrimonio Unesco

 Cosa vedere

Il territorio delle colline bresciane con i luoghi longobardi è attraversato da sei percorsi cicloturistici con diversi gradi di difficoltà. Tra questi, il primo itinerario, “I paesaggi di re Desiderio” si snoda intorno alla montagna della “Maddalena”, la montagna dei bresciani, dalle cave utilizzate già al tempo dei Romani per l’estrazione del pregiato marmo di Botticino fino ai vigneti della Valverde, conducendo attraverso una strada panoramica alla sommità dell’altura per poi ridiscendere con un’ampia visuale sulla pianura e le sponde del lago di Garda. L’itinerario n. 6, invece, è chiamato “Le colline di re Rotari” e disegna un lungo percorso circolare tra i comuni di Brescia, Rezzato, Castenedolo, Montirone, Poncarale e Flero, sviluppandosi nel dolce contesto paesaggistico delle colline di re Rotari, personaggio di notevole spessore storico che fu duca di Brescia e, dal 636 al 652, re dei Longobardi.Inoltre la città di Brescia dal 2023 è inserita nella rete ufficiale dei “ComuniCiclabili®” della FIAB, la più grande associazione ciclo-ambientalista italiana, che assegna annualmente questo marchio ai comuni che possiedono i requisiti richiesti, dando loro la facoltà di esibire, come segno distintivo e di riconoscimento, una bandiera recante un numero di “biciclette”, da un minimo di una a un massimo di cinque, proporzionale all’impegno profuso e alle azioni concrete intraprese da ciascuna località in favore della mobilità in bicicletta.

Cosa mangiare

Piatto tipico della cucina bresciana sono i casonsei, grossi ravioli con ripieno a base di uova, formaggio stagionato o ricotta, spinaci o carne, e conditi con abbondante burro fuso alla salvia. Immancabile in inverno la polenta taragna, preparata con grano saraceno e mais saraceno, e una cottura lenta. Dal sapore deciso, la polenta viene condita con burro fuso e salvia fresca. Il dolce tipico bresciano è la bossola, una ciambella alta, soffice e vaporosa fatta con uova, burro, farina e ricoperta di zucchero a velo. Il vino della zona è il Franciacorta DOCG.

Sosta Camper:

Brescia, Area Attrezzata, N. 45.516510 E 10.234120Sarezzo, Azienda Agricola Catena Rossa, https://www.catenarossa.it/+




A Natale da Napoli all’Armenia

Si avvicinano le feste e come sempre viene alla mente la strada di Napoli famosissima in tutto il mondo, Via San Gregorio Armeno, con i suoi presepi, i suoi pastori, la sua allegria e la chiesa di San Gregorio Armeno dove è conservato il cranio del santo trafugato da Costantinopoli per salvarlo dalla distruzione.Ma chi era San Gregorio Armeno l’Illuminatore, questo santo misterioso compatrono di Napoli nato in Armenia nel 257 circa e morto nel 332 circa dopo aver convertito il re Tiridate III e tutta la nazione al Cristianesimo? Per saperlo meglio andare a conoscere anche l’Armenia, questa terra mitica e sacra per il Cristianesimo.  E così sui passi di San Gregorio Armeno Weekend&Viaggi Premium ha deciso di partire alla scoperta di un Paese autentico, per assaporare un viaggio indimenticabile in questa nazione nel cuore del Caucaso, dove passato e presente si intrecciano regalando al viaggiatore un’esperienza unica.I voli diretti (Wizzair e Fly One) che in circa 4 ore collegano Milano, Roma e Venezia a Yerevan, la capitale, ne fanno una destinazione ideale per un breve viaggio di alcuni giorni, proprio quello che cerchiamo noi.In dieci tappe abbiamo esplorato le sue meraviglie: dai monasteri che narrano di una fede incrollabile, ai vigneti che offrono vini sorprendenti, fino alle tradizioni culinarie custodite con orgoglio.

Yerevan: La città rosa

Il nostro viaggio inizia a Yerevan, la capitale armena. Con i suoi edifici in tufo vulcanico, sorprende per il mix di modernità e memoria storica. Simbolo di rinascita, Yerevan offre attrazioni come la Cascades, una scalinata artistica con vista sul Monte Ararat e sculture di Botero, il Memoriale del Genocidio Armeno, le fontane colorate che la sera animano piazza della Repubblica a suon di musica.Il Museo di Storia svela 400.000 anni di storia armena, mentre la Ararat Brandy Factory racconta la tradizione del famoso brandy amato da Winston Churchill.

Khor Virap: Il legame spirituale con il Monte Ararat

A pochi chilometri dal confine turco, Khor Virap rappresenta la culla del Cristianesimo in Armenia. San Gregorio Armeno l’Illuminatore fu imprigionato proprio qui prima di convertire il Paese alla nuova fede. L’Armenia fu la prima nazione ad adottare il Cristianesimo quando nel 301 Tiridate III, dopo la conversione per mano di San Gregorio l’Illuminatore, lo dichiarò religione di Stato.Il monastero, incorniciato dal maestoso Monte Ararat, è una visione da cartolina che lascia senza parole.

Areni: La culla del vino millenario

Considerata la capitale vinicola dell’Armenia, Areni ospita la più antica cantina del mondo, scoperta nel 2007 all’interno di una grotta dove sono state ritrovate giare per la fermentazione e una vasca per pigiare l’uva oltre ad acini e raspi di uva. Il tutto risalente a 6.000 anni fa.Dopo lo stop alla vinificazione dettato dal regime dell’URSS (l’Armenia doveva produrre brandy, al vino avrebbe pensato la Georgia) con l’indipendenza la tradizione ha acquistato nuova forza e i vini armeni hanno conosciuto una rinascita e il numero delle cantine, parecchie seguite da enologi italiani, è in continua crescita. Alla Momik Winery, dal nome dell’architetto che costruì il monastero di Noravank poco distante, Nver e Narine offrono degustazioni con i vini prodotti con il vitigno Areni Noir che raccontano una storia di tradizione e innovazione.

Noravank: L’arte tra le rocce

Incastonato nella gola del fiume Amaghu dalle pareti di colore rosso, affacciato su un panorama mozzafiato, spicca il monastero di Noravank, uno dei luoghi di culto più antichi dell’Armenia, sepolcro ufficiale della dinastia degli Orbelyan e capolavoro dell’architettura medievale.Le decorazioni scolpite e i motivi ispirati alla vite testimoniano l’abilità degli artigiani locali, mentre la posizione remota invita alla meditazione.  E’ uno dei monasteri preferiti dalle coppie per i matrimoni.

Lago Sevan: Un paradiso d’alta quota

A 1.900 metri sul livello del mare, il Lago Sevan è il secondo lago più alto al mondo e uno degli specchi d’acqua più grandi e suggestivi del Caucaso. Le acque turchesi contrastano con le colline circostanti, e il monastero di Sevanavank, su una penisola, offre un panorama unico e un’atmosfera di pace.Le prime due chiese, su un precedente insediamento pagano, furono fondate dallo stesso San Gregorio l’Illuminatore quando l’Armenia venne ufficialmente proclamata cristiana dopo la conversione del Re Tiridate III.

Garni e Geghard: Tra paganesimo e cristianità

Il Tempio di Garni, del I secolo d.C., è l’unico esempio di architettura ellenistica in Armenia e l’unica testimonianza del passato pagano del Paese.Insieme al monastero di Geghard, scavato nella roccia all’interno della valle dell’Azat, rappresentano il passaggio storico dal paganesimo al Cristianesimo.Entrambi siti UNESCO, sono tappe imperdibili per comprendere le radici spirituali di un Paese dove i monasteri sono essenziali e semplici nella loro architettura, per non distogliere i fedeli dalla preghiera.

Symphony of Stones: La natura come arte

Poco distante da Garni, la gola del fiume Goght ospita la Symphony of Stones, un monumento naturale composto di colonne basaltiche esagonali e pentagonali sospese e alte quasi 50 metri.Formate dal raffreddamento della lava vulcanica assomigliano alle canne di un organo. Per accedere al sito, che incanta con la sua perfezione geometrica, seguire le indicazioni dei cartelli posti poco prima dell’arrivo al tempio di Garni e scendere nella gola.

Tsaghkunk: L’arte del lavash

Nel villaggio di Tsaghkunk si scopre il segreto del lavash, il pane tradizionale armeno. Prepararlo nel forno tonir, un forno interrato in argilla e pietra dove le braci poste sul fondo emanano il calore necessario, è un’esperienza che celebra l’amore e la condivisione tipici della cultura armena.La sfoglia viene prima stesa con un mattarello e poi allargata con le mani quindi messa su un cuscino e bagnata leggermente per farla aderire alle pareti del forno. Tempo meno di un minuto e il pane è pronto.

Gyumri: La città della rinascita

Seconda città del paese, Gyumri sorprende per il suo fascino bohémien e le sue case scure in pietra vulcanica. Prima del devastante terremoto del 1988, che causò migliaia di vittime e distrusse gran parte del suo patrimonio architettonico, la città era un importante centro artistico e artigianale, rinomato per le sue scuole di pittura, scultura e musica.Da non perdere una visita al laboratorio di ceramica fondato da Antonio Montalto, ex console onorario italiano e medico siciliano arrivato qui per aiutare dopo il terremoto e mai ripartito, che offre ai giovani della città opportunità uniche di apprendimento e sviluppo personale.

Armenia Wine Company: Tradizione e innovazione

Chiudiamo il viaggio con una visita all’Armenia Wine Company, una delle realtà più moderne del Paese. Con oltre 10 milioni di bottiglie di vino e circa 4 milioni di bottiglie di brandy prodotte ogni anno è una delle più grandi aziende vinicole dell’Armenia che unisce millenni di tradizione vinicola a tecniche moderne.Con visite, degustazioni e un museo dedicato alla storia del vino, l’azienda è una testimonianza dell’eccellenza enologica del Paese.Per ulteriori informazioni: www.armenia.travelwww.facebook.com/ArmeniaTravelOfficialwww.instagram.com/armenia.travel 




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 6]

In camper in Abruzzo per pedalare lungo la costa dei Trabocchi

Cosa vedere

E’ uno dei tratti più suggestivi d’Abruzzo, 50 chilometri lungo l’Adriatico, da Ortona a Vasto, caratterizzato da una magnifica pista ciclabile lungo il mare e da spettacolari trabocchi, antiche strutture in legno utilizzate per la pesca. Queste palafitte, veri e propri capolavori di ingegneria tradizionale, sono state progettate per resistere al tempo e alle tempeste, e alcune di esse hanno superato il secolo di vita. Tra i trabocchi più celebri spicca quello di Punta Turchino, eretto nel 1860 e reso immortale dalla penna di Gabriele D’Annunzio, che lo descrisse come simbolo dell’anima abruzzese.Il paesaggio alterna scogliere imponenti a calette nascoste, spiagge sabbiose e tratti rocciosi, il tutto accompagnato dal dolce suono delle onde che si infrangono sulla costa. Al tramonto mare e cielo si fondono in una tavolozza di colori mozzafiato, regalando uno spettacolo di una bellezza semplice, autentica, che si lega alla natura e alla tradizione. Si parte da Ortona e proseguendo verso sud si giunge a Punta Aderci, lembo di terra incontaminato della Riserva naturale regionale omonima, dove la natura regna sovrana. Il viaggio si conclude a Vasto, dal centro storico dominato da un dedalo di vicoli medievali, piazze animate e sontuosi palazzi.

Cosa mangiare

Il più tipico piatto abruzzese, conosciuto in tutta Italia, sono gli arrosticini, spiedini di carne di pecora cotti alla brace. Poi i piatti legati alla transumanza, come i maccheroni alla chitarra conditi con ragù di agnello e la pecora alla callara, cucinata nei paioli di rame. Le pallotte cacio e ova sono delle polpette di formaggio e pane raffermo cucinate in abbondante sugo di pomodoro. Il tutto da innaffiare generosamente con vino Montepulciano d’Abruzzo Doc, Cerasuolo o Trebbiano Doc.  Dolci tipici sono le ferratelle, da cuocere sul fuoco con una doppia piastra arroventata.

Sosta Camper:

Ortona, Camping Torre Muccia, https://campingtorremucchia.it/Rocca San Giovanni, Area Camper Costa dei Trabocchi, N 42.276270 E 14.492000




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 5]

In camper in Liguria per passeggiare a Boccadasse

Cosa vedere

Una spiaggia circondata da casette colorate. Collegato al centro di Genova con la passeggiata sul lungomare, Boccadasse conserva ancora le caratteristiche di piccolo borgo marinaro, molto amato dai cantautori genovesi, giganti della musica che hanno scritto versi indimenticabili.  In primis Gino Paoli, che ha abitato a lungo in salita Santa Chiara e affacciato sui tetti ha composto le note della sua canzone intramontabile, “la Gatta”. Ma anche Luigi Tenco, che si dice amava venire a Boccadasse per trovare l’ispirazione per le sue canzoni e qui si ritrovava con gli altri cantautori. A lui in Via Aurora è stata dedicata una targa.Senza dimenticare l’indimenticabile Fabrizio de Andrè, che di Genova diceva “per me è come una madre”. Anche per lui il piccolo borgo era fonte di ispirazione, immortalato nella canzone “Crêuza de mä”.  La creuza, la piccola mulattiera tra due muri, conduce ancora alla spiaggia di ciottoli, dove passeggiare tra le barche intrise di salsedine e chiacchierare con “i pescatori che hanno la faccia solcata da rughe che sembrano sorrisi e, qualsiasi cosa tu gli confidi, l’hanno già saputa dal mare” (De Andrè).  Alla tradizione dei cantautori genovesi verrà dedicata una Casa dei Cantautori che si prevede di aprire nell’ex Abbazia di San Giuliano non lontano da Boccadasse.

Cosa mangiare

Le trofie al pesto sono il piatto di punta della cucina ligure. La salsa si prepara con il basilico genovese, una varietà di basilico a cui il microclima particolare della Liguria, grazie all’influsso degli Appennini e alla brezza marina, dà delle caratteristiche inconfondibili. La foglia è piccola e convessa, dal colore brillante e il profumo delicatissimo e di intensità aromatica straordinaria. Il procedimento è semplice, nel mortaio si triturano prima di tutto aglio e pinoli, poi si aggiungono le foglie di basilico e il sale fino a raggiungere una consistenza cremosa. A questo punto si uniscono pecorino e parmigiano grattugiati e infine olio EVO per amalgamare bene il tutto.

Sosta Camper:

Genova, Garage Marina Park, N 44.402650 E 8.931200Genova, Campeggio Villa Doria, https://www.campingvilladoria.it/




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 4]

In camper in Alto Adige sul Renon per ammirare l’autunno

Foto Manuela Tessaro per ©Tourismusverein Ritten

Cosa vedere

Quando il sole è tiepido e il paesaggio si carica di sfumature meravigliose cosa c’è di meglio di una passeggiata sui sentieri del Renon per respirare aria pulita e ammirare lo spettacolo del foliage che in questa stagione rapisce lo sguardo e riscalda il cuore? Si può percorrere, con una guida esperta, un tratto del celebre “Sentiero del castagno” con racconti, aneddoti e sosta pranzo tra boschi di latifoglie colorate e castagneti secolari per ammirare tutti i colori della natura e scoprire qualcosa in più sul territorio. Ma anche una semplice corsa sull’affascinante Trenino del Renon può diventare un viaggio alla scoperta degli angoli più suggestivi dell’altipiano e un punto di osservazione esclusivo per il foliage d’autunno. Dai finestrini del trenino l’autunno, grazie al suo approccio “slow” (30 km/h), regala una full immersion in un paesaggio fiabesco contrappuntato dai mille colori dei boschi e da antiche chiesette di montagna.

Foto Sophie Pichler per ©Tourismusverein Ritten

Dalle varie fermate del treno partono poi numerosi sentieri escursionistici che conducono agli angoli più belli dell’altipiano: dalla passeggiata Freud, dedicata al celebre filosofo che nell’estate del 1911 venne da queste parti in villeggiatura, al sentiero che conduce al meraviglioso spettacolo delle Piramidi di terra fino all’Hirtensteig, il “Sentiero dei pastori“, un percorso didattico tra prati, boschi e malghe che da Collalbo e per 3 km in direzione del Corno del Renon racconta passato e presente dell’antico mestiere del pastore.

Cosa mangiare

Foto Manuela Tessaro per ©Tourismusverein Ritten

In autunno tra le vallate altoatesine torna il Törggelen. L’antica tradizione degli agricoltori di degustare il vino nuovo con una merenda, oggi si rivive andando nelle tradizionali “Buschenschänke” o “Hofschänke”, le tipiche locande contadine, ad assaggiare specialità come speck, canederli, crauti, Kaminwurzen, Schlutzkrapfen, zuppa d’orzo, castagne arrostite e vino novello. Senza dimenticare gli altri vini locali, dal corposo Lagrein all’aromatico Gewürztraminer fino allo speziato Kerner.

Sosta Camper:

Bolzano, Camping Moosbauer https://www.moosbauer.com/itBolzano, Camping Steiner, https://www.campingsteiner.com/




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 3]

In camper in Umbria per Frantoi Aperti

Cosa vedere

Torna “Frantoi Aperti in Umbria“, l’evento simbolo dell’oleoturismo in Italia, che per cinque fine settimana celebra l’arrivo del nuovo olio extravergine di oliva nel periodo della raccolta e frangitura delle olive, proponendo esperienze in frantoio, tra gli olivi, all’aria aperta e nelle piazze dei borghi medievali e delle città d’arte, legate al mondo dell’olio e.v.o. di qualità umbro.Novità di questa edizione di Frantoi Aperti in Umbria è la proposta delle “Evo&Art Experience“, tour accompagnati alla scoperta delle sottozone della Dop Umbria e della biodiversità, che porteranno a visitare i luoghi del Perugino ed i beni del sito seriale UNESCO “I Longobardi in Italia: i luoghi del potere” di Campello sul Clitunno e Spoleto (Pg). Momento di apertura della manifestazione è la “La Grande Pedalata Lungo la Fascia Olivata dei Colli Assisi – Spoleto“, un itinerario in e-bike con partenza da Spoleto (Pg), con tappe in alcuni frantoi per assaggiare l’olio appena franto fino a Campello sul Clitunno (Pg).Fino al 17 novembre 2024 i weekend di Frantoi Aperti si susseguono con un nutrito programma di iniziative volte alla promozione della tradizione olivicola umbra e che hanno come protagonisti indiscussi l’olio e.v.o. e i frantoi in lavorazione, fulcro di passeggiate in bici e trekking naturalistici per grandi e bambini.

Cosa mangiare

Gli strangozzi, le sagne e gli strascinati sono tre tipi di pasta fatta con farina e acqua che si distinguono solo per la forma ma hanno in comune di essere piatti poveri, conditi con sughi di carne e cacciagione. Tipici gli strangozzi al tartufo nero, altra specialità locale della Valnerina.  Tra i prodotti tipici troviamo il sedano nero di Trevi, la cipolla di Cannara, il Farro di Monteleone di Spoleto DOP, le lenticchie di Castelluccio di Norcia IGP, il prosciutto di Norcia IGP e ovviamente l’Olio Extra Vergine d’Oliva DOP.

Sosta Camper:

Spoleto, Area Attrezzata, N 42.746600 E 12.731800Campello sul Clitunno, Antico Frantoio Carletti, https://www.anticofrantoiocarletti.it/




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 2]

In camper in Piemonte sui binari d’autunno con il Treno del Foliage

Cosa vedere

Lasciare per qualche ora il camper e immergersi in una tavolozza di colori e sfumature a bordo della Ferrovia Vigezzina-Cento Cavalli. 4 ore di viaggio e 52 chilometri di paesaggi multicolori, tra Italia e Svizzera, per ammirare la stagione più romantica dell’anno lungo le curve dell’autunno. Dal 12 ottobre al 17 novembre tra il Lago Maggiore e la Val d’Ossola torna l’esperienza più amata dell’anno. La partenza è da Domodossola, per poi salire fino alla valle dei pittori, la Valle Vigezzo, con il suo punto più alto nel borgo di Santa Maria Maggiore. A questa altitudine i treni proseguono fino al confine, toccando Re con il suo celebre Santuario della Madonna del Sangue: superato il valico, i binari iniziano a scendere lentamente attraverso le Centovalli fino a raggiungere Locarno e la romantica sponda elvetica del Lago Maggiore.

Foto Marco Benedetto Cerini per visitossola

Tra ottobre e novembre, con una variabilità (e imprevedibilità) tipica dei ritmi naturali, i boschi attraversati dai treni bianchi e blu si infiammano di calde tonalità, lungo un susseguirsi di gole profonde e incantevoli pianori di media montagna, incorniciati dalle cime imbiancate dalla prima neve. A bordo dei treni – dai modelli vintage ai moderni, tutti con ampie vetrate panoramiche – si sfila così davanti allo spettacolo delle colline punteggiate di filari di vite giallo oro (meritano l’assaggio il Prunent ossolano e il Merlot ticinese), ci si addentra nei boschi popolati da betulle e castagni, fino a raggiungere le faggete, alle quote più alte: qui la visione sui fianchi multicolori delle montagne riempie gli occhi di quella meraviglia naturale che il Treno del Foliage può regalare in un periodo limitatissimo dell’anno.  Ogni informazione su: www.vigezzinacentovalli.com/foliage.

Cosa mangiare

La gastronomia della Val Vigezzo è quella tipica di montagna, con pochi ingredienti, spesso poveri, uniti alla sapienza antica. Il risultato sono prodotti di alta qualità a km. 0.

Foto Marco Benedetto Cerini per visitossola

Tra questi gli Gnocchi al cucchiaio (in dialetto Gnoch ad la Chigiàa), formati da un impasto piuttosto denso di farina bianca, acqua e sale fatto scivolare a cucchiaiate nell’acqua bollente. Ci sono poi gli stinchéet, sottili sfoglie ottenute lavorando al punto giusto acqua e farina, cotte su roventi piastre in ferro e condite con burro d’alpeggio. Da non dimenticare il prosciutto crudo vigezzino affumicato con bacche di ginepro, il capretto, i formaggi di malga e i dolci come la torta pan e lac e la fiacia.

Sosta Camper:

Val Vigezzo, Camping La Pineta https://www.campinglapineta.eu/Santa Maria Maggiore, Area Attrezzata Pineta, N 46.131580 E 8.449620

Il Camper: Panama P50+ della gamma Peak

Con 545 cm di lunghezza, 215 di larghezza e un’altezza, con tetto a soffietto chiuso, di soli 2 metri, questo veicolo è l’ideale per l’uso in città.All’interno due sedili girevoli e una seduta a 3 posti, un tetto apribile e 3 finestre e un isolamento termico e acustico rinforzato (con isolante XPS nel pavimento) e kit isolamento vetri di serie. Piano cottura a 2 fuochi, lavello, frigorifero con freezer, doccetta esterna, tavolo amovibile, vani portaoggetti, prese USB e 12V/220V, c’è tutto il necessario per essere utilizzato tutti i giorni dell’anno.




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 1]

Con l’arrivo dell’autunno tornano le suggestioni uniche di viaggi in camper tra paesaggi spettacolari, caratterizzati dai colori intensi degli alberi che man mano dal verde si tingono di giallo, rosso, marrone, ocra. L’Indian Summer regala boschi imbruniti dal foliage e paesaggi ricchi di sfumature arancioni e oro.Alla ricerca dei colori avvolgenti del foliage autunnale si parte verso nuove avventure e alla scoperta di esperienze uniche e vere.

In Umbria per la Sagrantino Running – The Wine Trail

Cosa vedere

La grande festa dell’outdoor rivolta agli atleti, ma anche a famiglie e appassionati di enogastronomia è in programma il 2 e 3 novembre 2024, nel pieno del foliage autunnale tra i vigneti di Sagrantino che circondano Montefalco e Bevagna. L’iniziativa ha la duplice vocazione di manifestazione sportiva outdoor capace di coinvolgere atleti e cultori della corsa nella natura e all’aria aperta, e di vero e proprio evento enoturistico, unendo il piacere di una camminata tra le colline umbre e i vigneti del Sagrantino tinti dei colori autunnali, all’esperienza di una visita alle tante cantine di produttori del territorio aderenti all’iniziativa. Sabato 2 novembre è in programma l’enogastrocamminata del Sagrantino, da percorrere solo ed esclusivamente camminando, comprenderà la visita di quattro cantine dislocate tra i territori di Montefalco e Bevagna, con assaggi di vino e degustazioni gastronomiche.Domenica 3 novembre si avranno due gare di corsa in natura, su distanze diverse, tra colline, campi e vigneti, la “Sagrantino Wine Trail”, corsa competitiva su un percorso di 22.5 Km, e la “Mevania Wine Trail” che prevede sia una corsa competitiva su una distanza di 12.5 Km, sia una corsa non competitiva ideata come manifestazione ludico motoria aperta a tutti. Attività di intrattenimento, cooking class, musica completeranno il programma.

Cosa mangiare

In occasione della Sagrantino Running si potranno degustare i vini Grechetto, Montefalco Rosso e Montefalco Sagrantino Passito DOCG che faranno da accompagnamento ai seguenti piatti: uovo strapazzato al tartufo nero uncinato; zuppa di legumi con olio e.v.o. e piante aromatiche con cottura in brodo di tartufo; brasato di vitello al Sagrantino e tartufo con patate; frascatelli al ragù di cortile con riduzione di Sagrantino e applicazione di tartufo. Non mancheranno i dolci tradizionali umbri come i cantucci, i mostaccioli e la pinoccata.

Sosta Camper:

Montefalco, Area Attrezzata, N 42.892410 E 12.648540Montefalco, Azienda Agraria Colle Saraceno, https://www.cantinabotti.com/Bevagna, Campeggio-Azienda Agraria Pian di Boccio, https://piandiboccio.com/

Il Camper:

A Parma si è concluso il Salone del Camper, dove sono state presentate le novità 2025. Si conferma il trend di crescita dei veicoli polivalenti, ideali sia per l’uso quotidiano che per il tempo libero. Panama, azienda spagnola del gruppo Trigano, ha presentato due modelli di dimensioni compatte che offrono l’agilità di un’auto, l’U16+ nella gamma Urban, allestito su Peugeot Traveller, e il P50+ nella gamma Peak, allestito su Ford Tourneo Custom.




In giro per Napoli seguendo un buon profumo di pizza

Passeggiata gastronomica-culturale per la città partenopea tra sacro e profanoDal 14 al 23 giugno si terrà a Napoli alla Mostra d’Oltremare la 12esima edizione di Pizza Village, kermesse interamente dedicata alla pizza, agli artigiani e alla filiera produttiva. L’evento sarà replicato a Milano dal 4 all’8 settembre e a Londra dal 19 al 22 settembre, e vedrà la partecipazione complessiva di oltre 300 pizzaioli che si alterneranno ai forni a legna nelle tre sedi lanciando un messaggio di promozione culturale e turistico grazie alla pizza, ambasciatrice della gastronomia napoletana e cibo simbolo della cucina italiana nel mondo.

A tutta pizza

Il Pizza Village è un viaggio nel mondo della pizza, e a Napoli è prevista anche la Finale del Campionato Mondiale del Pizzaiuolo – Trofeo Caputo. In calendario anche 10 serate di Master Class gratuite e attività varie, dai laboratori a tema educazione alimentare, alla storia, cultura e tradizioni della pizza.Quale migliore occasione di Pizza Village per visitare Napoli e il suo incredibile patrimonio storico, artistico e culturale? A cominciare dal Museo Archeologico, il più importante del mondo per l’archeologia classica, citato spesso per le collezioni oscene conservate nel Gabinetto segreto.Ma Napoli tutta è un grande museo all’aperto, un palcoscenico dove gli eleganti negozi di Via Toledo si alternano ai vicoli dei quartieri spagnoli, dove si fa la fila per ammirare il murale di Maradona, il calciatore che ha catturato il cuore dei Napoletani.Nella città vecchia, dove Spaccanapoli, lo dice il nome, divide in due la città, dal Duomo a Porta Alba passando per Via dei Tribunali, da San Biagio dei Librai al Gesù Nuovo e l’obelisco barocco dell’Immacolata, passando per S. Gregorio Armeno, sopra e sotto Napoli è tutta da scoprire.

Napoli di Sopra e di Sotto

Sopra c’è il Duomo con la cappella di San Gennaro, trionfo barocco di argenti e tempio della devozione al patrono cittadino. Il 19 settembre di ogni anno in occasione del miracolo della liquefazione del sangue il busto in oro e argento del Santo viene portato in processione mentre dai balconi vengono lanciati petali di rosa. E poi c’è il famoso tesoro di San Gennaro, un patrimonio di gioielli dal valore immenso, superiore a quello della Corona d’Inghilterra, frutto delle donazioni ricevute dal patrono di Napoli nell’arco di sei secoli da regnanti, papi, famiglie nobili ma anche semplici devoti e fedeli.Poi c’è quella meraviglia che è il Cristo Velato, la scultura che raffigura Gesù giacente coperto da un velo. Nel Settecento si diceva che quel velo non fosse marmo ma una tela solidificata con un processo chimico dato che il principe Raimondo de Sangro, che aveva commissionato l’opera a Giuseppe De Martino, era alchimista, scienziato e amante dell’esoterismo. Verità o leggenda? Chissà!A piazza San Gaetano c’è Napoli Sotterranea. Da qui si scende nel ventre di Napoli, una città parallela nata con i greci e recuperata come acquedotto sotterraneo fino alla fine del 1800. I cunicoli ormai asciutti durante l’ultima guerra vennero utilizzati come rifugi, e oggi sono visitabili.

Nel mondo dei presepi

A Via di San Gregorio Armeno c’è il regno dei presepiari, gli artigiani leggendari specializzati nella creazione di pastori per il presepio. Figure realizzate con testa e braccia in terracotta e corpo in ferro e stoppa, vestite con tessuti cuciti da sarti esperti. Ma non ci sono solo i pastori: tra le minuterie si trovano anche arredi urbani, casette, cascate, tutto un mondo di colori e fantasia. E per sorridere non mancano le statuine caricaturali dei politici, calciatori e personaggi dello spettacolo.Per queste strade è tutto un fiorire di pizzerie come Vesi, Sorbillo, Di Matteo, e friggitorie che sfornano in continuazione delizie succulente, antesignane dell’odierno street food. Le friggitorie di Napoli offrono ogni genere di cibo da strada: arancini, crocchè, panzarotti, scagliuzzi e pizza fritta con ripieni di ricotta, salsiccia, verdure e pomodoro. Delizie da mangiare mentre si continua ad esplorare la città, magari facendo tappa poi per una sfogliatella, frolla o riccia, da Scaturchio, pasticceria storica ben nota tra gli estimatori di babà al rhum, pastiere, sfogliatelle e altre delizie napoletane.

Tra sacro e profano

Arrivati a Santa Chiara si sosta nel chiostro con i pilastri ottagonali e i sedili completamente rivestiti di maioliche dipinte prima di entrare ad ammirare il trionfo del barocco nel Gesù Nuovo. Dopo aver ammirato tanta meraviglia si può proseguire verso il Teatro San Carlo e la Galleria Umberto I fino ad arrivare in Piazza del Plebiscito.Qui è d’obbligo fermarsi per un buon caffè alla nocciola al Gran Caffè Gambrinus, nel secolo scorso ritrovo storico di artisti, politici, letterati e musicisti.Procedendo verso Via Toledo la Funicolare Centrale sale sulla collina di San Martino. Dagli spalti della Certosa e dalla Fortezza di Sant’Elmo si ammira un panorama grandioso sulla città e il golfo mentre il Vesuvio fa da sfondo allo spettacolo.Scesi nuovamente su Via Toledo ci sarebbero da assaggiare l’ottima cioccolata di Gay Odin e le sfogliatelle di Pintauro ma se non vogliamo lasciare Napoli con qualche chilo in più sarà meglio passare oltre.Per continuare ad assaporare la vera pizza napoletana prossimo appuntamento a Milano dal 4 all’8 settembre. E se i nostri connazionali all’estero avessero nostalgia di pizza niente paura, i pizzaioli di Pizza Village saranno a Londra dal 19 al 22 settembre.




Gustare la Natura in Camper [Parte 6]. Weekend in camper

Storia e natura si fondono tra le crete senesi, un paesaggio che d’autunno è contrassegnato dall’opera dell’Associazione provinciale dei tartufai senesi che dal 1985 tutela il prodotto più prezioso del territorio, il tartufo. E proprio la Mostra Mercato del Tartufo Bianco delle Crete Senesi, giunta alla 37° edizione è l’occasione  per andare alla scoperta del territorio, ovviamente con il nostro camper.

Tartufi Toscani  – S. Giovanni d’Asso (SI) – 12-19 novembre

37° edizione per la Mostra Mercato del Tartufo Bianco delle Crete Senesi, manifestazione nata nel 1985 grazie all’iniziativa dell’Associazione provinciale dei tartufai senesi che ha sede proprio a San Giovanni d’Asso. L’intento era esprimere il “tartufo bianco delle crete senesi”, prodotto nobile del comprensorio. Nel corso degli anni la manifestazione è diventata uno dei più importanti appuntamenti italiani dedicati al prezioso tubero. Si celebra il secondo e terzo weekend di novembre con una grandiosa festa d’inaugurazione, cena di gala e apertura dei mercatini dei prodotti locali e degli stand gastronomici.La domenica arrivo del “treno natura” (storico treno a vapore) e concorso del “miglior pecorino” con le produzioni degli allevatori locali.  Il secondo sabato prosieguo delle degustazioni e momenti di confronto per i tartufai e seconda cena di gala. La seconda domenica è il momento più importante della mostra con il premio “un tartufo per la pace” assegnato a una personalità particolarmente rilevante che si è distinta per gesti di pace e solidarietà.Sosta: AA Via traversa dei monti 14. Camping Il Treccolo. https://www.camping-iltreccolo.it/https://www.tartufodisangiovannidasso.it/

WEEKEND IN CAMPER: IL COMPAGNO DI VIAGGIO

WINNEBAGO REVEL 4×4

Il Camper van Winnebago Revel 4×4, in grado di affrontare qualsiasi tipo di terreno grazie al suo assetto rialzato e alla trazione integrale. Winnebago Revel 4×4, ideale per viaggi e Weekend Premium, è basato sul Mercedes-Benz Sprinter ed è stato sviluppato in maniera specifica per gli amanti delle vacanze outdoor e delle attività all’aperto. Il veicolo adotta un approccio all’avventura senza fronzoli, con un design semplice e caratteristiche tecniche sopraffine. Sfrutta appieno il collaudato telaio 4×4 del Mercedes Sprinter VS30, spinto dal poderoso turbodiesel da 3.0 litri.

Interni e dotazione

All’interno del Winnebago Revel 4×4 troviamo un letto matrimoniale e una cucina completa di frigorifero a compressore. Il bagno con toilette a cassetta elimina la necessità di un serbatoio separato per le acque nere. Non manca un inverter/ caricatore standard da 2.000 watt e il nuovo Lithium Power System, una dinette con un tavolo estraibile trasformabile in spazio aggiuntivo per dormire, piano cottura a induzione portatile e molte altre funzionalità innovative. I prezzi superano di poco i 180mila euro.




Gustare la Natura in Camper [Parte 5]

L’autunno sull’Amiata è un trionfo di colori, profumi e sapori. Lungo le pendici del monte ci sono boschi di castagne, ingredienti base per una cucina atavica e naturalissima. E nei numerosi borghi amiatini è un fiorire di feste dove fascino, sapore e tradizioni di questo prezioso frutto del bosco si mescolano. Partiamo quindi con il camper e approfittiamo dell’occasione per gustare castagne e marroni cucinati in tutte le salse.

Crastatone in Toscana  – Piancastagnaio (SI) – 31 ottobre – 5 novembre

Siamo sull’Amiata, circondati da boschi di castagni. La festa, nata nella metà degli anni ’60 per celebrare la fine del raccolto della castagna e l’inizio della stagione invernale, è la più antica della zona.  Il termine Crastatone deriva dal verbo dialettale “crastare”, ovvero l’atto di tagliare la castagna prima di metterla sul fuoco, così che non scoppi durante la cottura; da qui infatti prende il nome la “crastata” o caldarrosta. Durante questo periodo, le quattro contrade di Piancastagnaio allestiscono il centro storico con foglie, ricci e castagne che abbondando sui boschi Amiatini.La festa quest’anno si terrà dal 31 Ottobre al 5 Novembre.  Ogni contrada aprirà le cantine dove si potranno assaporare i piatti e le specialità tipiche della cucina a base di castagna, il tutto accompagnato da buon vino rosso.  Spettacoli itineranti e musica allieteranno i vicoli e le piazzette mentre nelle bancarelle lungo le vie del centro storico sarà possibile degustare le diverse tipologie di castagne cotte secondo le ricette locali.Sosta Camper: Area Attrezzata in Piazza 150° Unità d’Italia. GPS: N 42.85179, E 11.68716. In occasione del Crastatone un altro parcheggio sarà allestito presso la zona artigianale, servito da una navetta gratuita per il centro storico.https://www.prolocopiancastagnaio.it/

WEEKEND IN CAMPER: IL COMPAGNO DI VIAGGIO

HYMER AYERS ROCK CAMPER

Grazie alle dimensioni compatte e alle soluzioni per interni intelligenti, i furgonati HYMER Fiat aprono nuove strade per viaggiare in modo libero e flessibile. Le nuove soluzioni di connettività e gli impianti ottimizzati rendono questi veicoli tuttofare dalle possibilità illimitate resistenti al clima invernale già nelle dotazioni di serie e adatti sia al traffico cittadino sia alle escursioni su percorsi fuori strada. Anche quando si vuole viaggiare per giorni in totale autonomia.

Zona notte

Il tetto a soffietto ha due caratteristiche uniche nel settore: un letto da 1,45 x 2,10 m, che è il più ampio installato in un tetto a soffietto di un furgonato, e la vernice nel colore della carrozzeria. Con l’oblò di serie largo 70 x 50 cm, la chiusura elettrica, il collegamento da 12 Volt e la luce da lettura a LED con attacco USB, garantisce tutto il fascino della tenda con il comfort HYMER. E tutto questo con il migliore rapporto qualità-prezzo. I listini dell’Hymer Ayers Rock camper partono da 72.450 euro.