Un autunno a regola d’arte nella sorprendente provincia italiana, all’insegna della scoperta di luoghi preziosi – frequentati molto meno di quanto meriterebbero – ai margini dei più battuti percorsi turistici. Sono palazzi nobiliari e castelli dalle incantevoli stanze dipinte, ville romane d’età imperiale e complessi abbaziali amati da grandi poeti, piccoli musei custodi di collezioni che destano meraviglia: statue dall’infinito mistero, gruppi bronzei ricoperti d’oro, dipinti entrati a pieno diritto nella storia della pittura. Si trovano in cittadine e borghi di fascino, dove ai piaceri dell’occhio si affiancano quelli del palato. Per un viaggio nel gusto che riserva a ogni tappa sempre buone sorprese.
LA VILLA ROMANA DEL TELLARO, Noto (Siracusa)
Di Beba Marsano
In una contrada campestre rifulgono frammenti di mosaici pavimentali tra i più splendidi della Sicilia romana. Appartengono a Villa del Tellaro, residenza d’età imperiale di cui non restano che pochi ambienti, impreziositi da tappeti di pietra in grado di rivaleggiare con quelli notissimi di Piazza Armerina. Autori le stesse maestranze nordafricane, che con milioni di tessere dai colori intensissimi hanno dato vita a narrazioni mitologiche, cacce e danze bacchiche. I mosaici sono stati ritrovati solo nel 1971 seguendo le tracce di scavatori di frodo.
Da gustare. A tavola non c’è che l’imbarazzo della scelta. Si inizia con ravioli di ricotta al sugo di maiale, cavateddi con melanzane o bottarga, ceci e fave con cotiche di maiale. Si prosegue con melanzane alla parmigiana o coniglio alla stimpirata (cioè in agrodolce) e si chiude in bellezza con la grande tradizione della pasticceria: granite, cannoli, cassatine di ricotta, biancomangiare e quella frutta martorana che utilizza la pasta di mandorle per riprodurre in chiave illusionistica frutti e ortaggi.
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