Case pazze nel mondo: le 10 abitazioni più strane che tu possa immaginare

Benvenuti nella nostra rubrica Top 10, la serie che raccoglie le classifiche più curiose e sorprendenti: dai 10 cibi più strani, raccapriccianti e disgustosi del mondo, ai 10 campeggi per nudisti più belli d’Italia. In questo episodio, vi portiamo in un viaggio intorno al mondo alla scoperta delle 10 case più strane del pianeta: abitazioni che sfidano le convenzioni, l’architettura tradizionale e, a volte, anche la gravità. Dimenticate villette a schiera e grattacieli: queste abitazioni sfidano le leggi della logica, del design e, a volte, della gravità. Ecco le 10 case più strane (e fotografiche) sparse nel mondo, da vedere almeno una volta nella vita. Alcune sono capolavori di design visionario, altre sembrano uscite da un cartone animato. Ma tutte hanno una cosa in comune: sono uniche e assolutamente indimenticabili.

Preparatevi a rimanere a bocca aperta!

1. La Casa Capovolta di Terfens (Austria)

Geniale nella sua concezione, ci ha ricordato la casa di Dorothy nel Mago di Oz, che viene sradicata e portata via dal tornado. E di fiabesco qui c’è veramente tutto. Progettata da due architetti austriaci, Irek Glowacki e Marel Rozhanski, la Haus Steht Kopf e costruita in soli 8 mesi, è l’attrazione principale di Terfens, nella parte occidentale dell’Austria. Si tratta di una vera e propria casa di 180 mq, ma con la punta del tetto piantata nel terreno e le fondamenta che guardano il cielo. Anche all’interno è tutto sottosopra e i visitatori possono sfilare accanto a un portico che sembra sospeso a mezz’aria, oppure sostare davanti a un cammino sempre acceso e passare poi dal garage, dove è parcheggiata una Wolksvagen, ovviamente al contrario.

2. La Piano House di Huainan (Cina)

Questa casa dall’aspetto davvero singolare è stata progettata dagli studenti della Facoltà di Architettura e Design di Hefei, su richiesta del governo, che intendeva fare di questo edificio un centro per la promozione della musica e fulcro di eventi, workshop e incontri per gli studenti. La parte con la forma di pianoforte e su un unico piano e ospita sale per meeting, concerti ed eventi. La parte a forma di violino, invece, ospita la scala che consente di accedere a entrambi gli edifici. Di sera, un affascinante gioco di luci illumina i due enormi strumenti che, per le loro dimensioni, sono considerati anche i due strumenti musicali più grandi del mondo.

3. La Casa Galleggiante sul fiume Drina (Serbia)

Sorge su uno spuntone di roccia al centro del fiume Drina, a poca distanza da Bajina, in Serbia e sembra letteralmente galleggiare sull’acqua. La sua storia è piuttosto singolare. Nel 1968, un gruppo di amici che si recavano spesso a fare il bagno nel fiume, cercavano un luogo per prendere il sole e, visto che la roccia non era molto comoda, vi installarono alcune assi di legno. A poco a poco, cominciarono a costruire un vero e proprio rifugio, aggiungendo le pareti e il tetto. Infine, visto il bel risultato, vi portarono anche i mobili servendosi di barche e kayak per il “trasloco”. La sua fama, tuttavia, esplode nel 2012, quando questa casa assai singolare viene immortalata dalla fotografa di National Geographic Irene Becker. Da allora, ogni anno è meta di turisti e curiosi che non vedono l’ora di vedere dal vivo la “casa galleggiante”.

4. La Casa Trasparente a Tokyo (Giappone)

Scordatevi la privacy in questa casa di tre piani e 84 mq che sorge in un quartiere di Tokyo, circondata da abitazioni tradizionali. Basta, infatti, alzare lo sguardo per vedere tutto quello che fa la famiglia che vi abita. Progettata dall’architetto Sou Fuijimoto, si compone di box completamente trasparenti, suddivisi in stanze comunicanti sia in verticale che in orizzontale. Unica eccezione a questa “trasparenza”, delle tende oscuranti che possono essere “tirate” la notte e mentre si è nella stanza da bagno. Almeno quello…

5. Haewoojae di Seoul (Corea del Sud)

Guardate bene la foto. Se avete l’impressione che questo edificio, che sorge a 40 km da Seoul abbia la forma di un WC, be’…ci avete preso! La Haewoojae è infatti un’enorme casa con le sembianze di un gabinetto, fatta costruire nel 2007 da Sim Jae-Duck, ex sindaco della città, conosciuto come Mr Toilet per il suo impegno nella promozione dei servizi igienici in tutto il mondo. Per prestare fede alla sua “missione”, ha fatto demolire la villa dove viveva da 30 anni per sostituirla con questa costruzione dalla forma di un enorme gabinetto, per celebrare la nascita della World Toilet Association. Dopo la sua morte, nel 2009, la sua famiglia ha donato la casa alla città che, su disposizioni di Mr Toilet, l’ha trasformata in un museo. Del WC, ovviamente.

6. Crocodile House di Abidjan (Costa d’Avorio)

Ha l’aspetto di un enorme coccodrillo ghignante e, in origine, doveva essere un’opera dell’artista Moussa Kalo, che iniziò i lavori nel 2008. Purtroppo, Kalo morì due mesi prima che i lavori fossero ultimati. Il suo assistente, Thierry Atta, decise allora di farne una vera e propria abitazione, con tanto di finestre, camere e bagno. Lui stesso vi si stabilì una volta finiti i lavori. La casa coccodrillo divenne subito un’attrazione irresistibile, prima per i vicini, poi per turisti e visitatori. E Atta, da buon “padrone di casa”, apre la porta a tutti e consente di dare una sbirciatina nella pancia dell’enorme rettile ridanciano.

7. Basket Building di Newark (Ohio, USA)

Percorrendo la Highway 16 a Newark, in Ohio, vi troverete di fronte a un gigantesco…cestino da pic nic. Inaugurato nel 1997, è la sede della Longaberger Company che produce, neanche a dirlo, cestini. Il gigantesco paniere si compone di sette piani e il suo “manico” pesa ben 190 tonnellate. Inoltre, ha la particolarità di poter essere riscaldato durante l’inverno per impedire l’accumulo di neve e ghiaccio. All’interno, poi, il “cestino” è un vero e proprio tempio del lusso, con pavimenti in marmo e una scalinata che collega tutti e sette i piani. Sul soffitto, poi, è stata creata una grande finestra da cui entrano i raggi del sole. Gigantesco e sostenibile.

8. Casa Teiera di Zillah (Washington, USA)

Sembra uscita da un parco di divertimenti questa casetta a forma di teiera, con i muri di mattoncini bianchi e rossi. Eppure, ha una storia di tutto rispetto. È stata costruita nel 1922 a Zillah, nello Stato di Washington, per attirare l’attenzione e denunciare la corruzione della Casa Bianca durante la presidenza di Warren Harding. Per essere vivibile è un po’ troppo piccola, per questo, fino al 2003, è stata adibita a distributore di benzina. È stata, tuttavia, ristrutturata e acquistata da un privato, ma dal 1985 è stata inserita nella lista ufficiale degli edifici storici.

9. 727 Fuselage Home (Costa Rica)

Un esempio di riciclo perfetto, non c’è che dire. È la 727 Fuselage Home, un hotel di lusso che sorge nel cuore della jungla, nel Parco Nazionale Manuel Antonio, in Costa Rica.  La struttura è stata ricavata, infatti, dalla fusoliera di un Boeing 727 del 1965, in servizio prima per South Africa Air e poi per Avianca Airlines. Il mezzo, una volta “in pensione” è stato recuperato dall’aeroporto di San Josè, smontata pezzo per pezzo e ricostruito su un piedistallo che permette di godere di una vista mozzafiato sull’oceano e sulla jungla. Si raggiunge attraverso una scala e al suo interno ha due suite con arredi in legno intagliato di Giava, aria condizionata, bagno privato, angolo cottura, TV satellitare e terrazza con vista sull’oceano.

10. Nautilus House di Città del Messico (Messico)

La sua forma ricorda quella elicoidale della conchiglia da cui prende il nome, ma Nautilus House è un vero capolavoro di architettura, bellezza ed ecosostenibile, senza dimenticare il lusso e le tecnologie all’avanguardia. Ispirata ai lavori più famosi di Gaudì e Frank Lloyd Wright, è stata costruita nel 2006 dall’architetto Senosiain. Gli arredi interni sono stati realizzati con pietre e vetri colorati e le stanze sono collegate da un sentiero di erba vera. Gli ambienti sono poi ispirati ai fondali marini, mentre la ventilazione è garantita da due condotti sotterranei. È anche antisismica e non necessita di manutenzione. Attualmente, è abitata da una coppia con due bambini.




I 10 cibi più afrodisiaci per San Valentino

Si avvicina San Valentino, la festa degli innamorati. Tra fiori, cene, regali e pensieri romantici, anche il cibo ha una parte importante. Ma quali sono i cibi che, per proprietà, contesto, tradizione, sono considerati afrodisiaci? Nella storia, infatti, per folklore, superstizione, mitologia, ma anche per la forma o il colore di certi alimenti è stato attribuita loro una funzione nella stimolazione dei centri del piacere nel cervello, tali da aumentare l’eccitazione o le performance. Allora, di seguito, eccone dieci nella nostra TOP 10 della settimana E se pensate che si tratti solo di cibi esotici, bè, vi sorprenderete…

1. ASPARAGI

Sarà per quella forma un po così, che ricorda il membro maschile, ma per secoli diverse alcune culture del mondo hanno lodato gli asparagi  per le sue proprietà afrodisiache. I poeti greci li elogiavano nelle loro poesie erotiche e d’amore e sono nominati persino nel Kamasustra. Al di là della tradizione e della mitologia, questi ortaggi sono ricchi di calcio, vitamina E e potassio, che aiuta a purificare sia i reni che le vie urinarie, donando una carica di energia. Inoltre, l’acido aspartico, aiuta a eliminare l’eccesso di ammoniaca nel nostro organismo. L’ammoniaca, infatti, contribuisce a fare calare il desiderio sessuale e può portare a un senso di stanchezza.

2. MELAGRANA

L’albero del melograno e il suo frutto, nella mitologia greca, sono legati al mito di Afrodite, la dea dell’amore, da cui deriva il termine “afrodisiaco”. Si dice, infatti, che proprio nel giardino della dea venne piantato il primo albero di melograno. E i suoi frutti, per il grande numero dei semi, rossi e succosi, sono associati alla fertilità e all’abbondanza. Il succo di melagrana, poi, abbassa i livelli di cortisolo e favorisce l’aumento del testosterone negli uomini e il desiderio nelle donne, portando entrambi a un aumento del desiderio sessuale.

3. ANICE

L’anice era considerato un afrodisiaco molto popolare sia dagli antichi Greci che dai Romani. Il suo profumo intenso, infatti, si riteneva in grado di stimolare i centri del cervello adibiti al piacere. Per aumentare il desiderio sessuale e rinvigorire le prestazioni, quindi, il consiglio era quello di masticare semi di anice un po’ prima degli incontri galanti.

4. AVOCADO

L’avocado, che oggi troviamo con facilità in tutti i supermercati e utilizziamo per preparare diversi piatti, dalle insalate, al sushi alla famosa salsa guacamole, fin dai tempi antichissimi era considerato un frutto afrodisiaco. Il suo nome deriva dal termine azteco ahuacatl , che significa “testicolo”, dalla forma di questo frutto. Alla corte dell’imperatore Montezuma si riteneva che questo frutto fosse in grado di amplificare la passione sessuale, al punto che alle ragazze vergini era proibito uscire di casa durante la racconta degli avocado. Non solo: proprio gli avocado furono offerti in dono da Montezuma agli uomini di Cortez, per condividere le sue proprietà afrodisiache. I conquistadores li importarono poi in tutta Europa e l’avocado divenne il frutto “della passione” di Luigi XIV, che, soprattutto in tarda età, quando faceva più spesso cilecca, non se li faceva mai mancare. Gli avocado, inoltre, sono ricchi di vitamina E, che rafforza il sistema immunitario e donano alla pelle un aspetto più giovane. Sono ricchissimi anche di Omega 3, 6 e 0, i grassi buoni che agiscono da antiossidanti e migliorano i livelli di colesterolo.

5. BARBABIETOLE

Forse non piacciono a tutti, ma le barbabietole sono considerate afrodisiache in molte culture. Gli antichi romani, per esempio, credevano che le barbabietole, e il loro succo, fossero in grado non solo di fare innamorare, ma di aumentare anche il desiderio sessuale, al punto che esse compaiono anche negli affreschi che decorano le pareti del Lupanare di Pompei, una delle “case chiuse” più frequentate. Passando ai Greci, le barbabietole facevano parte dell’iconografia della dea dell’amore, Afrodite, che ne mangiava per aumentare il suo fascino. Qualcosa di vero, però, c’è: le barbabietole sono una fonte di triptofano e betaina, sostanze che favoriscono il benessere e il buonumore. Contengono poi boro, un minerale che aumenta la produzione di ormoni sessuali nell’organismo.

6. CIOCCOLATO

Se, in diverse culture, uno dei regali più gettonati per San Valentino è il cioccolato, un motivo ci sarà. Ebbene, il legame tra cioccolato e desiderio risale a molti secoli fa. Non per niente viene chiamato “il cibo degli dei”. Ai tempi dei Maya e degli Aztechi, per esempio, i baccelli di fave di cacao, da cui si ricava il cioccolato, erano usati sia come forma di valuta, sia come “pagamento” nei bordelli, in cambio di una notte di passione. Si dice, inoltre, che l’imperatore Montezuma consumasse più di cinquanta tazze di cioccolato al giorno per soddisfare le sue tante mogli. In tempi più recenti, Giacomo Casanova, le cui doti amatorie sono diventate proverbiali, parlava spesso dell’importanza del cioccolato nelle sue imprese amorose. Al di là di questo, il cioccolato contiene fenetilammina, uno stimolante che viene rilasciato dal cervello quando ci innamoriamo, e triptofano, che induce l’organismo a produrre serotonina, una sostanza chimica associata al buonumore e all’eccitazione sessuale. Inoltre, il gusto dolce e vellutato del cioccolato, lo rendono un fine pasto o uno spezza fame accattivante.

7. CAFFE’

Sicuramente non è tra gli afrodisiaci più noti, ma solo perché non è entrato nel “mito” o nelle tradizioni. In realtà, un alimento molto comune come il caffè, grazie al suo contenuto di caffeina, è in grado di aumentare la frequenza cardiaca e aumentare il flusso sanguigno (sì, anche…lì!), mentre gli alcaloidi contribuiscono ad aumentare la resistenza durante gli incontri amorosi. Sarà per questo che il primo invito è molto spesso quello di “andare a prendere un caffè”?

8. FRAGOLE

Nell’antica Grecia prima e nell’antica Roma poi, le fragole erano anch’esse associate ad Afrodite e alla sua corrispondente dea romana, Venere. La loro forma e il loro colore, infatti, ricordano un cuore, e, per significato traslato, l’amore, mentre il rosso richiamava la passione. Tanto è vero che, nel Medioevo, per tenere lontana la lussuria, era proibito consumare cibi rossi. Inoltre, si credeva che le bacche e i frutti di questo colore fossero portatori di poteri magici, non sempre benefici. Resta il fatto che le fragole contengono molta vitamina C e antiossidanti, che aiutano a contrastare i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento, riducendo le infiammazioni. Sono anche belle da guardare e hanno un sapore dolce, che, nel classico “fragole e champagne” o “fragole e panna” costituiscono due binomi erotici per eccellenza.

9. MIELE

Avete presente la “Luna di miele”? Ebbene, il prezioso prodotto delle api non è citato a caso per nominare il periodo in cui gli sposi se ne stanno da soli dopo le nozze, dando sfogo alla passione, tentando magari di concepire un figlio. La tradizione è molto antica e risale ai Celti, quando alle coppie appena sposate veniva offerto l’idromele, una bevanda fermentata a base di miele, con la raccomandazione di continuarla a bere fino alla prima luna della loro unione per aumentare la fertilità. Lo stesso Ippocrate, il padre della medicina, prescriveva il miele per aumentare il vigore sessuale. E, anche qui, un pizzico di verità, c’è: il miele contiene boro, che contribuisce ad aumentare i livelli ormonali sia nell’uomo che nella donna, e ossido nitrico, che viene rilasciato nel sangue durante l’eccitazione.

10. FICHI

I fichi sono stati associati all’eros e alla sessualità per la loro forma, che ricorda l’organo femminile. Si dice che fossero tra i frutti preferiti di Cleopatra, mentre nell’antica Grecia erano ritenuti un simbolo dell’amore passionale. Tanto che, durante la raccolta di questi frutti, si celebrava anche un rituale che prevedeva rapporti sessuali. Proprio per questo valore simbolico nei culti pagani, con l’avvento del Cristianesimo si cercò di “smitizzare” la loro valenza erotica. La famosa “foglia di fico”, infatti, venne utilizzata per coprire le pudende di Adamo ed Eva e le loro foglie sono state in seguito associate alla modestia e al pudore. Questi frutti, in realtà, sono ricchi di antiossidanti, flavonoidi, fibre e potassio, un vero toccasana per l’organismo. Come consumarli a San Valentino? Con il miele o con il cioccolato, naturalmente. Sarete irresistibili!




I 10 vulcani più spettacolari e affascinanti del mondo

I vulcani sono tra i più straordinari e affascinanti fenomeni naturali che il nostro pianeta possa offrire, e quelli che presentialo sono i 10 più belli e famosi al mondo. Con la loro imponenza, il loro aspetto spesso maestoso e la loro capacità di plasmare paesaggi interi, i vulcani sono stati da sempre oggetto di timore e venerazione. Non è un caso, infatti, che molte civiltà li abbiano considerati dimora di divinità o simboli di poteri sovrannaturali.

In questa selezione scoprirai quali sono i vulcani più affascinati, scelti per la loro bellezza, la loro importanza storica e le leggende che li circondano. Ogni vulcano racconta una storia unica, e tre di questi giganti si trovano proprio in Italia, rendendo il nostro paese uno dei luoghi più affascinanti per chi ama scoprire le meraviglie della natura.

Se questo argomento ti incuriosisce, non perderti altre classifiche della nostra articolata serie TOP 10, come le spiagge colorate più belle del mondo o i cibi più disgustosi del pianeta.

1. Vesuvio (Campania, Italia)

Al primo posto, non potevamo che mettere il “nostro” Vesuvio, che con la sua sagoma inconfondibile disegna il profilo del Golfo di Napoli. Deve la sua fama, oltre alla sua innegabile bellezza, per la tragica eruzione del 79 d.C, quando cancellò le città di Ercolano e Pompei, lasciando ai posteri un’eredità unica al mondo. La sua lava ha infatti “cristallizzato” il tempo, consentendoci di conoscere, imprigionati nella sua lava, gli antichi romani e le loro abitazioni. Rimasta sui libri di storia, l’eruzione del 79 d.C è stato il disastro naturale documentato più grave dell’epoca antica. Nei secoli successivi, per fortuna, il Vesuvio si è limitato a “sfogarsi” con piccole eruzioni più frequenti, ma meno distruttive. L’ultima risale al 1944. È alto 1285 metri sul livello del mare.

2. Monte Fuji (Giappone)

Diventato famoso anche in Occidente per la sua imponente forma conica con la punta coperta dalla neve per dieci mesi all’anno, il Monte Fuji, in Giappone, da secoli è considerata una montagna sacra. Si trova sull’isola di Honshu, nella parte orientale del Paese, a poca distanza dalla capitale, Tokyo. Ogni anno viene visitato da milioni di turisti e pellegrini che si inerpicano lungo i suoi sentieri, lungo i quali si trovano ben 25 siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO, e si fermano per una pausa rilassante presso qualcuna delle numerose fonti termali. La sua sagoma inconfondibile viene spesso raffigurata nei manga e nei cartoni animati giapponesi. Una delle sue raffigurazioni artistiche più famose è la Grande Onda del celebre pittore nipponico Hokusai, che gli dedicò il suo ciclo Trentasei vedute del Monte Fuji. Alto 3776 metri, ha eruttato per l’ultima volta nel 1708.

3. Kilimangiaro (Tanzania, Africa)

La rassegna dei 10 vulcani più belli e famosi del mondo prosegue con il Kilimangiaro, la montagna solitaria più alta di tutta l’Africa e, con i suoi 5895 metri è uno dei vulcani più alti del mondo. Situato nella Rift Valley, nel Distretto di Rombo, ha la caratteristica unica di creare ben cinque diverse zone climatiche, dal clima tropicale a quello glaciale. Sulla sua cima si trova poi un rarissimo ghiacciaio tropicale. Le differenti zone climatiche si possono toccare con mano durante il trekking di cinque giorni (come minimo) per raggiungere la sua cima, dove si trova il cratere, anch’esso tra i più grandi del mondo. Questo stratovulcano, tuttavia, è piuttosto tranquillo. La sua ultima eruzione, infatti, risale a ben 300 mila anni fa.

4. Etna (Sicilia, Italia)

Secondo la mitologia greca, l’Etna era la sede della fucina di Efesto, il dio del fuoco e fabbro degli dei, che nelle sue viscere realizzava strumenti di vari metalli con l’aiuto dei Ciclopi. Con i suoi 3350 metri, questo gigante è il vulcano più grande d’Europa, dal momento che il Teide, anche se geograficamente appartiene alla Spagna, fa parte della zolla africana. Piuttosto “brontolone” e attivo, regala esperienze suggestive ai turisti che si recano ad ammirarlo nelle notti siciliane. In più, la cenere e i lapilli rendono particolarmente fertile il terreno della piana di Catania. Splendida la Valle del Bove, costellata di formazioni di lava e rocce che ricordano vere e proprie sculture. Qui scendono placide le sue colate laviche. Tra le sue eruzioni più memorabili c’è quella del 1669, quando la lava arrivò fino alle mura di Catania, modificandone il territorio, e quella del 1992, che ha minacciato i paesi situati alle sue pendici.

5. Teide (Tenerife, Spagna)

Alto 3715 metri sul livello del mare, ma 7500 se lo si misura dal fondale, il Teide domina l’isola di Tenerife, nell’arcipelago della Canarie ed è la montagna più alta della Spagna e di tutto l’Atlantico, pur appartenendo alla zolla africana. Dopo i vulcani hawaiani Mauna Kea e Mauna Loa, poi, costituisce il massiccio vulcanico più alto del pianeta. Il Teide, poi, è uno dei candidati (l’altro è Santorini) a essere ciò che resta della leggendaria Atlantide. Infatti, fa parte di un massiccio ancora più grande, formatosi nell’arco di 170 mila anni e collassato su se stesso proprio a causa delle sue dimensioni. Già celebre al tempo dei Romani, anche oggi è un sito turistico famosissimo. I ristoranti che sorgono nelle vicinanze, poi, offrono carne e pesce cotti con il calore che esce dai suoi crateri! Inoltre, il Parco Nazionale sorto attorno al massiccio vulcanico, è il più visitato d’Europa e il secondo al mondo.

6. Mauna Kea (Hawaii)

Le sue dimensioni sono davvero impressionanti. Il Mauna Kea, sull’isola di Hawaii, è infatti un vulcano a scudo, cioè più esteso in larghezza che in altezza. Nonostante ciò, la sua altezza complessiva supera quella dell’Everest. Misura infatti 4207 metri se si considera solo la parte emersa, e ben 9968 se si considera quella complessiva, a partire dal fondale. Insieme al suo gemello Mauna Loa e al Kilauea, molto più attivi, fa parte della triade di vulcani che hanno dato origine all’isola di Hawaii, la più grande dell’arcipelago. L’isola si trova in uno dei punti più ”caldi” della Terra, attivo da più di 90 milioni di anni, che, a forza di eruzioni e attività, ha dato origine alla catena vulcanica chiamata Hawaii-Emperor, che arriva fino alla Kamchatka, in territorio russo, lunga più di 6mila km. È un vulcano molto tranquillo. La sua ultima eruzione risale infatti al 2460 a.C e oggi è sede di una stazione sciistica e sede di un osservatorio scientifico.

7. Yellowstone (Wyoming, USA)

Molti conoscono il parco omonimo, dove si trova anche il vulcano, per aver visto da piccoli il cartone animato degli orsetti Yogi e Bubu, alle prese con il ranger. Tuttavia, lo Yellowstone è anche uno dei vulcani più famosi e grandi della Terra. Anzi, è un “supervulcano”. Si tratta infatti di una caldera gigantesca. Misura infatti 55 km per 72.  Nasce su un “Punto Caldo” del Pianeta, cioè un condotto che rimane sempre fisso mentre i continenti si muovono al di sopra di esso.  Di solito, le caldere eruttano in maniera assai devastante, tuttavia, ciò avviene a distanza di centinaia di migliaia di anni. L’ultima eruzione dello Yellowstone risale infatti a 640 mila anni fa. Alto 2805 metri sul livello del mare, oggi è circondato da uno splendido parco naturale, habitat incontaminato di diverse specie di mammiferi nordamericani.

8. Laki (Islanda)

 Situato nel Parco Nazionale del Vatnajökull, nell’Islanda meridionale, si eleva per appena 812 metri sul livello del mare. Tuttavia, il Laki è un vulcano con una caratteristica davvero unica, che lo inserisce di diritto tra i 10 vulcani più belli e famosi del mondo. Infatti, non erutta dal classico “cono”, ma da una fessura nel terreno, da cui sgorgano fontane di lava, spesso per lungo tempo. La sua eruzione più devastante risale al 1783, quando nella fessura si formarono ben 130 crateri che eruttarono lava e gas tossici per otto mesi, provocando decine di migliaia di morti in Islanda e in Europa settentionale. Il Laki fa parte della Dorsale Oceanica, cioè della catena vulcanica sottomarina che si estende per 60 mila chilometri sotto gli Oceani del pianeta Terra.

9. Erta Ale (Etiopia)

Un altro incredibile vulcano è l’Erta Ale, nella Rift Valley, cioè la grande fossa tettonica che sta spezzando in due il continente africano. Si pensa che, tra milioni di anni, qui si formerà un nuovo oceano. Per ora, la frattura, lunga circa 6 mila km, regala paesaggi lunari e spettrali. L’Erta Ale è un vulcano a scudo (cioè, più largo che alto), di 613 metri sul livello del mare. La sua caratteristica, unica al mondo, è che non erutta mai, pur rimanendo sempre attivo. Il suo cratere centrale, infatti, ha l’aspetto di un enorme lago di lava permanente, il più grande del mondo. L’aspetto è quello di un grande pentolone nero in ebollizione, tra bolle e sbuffi. Un lago di fuoco dal fascino indescrivibile.

10. Stromboli (Sicilia, Italia)

Chiude la nostra classifica dedicata ai 10 vulcani più belli e famosi del mondo un’altra meraviglia italiana. Lo Stromboli, che dà il nome all’omonima isola nell’arcipelago delle Eolie, di fronte alle coste della Sicilia. Gli antichi Greci lo chiamavano “Il Faro del Mediterraneo” per la sua caratteristica unica di non smettere mai di eruttare. Emette lava e lapilli, infatti, da più di duemila anni. È uno stratovulcano, cioè con la tipica forma a cono, alto 924 metri sul livello del mare, che diventano 2400 se si considera anche il fondale. Meta di escursionisti e visitatori provenienti da tutto il mondo, lo Stromboli è stato anche protagonista di molti film. Imperdibile lo spettacolo della sciara del fuoco, una depressione sul lato settentrionale lungo la quale il magma scivola lentamente verso il mare, regalando un incredibile spettacolo.




I 10 musei più piccoli del mondo

di Benedetta D’Argenzio

Musei in miniatura da visitare in pochi minuti

Non servono locali enormi, per un museo bastano uno sgabuzzino o una cabina telefonica. Lo confermano le 10 “gallerie” di questa rassegna curiosa che arricchisce la rubrica TOP TEN di WEEKEND PREMIUM. Accanto agli animali più strani e ai cibi più disgustosi, ecco quindi un’affascinante lista di 10  luoghi in cui il tempo si è fermato in spazi ristretti. Angoli del mondo che custodiscono storie, passioni e collezioni straordinarie in spazi così compatti, poco più grndi di una bomboniera, da renderli unici. I musei più piccoli del mondo sono autentiche chicche per viaggiatori curiosi, capaci di stupire in pochi metri quadri. Dalla cabina telefonica trasformata in museo nel cuore dello Yorkshire fino a una minuscola galleria d’arte in una cabina verde in Inghilterra, vi portiamo in un viaggio attraverso dieci di questi straordinari micro-musei.

1. Warley Museum (Gran Bretagna)

Il museo più piccolo del mondo è il Warley Museum che si trova nell’omonimo villaggio dello Yorkshire, in Gran Bretagna. La sua particolarità è che il museo è ricavato all’interno di una cabina telefonica rossa, collocata all’esterno del Maypole Inn, uno dei ristoranti più in voga del luogo. L’idea di trasformare una delle iconiche cabine telefoniche rosse in museo è venuta ai membri della Warley Community Association che hanno colto al volo l’opportunità offerta dal progetto “Adotta una cabina” promosso da British Telecom. Ma come si accede al museo più piccolo del mondo e cosa ci si trova? Prima di tutto, ovviamente, si entra uno alla volta e già sui vetri si possono vedere vecchie fotografie e incisioni. All’interno, invece, sono posizionati documenti, foto e oggetto che raccontano la storia della cittadina di Warley. Il “museo da Guinness”, tuttavia, è in continuo divenire, poiché la comunità locale si impegna per modificare e arricchire il suo piccolo patrimonio.

2.Museo Etnografico di Džepčište (Macedonia)

Si trova nella Macedonia settentrionale ed è il museo etnografico più piccolo del mondo. Quello di Džepčište si trova all’interno della casa del signor Simeon Zatley che ha raccolto più di mille oggetti tra utensili, artigianato locali, cimeli, gioielli, orologi e persino l’abito da sposa di sua madre per un periodo che va dalla fine del XIX all’inizio del XX secolo. Oltre a esserne l’ideatore e il curatore, il signor Simeon fa anche da guida. Anche qui, si entra uno alla volta.

3. Mmuseumm (New York, USA)

Nella nostra TOP 10 c’è anche il Mmuseumm di New York, un vero e proprio “gabinetto delle curiosità” ricavato in un vano ascensore di una vecchia fabbrica di vestiti di scena di Broadway. Si trova in Cortlandt Alley, fra Tribeca e Chinatown e ha ospitato addirittura delle mostre.  La porta si spalanca direttamente sulla strada e si può ammirare una vetrina bianca con esposti oggetti particolarissimi del mondo moderno, dal logo di Facebook a confezioni di famosissimi brand.

4. World’s smallest Museum (Arizona, USA)

Il World’s smallest Museum di Superior, in Arizona, si è autoproclamato il “più piccolo del mondo”. Certo è che piccolo lo è davvero. Misura infatti solo 12,5 mq, di cui solo 7,5 “calpestabili”, dal momento che le sue pareti sono ricoperte dalle teche nelle quali sono esposti gli oggetti più disparati, tra cui veri e propri cimeli. Tra questi ci sono un computer Compaq del 1984, un autentico poster dei Beatles del 1960 e canzonieri originali dell’epoca. Una vera chicca anche l’ultima foto del capo Apache Geronimo e la più grande “lacrima di Apache” del mondo, cioè una pietra vulcanica che si trova solo sull’Apache Leap, la montagna che domina la cittadina di Superior. Il museo si trova lungo la storica Route 60 ed è ospitato all’interno di una piccolissima capanna di legno.

5. Edgar’s Closet (Alabama, USA)

Da Guinness anche l’Edgar’s Closet Museum di Toscaloosa, in Alabama, interamente dedicato al grande scrittore Edgar Allan Poe da un suo fan sfegatato, il professor Tommy Flowers, che lo ha realizzato all’interno di uno sgabuzzino nella scuola in cui insegna. Nel tempo, Flowers è riuscito a collezionare in circa 2 metri quadrati più di duemila oggetti a tema, tra memorabilia, opere d’arte, progetti e documenti dedicati al maestro del brivido.

6. Phone Box Art Gallery (Barningham, Regno Unito)

La Phone Box Art Gallery è la più piccola galleria d’arte del mondo e vanta una storia davvero particolare. Si trova a Barningham, nel North Yorkshire, ed è ricavato in una cabina telefonica. Ciò che lo rende molto speciale, tuttavia, è il fatto che la cabina in cui si trova è verde, e non dell’iconico rosso inglese, ed è una delle cinque di questo colore presenti in tutto il Regno Unito. Inoltre, è un vero e proprio cimelio storico: risale infatti al 1920 ed è stato dichiarato “Monumento storico” dalla corona britannica, alla stregua di Buckingham Palace, tanto per rendere l’idea. La proprietà originale, British Telecom, l’ha lasciata alla comunità locale a patto che si impegnasse a mantenerne lo stato inalterato. L’artista locale John Hay ha provveduto a decorarla con opere floreali per renderla ancora più bella.

7. Tiny E’s Museum (Nord Carolina, USA)

Il Tiny E’s Museum è il più piccolo museo del mondo dedicato a Elvis Presley. È ricavato infatti all’interno di una mini roulette e ha una sede stabile a Penrose, in North Carolina. Tuttavia, la sua particolarità è che si tratta di un museo itinerante, che si si sposta da Penrose a Tupelo, da Menphis a Las Vegas alle Hawaii. Tra i cimeli del re del rock si trova un paio di mocassini di camoscio blu indossati da Elvis, custoditi gelosamente in una teca trasparente insieme ad altri memorabilia.

8. William Burke Museum (Edimburgo, Gran Bretagna)

Non solo minuscolo, ma anche decisamente inquietante. Il William Burke Museum si trova sul bancone del negozio “The Cadies & Witchery Tours”, al civico 87 di West Bow, a Edimburgo, Scozia. Si tratta di una custodia per biglietti da visita del XIX secolo, realizzata in pelle umana, quella del serial killer William Burke. Pur piccolissima, è considerata una vera e propria reliquia e ogni anni attira migliaia di visitatori, appassionati di Ghost & Mistery Tours.

9. Mimumo (Monza, Italia)

Nella TOP 10 anche il primo di due micromusei italiani. Il Mimuno è ospitato nella Casa della Luna Rossa, una delle più antiche di Monza, a pochi passi da Piazza Duomo, e misura appena 2,29 mq. Ideato dall’architetto Luca Arquati, è concepito come uno spazio a cui dare voce ad artisti sia noti che emergenti. È aperto 365 giorni all’anno e h24.

10. La scatola del Tempo (Sardegna, Italia)

Chiude la nostra TOP 10, il museo più piccolo d’Italia. È La scatola del tempo che si trova nel centro storico di Arzachena (SS), il comune capoluogo della celebre Costa Smeralda. È ricavato in un piccolo rudere e misura poco meno di 24 mq. Al suo interno, però, sono custoditi più di cinquemila anni di storia locale con reperti, mappe, foto e tanto altro. È curato da Mario Sotgiu, tipografo con la passione per la storia, e in particolare di quella della Gallura. L’ingresso è gratuito e si entra al massimo in sei persone alla volta.

 




I 10 cibi più disgustosi (e costosi) al mondo che devi conoscere

10 piatti da incubo

Scopri con WEEKEND PREMIUM i piatti più bizzarri e inquietanti del pianeta. Quelli che presentiamo sono tra i 10 cibi più disgustosi al mondo: hai il coraggio di assaggiarli? Ti fidi davvero quando ti dicono che “non si può giudicare un libro dalla copertina”? Se parliamo di cibo, a volte l’aspetto è più che sufficiente per dire un secco NO. Mentre in Italia ci deliziamo con pasta, pizza e prelibatezze regionali, in altre parti del mondo esistono piatti che mettono a dura prova anche gli stomaci più forti. In questo articolo esploreremo i 10 cibi più disgustosi del mondo, quelli che potrebbero far rabbrividire anche i più avventurosi. Preparati a scoprire sapori e tradizioni culinarie che sfidano ogni limite! Ma questa è solo una delle esclusive e curiosissime TOP TEN che WEEKEND PREMIUM ha realizzato, che va dalla classifica degli animali più strani, ai dolci più calorici.

1. Zuppa di Pipistrello (Paniki) – Indonesia

A nostro avviso è il piatto più inquietante della lista. In Indonesia, i pipistrelli non sono solo creature notturne, ma anche ingredienti principali per una zuppa dal sapore intenso. Il pipistrello viene arrostito per eliminare la peluria e poi cotto con spezie e latte di cocco. Se sei amante delle esperienze forti, c’è anche la versione piccante.

2. Squalo putrefatto (Hákarl) – Islanda

Se pensi che il sushi sia già una sfida, aspettate di provare l’Hákarl islandese. Questo squalo fermentato (e putrefatto) viene lasciato seppellito per mesi. Il risultato? Un sapore intenso di ammoniaca e una consistenza gelatinosa. Anche gli islandesi lo consumano accompagnandolo con abbondante brennivin, una forte acquavite locale.

3. Occhi di tonno – Giappone

Sarà perché ci hanno ricordato la disgustosa scena della cena del Maharaja nel film “Indiana Jones e il tempio maledetto”, ma il terzo posto ci sentiamo di assegnarlo agli occhi di tonno, una prelibatezza orientale. Gli occhi non mentono, ma questi potrebbero farlo! In Giappone gli occhi di tonno sono un prelibato aperitivo. Dopo averli bolliti, vengono serviti con salse di soia o semplicemente al naturale. Dicono che sappiano di polpo. Sarà vero?

4. Tarantole fritte – Cambogia

Se soffri di aracnofobia, salta questo paragrafo. In Cambogia, tarantole grandi e pelose vengono fritte e servite come snack. Si dice che abbiano un sapore simile al pollo, ma la consistenza croccante delle zampe è ciò che conquista i locali. C’è chi giura che la parte più buona sono le zampe. Noi continuiamo a preferire gli hot dog…

5. Cavallette – Uganda

Niente popcorn al cinema? In Uganda si sgranocchiano cavallette. Crude o cotte, sono uno snack molto apprezzato. Alcuni dicono che abbiano il sapore di pomodori secchi, altri di popcorn. Un gusto che divide.

6. Balut – Sud Est Asiatico

Il balut è un uovo di anatra o gallina fecondato e bollito prima della schiusa. All’interno, un embrione quasi formato. Nelle Filippine lo lessano prima dei 17 giorni, in modo che il pulcino sia ancora tenero, senza ossa e piume. In Vietnam e Cambogia, invece, attendono che scheletro, ossa e zampe si siano quasi del tutto sviluppati. Che orrore!

7. Tepa – Circolo Polare Artico

Nel Circolo Polare Artico, le teste di salmone vengono sepolte per settimane per ottenere il tepa, noto anche come “teste puzzolenti”. Un piatto che non mente già dal nome. Si tratta di una “prelibatezza” inuit, pronta da gustare appena dissotterrata. Cruda, ovviamente!

8. Torta di sangue di maiale – Taiwan

Poteva mancare un dolce nella nostra classifica? A Taiwan, al posto di un gelato di frutta o al cioccolato, si gusta uno snack a base di sangue di maiale coagulato e riso glutinoso, con tanto di guarnizione con la granella di arachidi. Nella versione da passeggio, c’è anche il classico bastoncino di legno…

9. Vino al sangue di serpente – Vietnam

Se ami i superalcolici forti, il vino al sangue di serpente vietnamita fa per te. Una specialità per palati e stomaci “forti”, nel vero senso della parola. In Vietnam il “vino di serpente” si ottiene lasciando fermentare nel vino di riso serpenti velenosi, in mancanza dei quali vanno bene anche scorpioni, ragni o insetti. Il veleno viene denaturato dall’etanolo presente nell’alcool e rilascia tutte le sue proprietà…terapeutiche. C’è anche una variante, che consiste nel versare direttamente nel bicchiere il sangue di serpente insieme al vino.

10. Zuppa di nidi di rondine – Sud Est Asiatico

Non è solo disgustoso, ma anche uno tra i piatti più cari al mondo. È la zuppa di nidi di rondine, vera prelibatezza della cucina asiatica. Non di una rondine qualsiasi, però, ma delle rondini salangana. Il sapore così particolare consisterebbe nella saliva secca dei volatili, di cui sono impregnati i nidi. Il costo? Può arrivare anche a 1.640 euro a portata.




I 10 migliori outlet d’Italia per i saldi: shopping e weekend di relax

10 idee per coniugare sconti e benessere

I saldi sono l’occasione perfetta per rinnovare il guardaroba a prezzi vantaggiosi, ma perché non approfittarne per unire lo shopping a un weekend di scoperta e relax? L’Italia è ricca di outlet che, oltre a offrire grandi marchi a prezzi scontati, sono situati in località che meritano una visita. Ecco la nostra selezione dei 10 migliori outlet d’Italia per saldi e shopping, senza dimenticare il relax. Abbiamo infatti aggiunto spunti turistici (ma anche di benessere) che renderanno il tuo WEEKEND, PREMIUM e indimenticabile.

1 – The Mall Firenze (Toscana)

  • Perché andarci: The Mall è il paradiso del lusso con marchi come Gucci, Valentino, Prada e Ferragamo. L’outlet offre un’esperienza esclusiva con un ambiente elegante e raffinato.
  • Orari: Aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:00.
  • Servizi: Ristoranti gourmet, servizio di personal shopper, area relax.
  • Spunto turistico: A soli 30 minuti da Firenze, puoi abbinare lo shopping a una visita alla città d’arte per eccellenza. Ammira il Duomo, gli Uffizi o concediti una passeggiata sul Ponte Vecchio.

2- Serravalle Designer Outlet (Piemonte)

  • Perché andarci: Uno degli outlet più grandi d’Europa, con oltre 300 negozi che includono marchi come Dolce & Gabbana, Versace, Nike e Adidas.
  • Orari: Aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:00.
  • Servizi: Area giochi per bambini, ristoranti e cafè, navette da Milano e Genova.
  • Spunto turistico: Situato vicino ad Alessandria, puoi esplorare le colline del Monferrato, degustare vini pregiati o visitare i borghi medievali della zona.

3 – Barberino Designer Outlet (Toscana)

  • Perché andarci: Atmosfera suggestiva e sconti su brand italiani e internazionali come Nike, Polo Ralph Lauren, Michael Kors e Guess.
  • Orari: Aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:00.
  • Servizi: Area food court, parco giochi per bambini, parcheggio gratuito.
  • Spunto turistico: Barberino di Mugello è immerso nella campagna toscana, perfetto per una giornata tra natura e borghi antichi.

4 – Fidenza Village (Emilia-Romagna)

  • Perché andarci: Boutique di lusso e ambientazione elegante con marchi come Armani, Boss, Coach e Pinko.
  • Orari: Aperto dalle 10:00 alle 20:00.
  • Servizi: Servizio navetta, personal shopper, ristoranti gourmet.
  • Spunto turistico: A breve distanza da Parma, città nota per la gastronomia (parmigiano e prosciutto). Imperdibile una visita al Duomo e al Teatro Regio.

5 – Noventa di Piave Designer Outlet (Veneto)

  • Perché andarci: Elegante e ben organizzato, con marchi come Burberry, Prada, La Perla e Diesel.
  • Orari: Aperto dalle 10:00 alle 20:00.
  • Servizi: Area relax, servizi di ristorazione, navette da Venezia.
  • Spunto turistico: La vicinanza a Venezia lo rende ideale per combinare shopping e una giornata tra i canali e le calli veneziane.

6 – Castel Romano Designer Outlet (Lazio)

  • Perché andarci: Marchi internazionali come Versace, Adidas, Valentino e Nike, con sconti significativi.
  • Orari: Aperto dalle 10:00 alle 20:00.
  • Servizi: Area ristorazione, navette da Roma, aree verdi.
  • Spunto turistico: A pochi chilometri da Roma, puoi approfittare per visitare il Colosseo, i Fori Imperiali o rilassarti nella capitale.

7 – Valdichiana Outlet Village (Toscana)

  • Perché andarci: Grandi sconti su marchi italiani come Guess, Levi’s e Timberland.
  • Orari: Aperto dalle 10:00 alle 20:00.
  • Servizi: Parcheggio gratuito, area bimbi, ristoranti locali.
  • Spunto turistico: Valdichiana offre paesaggi mozzafiato, terme e borghi incantevoli come Montepulciano e Cortona.

8 – Franciacorta Outlet Village (Lombardia)

  • Perché andarci: Ottima selezione di brand come Levi’s, Nike, Moschino e Furla.
  • Orari: Aperto dalle 10:00 alle 20:00.
  • Servizi: Ristorazione, area giochi, parcheggio ampio.
  • Spunto turistico: Situato nella celebre regione vinicola della Franciacorta, è perfetto per una degustazione tra vigneti e cantine.

9 – Mantova Outlet Village (Lombardia)

  • Perché andarci: Brand alla moda e sconti su marchi come Trussardi, Geox e Guess.
  • Orari: Aperto dalle 10:00 alle 20:00.
  • Servizi: Area food, parcheggio gratuito, servizi per famiglie.
  • Spunto turistico: Mantova, città patrimonio UNESCO, offre arte rinascimentale, palazzi storici e il romantico Lago di Garda poco distante.

10 – Puglia Outlet Village (Puglia)

  • Perché andarci: Punto di riferimento per il sud Italia con brand come Levi’s, Adidas e Desigual.
  • Orari: Aperto dalle 10:00 alle 20:00.
  • Servizi: Food court, area giochi, eventi stagionali.
  • Vicino a Bari, esplora la Valle d’Itria, Ostuni, Alberobello e le splendide spiagge pugliesi.



10 creature bizzarre che sembrano di un altro pianeta

I 10 animali più strani al mondo – Edizione 2025

Se pensavate di aver visto animali strani, aspettate di scoprire l’ultimo di questa lista! Quando la natura ci si mette, si sa, sa essere sorprendente, meravigliosa o bizzarra. In questo articolo per la rubrica TOP TEN (che comprende classifiche su molti temi curiosi, dai piatti più disgustosi, ai vulcani più belli, alle ruote panoramiche più alte), ci siamo divertiti ad andare alla ricerca degli animali più bizzarri del mondo (e dove trovarli). E, anche questa volta, la scelta è stata difficilissima. Alcuni li conoscete già, altri vi sorprenderanno.

(Articolo aggiornato al primo gennaio 2025, con nuove scoperte del 2024)

1. Ornitorinco (Australia)

L’ornitorinco è una delle creature più enigmatiche del pianeta, un vero capolavoro dell’evoluzione. Con il corpo che ricorda quello di un castoro, il becco e le zampe palmate di una papera, sembra un animale creato assemblando pezzi di altre specie. Quando venne scoperto dai naturalisti britannici alla fine del XVIII secolo, si pensò addirittura a una frode: si credeva che qualcuno avesse cucito insieme parti di animali diversi. Il suo nome deriva dal greco òrnis (“uccello”) e rhynchos (“muso”), richiamando proprio questa strana combinazione. L’ornitorinco, sebbene sembri innocuo, nasconde una sorpresa: il maschio è dotato di un artiglio velenoso sulle zampe posteriori. Questo veleno non è letale per l’uomo, ma provoca un dolore intenso e persistente. Vive nelle acque dolci dell’Australia e, nonostante deponga uova, allatta i piccoli. Un mix tra mammifero, rettile e uccello che continua a sorprendere e incuriosire gli scienziati.

2. Aye-aye (Madagascar)

L’aye-aye è un lemure notturno dal fascino inquietante, con occhi gialli sporgenti, dita scheletriche e un aspetto arruffato. Questo animale, endemico del Madagascar, è il più grande tra i lemuri notturni e può raggiungere le dimensioni di un opossum. Il dito medio allungato dell’aye-aye è una delle sue caratteristiche più distintive: lo utilizza per scavare nella corteccia degli alberi alla ricerca di larve, come un picchio con le ali. Purtroppo, l’aye-aye è vittima di superstizioni locali, essendo considerato un presagio di sfortuna o morte. In alcune comunità viene ucciso appena avvistato. Questa credenza ha contribuito al declino della sua popolazione, rendendolo una specie a rischio. Nonostante il suo aspetto insolito, è una creatura straordinaria, celebrata anche dal cinema: Maurice, il personaggio del film Disney “Madagascar”, è proprio un aye-aye.

3. Blobfish (Australia)

Il blobfish è stato incoronato l’animale più brutto del mondo, ma solo se osservato fuori dal suo habitat naturale. Vive nelle profondità dell’oceano, tra i 200 e i 1.000 metri, dove l’elevata pressione schiaccia il suo corpo, mantenendolo compatto. Quando viene portato in superficie, la differenza di pressione lo fa espandere, dandogli l’aspetto molle e informe che lo ha reso celebre. Lungo circa 30 cm, è sprovvisto di vescica natatoria, il che lo rende inadatto a vivere a profondità minori. Nonostante il suo aspetto, svolge un ruolo importante nell’ecosistema marino, anche se rischia l’estinzione a causa della pesca a strascico.

4. Granchio Yeti (Pacifico meridionale)

Il granchio yeti, o Kiwa hirsuta, sembra uscito da un racconto mitologico. Scoperto nel 2005 a oltre 2.200 metri di profondità al largo delle Isole di Pasqua, deve il suo nome alla peluria biancastra che ricopre le chele e parte del corpo. Questa peluria, simile alle setole di uno spazzolino, ospita batteri simbionti che potrebbero aiutarlo a disintossicare i cibi o a ottenere nutrienti. Del granchio yeti si sa ancora poco: non si conoscono con certezza le sue abitudini alimentari né il metodo di riproduzione. La sua scoperta, avvenuta durante una spedizione esplorativa, dimostra quanto poco sappiamo ancora delle profondità oceaniche.

5. Salamandra di Axolotl (Messico)

L’axolotl è una salamandra dall’aspetto giocoso e sorridente che sembra venire da un altro mondo. Vive esclusivamente nel lago di Xochimilco, vicino a Città del Messico, e si distingue per la capacità di rigenerare interi arti e organi. Questa straordinaria abilità lo ha reso un oggetto di studio per la ricerca medica. Nonostante la sua fama tra gli appassionati di acquari, l’axolotl è in pericolo critico a causa della perdita del suo habitat naturale. Le diverse varianti di colore, che vanno dal bianco al nero, lo rendono ancora più affascinante.

6. Uacari calvo (Brasile e Perù)

L’uacari calvo è una scimmia con un volto rosso acceso e una folta pelliccia che lo fa sembrare uscito da un fumetto. Vive lungo il Rio delle Amazzoni e si sposta tra gli alberi in grandi gruppi. Il colore rosso del viso è un indicatore di salute: più è intenso, più l’animale è in forma. La sua robusta corporatura contrasta con la coda corta, che misura appena 13 cm.

7. Rana viola (India)

Scoperta nel 2003 sui monti Ghati occidentali, la rana viola ha un muso che ricorda quello di un maiale. Vive sottoterra, emergendo solo durante la stagione degli amori. Questo anfibio è straordinariamente raro: ne sono stati trovati meno di 150 esemplari. Si nutre di formiche e termiti, usando la sua lingua per catturarle.

8. Narvalo (Mari del Nord)

Famoso per il lungo dente a spirale che può raggiungere i 2,5 metri il narvalo è chiamato noto anche come “Unicorno del mare”, mentre il suo nome, dal norvegese narvhal, significa “balena cadavere”. Nell’antichità era annoverato tra i mostri marini per il suo aspetto, che ricorda quello di un beluga, dalla lunghezza che può arrivare fino a 7 metri nei maschi. Il narvalo vive nei mari artici e lo si può incontrare vicino al Polo Nord, in Norvegia vicino a Capo Nord, in Alaska nei pressi di Barrow, qualche volta nelle fredde acque del Canada. In natura, questi singolari cetacei possono vivere fino a 50 anni. Sulla funzionalità del “corno”, invece, gli scienziati sono divisi. Presente solo nei maschi, alcuni sostengono che sia funzionale alle “lotte” per l’accoppiamento, altri che sia un modo per intimorire i nemici naturali, come le balene e gli orsi polari.

9. Talpa dal muso a stella (Canada e USA)

Sembra uscita da un film di fantascienza. I suoi tentacoli facciali le permettono di individuare le prede in meno di un secondo. Buffa è buffa, bellissima non proprio, ma la Talpa dal muso a stella, diffusa nel nord est degli Stati Uniti e in Canada è una macchina da guerra concentrata in appena 50 grammi di peso. Non solo riesce a sopravvivere per parecchio tempo sotto terra grazie alla presenza di un’emoglobina particolare che le consente di fare a meno, o quasi, dell’ossigeno, ma, negli anni Ottanta, si è scoperto che le singolari escrescenze, simili a piccoli tentacoli, che ha sul muso sono i più sensibili organi tattili del mondo. Sono infatti pieni dei cosiddetti “organi di Eimer”, ben 112 mila contro i 17 mila di una mano umana, fibre nervose che servono alla talpa, cieca, di localizzare le sue prede e di inghiottirne in grande quantità in poco tempo, catturandole con i suoi denti a pinzetta.

10. Armadillo rosa (Argentina)

Chiudiamo la nostra Top Ten con l’armadillo rosa, un animale talmente buffo e carino che sembra uscito da una fiaba, ma proprio per queste caratteristiche è a rischio estinzione. Oltre a doversela vedere con la scomparsa del suo ambiente naturale, le aree miti e temperate dell’Argentina, è spesso vittima del commercio illegale. Ma questo piccolo mammifero di appena 15 cm non è adatto alla vita da animale domestico. Non sopravvive, infatti, più di otto giorni alla cattività. La sua corazza, costituita da placche ossee rosa pastello, gli ricopre il dorso, la testa, le gambe e la coda, mentre il resto del corpo è coperto da una morbida peluria chiara. Ha una vista debole, ma un olfatto ben sviluppato. Con le sue zampe anteriori dotate di robusti artigli scava nel terreno per cibarsi ci termiti e formiche, che poi cattura con la sua lunga lingua vischiosa.

Dalle profondità ai cieli: i cinque animali più curiosi scoperti nel 2024

Siamo nel XXI secolo, e questo ci fa sentire autorizzati a pensare che in nostro pianeta non abbia più segreti. Ma mentre cerchiamo la vita su Marte e altri pianeti anche fuori dalla nostra galassia, gli scienziati continuano a scoprire nuove specie. È successo anche nel corso dell’anno che si è appena concluso, come confermano questi animali che si vanno ad aggiungere alla lista degli esseri viventi più strani che vivono sulla Terra.

Il pesce “mano” rosa (Tasmania)

Questo piccolo pesce, lungo solo 9,9 cm, è stato scoperto al largo della costa della Tasmania. Ha un corpo rosa e pinne a forma di mano che usa per camminare sul fondo del mare, una caratteristica unica tra i pesci conosciuti. La scoperta ha attirato l’attenzione degli scienziati per la sua rarità e per la sua adattabilità in ambienti di profondità.

Il pipistrello dal naso a tubo (Papua Nuova Guinea)

Soprannominato “Yoda” per la sua somiglianza con il famoso personaggio di Star Wars, questo pipistrello è stato trovato in Papua Nuova Guinea. Il suo naso lungo e sottile gli consente di sondare il terreno alla ricerca di insetti, rendendolo uno dei pipistrelli più particolari scoperti nel 2024.

Il verme di velluto (Australia)

Scoperto nelle foreste pluviali australiane, questo verme lungo fino a 30 cm ha un corpo morbido e arruffato. Le spine velenose che emergono dal suo dorso sono utilizzate per difendersi dai predatori, un meccanismo raro tra i vermi di questa famiglia.

Il calamaro gigante (Nuova Zelanda)

Nel 2024, un calamaro gigante lungo 13 metri è stato trovato spiaggiato su una spiaggia neozelandese. È l’esemplare più grande mai trovato intatto, attirando l’attenzione degli scienziati marini.

Il ragno pavone (Australia)

Questo ragno ha un corpo colorato e peli che utilizza per attrarre prede e per corteggiare le femmine. La danza elaborata del maschio durante il corteggiamento è considerata uno degli spettacoli più affascinanti del regno animale.

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I 10 monumenti con vista mare più belli d’Italia

Da qualunque parte la si guardi, la nostra Italia regala perle di bellezza. Qualunque luogo della nostra penisola, infatti, offre al visitatore un concentrato di storia, arte, culture, architettura, tradizioni, buoni sapori. Questa settimana, nella nostra rubrica TOP 10, siamo andati alla scoperta dei 10 monumenti vista mare più belli d’Italia, un’impresa assai ardua, lo sappiamo, quindi ci limitiamo ad aggiungere “secondo noi”. Li abbiamo scelti da Nord a Sud.

1.Castello Vecchio di Duino (Trieste, Friuli Venezia Giulia)

Sicuramente è uno dei luoghi più misteriosi e suggestivi d’Italia. Apre la nostra TOP 10 il Castello Vecchio di Duino, a pochi chilometri da Trieste che, secondo la leggenda, ospiterebbe ancora il fantasma di una nobildonna che ancora oggi appare di tanto in tanto ai visitatori tenendo tra le mani una candela. Dal mare si vede anche lo scoglio velato, che ricorda questa tragica figura. Tuttavia, il castello, nel corso dei secoli, ha ospitato personalità di spicco della politica, della cultura e persino teste coronate, come la famosa principessa Sissi. Ma anche lo scrittore Rainer Maria Rilke, che amava questo luogo, al quale è dedicato il sentiero panoramico che costeggia le scogliere a picco sul mare e porta proprio al castello.

2. Campanile di San Marco (Venezia)

Il Campanile di San Marco è uno dei simboli di Venezia e uno dei monumenti più famosi d’Italia. Non solo, con i suoi 98,6 metri è anche uno dei più alti d’Italia. Con la sua forma semplice e squadrata, sembra dare il benvenuto a chi arriva dal mare, tanto che i veneziani lo chiamano affettuosamente El paròn de casa (Il padrone di casa). Infatti, la sua prima versione, quella del IX secolo, era quella di torre di avvistamento e di faro. Nel corso dei secoli, poi, è stato rimaneggiato diverse volte fino ad assumere l’aspetto odierno. Il campanile come lo conosciamo oggi è stato inaugurato nel 1912, in occasione della Festa di San Marco. Nel 1932, poi, lungo la canna è stato installato un ascensore che permette ai visitatori di ammirare dall’altro il panorama di Venezia e raggiunge la cella campanaria in appena 30 secondi.

3. Il Gigante di Monterosso (Monterosso, La Spezia, Liguria)

Il Gigante di Monterosso è forse uno dei monumenti più particolari d’Italia. Si trova nell’omonima località delle Cinque Terre, in provincia di La Spezia. La statua, alta ben 14 metri e pesante 1700 quintali, raffigura il dio del mare Nettuno ed è stata realizzata nel 1910 per decorare Villa Pastine. Durante la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, il colosso è stato gravemente danneggiato dai bombardamenti ma continua ancora oggi a vigilare sulla villa e sulla spiaggia, dalla quale è ben visibile in tutta la sua imponenza.

4. La Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro (Pesaro, Marche)

Dall’arte classica a quella moderna. La “Sfera con sfera” di Arnaldo Pomodoro si può trovare in diverse città del mondo, tra cui New York, San Francisco, Dublino e Tel Aviv. Ebbene, anche l’Italia ne ha una. Si trova in Piazzale della Libertà, a Pesaro, ed è posizionata sulla superficie dell’acqua di una fontana affacciata sul Mar Adriatico. La Sfera, realizzata in bronzo fuso, rappresenta il dualismo della realtà: è infatti lucida e levigata all’esterno e ricca di meccanismi e arzigogoli all’interno. È uno dei simboli della città e luogo di ritrovo per pesaresi e visitatori.

5. La Villa di Tiberio (Sperlonga, Latina, Lazio)

Nel cuore della Riviera di Ulisse, a Sperlonga, in provincia di Latina, si trova la splendida Villa di Tiberio, dimora estiva dell’imperatore romano. La villa, che comprende diversi ambienti, tra cui quelli residenziali, le terme e le stalle è un capolavoro architettonico della Roma antica e comprende anche il Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga, che custodisce i reperti rinvenuti in loco e anche le statue che in origine si trovavano all’interno della meravigliosa Grotta di Tiberio, anch’essa collegata alla villa imperiale.

6. Castel dell’Ovo (Napoli, Campania)

La sua famosissima sagoma spicca nel panorama del Golfo di Napoli, di cui è uno dei simboli. Castel dell’Ovo è il più antico della città e deve il suo nome a una leggenda assai curiosa. Si racconta infatti che il poeta Virgilio avrebbe nascosto nei suoi sotterranei un uovo magico, che aveva non solo il potere di mantenere in piedi la stessa fortezza, ma anche di proteggere l’intera città da sventure e guerre. Al punto che, nel XIV secolo, al tempo di Giovanna I, il castello subì ingenti danni a causa di un parziale crollo dell’arco sul quale è poggiato e, per evitare che tra la popolazione si diffondesse il panico su eventuali future catastrofi, la sovrana dovette giurare di avere messo l’uovo in sicurezza. Il castello si trova tra i quartieri di San Ferdinando e Chiaia, di fronte a via Partenope, sull’antico isolotto di Megaride.

7. Chiesa di Santa Maria dell’Isola (Tropea, Vibo Valentia, Calabria)

È una delle chiese sul mare più belle d’Italia. Santa Maria dell’Isola, a Tropea è uno dei luoghi simbolo della Calabria e deve il suo nome al fatto che, in origine, lo scoglio su cui sorge era interamente circondato dal mare. Le sue origini risalirebbero a un insediamento di eremiti greci prima dell’anno Mille. All’epoca, infatti, Tropea era sotto la giurisdizione ecclesiastica di Bisanzio e il santuario rimase di rito ortodosso fino all’arrivo dei Normanni, nel 1040 d.C. Nel 1066 la chiesa fu donata da questi ultimi all’abate di Montecassino Desiderio, poi divenuto Papa con il nome di Vittore III. Ancora oggi, sia la chiesa che l’isola su cui sorge appartengono all’abbazia di Montecassino.

8. Basilica di Santa Maria de Finibus Terrae (Santa Maria di Leuca, Lecce, Puglia)

Un nome assai suggestivo per questa basilica santuario. Santa Maria de Finibus Terrae si trova infatti proprio sulla punta del “tacco” dello stivale italico, in un punto panoramico incredibile che consente di ammirare “l’abbraccio” tra il Mar Adriatico e il Mar Ionio. La chiesa, che si trova nella nota località turistica di Santa Maria di Leuca, perla del Salento, si affaccia direttamente sul mare e regala scorci e tramonti di rara bellezza.

9. Il Teatro Antico di Taormina (Taormina, Messina, Sicilia)

Costruito dai greci nel III secolo a.C, il Teatro Antico di Taormina offre ai visitatori e agli spettatori che ogni anno assistono ai numerosi spettacoli che ancora vanno in scena un panorama unico al mondo. Si affaccia infatti sia sull’Etna che sul Mar Ionio e può ospitare ben 10 mila posti a sedere. È una delle tappe obbligate per chi visita Messina e la Sicilia Orientale.

10. Antica Città greca di Tharros (Cabras, Oristano, Sardegna)

Chiude la nostra TOP 10 l’antica città greca di Tharros, che sorge all’estremità meridionale del golfo di Oristano, nella parte centro occidentale della Sardegna, nella penisola del Sinis. Qui, con una splendida vista mare, si concentrano più di due millenni di storia. Tharros, infatti, fu prima un insediamento nuragico, poi un emporio fenicio, fortezza cartaginese, urbs romana, capoluogo bizantino e, fino al 1070, capitale del Giudicato di Arborea. Oggi, tutto questo si concentra in un anfiteatro naturale affacciato sul mare e delimitato dell’istmo di capo San Marco e dai colli del borgo di San Giovanni in Sinis. Gli scavi sono ripresi dalla metà del XX secolo e vanno avanti ancora oggi, regalando continuamente nuove scoperte.




I 10 nuraghe più belli di Sardegna

I nuraghi della Sardegna costituiscono un unicum nella loro particolarità. Sull’isola se ne contano più di settemila e sono stati costruiti per circa un millennio, dal 1800 all’800 a.C. Candidati a fare il loro ingresso nella lista dei siti UNESCO come patrimonio unico, costituiscono per molti aspetti ancora un enigma. Per esempio, non è ben nota la loro funzione, tra chi sostiene che fossero torri difensive, chi centri amministrativi e chi, invece, centri religiosi o rituali. In ogni caso, chi visita la Sardegna non può mancare una visita a questi “giganti di pietra”. In questa puntata della rubrica TOP 10 siamo andati alla scoperta dei 10 nuraghe più belli di Sardegna.

1.Su Nuraxi (Barumini, SU)

Il complesso di Su Nuraxi, (“il Nuraghe”, in Sardo), è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1997 ed è stato riconosciuto come l’esempio di nuraghe più completo. Si trova nella storica regione della Marmilla, nel Sud Sardegna e risale al 16°-14° secolo a.C.  A scoprirlo, tra il 1950 e il 1957, è stato l’archeologo Giovanni Lilliu. Su Nuraxi è il complesso più importante della Sardegna e offre una preziosissima testimonianza della vita di un villaggio nuragico dell’epoca. Si compone di una torre centrale, circondata da una cinquantina di capanne a pianta circolare, in grado di ospitare tra i 100 e i 1000 abitanti. Si possono visitare le diverse stanze sovrapposte all’interno del nuraghe e scoprire i rituali che qui si svolgevano. Imperdibile anche il villaggio preistorico, fedelmente ricostruito.

2. Nuraghe di Palmavera (Alghero, SS)

Tra la baia di Alghero e il parco di Porto Conte si trovo il Nuraghe di Palmavera, tra i più belli di tutta la Sardegna. L’insediamento, composto da un corpo centrale con due torri e un villaggio di circa cinquanta capanne risale al 15° secolo a.C . Quest’ultimo è visibile solo per un quarto delle sue dimensioni e si pensa che durante l’Età del Bronzo potesse contare ben duecento capanne. Splendido anche il paesaggio circostante, costituito da macchia mediterranea e ulivi secolari, con una vista mozzafiato sulla baia di Porto Conte.

3. Nuraghe La Prisgiona (Arzachena, SS)

Situato in località Capicherà, nel territorio del Comune di Arzachena, a pochi km dalla celebre Costa Smeralda, il Nuraghe La Prisgiona, si trova in una splendida posizione elevata che domina un’area di cinque ettari. Il complesso comprende un nuraghe e un villaggio di circa cento capanne a pianta circolare. All’interno del cortile si può ammirare anche un pozzo ancora funzionante, profondo 7 metri, che custodisce al suo interno numerosi reperti decorati. A 6 km di distanza, in località Malchittu, merita una visita anche lo splendido Nuraghe Albucciu, un interessante complesso che include una torre centrale circondata da un villaggio e dalle famose Tombe dei Giganti, il tutto immerso in un paesaggio caratterizzato da maestose rocce di granito.

4. Nuraghe di Santu Antine (Torralba, SS)

Nella regione del Meilogu, nell’area di Torralba, in provincia di Sassari, si trova invece il Nuraghe di Santu Antine (cioè di San Costantino), uno dei più grandi e meglio conservati di tutta la Sardegna. Chiamato anche “Sa domo de su re”, ha la forma di un triangolo equilatero con tre torri distanziate di circa 42 metri l’una dall’altra. In origine, la torre centrale era alta ben 25 metri. Al suo interno sono stati ritrovati importantissimi reperti archeologici, tra statue, ceramiche e utensili di uso quotidiano. Imperdibile per chi vuole conoscere la storia e la preistoria della Sardegna.

5. Nuraghe di Losa (Abbasanta, OR)

Sull’altopiano basaltico di Abbasanta, a cinque km dal centro cittadino, si trova il misterioso Nuraghe di Losa, che ancora cela moltissimi segreti. La sua particolarità, infatti, consiste nel fatto che era utilizzato per scopi rituali e funerari, come hanno svelato i numerosi reperti trovati nella zona. Spicca la maestosa torre centrale e vale una visita l’interessante Museo Archeologico che si trova all’interno del complesso.

6. Nuraghe Santa Barbara (Macomer, NU)

Circa una trentina di km più a Nord del Nuraghe di Losa, nel comune di Macomer (NU) si trova il Nuraghe Santa Barbara, splendido esempio di architettura megalitica, caratterizzato da una maestosa torre centrale e da un bastione alto quasi nove metri che racchiude un cortile a cielo aperto.

7. Nuraghe Arrubiu (Orroli, CA)

Nel Sud della Sardegna, a Orroli, nel cagliaritano si trova l’impressionante Nuraghe Arrubiu, detto anche “Il gigante rosso” per la sua caratteristica colorazione dovuta ai licheni che lo ricoprono. Risale al 1550 a.C e si compone da una torre centrale circondata da altre cinque torri minori, all’interno delle quali si trova una cinta con altre sette torri che formano una seconda cinta muraria difensiva. Il complesso nuragico, che conta un totale di ventuno torri, ricopre una superficie di cinque ettari. Inoltre, la sua posizione elevate regala una vista mozzafiato sulla campagna circostante che dimostra l’abilità degli antichi nello sfruttare l’ambiente circostante a scopi difensivi.  

8. Nuraghe di Monte Urpinu (Cagliari)

Sopra alla città di Cagliari, in posizione panoramica, si trova il Nuraghe di Monte Urpinu, un piccolo gioiello di grande interesse. Oggi si possono vedere solo poche vestigia, ma si pensa che in origine si trattasse di una grande reggia nuragica con un bastione quadrilobato, circondato da una cinta muraria esterna e un numero imprecisato di torri. Nel corso dei secoli, le sue pietre sono probabilmente state utilizzate per altri scopi. Nel medesimo sito, infatti, si trovano anche i resti delle fortificazioni militari della Seconda Guerra Mondiale e quelli di un forte piemontese del Settecento.

9. Nuraghe Genna Maria (Villanovaforru, SU)

Torniamo nel Sud Sardegna, dove, nell’area di Villanovaforru, si trova il Nuraghe Genna Maria, composto da una torre centrale, costruita a metà dell’Età del Bronzo, a cui in seguito sono stati aggiunti un bastione e quattro torri. Il Nuraghe è situato su una collina, a 408 metri sul livello del mare e offre una vista panoramica di rara bellezza che lascia spaziare la vista dal Golfo degli Angeli a Cagliari al Golfo di Oristano.

 10. Nuraghe Nolza (Meana Sardo, NU)

Chiude la nostra TOP 10 il Nuraghe Nolza , che si trova in località Zoli, a Meana Sardo, nel nuorese. Si tratta di uno dei nuraghi più grandi e meglio conservati del massiccio del Gennargentu e la sua poderosa struttura è stata costruita in varie fasi. Si compone di una torre maggiore al centro, alta 13 metri, e un bastione con quattro torri minori agli angoli, che richiama Su Nuraxi di Barumini. Tutt’attorno, si trova un villaggio di capanne che si estende per più di due ettari, che risale al XVI-XV secolo a.C.

 




I 10 templi più antichi del mondo

Misteriosi, affascinanti, con quell’aria di sacralità che ispira timore reverenziale. Sono i templi, i luoghi sacri con cui l’uomo si è cimentato fin dai tempi più antichi. Ma antichi quanto? In questa puntata della rubrica TOP 10 siamo andati alla scoperta dei 10 templi più antichi del mondo. Ecco quali sono e dove ammirarli.

1.Tempio di Göbekli Tepe (Turchia)

Il tempio più antico del mondo, la cui costruzione risalirebbe a 11.600 anni fa, ben prima della nascita della scrittura, della ruota, dell’agricoltura e dell’allevamento, è quello di Göbekli Tepe, che si trova in cima a una collina nel sud est della Turchia, quasi al confine con la Siria, corrispondente a quella che era l’Alta Mesopotamia. Il santuario è costituito da una serie di cerchi di pietra concentrici e comprende incredibili incisioni di animali e sacerdoti. Si pensa che sia stato costruito da cacciatori e raccoglitori. Incluso nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è stato scoperto alla metà degli anni Novanta Sdall’archeologo tedesco Klaus Schmidt. Le rovine sono così estese che per portarle tutte alla luce, secondo quanto dichiarato dal direttore degli scavi nel 2008, potrebbero volerci altri 50 anni. E chissà quanti segreti può ancora rivelare.

2. Stonehenge (Gran Bretagna)

Situato su una collina appena fuori Salisbury, nel sud del Regno Unito, Stonehenge è il cerchio di pietre più famoso e misterioso del mondo, che attira ogni anno visitatori da tutto il mondo. La sua costruzione risale a 5000 anni fa e, ancora oggi, queste pietre sono avvolte da un alone di mistero. Tra le varie interpretazioni sulle sue funzioni c’è quella che lo vuole come luogo di culto degli antenati e un tempio dei druidi, altri pensano che le pietre formassero un tempio cerimoniale allineato con il sole e le stelle. Oggi, la maggior parte dei visitatori deve accontentarsi di ammirare il cerchio di pietre da lontano, ma durante i solstizi estivi e invernali ci si può avvicinare a Stonehenge e percepirne l’energia e la magia.

3. Ziggurat di Ur (Iraq)

Con i suoi 4000 anni abbondanti, anche la Ziggurat di Ur, che si trova nella provincia di Dhl Qar, nel moderno Iraq, corrispondente all’antica Mesopotamia, entra di diritto nella nostra TOP 10 dei templi più antichi del mondo. Conosciuta anche come la Grande Ziggurat, è stata fatta costruire da re Ur Nammu e ha la tipica struttura piramidale a gradoni, per rappresentare sia il potere della città e del suo sovrano che la grandezza del Dio. Si pensa che sia solo una delle ziggurat che facevano parte di un complesso religioso più ampio. Lo storico greco Erodoto la visitò durante uno dei suoi viaggi e riportò che sulla sua cima vie era un santuario. La ziggurat è stata restaurata la prima volta del re babilonese Nabonldo, nel 600 a.C. e poi da Saddam Hussein negli anni Ottanta del secolo scorso.

4. Ħaġar Qim (Malta)

Patrimonio dell’Umanità UNESCO, il complesso di Ħaġar Qim, sull’isola di Malta, risale a 3700 a.C ed è uno dei meglio conservati del mondo. È formato da grandi lastre di pietra, ta cui un enorme monolite dal peso di ben 20 tonnellate. Ancora oggi, gli archeologi sono stupiti come civiltà senza tecnologie e macchinari siano riusciti a costruire un luogo di culto imponente come questo. Ad appena 500 metri di distanza si trova anche il tempio di Mnajdra, anch’esso formato da nicchie e absidi. Entrambi i luoghi di culto si trovano su una collina che guarda il mare e sono dedicati al culto del sole e celebrano l’alternarsi delle stagioni. Durante gli equinozi, i raggi penetrano all’interno di entrambe le strutture grazie a un foro ellittico ricavato nella dura pietra.

5. Templi di Ġgantija (Gozo, Malta)

Dall’isola principale dell’arcipelago, Malta, ci spostiamo nella più piccola Gozo, dove si trova il complesso di templi neolitici di Ġgantija, il cui nome significa “dei giganti” in maltese. E sul perché non ci sono dubbi. Alcune delle pietre, infatti, pesano fino a 50 tonnellate e sono alte più di 5 metri. Le leggende che ancora si possono ascoltare dalla gente del posto raccontano di giganti che risiedevano qui. In realtà, gli archeologi ritengono che si tratti di un luogo sacro per celebrare il culto della fertilità, dal momento che la forma dei templi ricorda la figura femminile. Inoltre, qui è stata trovata una grande quantità di ossa di animali, segno che qui venivano compiuti sacrifici rituali. La data di nascita? Circa il 3600 a.C.

6. Hal Saflieni Hypogeum (Malta)

L’ipogeo di Ħal-Saflieni è l’unico tempio preistorico sotterraneo al mondo. Costruito tra il 3600 e il 2500 a.C, si trova a Paola, sull’Isola di Malta. Si ritiene che in origine fosse un santuario e che successivamente sia diventato una necropoli, che ospitava i resti di circa settemila persone. Fu scoperto per caso nel 1902 e per molto tempo gli archeologi tennero il ritrovamento segreto per poter completare i lavori. Gli enormi gradini di pietra calcarea conducono attraverso stretti passaggi che si inoltrano sotto terra, svelando una serie di rovine uniche al mondo. L’Ipogeo è dedicato all’alternarsi delle stagioni e la camera interna, chiamata “The Holy of Holles” è orientata in modo da essere inondata dalla luce che filtra dall’alto nel solstizio d’Inverno.

7. Palazzo di Cnosso (Creta)

Fondamentale testimonianza della cultura minoica, la più sofisticata d’Europa, il Palazzo di Cnosso, sull’isola di Creta, può essere annoverato tra i templi più antichi del mondo poiché all’interno di questa sontuosa residenza, composta da migliaia di stanze, erano inclusi numerosi santuari dedicati al culto di diverse divinità. Gli archeologi concordano nel fissare la sua costruzione tra il 2000 e il 1900 a.C.

8. Tempio di Amada (Egitto)

Anche se dall’esterno si direbbe molto più modesto dei più celebri templi egizi, il Tempio di Amada, è il più antico della regione della Nubia. Costruito attorno al 1500 a. C dal faraone Tutmosi III della XVIII dinastia, è dedicato ad Amon, il dio patrono di Tebe, e a Ra-Horakty. Splendidi i rilievi dipinti al suo interno, che mostrano il Tutmosi III e suo figlio Amenhotep II abbracciati agli dei. Il tempio è sopravvissuto anche al suo spostamento, piuttosto impressionante. Per impedire che fosse sommerso dalle acque del lago Nasser, tra il 1964 e 1975, gli egittologi e gli architetti francesi lo smontarono e lo ricostruirono a 2,5 km dalla sua posizione originaria. Una storia molto simile al grande tempio di Abu Simbel.

9.Tempio funerario di Hatshepsut (Egitto)

Nella nostra TOP 10 anche il tempio funerario della regina Hatshepsut, la seconda donna faraone a sedere sul trono dell’Antico Egitto. Costruito attorno al 1479 a.C, è stata costruito scavando una parete di roccia nella valle di Deir el-Bahari ed è inserito nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il tempio, che sorge accanto alla tomba della regina, è stato fatto costruire da Thutmosi III, suo figlio ed erede. Negli anni Sessanta, gli scavi di un gruppo di archeologi polacchi hanno portato alla luce splendidi rilievi e dipinti ancora del loro colore originale. Il tempio di Hatshepsut è dedicato al culto del Sole e, il giorno del solstizio d’Inverno, la luce solare si irradia nel santuario e illumina la statua del dio Osiride.

10.Tempio di Luxor (Egitto)

Chiude la nostra TOP 10 uno dei templi più famosi d’Egitto, il tempio di Luxor. Costruito tra il 1400 e il 1000 a.C. dai faraoni Amenofi III e Ramesse II in onore del dio Amon, è stato definito il museo a cielo aperto più grande del mondo. Nel corso dei secoli, anche il faraone Tutankhamon e Alessandro Magno hanno aggiunto delle cappelle e sulle rovine c’è anche una moschea ancora oggi utilizzata. Il vastissimo complesso sacro è un armonico agglomerato di strutture antiche e moderne ed è uno dei templi più visitato del mondo. In passato, era collegato al tempio di Karnak, distante più di 3 km, dal suggestivo Viale delle Sfingi, composto da 600 statue.




Le 10 spiagge colorate più belle del mondo

Dopo avervi presentato le spiagge nere più belle del mondo, questa settimana la rubrica TOP 10 vi porta alla scoperta delle 10 spiagge colorate più belle del mondo. E ce ne sono davvero di tutti i colori, anche i più incredibili.

1. Hyams Beach (Australia)

 La spiaggia di Hyams Beach, che si trova nel villaggio omonimo di appena 120 abitanti, a poca distanza da Shoalhaven, nello Stato del Nuovo Galles del Sud, in Australia, è entrata nel Guinness dei Primati in qualità di “spiaggia più bianca del mondo”. Il suo colore ha davvero dell’incredibile, come quello del mare che la lambisce, tra sfumature azzurre e riflessi argentei. Come se tutta questa bellezza non bastasse, dei dintorni si trovano due parchi nazionali e un giardino botanico con specie di flora e fauna uniche al mondo. Indispensabili gli occhiali da sole e la crema solare ad alta protezione perché i riflessi del sole qui sono davvero accecanti.

2. Spiaggia rosa di Budelli (Sardegna, Italia)

Fragile e delicatissima, la spiaggia Rosa di Budelli, è un piccolo grande tesoro italiano. Si trova sull’omonima isola, facente parte dell’arcipelago della Maddalena, a nord est della Sardegna. Il suo insolito e spettacolare colore è dovuto al disfacimento dei gusci calcarei di Miniacina miniacina, dei bioclasti che hanno origine nelle praterie di Posidonia oceanica, portate sulla spiaggia dalle correnti marine. La spiaggia di Budelli si trova all’interno di un’area protetta e si può vedere da lontano, accompagnati da una guida del parco, dal mare o a piedi. Questo per preservare la sua unicità. Nel corso degli anni, infatti, il furto della sua incredibile spiaggia, unita all’azione delle maree, ne ha ridotto notevolmente le dimensioni.

3.Pfeiffer Beach (California, USA)

Nella nostra TOP 10 anche la spettacolare Pfeiffer Beach, che si trova lungo la Big Sur, alla fine della Sycamore Canyon Roas, 250 km a sud di San Francisco, in California. Si tratta di una spiaggia arcobaleno, che cambia colore a seconda dei riflessi e dei momenti della giornata, spaziando dal viola al rosa, dal porpora al lilla. E tutto grazie alla presenza di granato di manganese, di cui sono fatte le colline circostanti. A completare questa meraviglia della natura, c’è lo spettacolo delle formazioni rocciose, tra cui il Keyhole Arch, un imponente arco di roccia naturale su cui il sole al tramonto si affaccia. E proprio il tramonto è il momento più magico, quando la sabbia si tinge di viola.

4.Kaihalulu (Hawaii, USA)

Talmente surreale da essere ribattezzata “la spiaggia infernale”. La spiaggia di Kaihalulu, si trova sull’isola di Maui, alle Hawaii e il suo incredibile colore, un rosso scuro e cupo, circondato da rocce nere, creano un’atmosfera spaventosa e sublime al tempo stesso, in contrasto con le acque limpide dell’Oceano. Raggiungerla non è facilissimo, perché la spiaggia è incastonata tra scogliere imponenti, anch’esse di un rosso cupo, che sembrano proteggerla dal turismo di massa. Si può anche fare il bagno in una splendida piscina naturale dalle acque tranquille, protetta dalle correnti dall’abbraccio di alcuni scogli. La natura pensa a tutto.

5. Papakolea Beach (Hawaii, USA)

Ebbene sì! Esistono anche le spiagge verdi. Non per la presenza di piante o arbusti, ma proprio per il colore della sabbia. Sono solo quattro al mondo e la più spettacolare è quella di Papakolea, che si trova sull’isola di Ohau, nelle Hawaii. Incastonata in un anello di tufo di origine vulcanica, deve il suo incredibile colore alla presenza di olivina, un minerale ricco di ferro e magnesio, che ha dato origine a uno spettacolo davvero mozzafiato. Vista da lontano, la spiaggia appare completamente verde, ma più ci si avvicina più si notano dei meravigliosi riflessi dorati. Le altre tre spiagge verdi al mondo, invece, sono Talofofo Beach (isola di Guam), Punta Cormorant (Isole Galapagos) e Hornidalsvatnet (Norvegia).

6. Ramla il-Hamra (Malta)

Un’altra spiaggia dai colori incredibili è quella di Ramla il-Hamra, che si trova sull’isola di Gozo, nell’arcipelago delle isole Maltesi. Si trova sulla costa nord occidentale, tra le baie di Marsalforn e San Blas. Il suo colore è più unico che raro: si tratta infatti di sabbia giallo oro con sfumature arancioni e ambrati, dovuti a un mix di sedimenti vulcanici e calcarei. L’effetto è quello di una spiaggia “baciata dal sole” anche nelle giornate nuvolose. Sulla spiaggia poi ci sono delle splendide dune e le sue acque sono basse e tranquille, ideali per lo snorkeling e le nuotate.

7. Rabida (Galapagos)

Conosciuta anche come Isola Rossa, la spiaggia di Rabida, una piccola isola dell’arcipelago delle Galapagos, sembra presa in prestito da Marte per le sue incredibili sabbie rosse, circondate da alte scogliere. Il suo incredibile colore è dovuto alla grande quantità di ferro presenti sull’isola, di origine vulcanica. Il valore aggiunto, però, è la grande quantità di flora e fauna locale che si può incontrare venendo qui. Tra questi una colonia di leoni marini molto amichevole, che amano nuotare insieme ai visitatori, e poi, iguana, lucertole delle sabbie, pellicani, pinguini delle Galapagos, tartarughe marine verdi e diverse specie di uccelli.

8. Reethi Beach (Maldive)

Tra le spiagge più incredibili c’è Reethi Berach, che si trova nell’atollo di Baa, alle Maldive, a circa 105 km dall’aeroporto di Malè. La sua incredibile caratteristica è quella di illuminarsi di notte, grazie al fenomeno della bioluminescenza che la trasforma in un capolavoro luccicante. Questo fenomeno è dovuto alla presenza di dinoflagellati, organismi unicellulari che danno l’impressione che letteralmente, la sabbia brilli.

9. Glass Beach (California, USA)

Nell’incredibile spettacolo offerto da Glass Beach, nelle vicinanze della città di Fort Bragg, in California, c’è la mano dell’uomo. La sabbia è formata da tanti piccoli frammenti di vetro colorato, che riflette colori incredibili. La ragione è che qui, nel secolo scorso, c’era una discarica di vetro e, nonostante le operazioni di bonifica, non è stato possibile eliminarlo tutto. L’azione delle acque ha poi levigato ed eroso i frammenti, dando origine a una spiaggia di spettacolare bellezza, di tutte le sfumature dell’arcobaleno.

10. Spiaggia rossa di Santorini (Grecia)

Chiude la nostra TOP 10 la Spiaggia Rossa di Santorini, una delle più belle e incredibili del Mediterraneo. Situata nella parte sud occidentale dell’isola, a poca distanza dal sito archeologico di Akrotiri, è caratterizzata da una sabbia rossa scura con granelli neri ed è circondata da lastra di roccia vulcanica. Queste sfumature sono dovute a una catastrofica eruzione vulcanica, avvenuta nel 1628 a.C. La spiaggia non è di grandi dimensioni e si può raggiungere soltanto a piedi o in battello. Ma ne vale la pena.




Le 10 spiagge nere più belle del mondo

Nell’immaginario collettivo, la spiaggia paradisiaca è quella di sabbia bianca o rosa, tipica delle Maldive o delle isole Caraibiche, ma anche di alcune zone della nostra Italia, come il Salento o la Sardegna. Più rare e ugualmente affascinanti sono le spiagge nere, il cui insolito colore è dato dall’attività vulcanica e dall’erosione di minerali nel corso dei secoli. In questa puntata della rubrica TOP 10, siamo andati alla scoperta delle 10 spiagge nere più belle del mondo.

1.Vik Beach (Islanda)

Una delle spiagge nere più spettacolari è Vik Beach, eletta nel 1991 una delle più belle della Terra. Si trova nella parte meridionale dell’Islanda, ed è stata formata dalle eruzioni del vulcano Katla, l’ultima delle quali è avvenuta nel 1918. La spiaggia si trova proprio sotto il ghiacciaio Myrdalsjokull e non è proprio il posto ideale per sdraiarsi a prendere il sole. Non solo perché è sempre sotto la costante minaccia di inondazioni ed eruzioni, ma anche perché è quotidianamente battuta dai gelidi venti atlantici e dalle onde dell’Oceano. Nonostante ciò, lo spettacolo che offre alla vista è davvero mozzafiato.

2.Vulcano, Isole Eolie (Italia)

Ebbene sì, una delle sabbie nere più belle del mondo si trova in Italia. È quella dell’Isola di Vulcano, nell’arcipelago delle Eolie, in provincia di Messina. Le Sabbie Nere, di origine vulcanica, si trovano nella Baia di Ponente e si affacciano su un mare dalle acque cristalline, che rendono i riflessi metallici, regalando splendidi fondali di pietre laviche. Al tramonto, poi, i raggi del sole riflettono mille sfumature che vanno dal bronzo al rosso. Un vero spettacolo della natura.

3.El Bollullo, Tenerife (Isole Canarie)

È considerata la spiaggia più bella di Tenerife, nell’arcipelago delle isole Canarie, al largo della costa nord occidentale dell’Africa. È El Bollullo, una distesa naturale di sabbie nere circondata da scogliere mozzafiato. È situata a nord di Puerto de la Cruz e anch’essa deve il suo straordinario colore all’attività vulcanica che ha dato origine anche alle isole.

4.Muriwai Beach (Nuova Zelanda)

Situata a 40 km da Auckland, Muriwai Beach è una delle più belle spiagge nere della Nuova Zelanda e del mondo. Si trova sull’isola del nord e il colore delle sue sabbie è dovuto, oltre che all’attività vulcanica, anche alla presenza di materiali ferrosi presenti nel limo depositato dall’oceano e dai vulcani, tra cui il Kaipara, già attivo 16 milioni di anni fa. È molto amata dagli appassionati di surf, ma anche dagli uccelli marini che vengono qui a nidificare.

5. Punalu’u Beach (Hawaii)

Le Hawaii sono le regine delle spiagge nere e sabbiose. Tra le più affascinanti c’è Punalu’u Beach, che si trova sulla costa orientale di Kau Punalu’u e si è formata nel corso dei secoli grazie alle eruzioni vulcaniche che prima hanno depositato la lava sul fondo dell’oceano. In seguito, la lava si è raffreddata e sgretolata dando origine a questa splendida mezzaluna color ossidiana. Le acque che circondano la spiaggia, però, sono fredde e tumultuose, hanno il fondale torbido e non sono molto sicure. Tuttavia, si può venire qui, oltre per ammirare la sabbia nera, anche per avvistare le tartarughe marine Hawksbill e le tartarughe verdi.

6.Black Sands Beach (California, USA)

Questa straordinaria spiaggia di sabbia nera si trova nei dintorni di Shelter Cove, nella California settentrionale. Black Sands Beach è l’unica spiaggia nera degli Stati Uniti continentali è ha una caratteristica unica. A differenza delle spiagge che abbiano elencato finora, non è di origine vulcanica ma deve il suo colore a un mix di minerali, tra cui arenarie scure, chiamate greywacke e scisto compresso. Proprio per questa caratteristica, però, la sabbia non è morbida, ma dura e tagliente e anche le acque che la lambiscono sono pericolose. Si possono però ammirare le maree e le altissime onde che si infrangono sulla spiaggia e sulla scogliera circostante.

7. Kaimu (Hawaii)

Nella TOP 10 anche Kaimu Beach, un’altra spiaggia nera hawaiana tra le più belle del mondo. Si trova a sud di Pahoa, nel distretto di Puna, sulla Big Island. La spiaggia è tornata a nuova vita dopo che, negli anni Novanta, è stata completamente ricoperta dalla lava, con accumuli fino a sei metri. Gli abitanti della zona, però, si sono messi di buona lena per restituirla al suo antico splendore. Dopo avere appianato la lava, hanno piantato palme, felci, piante e fiori colorati, e l’hanno trasformata in un vero paradiso. Come tutte le cose belle, però, è molto delicata. Inoltre, le acque che la circondano sono caratterizzate da forti correnti e non sono adatte alla balneazione. Ma la spiaggia nera vale sicuramente una visita.

8.Oneuli Beach (Hawaii)

In classifica un’altra spiaggia hawaiana, Oneuli Beach, un luogo da sogno che sembra uscito da un film sulla preistoria. Si trova sull’isola di Maui e lascia letteralmente senza fiato per la natura da cui è circondata, tra scogliere scure, una rigogliosa vegetazione e le acque azzurro verdi da cui è circondata. Non si raggiunge facilmente, quindi non troverete la “pazza folla” delle altre spiagge più accessibili, ma qui si può fare snorkeling, andare in barca e nuotare. Non dimenticate scarpe e ciabatte, perché la sabbia nera si scalda con il sole e diventa molto calda.

9. Roches Noires (Mauritius)

Rientra nella “spiagge nere” anche la splendida Roches Noires, sulla costa nord orientale di Mauritius. A essere color onice, tuttavia, non è la sabbia, ma le rocce, di origine vulcanica, e le formazioni laviche, nere e levigate, che le conferiscono un aspetto di rara bellezza.

10.Pololu Valley Beach (Hawaii)

Chiude la nostra TOP 10 un’altra spettacolare spiaggia hawaiana, Pololu Valley Beach, uno spettacolare tratto di costa situato a Big Island. Abbracciata da ripide scogliere che svettano fino a 150 metri di altezza, la spiaggia è formata da rocce laviche dalle forme scolpite dal tempo.




I 10 castelli più belli del Giappone

Il Giappone, con la sua cultura millenaria, ha sempre esercitato un certo fascino sull’occidente, come dimostra il successo della recente serie Tv Shogun. La buona notizia è che, grazie a un cambio favorevole euro-yen, oggi è diventato anche più accessibile. Se, quindi, siete anche voi tra coloro che sognano, o stanno programmando un viaggio nel Paese del Sol Levante, questa settimana la rubrica TOP 10 vi propone i 10 castelli più belli del Giappone, quelli da non perdere. Molti risalgono al periodo Edo (1603 – 1868), di altri sono rimaste solo poche vestigia, mentre altri ancora sono stati ricostruiti. Quello che colpisce è la loro architettura, elegante e leggera, che tende verso il cielo. Ecco, allora, quelli da non perdere.

1. Castello di Himeji (Hyōgo)

Conosciuto anche come l’Airone Bianco, per le sue pareti bianco argento e la struttura che ricorsa le ali dell’airone, il Castello di Himeji si trova nella cittadina omonima, nella Prefettura di Hyōgo ed è il più famoso del Giappone. Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1993, è stato costruito all’inizio del Seicento da Ikeda Terumasa, dopo aver fatto demolire una fortezza più piccola preesistente. Durante la stagione della fioritura dei ciliegi diventa ancora più spettacolare, regalando atmosfere quasi oniriche. Splendidi anche i giardini adiacenti. Sul castello c’è anche una leggenda. Si dice che tra le sue sale aleggi il fantasma della giovane serva Okiku, fatta uccidere per avere scoperto un complotto ai danni del signore del castello. Secondo un’altra versione, invece, avrebbe respinto le avance di un potente samurai. Il castello si può raggiungere facilmente da Osaka e da Kyoto, oppure si può fare una tappa durante il tragitto verso Hiroshima.

2.Castello di Osaka

Il Castello di Osaka è stato costruito nel 1583 da Toyotomi Hideyoshi sulle ceneri del tempio di Ishiyama Honganji ed è uno dei più belli e importanti del Giappone. Distrutto una prima volta nel 1615, è poi stato ricostruito negli anni successivi al 1620. La torre fu però distrutta nel 1665 e venne ricostruita solo nel 1931. Gli ultimi restauri, invece, risalgono al 1997. Colpisce per i suoi cinque piani, con tegole verde menta e decorazioni dorati. Al suo interno si trova un interessantissimo museo che racconta la storia della regione e dei vari samurai che qui hanno vissuto. Salendo di piano in piano si arriva nel punto più alto, che offre una vista mozzafiato sulla città a 360 gradi.

3.Castello di Matsumoto (Nagano)

Per il suo profilo e il colore scuro e le ampie tettoie che ricordano delle ali spiegate, il Castello di Matsumoto è noto anche come “Il Castello del Corvo”. Si trova nell’omonima cittadina, nella prefettura di Nagano, a 220 km da Tokyo. Insieme al castello di Himeji è uno dei pochi castelli monumentali del Giappone e comprendeva anche grandi magazzini e gli alloggi dei samurai. È stato costruito nel 1590 ma è stato completamente distrutto nel secolo successivo. La sua ricostruzione, però, avvenne grazie ai cittadini che gli diedero il maestoso aspetto con cui lo possiamo ammirare ancora oggi. Dalla Sala per l’osservazione della Luna”, aggiunta nel 1630, si possono ammirare le carpe e le anatre che vivono nel fossato. Al suo interno si può visitare una mostra di armi, reperti e documenti storici.

4.Castello di Kumamoto

 Il Castello di Kumamoto si trova sull’Isola di Kyushu ed è stato costruito all’inizio del 1600 dal daimyo locale Kato Kiyosama. Si tratta di una delle opere architettoniche più impressionanti dell’architettura premoderna. Le mura esterne sono realizzate con roccia ignea, mentre le pareti nere del mastio creano uno spettacolare effetto scenico con gli oltre 800 ciliegi del giardino che in primavera tingono l’atmosfera di rosa. Nel 1877 venne assediato per due mesi, quando i samurai locali si ribellarono al nuovo governo all’epoca della Restaurazione Mejii.

 5.Castello di Inuyama (Aichi)

Nella nostra TOP 10 anche il Castello di Inuyama, uno dei cinque castelli giapponesi a godere dello status di Monumento Nazionale”. Di trova nella città di Inuyama, nella prefettura di Aichi e sorge in una posizione mozzafiato, sulla vetta di una collina che si affaccia sul fiume Kiso, al confine con la prefettura di Gifu.  È anche uno dei castelli più antichi del Paese, essendo stato costruito nel 1440. La torre, invece, è dell’inizio del 1600 e da essa si gode una splendida vista sui giardini e sui fossati sottostanti. È strato distrutto durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale ma i successivi lavori di restauro gli hanno restituito non solo l’aspetto, ma anche l’essenza del periodo medievale giapponese. Si raggiunge da Nagoya in 40 minuti di treno.

6.Castello di Nijo (Kyoto)

Patrimonio dell’Umanità UNESCO, il Castello di Nijo si trova nella meravigliosa città di Kyoto ed è stato costruito nel 1603 per volere di Tokugawa Ieyasu, primo shōgun del periodo Edo. Per duecento anni è stata la residenza ufficiale degli Shogun. Dopo la rivoluzione Meiji è diventato palazzo imperiale per poi diventare sito nazionale aperto al pubblico. Spicca per l’imponente cancello di ingresso (karamon), per l’ampio fossato, i muri di pietra rinforzata che separano le sezioni concentriche e per le assi del pavimento appositamente scricchiolanti per rilevare la presenza di estranei. Uno stratagemma molto utile in un periodo di lotte per il potere.

7.Castello di Matsue (Shimane)

Splendido anche il Castello di Matsue, situato nella prefettura di Shimane. È stato costruito agli inizi del 1600 dalla potente famiglia Matsuidaira ed è una delle poche fortezze rimaste della costa centro occidentale del Giappone. Sorge nei pressi del lago Shinji e spicca per le sue imponenti mura nere e i tetti grigi, che dominano un fossato. Il suo scopo originale era aiutare il nuovo shogun, Tokugawa Ieyasu a consolidare il suo potere nella regione.

8. Castello di Hikone (Shiga)

Anche il Castello di Hikone è uno dei cinque castelli giapponesi il cui mastio principale, ancora originale, è annoverato come Tesoro Nazionale. Si trova nella prefettura di Shiga e, sebbene le sue dimensioni non siano grandissime, sorge in posizione mozzafiato, sulle sponde del lago Biwa. Il castello venne completato nel 1620 utilizzando parti dei castelli di Otsu e Nagahama. Alle pendici della collina si trova anche un bel Museo che conserva manufatti e documentazione storica del clan che ha fondato la fortezza. Si può visitare con una bella escursione in giornata partendo da Kyoto.

9. Castello di Bitchu Matsuyama (Okayama)

Noto anche come “Castello del cielo”, il castello di Bitchu Matsuyama sorge sulla cima di un monte, a 43.0 metri di altezza ed è il castello situato nel punto più alto del Giappone giunto fino a noi. Si trova nella prefettura di Okayama, nella cittadina di Takahashi. Per raggiungerlo bisogna fare una scarpinata di mezz’ora. Una particolarità di questo castello è che nelle mattine dei mesi più freddi, viene completamente avvolto dalle nuvole.

10. Castello di Hirosaki (Aomori)

Chiude la nostra TOP 10 il fiabesco Castello di Hirosaki, uno dei più iconici del Giappone. Costruito nel 1611 era la sede del clan Tsugaru. La torre principale è stata costruita sulla cima di una collina per facilitare la difesa, mentre il corpo principale è circondato da mura, fossati e torri yagura. Ma ciò che lo rende davvero spettacolare è il suo parco, che vanta più di 2600 alberi di ciliegio. Durante la fioritura, il castello e il suo parco diventano tutt’uno donando ai visitatori l’impressione di trovarsi in una favola.




I 10 spettacoli naturali più belli del mondo

Quante volte vi siete sorpresi di fronte allo spettacolo della natura? Laghi, tramonti, deserti, formazioni rocciosi, panorami mozzafiato, colori che sembrano attinti dalla tavolozza di un pittore. Ma, a volte, la realtà supera la fantasia. E questa settimana, nella nostra rubrica TOP 10, siamo andati alla ricerca dei 10 spettacoli naturali più belli del mondo. E vi diciamo già che sceglierne solo 10 è stata un’impresa.

1. L’aurora boreale

Chi l’ha vista dal vivo giura che non esiste al mondo spettacolo più bello. E non possiamo che essere d’accordo. L’aurora boreale è una danza di strisce luminose, dai colori che spaziano dal verde all’azzurro al bianco, ma anche dal rosso al magenta (più rare). Il fenomeno è dato quanto il vento solare, cioè un flusso di particelle, protoni o elettroni, vengono attirate dal campo magnetico della Terra verso uno dei due Poli e vengono a contatto con la ionosfera terrestre. Una curiosità: il nome corretto del fenomeno è “aurora polare”, che assume quello di aurora boreale, quando si verifica nei pressi del Polo Nord, e di aurora australe, quando è visibile vicino al Polo Sud. Le aurore più belle e famose si possono ammirare in Islanda, Finlandia, Svezia e Norvegia tra metà settembre e metà aprile.

2. Cappadocia (Turchia)

Con il suo paesaggio surreale, che sembra creato da un mago degli effetti speciali, la Cappadocia, una regione semi arida della regione dell’Anatolia centrale, in Turchia, è sicuramente uno dei paesaggi naturali più suggestivi del mondo.  È caratterizzata dai famosi “camini delle fate”, formazioni rocciose dalla forma conica color miele, creata dal raffreddamento della lava di una grande eruzione vulcanica, circa 60 milioni di anni fa. Oggi, la Cappadocia è una delle zone più visitate della Turchia e, attorno ai “camini”, sono sorti resort a cinque stelle, persino all’interno dei camini o di grotte, ristoranti e locali, pronti ad accogliere i turisti che arrivano qui. Tra le attrazioni anche le splendide chiese rupestri bizantine e le città sotterranee. Ogni giorno, poi, circa 150 mongolfiere si alzano in volo per ammirare dall’alto, attraverso un volo lento, questo spettacolo della natura.

3. Atacama, il deserto fiorito (Cile)

È un fenomeno raro e spettacolare, soprattutto perché si verifica ogni sette anni (circa). È il deserto fiorito di Atacama, nel Cile settentrionale. Questa area di 105 kmq, situata tra la cordigliera delle Ande e la cordigliera della costa pacifica è considerata la più arida della Terra, perfino più della Death Valley. Sul suo cielo non si formano mai nubi, quindi piove molto di rado. Quando accade, però, il deserto si ricopre di fiori rosa, appartenenti a circa 200 specie diverse. Le volte in cui si è manifestato il raro fenomeno si contano sulla punta delle dita. L’ultima è stata nel 2017 quando sono caduti 95 mm di acqua. Nel 2020 le precipitazioni si sono notevolmente ridotte. Tuttavia, piante e fiori sono nate ugualmente, consentendo anche la ripopolazione del lama selvatico, che si nutre di guanaco. Gli abitanti del luogo, poi, quando il deserto fiorisce, raccolgono i fiori e li utilizzano per confezionare composizioni e biglietti beneauguranti.

4. Il Deserto di Sale (Bolivia)

Nella nostra TOP 10 entra un altro deserto il Salar de Uyuni, il più grande deserto del sale del mondo, con un’estensione di 10.582 kmq, quanto l’Abruzzo, e 10 miliardi di tonnellate di sale. Situato a 3650 metri di altezza, nell’altopiano andino meridionale della Bolivia, è un luogo dall’aspetto quasi magico, dove i contorni si confondono grazie a un singolare gioco di riflessi. Al punto che sembra di camminare sospesi tra il cielo e la terra. Il deserto si è formato circa 40 mila anni fa da un gigantesco lago che, prosciugatosi, ha formato gli attuali laghi Poopò e Uru Uru e due deserti salati, il Salar de Coipassa e, appunto, l’enorme Salar de Uyuni. Un’antica leggenda Inca racconta che qui sarebbero presenti gli Ojos del Salar, “gli occhi di sale”, una sorta di pozze invisibili per il forte riflesso, che in passato inghiottivano uomini e carovane.

5. Le onde fluorescenti di Sidney (Australia)

Un fenomeno del tutto naturale, e innocuo, ma di sicuro effetto, sono le onde bioluminescenti che si possono osservare all’inizio della primavera dalla spiaggia di Manly, vicino a Sidney, in Australia. Al buio, sembra che le onde siano illuminate da tante luci LED. In realtà, si tratta della fioritura di una particolare specie di alghe unicellulari, la Noctiluca scintillans. La rarità del fenomeno è dovuto al fatto che, di solito, avviene in alto mare, ma a volte, a causa di particolari correnti, le alghe luminescenti vengono spinte verso la riva, regalando uno spettacolo romantico e di sicuro effetto. Il fenomeno è stato osservato anche in Tasmania e alle Maldive.

6. Le Montagne Arcobaleno di Zhangye Danxia (Cina)

L’opera di un pittore impressionista? L’installazione di un artista? No, sono le Montagne Arcobaleno, nel Parco Geologico nazionale di Zhangye Danxia, nella provincia di Gansu, in Cina. Il parco si estende per 510 kmq ed è caratterizzato da formazioni rocciose dai colori incredibili, alcune aguzze, altre smussate dal tempo. Gli strati multicolore, che si sono formati nel corso dei secoli dall’erosione dell’arenaria e grazie ai minerali di origine oceanica presenti nella roccia, sembrano mutare e cambiare tonalità a seconda dei giochi di luce e ombra. I colori spaziano dal viola al rosso, dal verde al giallo al grigio, cambiando tonalità sotto la luce solare. Solo la natura poteva realizzare un capolavoro così!

7. La tempesta di fulmini del Catatumbo (Venezuela)

Un altro fenomeno di straordinaria bellezza che ci sentiamo di inserire nella Top 10 sono i Fulmini rossi del Catatumbo, che si verifica in un solo luogo del mondo: sulla foce del fiume Catatumbo, nel punto in cui si riversa nel lago Maracaibo, in Venezuela. Qui i temporali si verificano per 140-160 notti all’anno, per circa 10 ore consecutive, con una media di 280 fulmini all’ora e 1,2 milioni all’anno. Il bagliore rossastro è visibile fino a 400 km di distanza e molti, in passato e nel presente, li considerano un faro naturale per orientarsi. Il fenomeno è dovuto alla particolare conformazione geografica. Il Lago di Maracaibo è situato infatti a ridosso del Mar dei Caraibi ed è circondato a ovest dalla Sierra de Perijà e a est dalla cordigliera delle Ande. Qui si incanalano i venti caldi provenienti dal mare, che tendono a salire verso l’alto, scontrandosi con le correnti fredde delle montagne, formando nubi cariche di elettricità. Il meccanismo dei fulmini, poi, è alimentato dal metano prodotto dalla decomposizione del materiale organico presente sul delta del fiume. Et voilà…Il capolavoro della natura è servito!

8. Le pietre “scivolanti” della Death Valley (USA)

È rimasto per molto tempo un mistero e qualcuno ha tirato in ballo anche il soprannaturale. Invece, il fenomeno delle sliding rocks, che si verifica a Racetrack Playa, nel Parco Nazionale della Death Valley, in California, è del tutto naturale. Qui, infatti, grandi massi, che in alcuni casi arrivano a pesare anche 300 chili, si spostano lasciando sulla superficie fangosa del deserto delle lunghe strisce. La spiegazione è arrivata nel 2014, quando i geologi si sono messi a studiare e a filmare il fenomeno. Racetrack Playa sorge infatti su un lago asciutto e piatto. A spostare i massi sarebbero i sottili strati di ghiaccio che si formano quando la il letto dell’ex lago si riempie di acqua piovana. Un ulteriore fattore sarebbero i venti, che “darebbero la spinta” alle pietre. Il fenomeno si è accentuato negli ultimi decenni a causa dei cambiamenti climatici.

9. L’arcobaleno lunare

Certo, non ha la stessa intensità di colori dell’arcobaleno che siamo abituati a vedere dopo un temporale di giorno, ma l’arcobaleno lunare è un fenomeno naturale molto raro, notturno, che di sicuro colpisce. È generato dalla luce riflessa sulla superficie della luna, anziché quella diretta del sole, e l’arco colorato appare sempre dalla parte opposta dell’astro. Per scorgere l’arcobaleno lunare, le condizioni atmosferiche devono essere ottime, con il cielo scuro e la luna piena. In genere, questi arcobaleni si osservano poco dopo il tramonto o poco prima dell’alba, in prossimità delle cascate, dove le goccioline d’acqua sospese dalla forza del salto permettono di disperdere meglio la luce riflessa della Luna. Gli arcobaleni lunari, infatti, si possono osservare più facilmente presso le maestose Cascate Vittoria, situate tra lo Zambia e lo Zimbabwe, presso le cascate dello Yosemite, in California, ma anche nelle lussureggianti foreste della Costa Rica e alle Hawaii. Proprio nell’isola di Maui, nei pressi di Kaanapali, il 26 febbraio 2013 è stato osservato un doppio arcobaleno lunare.

10. L’eucalipto arcobaleno

Forse è più “discreto” dei fenomeni naturali che lo precedono in questa Top 10, ma abbiamo deciso di inserire anche l’Eucalyptus Deglupta, uno splendido albero dal tronco arcobaleno che può raggiungere i 70 metri di altezza e i 2 di diametro.  La sua caratteristica è il tronco dalle sfumature multicolore, che spaziano dal rosso al viola, dal blu al marrone. Durante la “muta”, infatti, la corteccia si sfalda e lascia emergere quella interna, di colore verde che, tuttavia, al contatto con l’aria, si colora di sfumature variopinte. L’eucalipto arcobaleno è originario delle Filippine, ma si trova anche alle Hawaii, in Indonesia, in Sri Lanka e in Polinesia Francese. Ora chiudete gli occhi e provate a immaginare una foresta multicolor!




I 10 ponti più lunghi del mondo

Mentre si torna a parlare del Ponte sullo Stretto di Messina, questa settimana la rubrica TOP 10 è andata alla ricerca dei 10 ponti più lunghi del mondo. E ha scoperto che sono quasi tutti in Asia. Ecco quali sono.

1.Danyang-Kunshan Bridge (Cina)

Il podio di “ponte più lungo del mondo” va al Danyang-Kushang di ben 165 km. Si trova in Cina e collega Shanghai a Nanjiing, nella provincia di Jiangsu. La sua costruzione è iniziata nel 2006 ed è terminata nel 2010, impiegando più di 10 mila persone, con un costo di 8,5 miliardi di dollari. La sua lunghezza da record è dovuta al fatto di dover attraversare canali, fiumi, laghi e distese di risaie. Per 9 km passa sulle acque del lago Yangcheng. Ogni giorno è percorso da 2 milioni di persone, sia in macchina che in treno.

2. Changkua-Kaohsiung (Taiwan)

Al secondo posto troviamo il Changkua-Kaohsiung a Taiwan, con appena 7 km di differenza dal Danyang-Kushang. Misura infatti 157 km e collega le città di Taipei e Kaohsiung. Completato nel 2007, è una parte fondamentale della linea Taiwan High Speed Rail ed è stato costruito seguendo scrupolosi criteri antisismici, attraversando la zona geografica tra Baguazhang e Zouying ad alto rischio sismico. È percorso ogni giorno da treni ad alta velocità.

3. Cangde Grand Bridge (Cina)

Terzo podio per un altro ponte cinese, il Cangde Grand Bridge, lungo 115 km e 900 metri. Come il Danyang-Kushang si trova anch’esso lungo la linea ad alta velocità Beijing-Shanghai ed è stato completato nel 2010. Il viadotto conta in tutto 3092 pilastri.

4. Tianjin Grand Bridge (Cina)

La Cina domina ancora la nostra TOP 10. Al quarto posto, infatti, troviamo il Tianjin Grand Bridge, lungo 113 km e 700 metri e collega Langfang e Qingxian servendo sia un’autostrada che una linea ferroviaria ad alta velocità. I lavori per la sua costruzione sono iniziati nel 2006 per concludersi nel 2011.

5.Weinan Weihe Grand Bridge (Cina)

Anche il quinto ponte più lungo del mondo si trova in Cina. È il Weinan Weihe e misura poco meno di 80 km. Il viadotto fa parte della Zhengzhou–Xi’an High-Speed Railway e quando fu inaugurato, nel 2008, per poco detenne il titolo di “ponte più lungo del mondo”. Attraversa il fiume Wei, uno dei fiumi più importanti e lunghi della Cina, collegando Zhebgzhou e Xian.

6. Hong Kong-Zhuhai-Macao Bridge (Cina)

Sesto posto per un altro ponte cinese, il Hong Kong-Zhuhai-Macao Bridge che collega Hong Kong, Zhuhai e Macao ed è lungo 55 km e 717 metri. Il ponte è stato inaugurato nel 2017 dopo 8 anni di lavori, utilizzando 400 mila tonnellate di acciaio e con un costo di circa 7 miliardi di dollari. Tra le sue particolarità c’è la sua forma che ricorda quella di un dragone cinese e un tunnel sottomarino di 7 km incluso nel suo percorso.

7. Bang Na Expressway (Thailandia)

Al settimo posto troviamo il primo ponte non cinese, il Bang Na Expressway, in Thailandia. È lungo 54 km ed è stato il ponte più lungo del mondo fino al 2004. Il progetto del 1994 è dell’architetto americano Louis Berger ed è stato completato nel 2000. Il suo percorso si snoda quasi tutto sulla terraferma, a eccezione di un piccolo tratto che attraversa un fiume.

8. Beijing Grand Bridge (Cina)

Torniamo di nuovo in Cina per l’ottava posizione, occupata da Beijing Grand Bridge che si estende per 48 km e 153 metri sulla linea ad altra velocità Beijing-Shanghai. Si trova a Pechino e la sua costruzione è terminata nel 2010. La sua inaugurazione, invece, risale al 2011.

9. Haiwan Bridge (Cina)

Con i suoi 41 km e 850 metri, in nona posizione della nostra TOP 10 della settimana troviamo l’Haiwan Bridge, che collega la città di Qingdao con la sua periferia attraversando la parte settentrionale della baia di Jiaozhou.  Detiene, però, il primato di ponte marittimo più lungo del mondo.

10. Ponte sul lago Pontchartrain (Stati Uniti)

In decima posizione troviamo il primo ponte non asiatico e anche il più “vecchio”. Il Pontchartrain è stato aperto al traffico nel 1956 e completato definitivamente nel 1969 con una spesa di 76 milioni di dollari. È lungo 39 km e collega New Orleans alla sua area urbana, dimezzandone i tempi di percorrenza. Ogni giorno lo attraversano 12 milioni di veicoli, per lo più camion e mezzi pesanti.




Le 10 scalinate più belle del mondo

Alcune sono vere e proprie opere d’arte, altre sono contornate da paesaggi mozzafiato, altre ancora sono famosissime per vicende storiche o come location di film. Torna anche questa settimana le rubrica TOP 10. Questa volta abbiamo provato ad andare alla ricerca delle 10 scalinate più belle del mondo.

1.Estrada Selaròn (Rio de Janeiro, Brasile)

È una scalinata di 125 metri che collega le strade di Joaquim Silva e Pinto Martin, nei quartieri di Lapa e Santa Teresa, a Rio de Janeiro. Il suo vero nome sarebbe Manuel Carneiro, ma è famosa in tutto il mondo con il nome di Estrada Selaròn, dal nome dell’artista cileno che, nel 1990, decise di abbellirla con piastrelle dai colori che omaggiano il popolo brasiliano e la sua bandiera: blu, verde, giallo, per ravvivare una zona della città degradata. La scalinata piacque subito moltissimo, soprattutto gli stranieri, e qui cominciarono a essere girati spot pubblicitari e film.

Si dice che Selaròn era talmente ossessionato dalla sua opera da arrivare a vendere tutti i suoi quadri per acquistare le piastrelle per decorarla, circa 2000. Ma, a mano a mano che la fama della sua scala aumentava, la gente faceva a gara a donare altre piastrelle. Oggi, si stima che provengano da 60 paesi diversi. L’ossessione di Selaròn si protrasse fino alla sua morte: nel 2013 fu trovato morto proprio sulle “sue” scale, in circostanze misteriose.

2.Scalinata di Piazza di Spagna (Roma, Italia)

È sicuramente una delle scalinate più belle e famose del mondo, nonché uno dei simboli di Roma. La celeberrima Scalinata di Piazza di Spagna è stata inaugurata nel 1725 da Papa Benedetto XIII in occasione del Giubileo e il suo nome si deve alla presenza dell’Ambasciata Spagnola. Conduce alla Chiesa di Trinità dei Monti e conta 135 gradini. Ha fatto da sfondo a numerosi film, sia italiani che stranieri, e ha ospitato eventi e sfilate di moda degli stilisti più famosi. In primavera, viene decorata con coloratissime azalee, mentre nel periodo natalizio qui viene allestito uno splendido presepe del 19° secolo.

3.16th Avenue Tiled Steps (San Francisco, USA)

Inaugurata il 27 agosto 2005, la 16th Avenue Tiled Steps di San Francisco, è un capolavoro di 163 gradini, realizzata interamente a mosaico, composta da più di 2000 tessere fatte a mano, per un totale di 75 mila frammenti di piastrelle. I pannelli, uno per ogni scalino, separati tra loro, sono 163. I mosaici creano splendidi giochi di luce. Anche questa scalinata è nata per abbellire un angolo della città, quella del Golden Gate Heights Neihborhood, grazie a un progetto nato nel 2003 che ha visto la collaborazione degli artisti Jessie Audette ed Alice Yee Xavier con tutti gli abitanti del quartiere.

4.San Juan de Gaztelugatxe (Paesi Baschi, Spagna)

Una scalinata di 241 gradini che sembra uscita da un film, anzi, da una serie Tv. Se siete appassionati del genere, forse l’avrete già vista: compare infatti nella settima stagione del Trono di Spade, dove, per la sua bellezza, questa isola collegata alla terraferma da un ponte, che poi si trasforma nella scalinata e porta a un eremo sul promontorio era Dragonstone (Roccia del Drago), dove la famiglia Targaryen viveva dopo l’esilio. Nella realtà, si trova sull’isola di Gaztelugatxe, lungo le coste della Biscaglia, nei Paesi Baschi. Il ponte che la collega alla terraferma è del XIV secolo. La particolarità di questa scalinata è il suo percorso a zig zag per arrivare fino alla chiesa, dedicata a San Giovanni Battista.

5.   El Peñón de Guatapé (Guatapé, Colombia)

Questa scalinata composta da 649 gradini si arrampica su un monolite di roccia alto 2135 metri, El Peñón de Guatapé, nel distretto di Antiochia, in Colombia. Tuttavia, salire fino alla vetta ne vale veramente la pena. Il paesaggio, infatti, è magico e surreale, tra boschi, colline, laghi e una vista che spazia verso l’infinito. La scalinata è stata costruita lungo la parete settentrionale del monolite, sfruttando una frattura della roccia. A circa metà, si trova un tabernacolo dedicato alla Madonna, mentre, in cima, è stata costruita una torretta a tre piani per ammirare al meglio lo spettacolo del panorama circostante. Qui si trovano anche alcuni negozi.

6.   Lion Rock (Sigiriya, Sri Lanka)

La scalinata fa parte del sito archeologico dell’antica Sigiriya, dichiarato dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Per raggiungere la cima della roccia, un monolite di origine vulcanica alto 200 metri, dove si trovano i resti di un palazzo reale costruito durante il regno di re Kashapa (477-495 d.C) è necessario salire ben 1200 gradini! Tuttavia, mentre la prima parte del percorso è adatto a tutti, giunti circa a metà, segnalata da due imponenti zampe di leone, il sentiero si fa più complicato, con parti di scalinata che collegano spaccature nella roccia, passaggi stretti e passerelle. Un tratto è caratterizzato da una scala a chiocciola, rinchiusa in una gabbia verticale di protezione. Una volta arrivati in cima, si potrà ammirare una vista mozzafiato e visitare le antiche rovine del palazzo. Lungo il percorso, invece, si possono vedere da vicino alcuni affreschi incredibili sulla parete rocciosa.

7.Scala Elicoidale dei Musei Vaticani (Città del Vaticano)

Un capolavoro di architettura e di arte che entra di diritto nella TOP 10 è la Scala Elicoidale dei Musei Vaticani, o Scala Momo, dal nome dell’architetto che la progettò, Giuseppe Momo. La scala è formata da due scale separate, una che sale e una che scende, e si intrecciano fino a formare una doppia elica. La loro struttura è tale che non si incontrano mai, in modo da facilitare la salita e la discesa dei visitatori. Elegante e simmetrica, la scala elicoidale è stata commissionata da papa Pio XI, nel 1929, e inaugurata il 7 dicembre 1932. Per realizzarla, Momo si è ispirato a quella del Pozzo di San Patrizio di Orvieto, opera del Sangallo. Il Papa intervenne personalmente nel progetto. In origine, infatti, la scalinata era prevista all’esterno, ma il Pontefice volle invece che fosse costruita all’interno, scavando un pozzo nel terrapieno.

8.Inca Stairs (Machu Picchu, Perù)

Un’altra scalinata mozzafiato è l’Inca Stairs, che si trova a Machu Picchu, in Perù. È letteralmente scolpita nella roccia e risale a circa 500 anni fa. Ripida e scivolosa, conduce allo splendido Tempio della Luna, a 2693 metri di altezza. In alcuni punti, per rendere più agevole la scalata, sono stati inseriti dei corrimano di metallo. Tuttavia, se la salita è faticosa, la discesa non è adatta per chi soffre di vertigini. L’inclinazione della scalinata, infatti, in alcuni punti arriva anche al 60%. Arrivati in cima, si può ammirare un panorama da togliere il fiato.

9.Pailon del Diablo Waterfall (Baños de Agua Santa, Ecuador)

Questa scalinata spettacolare, perfetta fusione tra la natura e il lavoro dell’uomo, si trova nella località di Baños de Agua, in Ecuador. Il suo nome, Pailon del Diablo, significa “Calderone del Diavolo” e fa riferimento alla rombante cascata, immersa in un panorama tropicale mozzafiato. I gradini sono formati da ciotoli, che nel corso degli anni sono stati levigati sia dal passaggio delle persone che dall’azione delle acque ed è molto scivolosa. Inoltre, guardando verso il basso, una volta arrivati in cima, per un’illusione ottica si ha l’impressione che i gradini si siano trasformati in un lunghissimo scivolo. Lungo il percorso, poi, sono dislocate alcune piattaforme che consentono di fermarsi per ammirare lo spettacolo della cascata da varie angolazioni e il panorama sulle colline.

10. Half Dome (Yosemite Park, California USA)

Chiudiamo la nostra TOP 10 di questa settimana con una dei simboli del Parco Nazionale dello Yosemite, in California: la scalinata che conduce alla cima dell’Half Dome. Ripidissima e impegnativa, non è di certo per tutti e vanta 400 gradini. Per arrampicarsi fino alla vetta è necessario avere un buon allenamento fisico, inoltre, la salita è contingentata dal rilascio di un permesso, per un massimo di 300 persone al giorno. Arrivare fino alla cima, tuttavia, ne vale la pena. Da lassù, infatti, si può ammirare lo splendido panorama della Yosemite Valley e della High Sierra.