W.P. in Tour: il Friuli imperiale con la Cupra Leon
Il Friuli Venezia Giulia è una regione che incanta ad ogni curva, tra paesaggi mozzafiato, città ricche di storia e una cucina che parla di tradizione. Partire per un Weekend Premium in Friuli, tra Trieste, il Castello di Miramare, Palmanova e la storica Aquileia, è un viaggio che promette emozioni uniche e autentiche.
Un inizio maestoso a Trieste
Il nostro itinerario parte dalla splendida Piazza Unità d’Italia, cuore pulsante di Trieste, una piazza unica in Europa con tre lati incorniciati da maestosi palazzi storici e il quarto che si apre direttamente sul mare Adriatico. Quando si passeggia lungo il Canal Grande e si sale al Castello di San Giusto, si assapora l’atmosfera cosmopolita di questa città di confine. Dove ogni angolo racconta una storia. La Cupra Leon 1.5 Hybrid DSG, nostra compagna di viaggio, si dimostra ideale per muoversi con agilità e stile lungo le vie del centro, con quasi inattese caratteristiche a misura di famiglia.
La strada costiera che porta a Miramare
Lasciando Trieste, percorriamo la panoramica Strada Costiera, dove ogni curva regala viste spettacolari sul Golfo di Trieste. Qui, la Cupra Leon 1.5 si distingue per il suo assetto sportivo e la precisione di guida, che rendono il viaggio fluido e piacevole. La nostra meta è il Castello di Miramare, un luogo che sembra uscito da una fiaba, sospeso tra mare e cielo. Costruito per l’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, questo castello è circondato da un parco lussureggiante che invita a rilassanti passeggiate con vista sull’Adriatico. Questa è un’esperienza che rende un fine settimana in Friuli ancora più speciale.
Lo spettacolare Castello di Miramare, alle porte di Trieste
Gradisca d’Isonzo: una pausa tra storia e sapori
Proseguendo verso l’entroterra, ci fermiamo a Gradisca d’Isonzo, un borgo che conserva intatte le sue mura veneziane e un fascino d’altri tempi. Passeggiamo tra i vicoli lastricati e ci lasciamo coccolare da una cena che esalta i sapori autentici del Friuli: dal prosciutto di San Daniele ai formaggi di malga, tutto accompagnato da un calice di Friulano. Qui, la Cupra Leon si rivela una compagna perfetta non solo per i lunghi viaggi, ma anche per affrontare strade meno battute grazie alla sua versatilità. Gradisca è un luogo imperdibile in un weekend in Friuli, per scoprire storia e tradizioni locali.
Palmanova: la città fortezza
Proseguendo, arriviamo a Palmanova, un vero capolavoro di architettura militare rinascimentale. Questa città-fortezza, progettata a forma di stella a nove punte, fu fondata nel 1593 dalla Repubblica di Venezia per difendere i confini orientali. Le sue mura monumentali sono un esempio perfetto di ingegneria difensiva, concepite per resistere agli assedi. Passeggiamo lungo la sua maestosa Piazza Grande, il cuore del borgo, e visitiamo il Duomo Dogale, un edificio imponente che riflette l’importanza storica di Palmanova. Per chi ama immergersi nella storia, una passeggiata lungo i bastioni offre una prospettiva unica sulla struttura della città e sul panorama circostante. Palmanova è un luogo che unisce storia e armonia architettonica in modo unico, rendendolo una tappa essenziale per chiunque intraprenda un Weekend Premium in Friuli.
Aquileia: un tuffo nell’antica Roma
La nostra ultima tappa è Aquileia, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, che ci accoglie con il suo straordinario patrimonio archeologico. Fondata nel 181 a.C., Aquileia fu uno dei principali centri dell’Impero Romano, noto per il suo porto fluviale e per essere stato un crocevia di commerci e culture. Muovendosi tra le rovine del foro, le colonne e i mosaici della Basilica di Santa Maria Assunta, ci si immerge nella grandezza di un passato lontano. I mosaici pavimentali della basilica sono tra i più estesi e spettacolari d’Europa, raffigurando scene bibliche e di vita quotidiana. Oltre ai siti archeologici, Aquileia offre molto altro. Anche una natura che invita al relax, percorrendo i suoi sentieri lungo il fiume Natissa. Come sempre la Cupra Leon 1.5 Hybrid DSG ci accompagna con un comfort impeccabile, dimostrando che tecnologia e sostenibilità possono convivere perfettamente. La storia di Aquileia e il fascino delle sue rovine rendono il nostro Weekend Premium in Friuli, tra Trieste, Miramare, Gradisca, Palmanova e Aquileia un’esperienza indimenticabile.
Perché scegliere un weekend in Friuli
Un weekend in Friuli è un viaggio che combina storia, natura e tradizioni autentiche. Dalle vedute mozzafiato della Strada Costiera alle suggestioni di Aquileia, passando per le mura di Palmanova, ogni tappa regala emozioni diverse. Grazie alla Cupra Leon 1.5 Hybrid DSG, il viaggio si trasforma in un’esperienza premium, dove il piacere di guida si sposa con la scoperta di un territorio unico.Vuoi scoprire altre mete affascinanti? Guarda anche i nostri video dedicati ai Colli Piacentini e alla Bassa Valtellina, con itinerari che uniscono storia, paesaggi e sapori autentici.
Dove dormire e mangiare:Hotel al Ponte – Gradisca d’Isonzo
W.P. in Tour: in Bassa Valtellina con la Jeep Renegade
Da Tirano alla punta settentrionale del Lago di Como
https://youtu.be/-QNaKnBtcEs
window.dataLayer = window.dataLayer || []; function gtag(){dataLayer.push(arguments);} gtag('js', new Date());
gtag('config', 'G-947BZPPX67');
Partiti con l’intenzione di raggiungere Bormio, dove speravamo di godere delle sue celebri terme e della magica atmosfera alpina, arrivati a Tirano abbiamo avuto un’illuminazione. Da quando abbiamo lasciato la punta estrema del Lago di Como a Fuentes, tanti dettagli lungo il percorso ci hanno catturato seguendo la strada più veloce: borghi intimi, panorami inaspettati, sapori autentici. Abbiamo così deciso di invertire la marcia dell’auto scelta per accompagnarci in questo viaggio, una Jeep Renegade E-hybrid, e di dedicare il nostro weekend a scoprire questi tesori. Partendo proprio da Tirano e percorrendo la valle a ritroso, con l’obiettivo di assaporare la vera essenza della Bassa Valtellina meno nota ai turisti distratti. La scelta dell’auto non è casuale, abbiamo preferito l’ibrida più semplice, con un piccolo motore elettrico a 48V, che ha il compito di assistere quello alimentato a benzina. La sua batteria si ricarica automaticamente in movimento, fornendo l’energia necessaria per consentire brevi tratti in modalità solo elettrica nei piccoli borghi, e fornire un supporto al motore a scoppio in salita, consentendo riduzioni di consumi fino al 20 per cento rispetto a un’auto tradizionale.
Il ponte di Ganda, costruito nel 1776, collega le due sponde dell’Adda, ed è uno dei simboli di Morbegno. In dialetto valtellinese, Ganda significa zona rocciosa
Tirano: crocevia di storia e futuro
Tirano, porta d’ingresso all’alta Valtellina, e stazione di partenza del famoso Trenino Rosso del Bernina, merita ben più di una sosta frettolosa. Passeggiando nel centro storico, scopriamo una città che custodisce gelosamente la sua storia. Le antiche dimore signorili, come Palazzo Salis, ci raccontano di epoche passate in cui Tirano era un importante crocevia commerciale. Non possiamo tralasciare la Basilica della Madonna di Tirano, monumento rinascimentale costruito per celebrare l’apparizione mariana avvenuta nel 1504: un luogo di pace che affascina con i suoi interni riccamente decorati.
Pochi chilometri più a nord dalla stazione, il caratteristico Trenino Rosso delle Ferrovie Retiche varca il confine ed entra nel cantone dei Grigioni, per proseguire verso Poschiavo, l’Engadina e il cuore della Svizzera, offrendo la possibilità di un viaggio unico tra viadotti mozzafiato e panorami da cartolina che cambiano a ogni stagione, al punto che è impossibile stabilire quale sia la migliore per concedersi questa piccola avventura. Anche se questa volta il nostro itinerario non lo include, non possiamo non menzionare questo capolavoro ingegneristico, Patrimonio dell’UNESCO.
Teglio: la culla autentica dei pizzoccheri, che ha dato il nome alla Valtellina
Dal fondovalle risaliamo verso Teglio, transitando da Tresenda, seguendo la strada che ha ospitato fino agli anni Settanta una tra le più spettacolari gare in salita riservate alle moto, una scalata molto apprezzata anche da chi ama le due ruote a pedali. Teglio è il borgo che ha dato il nome a tutta la valle, e la strada è un susseguirsi di curve che si aprono su panorami incantevoli, e qui la nostra Jeep Renegade ibrida dimostra grande versatilità. Arrivati a Teglio, ci immergiamo nella tradizione gastronomica più autentica. Visitiamo l’Accademia del Pizzocchero, dove scopriamo le rigide linee guida per preparare questo piatto simbolo della cucina valtellinese: farina di grano saraceno, verza, patate, formaggio Casera e burro fuso, un connubio di semplicità e bontà. Passeggiamo tra le stradine del borgo, dove il tempo sembra essersi fermato. Ci fermiamo per pranzo in una trattoria storica, dove il calore dell’ospitalità valtellinese si sposa con i sapori della tradizione.
La strada panoramica: tra vigneti e panorami unici
Riprendiamo il viaggio senza scendere nel fondovalle, ma seguendo il versante settentrionale, un’area caratterizzata dai terrazzamenti coltivati a vite. La strada panoramica è una delle più belle che abbiamo mai percorso: ogni curva regala una nuova prospettiva sulla valle e sui vigneti eroici, dove si producono i grandi vini valtellinesi come il Sassella, l’Inferno e il Grumello. La Jeep si comporta egregiamente su questa strada stretta e tortuosa, con una stabilità che ci permette di godere appieno del panorama senza preoccupazioni. I muretti a secco che sostengono i terrazzamenti sono un’opera d’arte, testimoni di un’antica tecnica tramandata di generazione in generazione.
Inaugurata nel 2021, la Passerella delle Cassandre è un passaggio ciclopedonale sospesa a quasi 100 metri sopra il torrente Mallero, che scende dalla Valmalenco e le sue gole selvagge, chiamate Cassandre
Sondrio: tra storia e modernità
Arrivati a Sondrio, ci immergiamo nel capoluogo dell’intera Valtellina. Piazza Garibaldi, con i suoi eleganti caffè, è il punto di partenza ideale per esplorare la città. Ci perdiamo tra i vicoli del centro storico, scoprendo palazzi nobiliari e piccole botteghe artigiane. Visitiamo la passerella sulle Cassandre, un ponte ciclopedonale che si affaccia sulle gole del Mallero, il torrente che scende dalla Valmalenco, regalando una vista spettacolare sul capoluogo valtellinese. Prima di ripartire, una deviazione ci porta alla Chiesa di Sassella, un gioiello costruito su uno sperone di roccia, che domina la valle con la sua semplicità e bellezza.
Postalesio e le sue “piramidi”: una meraviglia naturale autentica
Da Sondrio saliamo verso Postalesio, dove una strada ripida e disseminata di stretti tornanti ci conduce alle famose piramidi di terra. Queste colonne naturali, sormontate da massi, sono il risultato di secoli di erosione, e rappresentano uno spettacolo unico, sconosciuto ai più. Il percorso per raggiungerle è impegnativo, ma la Jeep si dimostra ancora una volta una compagna di viaggio affidabile, affrontando senza difficoltà i tornanti più stretti.
Le valli laterali: Masino e Tartano
Dedichiamo il pomeriggio alla scoperta di due valli laterali. La Val Masino, con le sue pareti granitiche e i boschi rigogliosi, è un paradiso per gli amanti della natura, soprattutto in primavera ed estate. Una volta celebre per le sue terme, è oggi una delle mete irrinunciabili per gli amanti dell’arrampicata, che qui trovano pane per i loro denti, con le famose pareti del Sasso Remenno, un monolite di granito tra i più grandi d’Europa, perfetto per sfide adrenalinicheo semplici passeggiate nei dintorni.
La Val Tartano, invece, ci sorprende con il Ponte nel Cielo, una passerella sospesa da record che offre un’emozione unica. Attraversare il ponte regala una vista da un punto di vista inconsueto sulle vette circostanti e sulle profonde gole della valle. La sensazione di camminare sospesi tra cielo e terra è indimenticabile, un’esperienza che combina l’adrenalina con il fascino della natura incontaminata. La valle offre inoltre percorsi escursionistici ideali per ogni livello, portando i visitatori alla scoperta di alpeggi isolati e tradizioni rurali che sembrano sospese nel tempo.
All’interno della stalla modello dell’Agriturismo La Fiorida gli animali sono allevati ponendo massima attenzione al loro benessere, alla loro alimentazione e al luogo che li ospita. Sono presenti 200 vacche da latte di razza Bruna Alpina , 250 maiali e 80 capre
La notte a La Fiorida: relax, gusto e la bresaola autentica
Per la notte ci fermiamo all’Agriturismo La Fiorida, a Mantello. Questo splendido hotel a quattro stelle è molto più di un semplice luogo dove dormire: è un’esperienza completa di relax e gusto. L’ambiente è curato nei minimi dettagli, con camere accoglienti e un centro benessere che invita a rilassarsi dopo una giornata di esplorazioni. Ceniamo in uno dei due ristoranti della struttura, dove i piatti sono realizzati con prodotti a km zero provenienti dalla fattoria interna visitabile dagli ospiti della struttura. Dal latte alla bresaola, tutto qui parla di qualità e autenticità. Uno dei ristoranti, La Preséf, peraltro, vanta una stella Michelin, un dettaglio che rende l’esperienza ancora più speciale.
OGNI VIAGGIO PUO’DIVENTARE POESIA
In Val Gerola la Poesia l’ha trovata anche una vera poetessa. La troverete anche voi?
BITTO
Innarrestabile luccichio incastonato tra monti e girotondi di baite a un passo dal cielo, la parola chiusa e breve dei celti, antico vessillo di fame e di fatica, di vita e di stagione
azzurra e verde di pascoli alti,
dentro ci scorre il latte,
da cima a valle, “bitu”… eterno…
mai nome fu
destino migliore.
Roberta Ceudek
Val Gerola: dove è nato il Bitto Storico
Il giorno seguente esploriamo la Val Gerola, una valle che sembra uscita da una cartolina. Le montagne innevate incorniciano un paesaggio che regala pace e bellezza. Arriviamo al Centro del Bitto Storico, un luogo che custodisce una delle tradizioni più preziose della Valtellina. Qui scopriamo il segreto del formaggio Bitto, prodotto esclusivamente nei mesi estivi con latte crudo di animali che pascolano liberamente sugli alpeggi. L’atmosfera è resa fiabesca dalla presenza del torrente che nasce poco più in alto, e che ha dato il nome al formaggio, e l’accoglienza dei casari ci permette di entrare in contatto con un mondo che resiste ai ritmi moderni. Degustiamo questo formaggio unico, che racchiude in sé tutti i sapori e i profumi delle montagne circostanti.
A Gerola Alta l’edificio della Casa Comunale ospita anche il Centro del Bitto Storico. Oltre al negozio, è possibile visitare la cantina dove sono conservate oltre tremila forme di Bitto Storico di diverse annate
Morbegno: tradizione, sapori, e molto di più
Concludiamo il nostro viaggio a Morbegno, il cuore della Bassa Valtellina. Anche se è meno noto, talvolta sottovalutata, rispetto ad altre località della Valtellina, Morbegno può essere considerato un luogo Premium per diverse ragioni. Per le sue tradizioni autentiche e l’atmosfera senza tempo che si respira passeggiando per le sue vie in un’atmosfera lontana dal turismo di massa, ma anche per l’enogastronomia d’eccellenza, per l’accesso privilegiato alla natura, senza dimenticare la sua storia e l’architettura ricercata, l’atmosfera discreta e sofisticata, gli eventi e la cultura. In sintesi, Morbegno è un luogo che racchiude il meglio della Valtellina, ma senza ostentazione. Una destinazione Premium per chi cerca un’esperienza sofisticata, ma lontana dai circuiti più battuti.
Questo borgo ci sorprende per la sua ricchezza storica e culturale. Visitiamo Palazzo Malacrida, un gioiello architettonico che racconta di un passato nobile e raffinato. Passeggiando per il centro, entriamo nella bottega dei Fratelli Ciapponi, dove il tempo sembra essersi fermato al 1883: scaffali di legno carichi di prodotti locali, un’atmosfera d’altri tempi e un calore che ci fa sentire a casa.
Proseguiamo verso il Ponte di Ganda, una struttura storica che attraversa il fiume Adda, simbolo del borgo e punto panoramico di grande fascino. Infatti è stato scelto dall’artista Tiziana Carcagni come soggetto per un dipinto nel quale sono racchiusi gli elementi chiave di questo WEEKEND PREMIUM.
E non possiamo lasciare Morbegno senza portare a casa gli autentici sapori di questa valle. Ci concediamo quindi una visita alla Latteria Sociale Valtellina, una cooperativa nata nel 1969 che rappresenta una pietra miliare della produzione casearia locale. Qui il 70 per cento del latte valtellinese viene trasformato entro 48 ore dalla mungitura in formaggi autentici e di altissima qualità. Scopriamo le tecniche artigianali utilizzate per produrre il Casera e il Burro, ingredienti fondamentali per i pizzoccheri valtellinesi. Una degustazione dei loro prodotti ci convince che la genuinità e la passione sono il cuore pulsante di questa realtà. Un assaggio che ci convince a tornare presto a Morbegno per un’immersione ancora più profonda nei suoi sapori, esaltati dagli eventi dedicati, come la Mostra del Bitto e Morbegno in cantina, gli appuntamenti autunnali che tra settembre e ottobre di ogni anno richiamano in bassa Valtellina migliaia di appassionati dei gusti autentici.
Sì, si può fare, specialmente se è un’auto che si può fare in Italia.
Quello che pensiamo noi è che nelle città le elettriche adatte sono le piccole, ricaricabili velocemente ed anche nel proprio box. Mentre per le weekend-car meglio scegliere le ibride tipo plug-in. E lo abbiamo già detto a fine estate, quando abbiamo presentato le 10 auto più efficienti del futuro.
W.P. in Tour: sui Colli Piacentini con la Renault Scenic
https://youtu.be/s6h9DvQltRILa nostra ricerca dell’autenticità ci ha portato sui colli piacentini, un angolo d’Italia che racchiude storia, cultura, sapori e tradizioni capaci di resistere non solo agli anni, ma ai secoli. In un mondo in cui tutto sembra piegarsi alle mode, alle fusioni e alla sofisticazione, i colli piacentini rappresentano una boccata d’aria pura.Dopo la tappa in Liguria, del nostro WEEKEND PREMIUM IN TOUR a Recco, una delle tappe del nostro percorso alla ricerca dell’autenticità sarà anche visitare questi colli dove si producono eccellenze, dove il microclima è perfetto per la stagionatura di coppe, salami e pancette, che sono protetti da un disciplinare del Consorzio, che ne sorveglia l’autenticità. Qui castelli, eccellenze del gusto e santi viaggiatori convivono in una celebrazione dell’autentica identità del territorio.Siamo pronti a partire con la nostra compagna di viaggio: una Renault Scenic elettrica, perfetta per questo weekend all’insegna della scoperta. Con la sua ampia autonomia, il comfort dei sedili e un bagagliaio spazioso, è l’ideale per affrontare un percorso tra le colline emiliane senza la tipica ansia da rifornimento. Da Milano, imbocchiamo l’autostrada A1 e usciamo a Casalpusterlengo per seguire un percorso meno battuto, che ci porta fino alla Val Tidone.
Tra castelli e santi viaggiatori
Raggiungiamo il Castello di Agazzano, che unisce lo stile di una roccaforte difensiva con il lusso di una residenza rinascimentale. Passeggiare per i suoi cortili significa compiere un salto indietro nel tempo, tra le epoche dei grandi signori del passato e il lento scorrere della vita di campagna. Viaggiare sui colli piacentini non significa solo riempire gli occhi di bellezza, ma anche concedersi qualche peccato di gola. Le specialità gastronomiche di questa terra sono celebri in tutta Italia, e i salumi piacentini sono veri protagonisti. La nostra prima tappa è Stra, in Val Tidone, per visitare l’azienda salumi Grossetti, dove ci accolgono Antonio Grossetti, presidente del Consorzio Salumi Dop Piacentini e il figlio che prosegue la tradizione di famiglia, e insieme garantiscono l’autenticità della produzione di tutti i soci, e qui ci mostrano come si realizzano le eccellenze piacentine. Qui, nel salumificio Grossetti, scopriamo i segreti della pancetta, della coppa e del salame piacentino, prodotti rigorosamente a mano con l’aggiunta di solo sale e aromi naturali, senza conservanti. La pancetta e la famosa coppa vengono preparate secondo antiche tecniche di salatura e massaggio delle carni, seguite da una lenta stagionatura nei locali ventilati, che permette ai sapori di svilupparsi in modo unico e autentico.Dopo la visita all’azienda salumi Grossetti, proseguiamo verso l’Agriturismo Casa Galli per il pranzo, dove degustiamo nuovamente i salumi tipici della zona e i primi più caratteristici del piacentino: i pisarei e fasö, e i tortelli, dopo aver scoperto come questi ultimi sono realizzati, rigorosamente a mano. Successivamente, riprendiamo il viaggio verso Bobbio, passando dal passo della Caldarola, con una sosta intermedia all’azienda Vitivinicola La Torretta, situata a Sala Mandelli, specializzata nella produzione dei vini tipici del piacentino: Malvasia, Gutturnio e Ortrugo. È una delle aziende locali specializzate nella produzione di vini frizzanti, ideali per essere abbinati ai salumi. E qui scopriamo le origini del nome Ortrugo: in passato quel vitigno non era classificato, veniva chiamato in dialetto con un nome che può essere tradotto in “altra uva”. Solo negli anni Settanta è stato scoperto e trasformato in un vino bianco frizzante perfetto per accompagnare i salumi classici.Tra i saliscendi delle colline la nostra Scenic sorprende per la guida rilassata e piacevole. Ci permette di affrontare curve e tornanti in totale relax, con la certezza di avere sempre un’erogazione dolce e senza strappi. E la possibilità di regolare l’intensità del sistema di rigenerazione dell’energia ci consente di affrontare le discese senza mai toccare i freni, con il vantaggio di veder aumentare progressivamente l’autonomia. Anche se in realtà i circa 500 km percorribili con una ricarica cancellano l’ansia da ricarica che molte auto elettriche generano. Il nostro itinerario è infatti teoricamente percorribile senza collegarsi a una colonnina di ricarica per chi parte da Milano. Il tramonto al passo della Caldarola ci regala uno spettacolo indimenticabile. Per un attimo ci sembra di toccare il cielo, e di… sentir poesia.
Per cena arriviamo a Bobbio, il cuore spirituale dei colli piacentini, dove all’Albergo Nobile ci aspetta uno dei migliori ristoranti della zona. Dopo cena, pernottiamo presso lo stesso hotel per riposarci e prepararci per il giorno seguente. Qui assaggiamo una specialità da non perdere: i maccheroni realizzati a mano, utilizzando i ferri da calza, conditi con un sugo di stracotto, cucinato a fuoco basso per ben 4 giorni. Un’esperienza da non perdere. Bobbio è famoso non solo per la sua splendida abbazia, ma anche per San Colombano, il monaco irlandese che nel VII secolo attraversò l’Europa per arrivare qui e fondare uno dei centri religiosi più importanti dell’epoca. Ogni anno, il 23 novembre, Bobbio si anima per celebrare il suo santo protettore, attirando pellegrini e visitatori da ogni dove. Passeggiando per le stradine del borgo, ci imbattiamo nell’Abbazia di San Colombano, imponente nella sua semplicità, e nel famoso Ponte Gobbo, noto anche come Ponte del Diavolo, con le sue arcate irregolari che sembrano quasi sospese nel tempo.
L’Abbazia di San Colombano
L’Abbazia di San Colombano è un luogo di pace e di spiritualità, fondata dal santo irlandese San Colombano nel 614. L’abbazia conserva ancora oggi una suggestiva atmosfera che richiama pellegrini e turisti. La chiesa, con la sua navata solenne e gli affreschi che raccontano la vita del santo, è un esempio di architettura medievale che ha mantenuto intatta la sua sacralità. Accanto all’abbazia si trovano il museo e la cripta, dove riposano le reliquie di San Colombano, una tappa imprescindibile per chiunque desideri immergersi nella storia di questo luogo mistico.
Ponte Gobbo e la leggenda del diavolo
Il Ponte Gobbo, conosciuto anche come Ponte del diavolo, è uno dei simboli di Bobbio. Questo ponte medievale, con le sue undici arcate irregolari, si erge sul fiume Trebbia creando un panorama davvero pittoresco. La leggenda narra che il ponte sia stato costruito in una sola notte grazie all’aiuto del diavolo, che in cambio avrebbe preteso l’anima del primo che lo avesse attraversato. San Colombano accettò il patto, ma ingannò il diavolo facendo attraversare il ponte a un cane. Così, il ponte rimase un’opera straordinaria, ma il diavolo fu sconfitto, lasciando ai posteri questa magnifica costruzione carica di mistero e fascino.
Il centro di Bobbio: shopping e tradizione
Il centro di Bobbio è un luogo che sorprende per la sua vivacità e il suo carattere autentico. Lungo la via principale, troviamo una combinazione perfetta di tradizione e modernità: le botteghe artigiane, dove è possibile acquistare prodotti tipici come salumi, formaggi e miele, si affiancano a eleganti negozi alla moda che attirano molti visitatori, inclusi numerosi milanesi in cerca di un’esperienza fuori porta. La via dello shopping è un susseguirsi di vetrine che raccontano storie di antiche tradizioni e nuove tendenze, offrendo un’esperienza unica tra l’artigianato locale e la raffinatezza delle boutique.Il nostro viaggio sui colli piacentini termina con una tappa finale al borgo di Rivalta Trebbia, un piccolo gioiello che si sviluppa intorno al Castello di Rivalta. Questo borgo pittoresco è caratterizzato da strette vie acciottolate, case in pietra e un’atmosfera d’altri tempi che invita a rallentare e godersi ogni dettaglio. Passeggiando per le sue stradine, si percepisce l’autenticità di un luogo che ha saputo preservare il suo spirito originale, lontano dal caos e dalla frenesia del mondo moderno. Il castello domina il borgo con la sua maestosità, ma sono le piccole cose a fare la differenza: le botteghe artigiane, i ristorantini che offrono piatti della tradizione e la calorosa accoglienza degli abitanti. È un’antica fortezza affacciata sulla valle del Trebbia, con i suoi torrioni e il suo elegante giardino, il castello è un esempio perfetto di residenza nobiliare che ancora oggi conserva tutto il suo fascino medievale.Concludiamo il nostro viaggio sui colli piacentini con la consapevolezza di aver scoperto una terra che ha molto da offrire: castelli che raccontano storie di nobili e cavalieri, borghi in cui il tempo sembra essersi fermato, e sapori che parlano di passione e autenticità. Un viaggio che non è solo un itinerario turistico, ma un vero e proprio tuffo nell’identità più genuina dell’Italia. Lasciamo a malincuore questi colli magici e prendiamo l’autostrada, ma pensiamo già alla prossima tappa del nostro WEEKEND PREMIUM IN TOUR. Arrivederci al prossimo weekend.
Ogni viaggio può diventare poesia
https://youtu.be/Eh5c7lOw5h8
Non tutti la cercano, non tutti la trovano.La nostra vita, come corsa per viaggiare di più,correre di più,fotografare di più,tutto di più, non ci permette di fermarci…ma in una sera d’autunno può capitare che,guidando fra questi colli come fra onde di un mare che la natura ha coloratoe in cui l’auto sembra quasi danzare scivolando su queste curve solitarie,ad un tratto vedi una lucee ti vien voglia di fermarti,devi fermarti.Tu, al Passo della Caldarolae quella luce che arriva da un cielo vicino,come una carezza che illumina questi collicome onde di un mare di poesia.Un attimo,un lungo attimoin cui ti manca il respiro e ti sembra di volare,in cui non hai sete,non hai fame, né freddoné caldo,in cui senti d’averla trovata,la poesia.
Raffaele d’Argenzio
Ford Pro Electric SuperVan: l’incredibile furgone elettrico da 2.000 CV [VIDEO]
Al Goodwood Festival of Speed 2022, Ford inaugura il primo capitolo elettrificato della sua leggendaria serie di Supervan mostrando in anteprima globale il SuperVan elettrico ad altissime prestazioni realizzato da Ford Pro. Il SuperVan elettrico di Ford Pro sfrutta tutto il potenziale delle prestazioni elettriche e della connettività avanzata per raggiungere le prestazioni più elevate di tutta la gamma dei furgoni Ford e sottolineare l’enorme impegno dell’azienda verso l’elettrificazione.Quattro motori elettrici, una batteria da 50 kWh raffreddata a liquido e un sistema di controllo su misura producono circa 2.000 CV per un’accelerazione da 0 a 100 km/h inferiore ai 2 secondi. Le prestazioni di un telaio appositamente costruito e pronto per scendere in pista, con componenti del recente E-Transit Custom – la prima versione completamente elettrica del van più venduto in Europa – sono integrate con la tecnologia SYNC di Ford che utilizza un touchscreen che si rifà alle vetture dell’Ovale Blu e che vanta funzionalità aggiuntive per controllare le capacità uniche del SuperVan elettrico.La connettività avanzata tiene informato il conducente e consente la trasmissione di dati in tempo reale per la gestione remota del veicolo e l’ottimizzazione delle prestazioni, proprio come i servizi integrati in grado di accelerare la produttività di oltre 125.000 clienti Ford Pro in tutta Europa. Presenti a bordo anche modalità di guida selezionabili e la frenata rigenerativa, due caratteristiche già presente sui veicoli elettrici Ford di produzione. Il sorprendente veicolo dimostrativo completamente elettrico è stato sviluppato in segreto da Ford Performance e dagli specialisti di rally e corse elettrificate STARD in Austria, mentre il design degli esterni è stato curato dal team Ford Design di Colonia, in Germania.https://youtu.be/n5xea2E4LNM
A Castiglione Olona con la Mercedes GLA ibrida plug-in per una nuova tappa del WEEKEND PREMIUM GRAN-TOUR
Dopo esserci trasformati in “cercatori d’oro” accompagnati dalla Ford Kuga Hybrid, riprendiamo il WEEKEND PREMIUM GRAN-TOUR per scoprire nuove bellezze del Belpaese. Questa volta siamo accompagnato da un altro SUV elettrificato di carattere premium, ovvero la Mercedes GLA 250 e EQ Power Automatic che ci porta non lontano dalla frenetica vita cittadina di Varese, in una vallata circondata dalle dolci colline boscose del parco naturalistico del Rile Tenore Olona, dove sorge, fiero delle sue nobili origini, l’antico borgo di Castiglione Olona.Palazzo dei Castiglioni di MonteruzzoImmerso nel verde e bagnato dal fiume Olona e da una moltitudine di piccoli torrenti. È uno dei 12 Comuni del parco RTO, che custodisce, oltre a un’importante area agricolo-boschiva, anche un vasto patrimonio storico, culturale e monumentale, contribuendo a formare un “polmone verde” all’interno di una delle zone più urbanizzate della Lombardia.Il Suv compatto ibrido plug-in della Stella offre confort elevato, su strada e fuoristrada; consumi molto contenuti, con batteria carica; motore brillante in accelerazione, anche se il cambio non è puntualissimo nelle cambiate. All’improvviso, addentrandoci nel parco in provincia di Varese, l’inaspettato diventa quotidiano. Rosso del tramonto o bianco dorato: sono i vini di Cascina Ronchetto. Sulla strada verso la nostra meta, siamo rapiti dalla bellezza di questi luoghi, soffermandoci ad ammirare opere d’arte imperdibili.
Si parte
L’ingresso della CollegiataRaggiungiamo Castiglione Olona da Milano, attraverso l’A8 autostrada dei laghi (uscita Varese est-Gazzada) e l’ex ss 233 Varesina. Secondo la leggenda, la nascita di questo posto risalirebbe al 401 d.C., quando le truppe romane del generale Stilicone si stanziarono, con il loro accampamento, sulle fertili rive del fiume Olona. Gli storici registrarono, in seguito, il passaggio dei Longobardi, ma soltanto nell’anno 1000, quando il territorio divenne possedimento del nobile casato Castiglioni, comparve il primo nucleo abitativo.La CollegiataL’ambito feudo fu continuo oggetto di contesa da parte delle più potenti famiglie dell’epoca, i Visconti e i Torriani, che alternativamente si allearono con i Castiglioni. Tutt’oggi i resti della rocca e dell’antica cinta muraria del borgo ci rimandano alle tormentate vicende del periodo, segnato dagli scontri e dagli intrighi politici. L’instabilità perdurò fino al 1422, quando la costruzione della Collegiata, sulle rovine del castello, segnò il passaggio dalla bellicosità alla spiritualità.
L’auto
il badge EQ Power identifica la tecnologia ibrida plug-inLa Mercedes GLA, in versione green, sfoggia il badge EQ Power, che identifica la tecnologia ibrida plug-in, su una carrozzeria che ha abbandonato il look da crossover per indossare l’abito tradizionale dei Suv della stella di taglia maggiore, come GLB, GLC e GLE. Comfort è la parola chiave, sia per chi guida sia per gli occupanti, sistemati in un ambiente cresciuto in abitabilità, a dispetto del leggero decremento (-1,5 cm) nella voce lunghezza. La seconda serie cresce soprattutto in altezza (+ 10 cm), un beneficio per i passeggeri posteriori che ora godono anche di 33 cm di spazio in più per le gambe. All’interno ruba la scena l’ormai noto doppio schermo del sistema d’infotainment MBUX, in grado di comprendere il linguaggio naturale. Nota di merito per la taratura dei sistemi di guida assistita, sempre vigili e presenti, ma mai troppo invasivi.
Cosa vedere
La ripida salita in acciottolato per arrivare alla CollegiataAl cardinale Branda Castiglioni, nato a Milano il 4 febbraio 1350, va il merito di aver reso Castiglione Olona una “cittadella ideale” rinascimentale, progettandola secondo i principi molto in voga all’epoca. Il 7 gennaio 1422 il cardinale ottenne da papa Martino V l’autorizzazione a costruire la Chiesa della Collegiata, consacrata il 25 marzo 1425. Il complesso si erge su un colle che sovrasta il borgo di Castiglione e domina la sottostante valle dell’Olona: un luogo strategico per il controllo del territorio. Vi si arriva dopo una ripida salita in acciottolato che termina sul sagrato. Costruita su progetto dei fratelli Alberto, Giovanni e Pietro Solari in forme lombardo-gotiche, la struttura a pianta longitudinale ospita al suo interno gli affreschi di Masolino da Panicale (storie della Vergine) e dei suoi due allievi Lorenzo Vecchietta e Paolo Schiavo. Sempre del maestro toscano (testimone del passaggio epocale dal gotico al Rinascimento: la dolcezza dei volti e i colori luminosi offrono una visione di grande suggestione) sono le storie di San Giovanni Battista nell’adiacente Battistero, considerato il gioiello di Castiglione Olona, a cui si accede tramite il grazioso giardino interno.Il Battistero e i suoi affreschiQui si trova anche il Museo storico. Sulla salita alla Collegiata, incontriamo la Scuola di Canto e Grammatica, oggi sede del municipio. Scendendo ancora un po’, sulla piazza Garibaldi (punto di raccordo delle vie del borgo) si affaccia la Chiesa del SS. Corpo di Cristo detta “di Villa”, edificio di ispirazione brunelleschiana, che attira subito l’attenzione per le due statue in arenaria raffiguranti i santi Antonio e Cristoforo, che giganteggiano sulla facciata. Sull’altro lato della strada, il Pio Luogo dei Poveri di Cristo, un sobrio edificio destinato agli abitanti in difficoltà economiche e ai pellegrini di passaggio.Una vista del borgo dall’altoSenza dimenticare, più in basso, il palazzo Branda Castiglioni, l’antica dimora del cardinale. Tornando sulla piazza e incamminandosi sulla sinistra, in fondo a via Cavour, si giunge al trecentesco Palazzo dei Castiglioni di Monteruzzo, ramo della famiglia del cardinale: affacciato su di un cortile in stile gotico lombardo, accoglie, nei suoi preziosi ambienti interni con affreschi del Quattrocento, il Museo Arte Plastica (MAP) e una collezione di opere di artisti contemporanei.Palazzo Branda CastiglioniAttraversando, poi, il lungo viale d’ingresso, accolti da faggi, aceri e abeti centenari, si arriva al Castello di Monteruzzo, edificio dal suggestivo colpo d’occhio per le alte torri e le merlature in cotto che dominano tutto il bianco profilo. Costruito sulla parte alta, regala un’ampia veduta del borgo e dell’ambiente circostante.
Anima green
Powertrain ibrido plug-inIl powertrain della Mercedes GLA ibrida plug-in combina il quattro cilindri 1.3 turbo con il motore elettrico, per una potenza massima di sistema di 218 CV e 450 Nm. Cambio a doppia frizione 8G-DCT a 8 marce, batteria da 15,6 kWh. L’autonomia in modalità elettrica varia tra i 53 e i 61 km nel ciclo Wltp. Il consumo medio omologato, invece, oscilla da 1,6 a 1,8 l/100 km, con emissioni da 38 a 42 g/km di CO2. In modalità elettrica, il guidatore può utilizzare i paddles al volante per modificare il livello di recupero di energia, passando da DAuto a D+, D, D- e D–.La presa di ricaricaSono disponibili anche i programmi Electric, Comfort, Eco, Sport e Battery level, con cui dare eventualmente priorità alla guida elettrica, oppure accentuare la dinamica di marcia con la trazione combinata o privilegiare la guida con motore a combustione interna, ad esempio se si desidera conservare l’autonomia in modalità elettrica. La guida risulta appagante, per via di una potenza che non lascia mai la vettura a corto di fiato, l’insonorizzazione è curata, mentre l’assetto rende l’auto ben piantata a terra. Anche tra i sentieri del parco RTO, dove ci addentriamo mettendo alla prova la nostra GLA.
Polmone verde
Il sentiero TenoreIl parco locale d’interesse sovracomunale Rile Tenore Olona, meglio conosciuto come RTO (prende il nome dai tre Torrenti che attraversano gran parte del suo territorio), si trova lungo il tratto intermedio della Valle del fiume Olona, coprendo una superficie di 2200 ettari ai piedi delle Prealpi Varesine. Qui c’è la possibilità di scoprire e conoscere una grande quantità di ambienti naturali. Nel corso degli ultimi due milioni di anni la zona è stata il fronte di ghiacciai di ben 13 glaciazioni. La particolare geologia del territorio permette la nascita di numerosi piccoli torrenti. Da segnalare, il Monumento Naturale “Gonfolite e Forre dell’Olona”, pietra che risale ai tempi in cui il terreno era bagnato dal mare. È una zona di particolare pregio ambientale, naturalistico, paesaggistico e scientifico. L’area è caratterizzata dalla presenza di formazioni rocciose particolari e da una peculiare conformazione geomorfologica che la distingue dagli analoghi terrazzi fluvoglaciali dell’alta pianura.La cascata e la GonfoliteQui, infatti, si trova la cosiddetta “Gonfolite”, cioè quel particolare substrato geologico costituitosi milioni di anni fa. A piedi o in bici, percorsi e sentieri più o meno “wild” abbondano. L’ideale per immergersi nella natura. E poi c’è il “piccolo Stelvio”, ambito gran premio di montagna, uno dei circuiti ciclistici più rinomati in Lombardia.
L’ora di un aperitivo
Cascina RonchettoTra le aziende all’interno del parco RTO, c’è Cascina Ronchetto. Qui si coltivano principalmente uve Merlot e Chardonnay, dalle quali si ottengono bianchi, rossi e spumanti di qualità. Una qualità che nasce dalla perfetta combinazione tra l’amore per il territorio, una grande passione per la viticoltura e tecnologie enologiche all’avanguardia (per il controllo della fermentazione si utilizzano silos in acciaio inox termoregolati, mentre l’affinamento avviene in botti di rovere francese di diversa dimensione).Un bicchiere di vino rosso, sullo sfondo la Mercedes GLA ibrida plug-inOltre alla cantina, la cascina offre anche spazi dedicati alla degustazione, angoli perfetti per la meditazione e uno sguardo amorevole sui vigneti che la circondano. Un consiglio per la notte? Palace Grand Hotel, a Varese: progettato da Giuseppe Sommaruga (uno degli architetti più illustri del periodo Liberty) oltre un secolo fa, è situato sul Colle Campigli, immerso in un parco secolare. Offre uno straordinario panorama, dal centro città al lago di Varese, fino alla catena del Monte Rosa. Aperto nel 1913 e completamente rinnovato negli ultimi anni, mantiene intatte le caratteristiche del progetto iniziale. Gli arredi sobri ed eleganti si fondono perfettamente con i colori delle pareti e le decorazioni Liberty.I vini proposti dalla CascinaSi può anche gustare un ottimo cocktail prima di accomodarsi al ristorante ed assaporare la qualità della cucina italiana. Ricerca, raffinatezza e servizio si fondono per vivere un’esperienza unica.
Compagna di viaggio
L’abitacolo della GLALa presa di corrente della Mercedes GLA ibrida plug-in si trova sulla fiancata destra della vettura. Se collegati a una wallbox da 7,4 kW in corrente alternata (CA), questo modello passa da un livello di carica (SoC, “Status of Charge”) del 10% al 100% in 1 ora e 45 minuti. Inoltre, è possibile sfruttare la ricarica in corrente continua (CC) da 24 kW, che richiede circa 25 minuti per portare il livello di carica dal 10 all’80%. Parlando di prestazioni, la velocità massima arriva a 220 km/h e i 100 km/h vengono raggiunti in 7,1 secondi. La vettura è in grado di ottimizzare il consumo e l’utilizzo del powertrain grazie anche ai dati di navigazione: l’infotainment MBUX è dotato, infatti, di funzioni dedicate ai modelli plug-in hybrid.
Alla ricerca dell’oro con Ford Kuga Hybrid
Fuori dal nostro “solito” Gran-Tour, a bordo della Ford Kuga Hybrid abbiamo voluto fare qualcosa di diverso. Un weekend come gli eroi descritti da Jack London, alla ricerca dell’oro varcando i confini non dell’Italia, ma della Lombardia. Avventura, sacrificio e pericoli: sono tre parole chiave che riguardano gli eroi dei libri di Jack London. Ispirati da questi impavidi personaggi, abbiamo voluto andare alla ricerca dell’oro ma senza lasciare il Paese. Ci hanno infatti detto che, inaspettatamente, in una riserva naturale del Piemonte è possibile non solo cercare, ma anche trovare e portarsi a casa dell’oro. Sarà vero? Per scoprirlo, dovete iniziare il viaggio con noi.https://www.youtube.com/watch?v=h00WkColqcoIn un’avventura ricca di pezzi fuoristrada avremo come compagna di viaggio la nuova Ford Kuga, ovviamente hybrid vista la vocazione naturalistica del nostro percorso. Primo SUV europeo della casa americana, la Kuga è giunta oggi alla sua terza generazione, tutta nuova nel design e nei motori che sono completamente elettrificati. A bordo dell’elettrificazione “media”, la full hybrid, siamo partiti verso una riserva green del Monferrato come gli avventurosi cercatori d’oro del Far West. conoscere la suggestiva e affascinante attività di Daniele Cermelli che alla Cascina Merlanetta, oltre a fornire aree sosta per i camperisti, insegna agli ospiti a cercare l’oro nascosto nel torrente Orba, presso cui il suo agriturismo si trova.Un weekend legato alla natura, alla valorizzazione del territorio anche grazie alla motorizzazione ecologica della Kuga, la quale grazie alla coppia diretta del motore elettrico e alla trazione integrale non rinuncia a spinta e prestazioni, assicurando quella guida sportiva tipica Ford anche su una vettura a ruote alte. 190 CV dati dal motore 2.5 litri 4 cilindri in linea benzina unito a una batteria da 1,1 kWh, che permette di andare in elettrico in fase di veleggiamento autostradale, e fino a 20-30 km/h in città, assicurando, nonostante le quattro ruote motrici, un consumo medio di 5,7 litri ogni 100 km. La nostra versione, la ST Line, si fa ancora più sportiva nell’estetica, con paraurti ribassati all’esterno, enfatizzati dalla splendida vernice bianco-perla, e da interni in pelle con cuciture rosse a contrasto all’interno, e con sedili che guardano sì al mondo racing, ma di grande comodità lungo il percorso.
La Riserva naturale del Torrente Orba
Il nostro viaggio comincia, come di consueto, in autostrada, in questo caso la A7 o autostrada dei Giovi che collega Milano a Genova. Noi, però, dobbiamo uscire a Novi Ligure, e già da qui, dove possiamo iniziare ad ammirare i pittoreschi paesaggi costituiti da piccoli boschetti e vigne, capiamo che forse non siamo stati consigliati male, e che siamo capitati nel posto giusto.L’agriturismo è immerso nella Riserva Naturale speciale del Torrente Orba, istituita dalla Regione Piemonte nel 1987. Con una superficie di circa 257 ettari, si trova interamente nella provincia di Alessandria tra i comuni di Casal Cermelli, Bosco Marengo, Capriata d’Orba e Predosa ed è a sua volta inserita in un’area pianeggiante con forte vocazione agricola. L’area segue tutto il Torrente Orba, vero e proprio protagonista di questo viaggio, che non solo è il tesoriere dell’oro che abbiamo poi cercato, ma le sue rive ospitano numerosi alberi (soprattutto salici, pioppi, querceti e robinieti). Inoltre, questa riserva e la stessa Cascina Merlanetta è divenuta famosa per la recente ricomparsa del Lupo.Impossibile poi non citare i numerosi nidi di gruccioni creati tutti sulle sponde del torrente. Il gruccione è una perla del Monferrato: piccolo e dal canto allegro, i suoi colori accesi potrebbero farlo sembrare un uccello tropicale, ma al contrario è una specie autoctona che crea i suoi nidi scavando cunette nelle profondita degli argini dei fiumi, come accade sull’Orba, cosa che permette loro di non dover covare tutto il giorno grazie alla temperatura costantemente mantenuta superiore ai 20°C.Cascina MerlanettaGuidando, e poi camminando, e poi ancora guidando tra il fiume e gli alberi, nel silenzio della motorizzazione elettrica della Kuga che si attiva sotto i 50 km/h, capitiamo in un grosso complesso, visibilmente una cascina, dotata anche di diverse piazzole per la sosta camper, in perfetta linea con un’avventura senza una meta prestabilita come la nostra. Suonando, scopriamo essere la Cascina Merlanetta, agriturismo e fattoria didattica.
La lunga storia dell’oro in Piemonte
Parlando alla proprietà del nostro viaggio, veniamo a sapere che tra le numerose attività proposte dalla Cascina c’è anche quella che cerchiamo noi. Camperisti e turisti di ogni genere possono però essere istruiti da Daniele Cermelli, il proprietario, sulla ricerca dell’oro, e proprio nella riserva naturale speciale del Torrente Orba la Regione Piemonte ha individuato l’unica area autorizzata alla ricerca dell’oro manuale – e mai meccanica – a scopo amatoriale, scientifico e didattico. Grazie alla copiosa presenza del quarzo bianco, le sabbie del torrente sono aurifere e non è difficile portare a casa qualche grammo del prezioso metallo.Cascina Merlanetta PorticoPrima della ricerca, tra l’altro, è possibile ripercorrere un po’ di storia della ricerca dell’oro, e dell’agricoltura, nel museo che Cermelli ha predisposto all’interno della cascina: qui, tra documenti, articoli di giornali, reperti geologici di era celtica e romana, e macchinari originali, scopriamo che la ricerca dell’oro nella zona ha lunghe radici, e veniva praticata dai celti, dai romani.Cascina Merlanetta Sarcofago romanoNel tempo ha poi avuto tentativi di meccanizzazione, per rendere il processo più semplice e con anche brevetti su macchinari adibiti allo scopo, finché il governo italiano non ha deciso di rendere legale solo la ricerca manuale. Scopriamo anche che l’oro dell’Orba scende dalle montagne del Parco delle Capanne di Marcarolo, e che pare che tutti i corsi d’acqua auriferi della zona contengano la parola “Oro” nel nome, come lo stesso Orba, ma anche la Dora Baltea e diversi fiumi della zona.
Pala, badile e… calamita!
Oggi, la ricerca dell’oro è un hobby di grande fascino, e sia la Regione Piemonte sia lo stesso corso fornito dalla Cascina Merlanetta permettono di ottenere un tesserino gratuito con possibilità di raccogliere fino a 5 grammi al giorno.Ricerca oroFinita la visita al museo, quindi, Daniele ci mostra in una sorta di demo ricreata nel cortile della Cascina come si cerca l’oro in un fiume, armati di pala e badile, ma anche del ferro che ci servirà per separare la Magnetite dall’oro verso la fine delle operazioni. Un processo che si fa ancora più affascinante quando, dopo aver indossato gli stivali impermeabili, usciamo dal cancello e andiamo direttamente al fiume. Qui, scegliamo il punto migliore (un’ansa dove durante le piene il metallo si deposita senza venire trasportato via), e tra i ciottoli setacciamo la sabbia alla ricerca delle pagliuzze che contengono il metallo.Ricerca oroUsando il badile, passiamo la sabbia finché non rimane quella più fine, cercando di eliminare le impurità roteando il piatto più volte nell’acqua per rimuovere i materiali più leggeri. Non serve aspettare molto per vedere apparire sempre di più delle piccole scagliette d’oro purissimo, che andiamo ad amalgamare insieme con il dito per farle risplendere alla luce. Un’emozione in grado di far venire le farfalle nello stomaco, soprattutto per questa inaspettata fortuna del principiante.
Bosco Marengo e Casale Monferrato
L’apprendimento e la ricerca dell’oro possono richiedere anche tutta la giornata, ma intorno alla Cascina e al Torrente il Monferrato è ricco di cose da vedere, come noi ora ci sentiamo un po’ più ricchi dopo aver completato la nostra missione. A circa 4 km da Casal Cermelli si trova infatti Bosco Marengo, teatro di quella celebre battaglia del 1447 che vide la sconfitta dell’esercito francese di Re Carlo di Valois-Orléans ad opera dell’Aurea Repubblica Ambrosiana, il breve periodo repubblicano del Comune di Milano tra la morte di Filippo Maria Visconti nel 1447 e il 1450, anno cui Francesco Sforza fu proclamato Duca di Milano. Ma a Bosco Marengo è possibile vedere anche la casa natale di Papa Pio V, quell’Antonio Ghisleri dalle umili origini che rivoluzionò la Chiesa Cattolica: sempre fedele al saio domenicano, a lui si deve l’odierna divisa bianca del Papa; e fu sempre lui l’iniziatore del Concilio di Trento, da cui sarebbe nata la famosa Controriforma in opposizione alla Riforma Luterana.Proseguendo, in un viaggio di circa mezz’ora, arriviamo a Casale Monferrato, antica capitale del tanto conteso Marchesato. Una nobile cittadina sulla riva del Po, che nacque come borgo di poche case – da qui il nome Casale – e che oggi è una meraviglia. Passeggiando si ammirano i portici eleganti, la fierezza dei suoi abitanti; si ammirano i palazzi nobiliari con i cortili interni, veri e propri capolavori, il Duomo coi suoi 900 anni di storia e una delle sinagoghe più belle d’Europa. Sono questi i monumenti che raccontano il ricco passato della Capitale del Marchesato che, in maniera analoga ma geograficamente opposta al Ducato di Mantova (e la citazione non è casuale, dato che i Gonzaga governarono entrambi) esistette per otto secoli come enclave indipendente nel territorio dei Savoia. Una storia fiera, che risale ai tempi di Ottone I, Sacro Romano Imperatore che il 21 Marzo 967 donò a un certo Aleramo di Sassonia, per ringraziarlo delle sue prodi gesta, il territorio della marca che lui potesse circondare in tre giorni di marcia a cavallo, senza perdere nemmeno un ferro. L’ultimo giorno, il cavallo perse un ferro che lui sostituì con un pezzo di mattone, ma non sapendo Aleramo esprimersi se non in piemontese, lo chiamò “Mun Fra”, ovvero Mattone Ferrato: Monferrato.
Le Cattedrali sotterranee di Canelli
Muovendoci ancora, e arrivando nella provincia di Asti dopo un’oretta di viaggio, arriviamo a Canelli. Questo spostamento leggermente più lungo ci permette di apprezzare ulteriormente la dotazione tecnologica della nostra compagna di viaggio: la Ford Kuga Hybrid ST Line ha infatti percorso più del 60% del viaggio sfruttando il piccolo motore elettrico, recuperando tra l’85 e il 100% dell’energia a ogni frenata. La silenziosità di marcia ha quindi consentito di immergerci ancora meglio nel suono di elevata qualità garantito dal sistema audio Bang & Olufsen, azienda danese ormai da lungo tempo partner di Ford.CanelliTra ottima musica, quindi, arriviamo a Canelli. Il Paese, insieme all’Asti Spumante, è dal 2014 Patrimonio dell’umanità UNESCO, per merito delle sue suggestive Cattedrali sotterranee, ovvero cantine tutte sottoterra, veri e propri capolavori di ingegneria e di architettura enologica dove viene invecchiato il celebre spumante. Noi decidiamo di fare visita alle Cantine Contratto, fondate nel 1867 e che con 160 anni di storia sono tra le più antiche del Paese. Qui, infatti, Giuseppe Contratto iniziò a vinificare uve moscato del Monferrato per produrre uno dei primi spumanti italiani rifermentati in bottiglia, e dopo poco, nel 1910, iniziano a conquistare i mercati esteri come simbolo di prestigio e qualità, tanto che le Cantine Castrato nel 1913 sono fornitori ufficiali del Vaticano, della Casa Reale Belga e degli stessi Savoia. Nel 1919 arriva il primo spumante italiano millesimato, scelta innovativa della casa che punta ad esaltare ogni singola annata, mentre nel 1920 la Cantina inizia a produrre anche Vermouth e Liquori.Cantine ContrattoLa visita ci porta all’interno della Cattedrale sotterranea, in un luogo suggestivo fin dall’ingresso superiore, affacciato sulla strada e di squisita architettura del Primo Novecento, con elementi vagamente Art Deco. Come visitatori, è possibile scegliere i Tour Classico da 120 minuti (€ 40 per adulti, € 20 per i bambini) a cui segue degustazione deigli spumanti metodo classico. La visita più lunga, con pacchetto Spend A Day With Us, comprende anche il pranzo da Ape Wine Bar e una seconda visita alla cantina La Spinetta.
Cantine Contratto
Via G.B. Giuliani, 5614053 Canelli (AT)visite@contratto.it
Dove mangiare
A Bosco Marengo, ci imbattiamo nella Locanda dell’Olmo, pittoresco ristorante del Paese dall’architettura classica, che da 25 anni propone della tipica cucina piemontese con elementi moderni e rivisitati per accontentare anche il gusto più raffinato – e infatti noi siamo rimasti molto contenti.Locanda dell’OlmoIl locale nasce dall’unione di due passioni, quella per il vino e quella per la preparazione di piatti sempre legati rigorosamente al territorio, ma anche il risultato della fusione della cucina del Basso Piemonte e della Liguria. La conduzione è da sempre familiare, con la cucina curata da Gianni e Michela, e la sala gestita da Andrea.Locanda dell’Olmo: AgnolottiLa nostra cena si è composta di un antipasto con assaggio di vitello Tonnato, tartare di manzo e tortino salato con fonduta di formaggio. Come primo, invece, degli ottimi agnolotti piemontesi al brasato che rimarranno tra i più indimenticabili tra le nostre esperienze, mentre come dolce l’immancabile Bunet, il “budino” piemontese di antichissima tradizione fatto di cacao, zucchero, uova, amaretti secchi e liquore, accompagnato in questo caso da un canestrello. Il tutto accompagnato dal vino bianco Alta Langa DOCG Blanc de Blancs della cantina Fontanafredda.
Locanda dell’Olmo
Piazza del Mercato 7/815062 Bosco MarengoInstagram: @locandadellolmo
Dove Dormire
La Cascina Merlanetta, che come vedremo ci renderà veri e propri ricercatori d’oro, è un’azienda agricola a conduzione biologica, ma anche fattoria didattica e agriturismo. Il grande complesso dispone di area di sosta camper perfettamente attrezzata: tutte le postazioni dispongono di attacco luce e acqua, e per gli ospiti la Cascina mette a disposizione un blocco servizi con bagno, docce, lavanderia (lavatrice e asciugatrice), ma anche uno spazio cucina con sala da pranzo qualora i viaggiatori non volessero né usare la cucina del camper, né uscire fuori a cena. La sosta camper è slegata dal soggiorno e dalle attività legate al torrente: i camperisti possono venire a sostare chiamando il proprietario Daniele Cermelli, e decidendo per quanto rimanere.Oro trovatoAll’interno della Cascina Merlanetta, gli ospiti possono soggiornare nell’Appartamento Rurale. Un ambiente accogliente e di recente ristrutturato, con tutti i servizi e i comfort: un letto a castello matrimoniale, che offre spazio per tutta la famiglia, cucina con sala in ambiente open space, e bagno comprensivo di asciugamani e phon.Appartamento RuraleÈ l’ideale per un rilassante soggiorno nel silenzio della natura, dove sentire solo il suono degli uccelli e degli animali presenti nella fattoria didattica.
Aspetto sportivo, tanto spazio, e anima offroad: la nostra compagna di viaggio è la Ford Kuga nella sua potente, ma efficiente, versione full hybrid con motore 2.5 benzina da 190 CV unito a un’unità elettrica, per consumi contenuti e la trazione integrale. La linea è quella morbida, con punte squadrate, delle nuove Ford, ultimo baluardo del Kinetic Design 2.0 che vede all’anteriore la grande griglia, logo piccolo spostato sul cofano e fari, qui matrix LED adattivi, di forma allungata. Al posteriore, un profilo verticale e muscoloso, con il nome Kuga a caratteri distanziati. Gli interni sono ben fatti e piacevoli sia alla vista che al tatto, con cruscotto digitale opaco per essere sempre visibile, e display touch centrale da 8 pollici compatibile via cavo ad Android Auto ed Apple CarPlay, per ascoltare le playlist Spotify con l’incredibile sistema audio B&O.La trazione integrale qui può essere sfruttata in diversi modi grazie alle tante modalità di guida: Eco e Normal per la città e la vita quotidiana, la Sport per divertirsi su strade extraurbane, mentre Bassa Aderenza e Fango sono quelle più indicate per l’offroad, o per la guida su neve e terreni scivolosi. È proprio con queste modalità che, superato il Castello di Canelli, ci siamo letteralmente immersi nei vigneti del Monferrato, quasi al confine con le Langhe, abbandonando l’Asfalto e potendo contare sulla ripresa fulminea, ma mai brusca, della Ford Kuga che anche quando ci siamo incastrati tra i numerosi dossi tipici di una strada non asfaltata, si è divincolata facilmente, portandoci a destinazione e riportandoci sull’asfalto.
SCHEDA FORD KUGA FULL HYBRID
Potenza: 190 CV;
Coppia: 200 N/m;
Velocità massima: 196 km/h;
Consumo medio: 5,7 l /100 km;
Emissioni di CO2: 131 g/km;
Prezzi: da 43.335 euro
Da Firenze a Milano, il viaggio di Leonardo con la Peugeot 508 Hybrid
Come nuova tappa del nostro emozionante GRAND-TOUR abbiamo scelto la Culla del Rinascimento, ovvero Firenze, città caratterizzata da un fascino senza tempo. Carichi di passione ed emozione abbiamo percorso in esclusiva tutte quelle zone di Firenze normalmente interdette al traffico, ovviamente dopo aver richiesto al comune un apposito permesso. Come compagma di viaggio abbiamo scelto la Peugeot 508 Hybrid, vettura elettrificata che ci ha permesso di “scorrazzare” in centro città senza emettere emissioni nocive nell’aria.https://www.youtube.com/watch?v=ewPTlrsQFns&ab_channel=WeekendPremiumCome anticipatoin precedenza, la protagonista di questo viaggio è la Peugeot 508 Hybrid, in versione Fastback (c’è anche la variante station wagon): un’auto ibrida plug-in dalla personalità elegante e dinamica, le cui linee tese, atletiche e filanti attraggono gli sguardi (pure davanti all’immensa bellezza dei gioielli architettonici del centro storico fiorentino). Scoprila nel nostro video!
Lo stesso viaggio del Genio
Siamo nel 1480, Leonardo da Vinci vive a Firenze e lavora per Lorenzo il Magnifico. Può disegnare, dipingere, scolpire, esercitare il suo talento, protetto e ammirato dal capo della famiglia dei Medici. Una situazione idilliaca per un artista, ma Leonardo, da buon ariete, è inquieto. L’ambiente fiorentino non lo stimola abbastanza, sente il bisogno di fare nuove esperienze.Milano lo attira. Ed ecco arrivare l’occasione giusta, che ha il volto del Duca di Milano, Ludovico il Moro, tanto rude nei modi quanto sensibile alla bellezza e intenditore d’arte. Un’opportunità che Leonardo non si lascia sfuggire. Lascia incompiuta “L’adorazione dei Magi” e parte. Arrivato a Milano, fa qualcosa di molto moderno, scrive un curriculum in cui illustra le sue abilità e lo presenta al signore di Milano. Non mette però in evidenza le sue doti artistiche, bensì quelle di costruttore di macchine belliche, architetto, ingegnere, perché il suo intento è dedicarsi alla scienza.
Firenze inedita
Palazzo Gondi, FirenzeIl nostro viaggio, come quello di Leonardo, parte dal centro di Firenze, da quelle strade in cui camminava Leonardo. In particolare da Palazzo Gondi, costruito ingoblando la casa dove viveva il padre di Leonardo e dove la tradizione vuole che sia stata concepita La Gioconda. L’assenza del turismo di massa regala la magia unica e irripetibile di vivere la culla del Rinascimento sotto una nuova lente.Abbazia di San Miniato al MonteDal Duomo al Battistero, da Piazza della Signoria e Santa Croce, all’Abbazia di San Miniato (che domina la città dall’alto), da Ponte Vecchio a piazzale Michelangelo (il balcone di Firenze): adesso riaffiorano suggestivi scorci, prima brulicanti di turisti e impossibile da apprezzare appieno. L’esempio più eclatante, però, è quello degli Uffizi dove ci aspettano opere dei Leonardo: adesso si entra subito, senza perdere nemmeno un attimo in fila. Qui si possono ammirare “La nascita di Venere” o “La primavera” di Botticelli, così come “L’annunciazione di Leonardo” o il “Tondo Doni” di Michelangelo, senza nessun altro che disturbi la nostra visita. Ecco “L’adorazione dei Magi” che Leonardo lasciò incompiuta, da buon ariete essendo nato il 15 aprile 1452, come lascerà incompiute tante altre cose per la sete di iniziarne di nuove.Piazzale Michelangelo, FirenzeIn centro a zero emissioni. Una bellezza che si rispecchia anche nella nostra compagna di viaggio, la Peugeot 508 Hybrid. Oltre alle linee, la mancanza delle cornici ai finestrini esprime una chiara vocazione stilistica da coupé e una altrettanto evidente intenzione di superare gli schemi delle altre ammiraglie presenti sul mercato. Ma la particolarità di un design distintivo non è l’unico vanto della Peugeot 508. L’articolata gamma di questo modello propone una versione plug-in hybrid, lo stato dell’arte della tecnologia ibrida, che permette di viaggiare per diverse decine di km in modalità 100% elettrica. Così entriamo nel centro storico di Firenze a zero emissioni. L’auto è talmente silenziosa che quasi la gente per strada non si accorge del nostro passaggio. Solo nel momento in cui si volta allora prende consapevolezza del fatto che stiamo passando accanto a loro.
Tappa intermedia: IMOLA
Rocca SforzescaPartiti da Firenze, prima di raggiungere Milano, deviamo verso Imola (all’altezza di Bologna lasciamo l’A1 e ci immettiamo nell’A14), perché anche qui ci sono segni del suo genio. È il 1502 e Cesare Borgia ha appena conquistato il Ducato di Romagna, con l’appoggio di Papa Alessandro VI e del re di Francia Luigi XII. Il neo-duca affida a Leonardo da Vinci l’incarico di verificare le fortificazioni e le infrastrutture strategiche del territorio.Mappa disegnata da LeonardoSu tutte, la Rocca Sforzesca di Imola (fondata nel XIII secolo), che costituisce uno splendido esempio di architettura fortificata tra Medioevo e Rinascimento. Tra i frutti più preziosi del soggiorno imolese di Leonardo c’è la pianta della città, ora conservata presso la Royal Library del castello inglese di Windsor.Ci fermiamo ad ammirare la ROCCA, ma anche piatti della cucina emiliana.
Spirito hybrid.
Colonnina per la ricarica elettricaLa Peugeot 508 plug-in hybrid, in versione berlina, è equipaggiata con un motore benzina PureTech turbo da 180 CV e un motore elettrico da 110 CV. Potenza complessiva: 225 CV. L’obiettivo è il contenimento dei consumi e delle emissioni, ma anche un grande piacere di guida, grazie ad una ancora maggiore reattività dell’auto (merito del motore elettrico che assicura un boost istantaneo). Le sensazioni sono a dir poco appaganti e rendono la guida piacevole e particolarmente dinamica. Un ulteriore vantaggio arriva dalle sospensioni posteriori multi-link, che possono essere abbinate al sistema Active Suspension Control, per settare lo smorzamento in funzione del percorso e delle preferenze del guidatore. Da un punto di vista tecnico, la batteria della 508 plug-in hybrid ha una capacità di 11,8 kWh. L’autonomia dichiarata dalla Casa, in modalità 100% elettrica, è di 54 chilometri (in base al nuovo ciclo Wltp), ma in condizioni di guida reale scende a una quarantina di chilometri. Ricarica rapida in 1 ora e 45 minuti, se si collega l’auto a una wallbox, sfruttando il caricatore di bordo da 7,4 kW disponibile in opzione.
Anima sportiva nella nuova 508 Sport Enginered
L’obiettivo è il contenimento dei consumi e delle emissioni, ma anche un grande piacere di guidaPer i più esigenti, le performance entrano in una nuova dimensione, fatta di altissime prestazioni e basse emissioni, grazie alla raffinata tecnologia ibrida plug-in con 3 motori di cui è dotata la nuova 508 Sport Engineered. Un nuovo modello al vertice che esalta il concetto di granturismo (disponibile con carrozzeria fastback oppure SW). Stiamo parlando dell’auto di serie più potente mai costruita dalla Casa del Leone. Ce lo ricordano i 360 CV di potenza massima complessiva e i 520 Nm di coppia massima, un’enfasi prestazionale che i numeri certificano alla perfezione: da 0 a 100 km/h in 5,2 secondi, 1000 m con partenza da fermo in 24,5 secondi, da 80 a 120 km/h in 3 secondi, velocità massima di 250 km/h (autolimitata elettronicamente). Numeri che sono il frutto di una perfetta sinergia tra il motore benzina PureTech turbo da 200 CV (all’anteriore) e i due motori elettrici (da 110 CV posto all’anteriore e da 113 CV collocato sull’assale posteriore): un powertrain che dà vita a un concetto che il termine “Neo-Performance” esprime alla perfezione. Prestazioni da vera granturismo con un impatto ambientale incredibilmente ridotto, come testimoniato dagli appena 46 g/km di CO2.
Arrivo a Milano
Nonostante l’emergenza sanitaria, Milano non si ferma e punta alla rinascitaRipartiamo con la Peugeot 508 Hybrid da Imola per raggiungere Milano. Sempre sulle orme di Leonardo, che la scelse per la sua ricchezza e il suo fermento, pensando che lì avrebbe progettato armi e macchine da guerra per la signoria locale. Ci riesce, ma realizza anche tutt’altro, fortunatamente. Tra le opere principali, capolavori straordinari come il Cenacolo, dipinto nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, e le sale del Castello Sforzesco, destinate a ospitare le nozze di Gian Galeazzo Sforza e Isabella d’Aragona.Cenacolo VincianoSenza dimenticare i Navigli, luogo simbolo della città meneghina. Spostandosi, invece, al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica “Leonardo da Vinci” è possibile ammirare la più importante collezione mondiale di modelli leonardeschi.Adorazione dei MagiOggetti futuristici per l’epoca, così come lo sono oggi i grattacieli del nuovo quartiere di Citylife, che approdano quasi in una dimensione parallela: torri dalle forme bizzarre, case che somigliano a grandi navi da crociera, edifici scintillanti come stelle comete. La Torre Isozaki, soprannominata “Il Dritto”, è la più vecchia, progettata dall’architetto Arata Isozaki. Suoi fratelli minori, sono “Lo Storto” e “Il Curvo”, i due grattacieli dalla forma insolita concepiti rispettivamente da Zaha Hadid e Daniel Libeskind.La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, situata nel cuore di MilanoQuesti tre gioielli pionieristici per forma e concezione non solo uniscono idealmente la loro concezione green, con il nuovo parco in cui sorgono, ma trasformano l’intero skyline di Milano. Ai loro piedi, gli zampilli della Fontana delle Quattro Stagioni (con i suoi giochi d’acqua) sembrano suggellare quel passaggio di Milano da città storica a città futuristica. Simbolo di un “nuovo Rinascimento”.
Compagna di viaggio: Peugeot 508 Hybrid
Il cockpit della Peugeot 508 HybridA dominare, nell’abitacolo della Peugeot 508 Hybrid, è il Peugeot i-Cockpit: spicca per la nuova ergonomia che accentua la sensazione di benessere a bordo, esaltando il confort ed appagando la guida, incrementando allo stesso tempo il livello di sicurezza. Allestimento GT. Quattro le modalità di guida, in funzione del contesto e delle prestazioni richieste: Electric (prevede la trazione 100% elettrica con la quale si può raggiungere una velocità massima di 135 km/h e consente naturalmente di accedere alle aree Ztl o di potersi muovere anche in caso di blocco del traffico per motivi ambientali), Hybrid (utilizza invece al meglio la combinazione tra il motore a benzina e quello elettrico, che possono funzionare in sinergia o venire attivati singolarmente), Sport (esalta le prestazioni della vettura, erogando la massima potenza di sistema) e Comfort (che associa la modalità di guida Hybrid alle sospensioni a smorzamento controllato). Prestazioni: velocità massima di 230 km/h e accelerazione da 0 a 100 km/h in 8,3 secondi.
Come funziona un’auto ibrida plug-in
La strumentazione 100% digitale permette di controlalre il funzionamento del siste,ma ibridoViaggiare in modalità elettrica senza avere timore di restare a piedi se la batteria si scarica: è il vantaggio offerto dalle auto ibride plug-in, che abbinano motore termico, propulsore elettrico e batterie ricaricabili dalla rete esterna (con capacità sufficiente per percorrere qualche decina di chilometri). Nelle ibride plug-in, quando la batteria è carica, l’auto può procedere a corrente e il motore termico entra in gioco solo se si chiedono le massime prestazioni. Nel momento in cui la carica dell’accumulatore sta per esaurirsi, la vettura si comporta come una normale ibrida, con il motore elettrico che aiuta quello termico nelle accelerazioni. Le ibride “alla spina” offrono vantaggi in termini di riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2, grazie alla maggiore autonomia di funzionamento in modalità elettrica.Infotainment 508 Hybrid
Nelle Langhe con Renault Megane E-Tech Electric
Per la quinta tappa del Weekend Premium Gran-Tour ho scelto le Langhe, Patrimonio UNESCOpiemontese apprezzato per le nocciole, i vigneti e il paesaggio che percorriamo in silenzio con lanuovissiam Renault Mégane E-Tech Electric EV60 Optimum Charge, elettrica di nuova generazionecon motore da 220 CV e fino a 470 km di autonomia.https://www.youtube.com/watch?v=gqmirHMzxOc&ab_channel=WeekendPremium Rispetto dell’ambiente, unito a bellezza e design. Sono le caratteristiche sia delle “nuove” Langhe,che soprattutto dopo la pandemia si stanno reinventando con strutture e cantine votate allasostenibilità e al rispetto delle loro secolari coltivazioni; sia della nuova Renault Mégane E-TechElectric, vera incarnazione della Renaulution, ovvero il gigantesco piano strategico della Losangavolto a trasformare il marchio francese da produttore di automobili a produttore tecnologico100% carbon neutral, forte del resto di una decennale esperienza per quanto riguarda le autoelettriche. A bordo di un’auto dal design ricercato, sono partito da Torino in un viaggio di poco più di 200 km tra andata e ritorno, dall’estetica premium e al sapore, ovviamente, di vino e nocciole.
Evoluzione di un’icona
Iconic è il nome dell’allestimento della Mégane E-Tech che ho guidato io. Rappresenta il top digamma della nuova elettrica del brand francese, segno di un’evoluzione non solo stilistica, nonsolo di propulsione, ma prima di tutto “di classe”. La Mégane E-Tech è in generale un’auto piùricercata rispetto alla Mégane endotermica, ma la Iconic è anche un’auto premium. Esteticamente,le linee sono sofisticate e complesse, lontano dall’estetica squadrata degli ultimi tempi e moltoarmoniche, levigate. Oltre ai fari LED sottili e connessi al centro, elementi di pregio sono la nuovaLosanga bidimensionale, con animo vintage; le maniglie delle portiere anteriori a filo carrozzeria,quelle posteriori integrate nel montante; e, esclusivo di questo allestimento, la lama anteriore,ispirata al mondo Formula 1 in cui Renault eccelle, qui opportunamente dorata, ben abbinata allatinta grigio-chiara della vettura.L’interno è ugualmente curato, anche qui un enorme passo in avanti rispetto a quanto visto suqualsiasi Renault fino adesso, e su qualsiasi Mégane. Materiali sostenibili, spesso riciclati oriciclabili, rivestono i sedili confortevoli e la plancia, che a scelta può avere anche pregiati inserti inlegno. Non si ha mai la sensazione “cheap”, neanche per quanto riguarda le plasticheopportunamente trattate e soffici al tatto. Mégane E-Tech è sofisticata perché tecnologica, conuna superficie digitale di 24 pollici divisa in un cruscotto orizzontale in full HD da 12,3 pollici, e undisplay centrale touch verticale da 12.Qui, il nuovo sistema infotainment Open R Link basato su Android, proprio come uno smartphone,che integra i servizi Google, a partire dal Play Store, e fino all’Assistente Vocale e a Google Maps,che può essere proiettato anche sullo schermo dietro al volante, e che è dedicato all’elettrico:quando calcola il percorso, è in grado di dirci con quanta percentuale di batteria residuaarriveremo, e le eventuali soste di ricarica da fare. Questo, unita a una potenza di ricarica incorrente continua fino a 130 kW e al grande comfort, rende la Mégane E-Tech electric ancora unaviaggiatrice provetta.
Tra le vigne piemontesi
Panorama delle LangheCon batteria da 60 kWh e fino a 470 km di autonomia, non c’è da avere ansia da ricarica in unviaggio di 260 km tra andata e ritorno, mentre i 220 CV del motore elettrico rendono la guida nonfulminea, ma certo scattante, come l’elettrico insegna, e particolarmente appagante sia inautostrada, sia soprattutto nelle curve dolci ma decise delle Langhe.La prima parte del percorso mi ha portato da Torino a Barolo, guidando per 71,6 km, gran partedei quali sulla E717. Dato il percorso non eccessivamente lungo, sono andato tranquillamente a130 km/h scoprendo che la maggiore dote della vettura è una scarica molto lenta della batteria,anche a queste velocità: merito sia della progettazione, sia della sottigliezza della stessa che portaa un peso quasi record per la categoria, di appena 1,6 tonnellate. Unito all’impianto audio Harman/ Kardon, che permette di personalizzare il suono come meglio credo, mi sono divertito ad arrivarefino alla celebre località piemontese.Castello, BaroloQui, ho lasciato l’auto per entrare in un altro mondo di innovazione e sostenibilità: il WiMu,ovvero il Wine Museum istituito all’interno del Castello Comunale di Barolo.WiMu SalaQuesto museo tutto particolare merita una visita, sia perché dal castello ci sono splendidi panorami su tutta la Langa che da Barolo prende il nome; sia perché le guide sono appassionate e competenti, in grado di trasmettere quella che è chiamata “archeologia del vino”, un percorso che va dalla preistoria ai giorni nostri che mostra come l’uomo ha nel tempo trasformato e perfezionato una bevanda così importante per l’Italia.WiMuMa il museo è interattivo, con sale appariscenti e scenografiche, che non mancano di incantare e lasciare stupefatti. C’è chi le definirebbe “Instagram Friendly”.
Casa di Langa: quando il lusso diventa green
Casa di Langa panoramaTerminato il mio percorso culturale (nel senso che ci si fa una vera e propria cultura sul vino), edopo l’immancabile tappa alle Antiche Cantine Marchesi di Barolo – dove volendo è possibile fareun altro tour, riprendo in mano la Mégane e guido ancora per un’altra ventina di km.La tappa finale del viaggio, dove soggiorno, è Casa Di Langa. Si tratta di un nuovo Resort a 5 stelle, la cui attività è iniziata nella primavera del 2021, e che punta ad unire il benessere e il soggiorno di lusso alla sostenibilità. Sostenibile perché, sorta tra i dolci declivi piemontesi e con una vista indimenticabile, questa struttura è realizzata con materiali locali, ispirata alle architetture locali.Inoltre, la struttura è votata a un profondo rispetto per la natura con l’impegno ad azzerare leemissioni di CO2, e con l’utilizzo di acqua riciclata al 100% per l’irrigazione.Casa di LangaCon una piscina, e la Lelòse Spa & Wellness, Casa di Langa propone diverse tipologie di suite, tra quelle con il giardino e quelle con ampi terrazzi per godersi appieno l’esperienza. Nelle camere, un ambiente ricercato ma sobrio, non esoso, e interamente in legno per quanto riguarda la zonanotte. Il bagno, invece, è interamente in pietra, con box doccia ampi e luminosi.Casa di Langa, SPAIl soggiorno a Casa Di Langa permette anche di partecipare a delle degustazioni di vino e a corsi dicucina tradizionale che si tengono al Fàula Ristorante, dove ho cenato e fatto colazione al mattinodopo, che offre le migliori specialità della cucina tradizionale e che è guidato dallo Chef DanielZelinga. Non nego che è stata una cena estremamente piacevole. Il menu si è così composto:
Vitello tonnato della tradizione come antipasto;
Mezze maniche, broccoli e arachidi come prima portata;
Brasato di vitello fondente al vino, purè di patate come seconda portata;
Torta di nocciole e Zabajone come dolce.
brasatoIl tutto abbinato a un Langhe Favorita Tibaldi come bianco, dal sapore intenso e delicato al tempostesso; e da un Roero DOCG Deltetto del 2018.
Colazione, e guida, nel silenzio
La seconda giornata è iniziata con un piacevole risveglio, seppur mattiniero. Del resto le prime oredel mattino sono le migliori per godersi il silenzio. La colazione è stata piacevole come la cena,grazie ai croissant di vario tipo tutti cucinati dal Fàula Ristorante, che per il primo pasto haun’offerta molto abbondante che comprende anche yogurt, biscotti, frutta secca, nonché torte ecolazione salata.Ripresa in mano la Mégane, ho deciso di partire in Sport per una guida più dinamica rispetto algiorno prima, ma sempre nel silenzio. È la cosa più piacevole di un’auto elettrica: guidaemozionante, veloce, brillante, nel più totale silenzio e senza intoppi da cambio manuale. Qui, poi,si uniscono ancora una volta il comfort dei sedili e la guida leggermente rialzata.Una vettura ottima per le tortuose strade di questo patrimonio UNESCO: non solo per ilcomportamento brioso, ma anche per le dimensioni. È lunga infatti 4,2 metri, perfetta quindianche per la città. Tuttavia, grazie alla piattaforma su cui sorge (CMF-EV), ha un passo di 2,7 epermette a 4 occupanti, o 5 purché non eccessivamente alti, di godersi il viaggio al pari delconducente.Gli ampi vetri, inoltre, portano tanta luminosità all’interno, e sono soprattutto perfetti per essereabbassati e creare delle vere e proprie cornici sulle colline ricche di vigne che compongono questoterritorio. Foto da tenere per noi, insieme al vino che abbiamo comprato, per non dimenticarcelimai. Oppure da postare sui social, perché ogni tanto è bello farsi invidiare un po’.
SCHEDA RENAULT MÉGANE E-TECH ELECTRIC
Potenza: 220 CVCoppia: 300 N/mVelocità massima: 160 km/hConsumo medio: 13-15 kWh / 100 kmEmissioni di CO2: 0g/kmPrezzi: da 37.100 euro
A COMO CON LA MAZDA MX-30 PER LA QUARTA TAPPA DEL GRAND-TOUR, DOVE NACQUE LA PILA E LA SETA FASHION
L’offerta delle auto elettriche è in crescita. Una vera corsa all’elettrico, favorita dagli incentivi e dalle stringenti normative sulle emissioni. Affacciatasi come nicchia, entro pochi anni questa tecnologia sarà accessibile a tutti. I modelli si moltiplicano, ma non tutti sono uguali: ne è un esempio la nuova Mazda MX-30 e in occasione della quarta tappa del nostro GRAND-TOUR siamo pronti a scoprire perché. Con un’elettrica come compagna di viaggio, quasi un dovere andare ad omaggiare l’inventore della pila, colui che ha permesso questo futuro.https://www.youtube.com/watch?v=4qj-wf4C92I&feature=youtu.beAttraverso l’autostrada dei laghi, raggiungiamo Como, la città del mitico Alessandro Volta, la cui statua campeggia al centro dell’omonima piazza.Mausoleo di Alessandro VoltaE se vuoi saperne di più dobbiamo andare al Tempio Voltiano: affacciato sul lago più profondo d’Italia, questo museo ospita un’esposizione permanente dedicata alla memoria dell’illustre scienziato che nel 1799 inventò la pila. Quella stessa pila che, in proporzioni maggiori, alimenta la nostra Mazda MX-30.Como, Tempo VoltianoD’obbligo una visita anche al mausoleo, ovvero la tomba del genio comasco: un tempietto di stile neoclassico a pianta circolare. Ai lati del cancelletto, ecco due statue: a sinistra la Religione che prega per il suo figlio esemplare, a destra la Scienza che piange il suo cultore. All’interno, si intravede il sarcofago lavorato in marmo. Nel riquadro sovrastante Volta presenta la pila a Napoleone Bonaparte a Parigi nel 1801. La tomba è monumento nazionale.
LA NOSTRA COMPAGNA, GEMMA DI UNICITA’GREEN
Mazda MX-30Solamente alla Mazda (abituati come sono a scelte fuori dal coro) avrebbero potuto concepire un crossover elettrico di 4,40 metri di lunghezza e da 200 km di autonomia con una ricarica, quando la maggior parte dei rivali sfiora i 300 km. La Mazda MX-30 è coerente con l’attenzione all’ambiente: visto che più la batteria è grande più aumentano (nell’intero ciclo di vita dell’auto) le emissioni nocive, la Casa giapponese ha preferito scegliere un accumulatore piccolo, da soli 35,5 kWh. Obiettivo? Non vanificare il senso di un’auto a batteria: quello di essere gentile nei confronti dell’ambiente. Una filosofia che, nel quotidiano, va semplicemente accettata, visti i 200 km di autonomia. Un esercizio non troppo difficile, a dire il vero, perché la MX-30 fa di tutto per metterti a tuo agio. Basta programmare bene gli spostamenti e ritagliarsi del tempo per il rabbocco di energia alla colonnina.La MX-30 in ricaricaL’originalità dell’auto passa pure da soluzioni tecniche inconsuete, come il pacco batterie racchiuso in un contenitore d’acciaio ad alta resistenza fissato al pianale in venti punti, a tutto vantaggio della rigidezza d’insieme. Per le già citate ragioni ambientali, un accumulatore così piccolo ha permesso di raggiungere un peso forma pari a 1.720 kg: un risultato di rilievo nel panorama delle elettriche. Neppure l’ingresso in vettura è banale: le porticine posteriori con apertura ad armadio (controvento), citazione della RX-8, non pregiudicano troppo la praticità e contribuiscono a consegnare alla storia un look davvero particolare.Gli interni impreziositi da dettagli in sugheroDentro, il tunnel centrale sospeso sfoggia inserti in sughero (debitamente lavorato), proveniente dallo scarto della produzione dei tappi per bottiglie. Un modo per omaggiare la storia di Mazda, nata con il nome di Toyo Cork Kogyo nel 1920 proprio come azienda produttrice di sughero. I pannelli porta accolgono un materiale ricavato da bottiglie di plastica riciclate mentre i sedili, in ossequio all’attenzione per l’ambiente (e al rispetto degli animali), non prevedono la pelle naturale.
FRA COMO E GIAPPONE UN FILO DIRETTO …DI SETA
Accessori di seta in esposizioneCome si lavora la setaUn legame forte collega idealmente la città di Alessandro Volta con il Giappone, dove viene costruita la MX-30 con batteria elettrica, che quindi deriva dall’invenzione della pila. Ma quello del Volt non è l’unico tassello di congiunzione. Già, perché un altro filo sottile unisce la città comasca e il Paese del Sol Levante: quello tracciato dalla via della seta. La seta deriva dalla Cina, ma oggi sono l’Italia e il Giappone a produrre le sete più fashion.kimonoIn Giappone, con questa fibra, si realizzano i più preziosi kimoni. Dal canto suo, la seta comasca è unica per il suo mix ad alto contenuto tecnologico e creativo senza rinunciare all’artigianalità. Quell’artigianalità di alto livello che contraddistingue anche la Mazda MX-30.Como, Museo didattico della SetaA Como c’è pure il Museo della Seta, che racconta l’intero processo di produzione: dal baco da seta ai filati colorati, dalla stampa a mano alle collezioni di moda. Il museo raccoglie, custodisce ed espone le testimonianze della tradizione produttiva tessile comasca, come macchine, oggetti, documenti, campionari e strumenti. Qui l’amore e la passione per l’arte serica hanno origini antiche. Un patrimonio tecnico ed artistico vivo nel dna delle storiche aziende tessili comasche, che hanno reso grande il “Made in Italy” e che forniscono tessuti e stampati ai grandi brand di moda, da Prada a Louis Vuitton.
COMO E LA MX-30 TRA PASSATO E PRESENTE
Il Duomo, il Broletto e la torre medievale Le strade di Como sembrano delle passerelle e la Mazda MX-30 ne approfitta per sfilare sotto gli sguardi ammirati e incuriositi di passanti e turisti. Passa da Porta Torre per addentrarsi nel cuore del centro, grazie anche a un permesso speciale che consente di guidare all’intero della zona a traffico limitato. Como unisce cultura e tradizione: con personaggi dell’antichità, come Plinio, a contemporanei come George Clooney, passando per Luchino Visconti.II lago di Como è un riferimento costante. Storia, lusso e natura si fondono in un luogo dai dettagli preziosi, proprio come un pezzo di alta gioielleria. In centro, spicca il Duomo, a croce latina, sormontato dall’imponente cupola barocca di Filippo Juvarra. La maestosa facciata, di matrice gotica, ma abbellita da numerose sculture rinascimentali, è allineata al Broletto e alla sua torre, di costruzione medievale. Di fianco al Duomo c’è il Teatro Sociale, tra i più antichi e suggestivi del Nord Italia.La Mazda MX-30 davanti al Teatro SocialeMa è arrivata l’ora di godersi un po’ di lago: è lì, subito dietro piazza Cavour, che raggiungiamo sempre con la nostra Mazda MX-30. L’abitacolo ti abbraccia: i sedili sono comodi e la plancia ha un design e una qualità davvero curati.Panoramica interniLook minimal, in evidenza due schermi uno da 8,8 pollici e uno da 7 pollici: solo quello più in basso, deputato alla gestione del clima automatico, è touch. Per il sistema multimediale bisogna agire sulla manopola, posizionata sul tunnel. Perfino il quadro strumenti segue la scuola Mazda, perché non mancano due indicatori, analogici, che indicano livello di carica e temperatura del pacco batterie. Come a dire che è sempre bello, nel futuro, portarsi dietro qualcosa del passato.
DOVE RICARICARE LA BATTERIA
LA MX-30 si ricaricaAnche se potremmo arrivare a Milano con l’energia rimasta, preferiamo cercare una colonnina con l’app di Enel X per un rabbocco (a Como, patria di Alessandro Volta, in verità potrebbero mettere qualche colonnina in più). Così niente ansia da autonomia.
DOVE DORMIRE
MX-30 davanti Palace HotelDopo l’intenso tour, un aperitivo e una buona cena, ammirando le bellezze del lago, per la notte, sul Lungo Lario Trieste, vi aspetta il Palace Hotel, un palazzo imponente e prestigioso definito da un lussuoso stile Belle Epoque. Chi soggiorna al Palace Hotel ne percepisce le due anime, quasi una sorta di dialogo tra il passato ottocentesco e un presente già proiettato al futuro. Proprio quello tracciato dalla nostra MX-30, lungo la via della seta.
LA COMPAGNA DI VIAGGIO
Come va. Su strada, la prima elettrica della Mazda è morbida, silenziosa, coccola chi è a bordo. Non punta sulle prestazioni, non incolla al sedile. Non è lenta, sia chiaro, quando serve scatta con una certa brillantezza; tuttavia è meglio godersela con calma. I tempi di ricarica sono piuttosto contenuti: circa 6 ore dalla presa a 22 kW e una quarantina di minuti per passare dal 20 all’80% con il connettore CCS combo collegato a una colonnina da 50 kW.L’auto in piazza CavourIl feeling di guida ricorda un’auto con motore termico. Prima di tutto, la risposta dell’acceleratore: su tutte le elettriche è istantanea. Qui, invece, il tutto è più graduale, come potrebbe accadere su una normale CX-30 a benzina: il comfort ne guadagna, specie se trasportate passeggeri. I 145 CV e i 271 Nm di coppia spingono con una certa disinvoltura la MX-30. Si apprezza la risposta curata delle sospensioni sulle buche e l’omogeneità generale nella taratura dei principali comandi. Il pedale del freno ha raggiunto un livello di interazione quasi perfetto con la frenata rigenerativa. Volendo, si può pure scegliere l’intensità del freno motore in rilascio, per una scorrevolezza perfino superiore a quella di un’auto tradizionale. Le telecamere a 360° migliorano in parte una visibilità che non è al top, a causa dei montanti spessi e del lunotto piccolo e inclinato. Per fortuna, la MX-30 si rifà con un’ottima dotazione di Adas.
SCHEDA TECNICA
Potenza: 145 CVCoppia: 271 NmVelocità massima: 140 km/h (con limitatore)Accelerazione 0-100 km/h: 9,7 secondiAutonomia: 200 km (ciclo combinato WLTP)Prezzo: da 34.358 euro
A Bellagio sul Lago di Como con la 500 elettrica per una nuova tappa del WEEKEND PREMIUM GRAN-TOUR
https://www.youtube.com/watch?v=YY1DCIb9-nU&ab_channel=WeekendPremiumLa bella stagione si fa sempre più largo e le tappe del nostro WEEKEND PREMIUM GRAN-TOUR diventano un vero e proprio inno alla voglia di libertà. Per questo motivo abbiamo scelto la nuova Fiat 500 elettrica – citycar a zero emissioni – per vivere un esperienza open-air a Bellagio, una delle più suggestive perla del Lago di Como. Ricordiamo che medici e virologi sono tutti d’accordo nell’affermare che il Coronavirus si trasmette molto difficilmente all’aria aperta, di conseguenza le vetture dotate di un tetto completamente apribile dovrebbero permettere di vivere Weekend anti-covid all’insegna della scoperta di nuovi luoghi.Villa Giulia, residenza privataQuello tra la Fiat 500 e l’Italia è un legame indissolubile. La prima, del 1957, ha motorizzato un’intera nazione durante gli anni del boom economico. La seconda, del 2007, ha cambiato il concetto di citycar, mostrandola come una vettura compatta ma alla moda, accessibile ma indiscutibilmente cool. La terza 500, quella elettrica, proietta il marchio torinese direttamente nel futuro. Mi raccomando l’aggettivo “Nuova”, davanti a 500, perché definirla soltanto elettrica sarebbe riduttivo. Prima di considerare la sua inedita anima a batteria, infatti, bisogna soppesare tutto quel che c’è attorno. A partire dal design, ancora una volta una riuscitissima reinterpretazione del linguaggio stilistico della 500, fino agli interni.L’abitacolo con vista lagoAnch’essi sono un’azzeccata miscela di stile e funzionalità, ma pure un consistente step evolutivo in termini di supporto all’automobilista: infotainment nuovo di zecca, ricco di funzioni e facile da usare (con schermo da 10,25 pollici), guida assistita di livello 2, che funziona bene. Un’auto così glamour non poteva che accompagnarci in un posto all’altezza della sua immagine trendy: Bellagio, una delle più famose e signorili località del Lago di Como. Con le sue ville e giardini mozzafiato, il clima mite e le caratteristiche naturalistico-ambientali di assoluto fascino è capace di sorprendere ed incantare ogni anno migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. L’abbiamo scelto come meta del nostro Weekend Premium.
Partenza da Milano
Il motore elettrico della Fiat 500eCon un occhio sempre all’autonomia, raggiungiamo Bellagio attraverso la SS36 (verso Lecco) e la SP583, che costeggia il lago regalandoci scorci incantevoli. La Nuova Fiat 500 elettrica promette un’autonomia dichiarata compresa fra 190 km e 320 km nel ciclo di omologazione WLTP (e fra 250 km e 460 km nell’uso in città), con il motore elettrico che a seconda delle versioni sviluppa 95 CV (70 kW) o 118 CV (87 kW). Nella variante più potente, protagonista della nostra prova, con carrozzeria cabrio, l’erogazione della coppia di 220 Nm garantisce un ottimo spunto in accelerazione senza mettere in crisi l’avantreno, come magari succede su altre elettriche a trazione anteriore. L’assetto e lo sterzo invogliano a guidare anche fra le curve, con una taratura equilibrata delle sospensioni. Bene anche il sistema di recupero dell’energia usando solo l’acceleratore (e quasi mai il freno) nella gestione degli ultimi metri di decelerazione, prima di far fermare del tutto l’auto. Per esempio, nei pressi di un semaforo.
Weekend sul Lago di Como
La Nuova Fiat 500 elettrica a BellagioBellagio, posta al vertice del cosiddetto “Triangolo Lariano”, alla base del promontorio che divide il lago nei rami di Como e di Lecco, è una delle più famose e signorili località di soggiorno, con belle residenze gentilizie e paesaggi di notevole fascino. Le sue origini risalgono all’epoca romana. Luogo fortificato con mura e vallo in età longobarda, in periodo comunale si è schierato con la fazione avversa a Como, poi l’hanno assoggettato i Visconti che ne hanno spianato le fortificazioni. Verso la fine del XV secolo Ludovico il Moro l’ha dato in feudo agli Stanga; in seguito, è passato agli Sfrondati e nel 1647 parzialmente agli Airoldi. Queste e altre famiglie vi hanno costruito ville e palazzi, creandovi parchi ristrutturati e ampliati soprattutto nel XVIII secolo, finché nell’800 Bellagio è diventato uno dei più rinomati luoghi di villeggiatura in Europa.
Cosa vedere
Il panaroma dal tetto della 500 cabrio elettricaIl territorio è piuttosto ampio e presenta una varietà incredibile di paesaggi e scorci naturalistici: merito della sua peculiare posizione, a cavallo tra colline, litorale lacustre e Alpi. La vetta più alte della zona è il Monte San Primo (1.682 metri). Girando per le sue vie e le sue frazioni (come Loppia, San Giovanni e Pescallo) si scoprono meraviglie uniche e vedute straordinarie, si rivivono atmosfere affascinanti e si assapora quell’eleganza che nei secoli ha fatto sì che Bellagio fosse una delle prime località turistiche italiane di respiro internazionale.
I Giardini di Villa Melzi d’Eril
Villa Melzi dall’altoDa non perdere, i Giardini di Villa Melzi d’Eril (dichiarati monumento nazionale), un armonioso esempio di giardino all’inglese, ai piedi dell’omonima Villa. Costruiti all’inizio dell’800 con il contributo di insigni artisti, tecnici, decoratori, architetti e botanici, hanno rappresentato nel tempo e continuano ad essere tutt’oggi un luogo di rara bellezza, ispirazione per scrittori, artisti e poeti e luogo dell’anima per chi viene ad ammirarne il perfetto equilibrio botanico, storico e paesaggistico.L’ingresso dei Giardini di Villa MelziUna splendida espressione di stile neoclassico. Varcata la soglia, ad accogliere il visitatore c’è uno degli angoli più caratteristici del parco, un laghetto di ninfee, sormontato da un ponticello in ferro e circondato da aceri dai colori accesi. Statue, busti e opere di epoche diverse si mescolano con i giardini e le piante, in un’atmosfera di puro incanto. Essenze esotiche e rare si alternano ad alberi secolari, camelie, rododendri e azalee. Tra le piante più preziose, Liriodendron tulipifera, cedri del Libano, faggi rossi, canfore, Ginkgo biloba.
Punta Spartivento
Punta SpartiventoMerita una tappa anche Punta Spartivento, la punta più estrema del paese, che divide il lago di Como in tre rami: quello di Lecco a destra, quello di Como a sinistra e nel mezzo la parte nord del lago. Il tutto incorniciato dalla bellissima catena dei monti lariani mirabilmente descritti da Alessandro Manzoni nel suo capolavoro “I Promessi Sposi”. E poi, la Torre delle Arti, la Basilica di San Giacomo e la Chiesa di San Giorgio (al suo interno ospita una statua in legno raffigurante la Madonna della cintura, culto molto sentito nella zona).
il Parco di Villa Serbelloni
L’ingresso del Grand Hotel Villa SerbelloniDa non dimenticare, il Parco di Villa Serbelloni. Situato sul promontorio di Bellagio, il giardino, realizzato alla fine del secolo XVIII dal Conte Alessandro Serbelloni, è ricco di statue, grotte artificiali, curiosità archeologiche, oltre che innumerevoli esemplari di flora anche esotica. Superbo il panorama, dai giardini ottocenteschi, dei rami del lago di Como e di Lecco.L’atmosfera che si respira tra le vie di Bellagio è quella di un borgo vivace ed elegante, sfarzoso e mondano. Da qui sono passati personaggi illustri di vario genere, musicisti, scrittori, artisti e perfino imperatori. Negli ultimi anni anche numerosi attori del cinema non hanno resistito al fascino di questo borgo.Parco Villa SerbelloniAggirandosi in Piazza Giuseppe Mazzini, la piazza principale del paese (dove attraccano i battelli), e passeggiando tra le sue stradine lastricate, ci si rende subito conto come Bellagio sappia offrire ai suoi visitatori il piacere di poter soggiornare in splendidi e storici alberghi di lusso, godere della buona cucina dei suoi rinomati ristoranti e fare shopping in boutique e negozi d’artigianato di alta qualità. Qualche consiglio per la notte? Grand Hotel Villa Serbelloni o Hotel Belvedere.
L’auto
Tra le stradine di Bellagio, la Nuova 500e è proprio a suo agio. Guardandola non si può dire che lo stile non sia familiare. Linee, proporzioni e dimensioni sono simili a quelle della 500 endotermica. Eppure, la 500 elettrica è tutta nuova e con la sorella a benzina condivide solo il 3% delle componenti. Le differenze sono evidenti se si guardano i dettagli: la freccia laterale sporgente, per esempio, o il sopracciglio luminoso sopra il faro anteriore, che è direttamente incastonato nel cofano. Lunga 3,63 (6 centimetri in più), l’auto, che è anche leggermente più larga, nasce su una piattaforma completamente riprogettata proprio per rispondere alle esigenze “elettriche” del nuovo modello. A livello di spazio sfoggia un’abitabilità discreta, da citycar ultracompatta: davanti si sta comodi, mentre dietro i passeggeri adulti sono a dir poco sacrificati. Invariato e quindi piccolo è il bagaglio, con 185 litri che diventano 550 abbattendo i sedili posteriori. Il salto in avanti più importante riguarda la qualità percepita. Alcune plastiche sono rigide, è vero, ma la cura per il design è maniacale, con una piacevole alternanza di materiali e la presenza di un grande schermo centrale con diagonale da 10″25 pollici, dal quale si comanda il nuovo sistema di infotainment Uconnect 5.Il borgo di PescalloA bordo si respira una gran bell’aria di modernità che non è fine a se stessa: buona è anche la disposizione dei comandi, tutti ordinati e facili da raggiungere. Da guidare, la Nuova Fiat 500 elettrica ha tutto quel che serve per godersi la città senz’ansia, ma anche per un weekend fuoriporta, a patto di organizzarsi con la ricarica. Compatta, gira in un fazzoletto, ha lo scatto istantaneo tipico delle elettriche e di strada, con un pieno, ne fa parecchia. Certo, se volete farci un weekend lontano da casa il range si riduce un po’, fra statale e autostrada: in media copre 240 km. C’è di buono, però, che è predisposta per la corrente continua a 85 kW: mezz’oretta e sei di nuovo in marcia con la batteria piena, a patto di trovare la colonnina. Tre le modalità di guida: Normal, che avvicina il più possibile la guida a quella di un veicolo con un normale motore a combustione; Range, che attiva la funzione “one pedal drive”; Sherpa, che riduce al massimo il consumo energetico. Attaccata all’impianto di casa, a 2,3 kW, la 500 elettrica ricarica 11 km in un’ora. Con wallbox, a 4,5 kW si raddoppia la velocità, ricaricando 22 km ogni ora. Sempre a corrente alternata, ma allacciandosi a una colonnina da 22 kW si arriva a guadagnare 55 km all’ora. Se ci si attacca ad una fast charge, alla potenza massima teorica di 85 kW, per una ricarica sufficiente a percorrere 50 chilometri sono necessari solo 5 minuti, mentre per raggiungere l’80% ne occorrono 35.
Listino
Prezzo: da 26.150 euro. Volendo, si può scegliere anche la versione ibrida (1.0 da 70 CV, mild hybrid) della 500 cabrio. In questo caso, si risparmia pure qualcosa, visto che il prezzo di listino parte da 18.200 euro.
Cabrio e spider sull’onda del successo
Osservando bene le statistiche è possibile notare che la categoria delle cabrio e spider ha portato in dote dei dati sorprendenti. A stupire in particolar modo è la crescita di questo segmento nei confronti del 2019, anno pre-covid. Rispetto a due anni fa, parliamo di un aumento del 13,7% nei primi tre mesi e di una crescita addirittura del 37,2% se prendiamo ad esempio il solo mese di marzo rispetto al medesimo periodo del 2019. A conti fatti, l’aumento raggiunge quota 204,8% nel trimestre e addirittura un +1238,2% a marzo.
La compagna di viaggio: Nuova 500-e
Il cuore della vettura è un motore elettrico posizionato anteriormente capace di scaricare 118 CV sulla trazione anteriore. Il powertrain è alimentato da un pacco di batterie a litio da 42 kWh nascosto sotto il pianale. L’autonomia offerta dall’accumulatore è di 400 km nel ciclo NEDC che diventano poco più di 300 nella guida reale., quindi più che sufficienti per affrontare una gita fuori porta nel più totale relax. I dati dichiarati sull’accelerazione da 0 a 100 km/h parlano di 9 secondi, mentre la velocità massima è autolimitata a 150 km/h.Decisamente brevi i tempi di ricarica: sfruttando un sistema di ricarica veloce è possibile raggiungere l’80% della capacità della batteria in 35 minuti e bastano 5 minuti per recuperare 50 km di autonomia. La lunghezza aumenta fino a quota 362 cm, oltre la variante cabrio sarà disponibile anche quella chiusa.
Prezzo e incentivi
La nuova Fiat 500 elettrica viene proposta ad un prezzo di partenza di 26.150 euro. Ricordiamo inoltre che essendo una vettura 100% elettrica, la nuova 500-e può beneficiare di uno sconto pari a 3.000 euro, a cui si aggiungono 2.000 euro in caso di rottamazione di un’auto, con omologazione massima Euro 5.
Con la Ford Mustang cabrio a Lazise, sul lago di Garda
Mettete una bella giornata di sole, una cabrio “muscolosa” e una gita glamour al lago. Gli ingredienti perfetti per un Weekend Premium. Anche perché, con tutti quei cavalli dentro il cofano e il cielo sopra la testa, all’aperto, non serve fantasticare spettacolari controsterzi sulle strade di San Francisco o improbabili galoppate lungo le strisce d’asfalto senza fine dei deserti del Vecchio West: per provare emozioni incontenibili basta dar voce al possente cinque litri della Ford Mustang, in versione cabrio. L’auto che ci accompagna nel nostro Weekend-test Premium. Direzione: Lazise, adagiata sulla sponda orientale del lago di Garda. Qui si respira un’atmosfera veneziana.
Che sound!
la Mustang si è adeguata piuttosto bene ai nostri palatiDurante il viaggio, sentir vibrare la fascinosa vocalità del V8 e affondare il piede sul gas ti fa sentire un po’ yankee. Eppure, da quando nel 2015 è sbarcata ufficialmente per la prima volta in Italia, su strada la Mustang non ha più la tipica impostazione americana. Anzi si è adeguata piuttosto bene ai nostri palati, ben più esigenti e sofisticati in materia di handling e precisione di guida: si presenta così, oggi, la Mustang 5.0 V8 GT Convertible.
Cosa vedere
Il piccolo porticcioloRaggiungiamo Lazise in auto percorrendo l’autostrada A4 (uscita a Peschiera del Garda). In alternativa, si può optare per l’A22 (uscita ad Affi). Arrivando, si ammirano fin da subito le mura che circondano il centro storico e rimandano alla chiara impronta medioevale. Sul piccolo porticciolo, poi, si affacciano gli edifici della Dogana Veneta, la romanica chiesa di San Nicolò (con affreschi attribuiti alla scuola di Giotto) e il municipio cittadino. A poca distanza sorge il Castello Scaligero, circondato da un verde giardino, che nei secoli è stato protagonista di numerosi assedi che si sono susseguiti per il controllo della cittadina.
La particolarità
A destra le mura del CastelloPrima di perderci tra vicoli e piazzette, conosciamo meglio la storia di questo posto. Lazise è il più antico comune d’Italia. Merito dei privilegi concessi da Ottone II di Sassonia, imperatore del Sacro Romano Impero, che di fatto significavano “autonomia amministrativa” per agli abitanti. Il centro storico di Lazise conserva intatto il fascino medievale che le sue origini hanno impresso nell’impianto urbano delle sue vie e delle sue piazze, racchiuse da solide mura e dal castello Scaligero che vigila con l’imponenza delle sue torri. Cittadina di consolidata vocazione turistica, oltre alle bellezze storiche e al paesaggio che la circonda, gode di una splendida passeggiata sul lungolago Marconi, pavimentata a onde, quasi per confondere il confine del lago con le case. Lungo questo percorso, incastonata nel terrapieno di una villa, c’è una lapide di marmo Rosso Verona che ricorda a tutti i passanti che Lazise è il più antico comune d’Italia: “Il 7 maggio 983 l’imperatore Ottone II concesse agli originari di Lazise (18 quibusdam hominibus in terra et castro Lazisii morantibus) il privilegio di imporre diritti di transito e di pesca, il toloneo, il ripatico e di fortificare il borgo con mura turrite”. Ai primi di maggio va in scena la rievocazione storica di questo episodio.
L’auto
Chiesa di San NicolòCon l’ultimo, leggero restyling, che ha interessato soprattutto il frontale e qualche dettaglio della coda, l’icona d’oltreoceano è diventata ancora più muscolosa e, nemmeno a dirlo, graffiante. Merito dell’iniezione di cavalli garantita dal V8, che adesso può contare su 450 CV e un cambio automatico a dieci marce. Quasi quattro metri e 80 di lunghezza, uno e 92 di larghezza, uno e 40 di altezza: sono misure da vettura americana di questo genere, con il bagagliaio utile per qualche valigia (neanche troppo grande). La capote in tela si apre e chiude velocemente, in meno di 10 secondi.
Atmosfera veneziana
Il paese ha sempre avuto tre porte d’ingresso munite di saracinesche e ponti levatoi, porta Superiore, oggi battezzata porta San Zeno, porta Lion (così denominata perché recava lo stemma della Serenissima di Venezia) e porta Nuova, oggi porta Consignorio. Oltrepassate le mura, incontriamo la chiesa dei Santi Zeno e Martino e raggiungiamo il porticciolo, davvero caratteristico, ancora animato dalle barche dei pescatori. Qui troviamo la Dogana Veneta, un monumentale edificio del 14° secolo. In epoca veneziana, la struttura era sede della dogana per il pagamento del dazio del transito delle merci tra la Lombardia e la Repubblica di Venezia. Le imbarcazioni dovevano infatti farvi ingresso transitando sotto gli imponenti archi della sua facciata, prima di poter accedere al porto da un’apertura laterale.Dogana Veneta Successivamente, tale funzione venne meno con la caduta della repubblica Veneziana e l’edificio adibito ad altre funzioni, tra cui arsenale. Dopo un minuzioso restauro (2003-2006) che l’ha riportato agli originari splendori, oggi la struttura unisce il gusto di una suggestiva cornice monumentale con le più moderne tecnologie di un polivalente centro congressuale: è considerata una delle più eleganti ed esclusive location per eventi della provincia di Verona. Ma il motivo per cui Lazise è celebre è il suo elegante lastricato pedonale sul lungolago. Sui portici si affacciano case, bar, ristoranti e negozi che proseguono anche dentro i caratteristici vicoli, alcuni dei quali conservano la denominazione di “calle”. Di sicuro è una delle più belle passeggiate di tutto il lago di Garda. Angoli pittoreschi si possono trovare anche in piazza Vittorio Emanuele. Il contesto ideale per esaltare la nostra cabrio.
Come va
Lungo LagoL’abbinamento della nuova trasmissione automatica con il V8 è gradevole. I passaggi da un rapporto all’altro non sono particolarmente rapidi, ma piuttosto decisi e in linea con lo spirito dell’auto. Ovviamente c’è sempre l’apprezzatissima versione manuale a 6 rapporti. Ai bassi regimi questa Mustang sembra sonnecchiare, poi cambia registro (con varie modalità di guida) e la spinta si fa possente fino alla zona rossa, attorno ai 7.000 giri. Tutto è registrato dal nuovo quadro strumenti digitale con la grafica personalizzabile, che s’inserisce bene dentro la plancia, rimasta quella di sempre, dove spicca il collaudato sistema multimediale Sync 3. Al volante, il suono borbottante del V8 riesce sempre a cullarti o darti il ritmo, tutto dipende dalla frenesia del piede destro. Un motore così, su un’auto così, può solo esaltare. Su strada, la Mustang non risparmia soddisfazioni: la trazione posteriore regala piacevolezza e s’accorda perfettamente con l’assetto, preciso ed efficace. Le prestazioni sono di assoluto livello. Grazie al suo magico 8 cilindri (elastico e gagliardo), tutto diventa spassoso e inebriante anche, ed è questo il bello, a velocità moderate e civili, senza disturbare le mappe di guida più aggressive. Per averla, bastano, si fa per dire, poco più di 50mila euro.
Dove mangiare
Tenuta CanovaSituata nell’entroterra del lago di Garda, Tenuta Canova concilia le morbide linee della zona collinare del veronese con il grande specchio d’acqua del lago. Il belvedere regala un incantevole panorama che spazia dai vigneti alle colline della Valpolicella, fino alla montagna. Qui gli amanti del vino e della buona tavola si sentono a casa. Davvero gradite non solo l’atmosfera cordiale e la pacata eleganza degli spazi interni ed esterni, ma anche la bontà di una cucina che si rinnova con l’alternarsi delle stagioni. La location, immersa nella campagna del lago di Garda, invita ad assaporare ottime pietanze sotto le frasche argentee degli ulivi o nell’ampia corte interna. È possibile gustare i vini Masi nei migliori abbinamenti con la cucina locale, scegliendo tra la luminosa veranda, il fresco plateatico, l’uliveto e gli interni ampi ed accoglienti. Sugli scudi l’Amarone, già noto per le sue qualità sin dal XII secolo. La Tenuta ospita, il multimediale Masi Wine Discovery Museum, un percorso didattico e allo stesso tempo emozionale.
Dove dormire
Quellenhof Luxury ResortUn consiglio per la notte e non solo? La “dolce vita” nell’esclusivo hotel a 5 stelle sul lago di Garda, il Quellenhof Luxury Resort. Circondato dagli ulivi, al di sopra del piccolo borgo medievale di Lazise e a soli pochi minuti dalla sponda sud-orientale del Lago di Garda. Wellness & Spa, piscine esterne, laghetto naturale balneabile, attività all’aria aperta (bicicletta, escursioni e gite in barca). Un’esclusiva atmosfera, per goderci la bellezza e il fascino di Lazise con i suoi pittoreschi scorci, i vigneti baciati dal sole e l’incantevole passeggiata. Accompagnati dalla nostra ormai inseparabile compagna di viaggio, la Ford Mustang cabrio.Cockpit della Mustang Cabrio
A Firenze con la nuova Peugeot 508 Hybrid
L’assenza del turismo di massa ci ha regalato la magia unica e irripetibile di vivere la culla del Rinascimento sotto una nuova lente. Per il nostro Weekend – Test Premium abbiamo scelto il capoluogo toscano con il suo fascino senza tempo. Muniti di permesso speciale, abbiamo percorso in esclusiva tutte quelle zone di Firenze normalmente interdette al traffico. Ad accompagnarci è stata la nuovissima Peugeot 508 Hybrid che ci ha permesso di viaggiare a zero emissioni.Ecco il video del nostro viaggio!
Da Arese a Monza, con l’Alfa Romeo Giulia, per respirare storia e passione
Una storia di tecnica, creatività, cultura dell’auto e visione del futuro, ma soprattutto di passione, quella che lega da sempre l’Alfa Romeo ai numerosi appassionati in giro per il mondo e che le ha consentito di tagliare, il 24 giugno 2020, il traguardo dei 110 anni. Un legame forte, quasi viscerale, quello del popolo del Biscione, che resiste nel tempo, quasi scontato se esaminato con la lente delle motivazioni tecniche ed emozionali. Centodieci anni di storia è un traguardo che pochi costruttori d’auto possono vantare e che di conseguenza non può che imporre ad Alfa Romeo la missione di restituire la gratitudine a chi ancora oggi, centodieci anni dopo, ha ancora il Biscione nel cuore.Per il nostro Weekend – Test Premium abbiamo scelto un percorso nei dintorni di Milano e in Brianza, alla scoperta di quei luoghi custodi dell’alfismo, un sentimento diventato quasi un credo, alla base di una relazione che va al di là del semplice attaccamento tra un consumatore e un marchio. Per l’occasione, come weekend-car, non potevamo che farci guidare dalla nuova Alfa Romeo Giulia, fresca di restyling e simbolo della rinascita del marchio in chiave moderna.
A bordo della berlina sportiva di segmento D, l’esperienza di guida evolve in nuove direzioni: la tecnologia, la guida autonoma e la connettività, applicate al prezioso patrimonio tecnico e all’ineguagliabile dinamica di guida. Esordiscono i sistemi Adas di livello 2, in perfetto equilibrio tra piacere di guida e sistemi di assistenza; il nuovo infotainment, fruibile e intuitivo con servizi connessi e l’inedito Alfa Connect 8.8’’ touchscreen, ottimizzato nella grafica. L’interfaccia uomo-macchina è stata completamente ridisegnata, mentre gli interni offrono materiali rinnovati e una nuova organizzazione degli spazi, per un comfort di bordo di livello superiore. Tra le tante novità, una certezza: il piacere di guida resta un riferimento.
Lì dove tutto è partito… o quasi
Auto da corsa del passato e del presente sono esposte alla Scuderia del Portello, a Seregno (MB).
Prima tappa del nostro Weekend Premium, il Portello, a Milano: un quartiere la cui storia è strettamente legata all’omonima fabbrica Alfa Romeo, dismessa negli anni 80. Un passato glorioso (nel 1950 entravano in stabilimento ogni giorno 4.696 operai, 1.158 impiegati e 28 dirigenti), di cui oggi resta solo una targa commemorativa: Parco Industria Alfa Romeo. L’area verde occupa parte dell’area dove sorgeva quella fabbrica che ha dato lavoro a migliaia di persone e ha contribuito allo sviluppo economico e sociale di tutta la città e del Paese. Dal 2000, l’area del Portello è stata oggetto di interventi di riqualificazione, che ne hanno trasformato l’identità, partendo dai complessi residenziali per arrivare a Casa Milan.Pochi sanno che ANONIMA LOMBARDA FABBRICA AUTOMBILI (A.L.F.A.) era sull’orlo del fallimento prima che l’ingegner Romeo (di origini napoletane) la salvasse.
Il quartier generale
Usciamo da Milano per spostarci ad Arese (prendendo l’autostrada dei laghi e imboccando la prima uscita subito dopo il casello). Era il 1963 quando qui veniva inaugurato il nuovo stabilimento Alfa Romeo. Una catena produttiva che da un pezzo di lamiera produceva un’auto ogni due minuti, un vero record per l’epoca. Un’epoca di cui ancora oggi parliamo e ci lasciamo suggestionare: è la storia dell’Alfa Romeo, racchiusa nel museo storico di Arese. Il prezioso spazio custodisce le più significative creazioni del marchio e rappresenta un ponte tangibile tra le epoche e le generazioni.
La nuova Alfa Romeo Giulia ritratta all’ingresso del Museo Alfa Romeo ad Arese, simbolo della storia del Biscione.
Una timeline di vetture leggendarie scandisce le tappe di una storia lunga e prestigiosa: dalla 24 HP, prima automobile costruita al Portello, alla 8C Competizione, sogno del nuovo millennio. Minimo comune denominatore: la bellezza. La forma pura si modella sulla funzione con uno stile unico, che rende immortali. Senza dimenticare il cuore sportivo. Una leggenda fatta di uomini, auto, vittorie e tecnologia. Un racconto epico, scritto sull’asfalto dei circuiti di tutto il mondo.
Al volantedi Alfa Romeo Giulia: come va
Tecnologia applicata al patrimonio tecnico e alle emozioni di guida che contraddistinguono ogni creazione del Biscione. Difficile rimanere freddi davanti alla nuova Giulia. A maggior ragione nel caso della Veloce, sotto un certo profilo ancora più Alfa del solito (spinta dagli apprezzati propulsori 2.0 turbobenzina da 280 CV e 2.2 turbodiesel da 210 CV), visto che si è regalata la trazione integrale Q4 e motori più potenti. Il cambio è l’automatico ZF a otto rapporti, capace di assicurare passaggi di marcia ben raccordati in ogni condizione. Alla guida, la berlina Alfa offre la sensazione di un controllo elevato, con i limiti che sembrano sempre lontani. Il risultato è un’auto prestazionale e molto sicura. In condizioni normali, la Q4 è una posteriore pura, diventa integrale solo quando serve. A bordo della nuova Giulia si crea un rapporto simbiotico tra driver e vettura, grazie allo sterzo diretto, alla dinamica di guida, che è ormai un riferimento indiscusso, e alle risposte dell’auto, sempre sincere ed entusiasmanti.
In pista
Il marchio di Arese ha un rapporto particolare con il circuito di Monza, conosciuto anche come il “tempio della velocità”. 95 anni fa (il 6 settembre 1925), il primo titolo mondiale (Gastone Brilli Peri, sulla P2, vince il Campionato Automobilistico del Mondo). Da allora, seguono una serie di successi ottenuti sull’asfalto lombardo sia con monoposto, sia con prototipi e vetture Turismo. Così, da Arese arriviamo a Monza. Due posti collegati da un filo diretto, così sottile quanto indissolubile. Oltre al circuito (quasi l’habitat naturale della nostra Giulia turbobenzina), nella cittadina brianzola merita una visita anche la Villa Reale, costruita per volontà dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria tra il 1777 e il 1780, come residenza estiva per il figlio Ferdinando d’Asburgo, governatore generale della Lombardia austriaca.
La nuova Alfa Romeo Giulia ritratta all’ingresso dell’autodromo di Monza, tempio della storia delle corse e di quella del marchio di Arese.
Quando il Lombardo-Veneto viene annesso allo Stato del Piemonte, la storia della Villa finisce per incrociarsi inevitabilmente con il destino dei Savoia. Nel 1934, con regio decreto, Vittorio Emanuele III dona la Villa ai Comuni di Monza e di Milano. Oggi la Villa Reale è di proprietà congiunta del Comune di Monza, della Regione Lombardia e del Demanio dello Stato. Da visitare anche i giardini (che circondano gli edifici del complesso monzese) e il parco (di ben 700 ettari).
Dove mangiare e dormire
L’Hotel de la Ville è un albergo di lusso, che gode di una posizione unica e invidiabile: di fronte alla Villa Reale di Monza e al suo splendido parco, a pochi passi dal centro storico pedonale. Di grande personalità e fuori dagli schemi, l’Hotel de la Ville (quattro stelle lusso) è una dimora sontuosa con anche un magnifico ristorante pluripremiato, il Derby Grill. Dalla fantasia dello chef Fabio Silva, si propone il meglio della cucina italiana, con richiami alle tradizioni della Brianza, in un ambiente di assoluto charme. Un’esperienza gourmet.
Tappa a Legnano
Con la Giulia turbobenzina da 280 CV ci dirigiamo a Legnano. Qui, al Museo Fratelli Cozzi, c’è un altro appuntamento da non perdere per i cultori dell’alfismo. Una location tutta made in Italy, che accoglie la collezione di Pietro Cozzi (fondatore, insieme ai suoi fratelli, della concessionaria e dell’officina Cozzi): oltre 60 Alfa Romeo raccontano 60 anni di storia. Una visita al museo è un evento unico: le auto iconiche e un archivio con preziosi documenti. Ogni auto ha una storia particolare e vale davvero la pena di visitare il museo per scoprire tanti aneddoti, come quello relativo al record tuttora imbattuto di uno degli esemplari unici della collezione, la 155 Q4 che nel 1992 ha battuto il record di velocità sul lago salato di Bonneville.
La rassegna inizia con una vettura molto speciale, l’Alfa Romeo 6C 2500 Freccia d’Oro, in arte “Gobbone”, la vettura che sancisce la fine della produzione artigianale Alfa Romeo a cavallo della Seconda Guerra Mondiale e del Dopoguerra. Il Museo Cozzi è una cattedrale del collezionismo, il tempio di una passione: 3 navate con al centro le spider e ai lati coupé e berline. Troviamo in successione i modelli principali dal dopoguerra al 2000: dalla 2600 berlina (e le sue varianti Coupé e Spider), fino alle varie Alfetta, Giulietta, Alfasud, Alfa 6, 75, 90, 156 e 166, oltre alle GTV e Spider di fine anni 90. Non solo auto ma anche preziosi archivi che racchiudono poster, informazioni tecniche, locandine pubblicitarie e promozionali dell’epoca. Qui si respira il profumo della storia.
La scuderia
Da Legnano, attraverso l’A9 e la SP 35, arriviamo a Seregno. Ultima tappa, il quartier generale della Scuderia del Portello, fondata ad Arese il 3 febbraio 1982, con il patrocinio della Casa madre, grazie all’adesione di una schiera di appassionati proprietari Gentlemen Drivers di Alfa Romeo, pronti a difendere in pista il glorioso passato agonistico del Biscione. Un museo dinamico di Alfa Romeo storiche da competizione. L’attuale presidente e team principal è Marco Cajani. La Scuderia del Portello rappresenta in pista la “storia del marchio sportivo Alfa Romeo”.
Organizza e partecipa a leggendarie gare Internazionali come la 24 Ore del Nurburgring, la London-Sydney Marathon e la London-Mexico Marathon, la 6 Ore di Spa – Francorchamps, la 24 Ore Le Mans Classic, il Grand Prix de Monaco Historique, il Goodvood Revival e il Goodwood Festival of Speed. Grandi protagoniste vincenti, le Alfa Romeo della Scuderia del Portello, guidate dai soci Gentlemen Drivers, hanno partecipato alle competizioni più prestigiose di tutto il mondo, come la 1000 Miglia, la Parigi-Pechino, il FIA European Historic Challenger e la Carrera Panamericana du Mexico. L’ultima sfida, però, abbraccia l’automobilismo contemporaneo, con la prima Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio allestita per le competizioni, che parteciperà alla gara di durata più celebre per vetture Turismo e Gran Turismo, la 24 Ore del Nürburgring (24-27 settembre 2020), sul leggendario tracciato del Nordschleife. Dopo 110 anni, la storia continua.
Compagna di viaggio
Lo stile made in Italy di Alfa Romeo esprime una semplicità capace di nascondere il complesso processo creativo della progettazione: ricavare da una “pagina bianca” l’insieme ergonomico e armonioso delle linee e degli strumenti, dei volumi e degli spazi che circondano l’automobilista è un lavoro complesso e raffinato. Cura, ricerca e modernità hanno consentito di accrescere la qualità. Merito di interventi mirati e sostanziali: nuova funzionalità wireless charger e nuova console centrale, ridisegnata per accogliere vani portaoggetti più ampi e accessibili. Nuova anche la leva del cambio. Alla base del selettore, una firma tricolore.Con il nuovo MY2020, su Giulia esordisce un set completo di Adas (Advanced Driver Assistance Systems), che garantisce la guida autonoma di livello 2 (ovvero il conducente può lasciare all’auto il controllo di acceleratore, freno e sterzo in determinate condizioni; l’automobilista deve, in ogni caso, esercitare un controllo continuo, mantenendo sempre le mani sul volante). Un perfetto equilibrio tra piacere di guida e sistemi di assistenza. Il prezzo di listino della Giulia 2.2 turbodiesel AT8 Q4 Veloce parte da 58.200 euro. Per la Giulia 2.0 turbobenzina AT8 Q4 Veloce, invece, bisogna aggiungere 1.200 euro.
Castelluccio di Norcia con Opel Insignia Sports Tourer Un luogo incantenvole in cui la fioritura è un’esplosione di colori
Conosciuto come il paese della fioritura, Castelluccio di Norcia, in Umbria, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, è un posto dove leggende, tradizioni e realtà si fondono con la natura in una suggestione unica e indimenticabile.di Francesca SirignaniSi parla di fioritura poiché le specie floreali che tingono il Pian Grande e il Pian Perduto nel periodo primaverile, sono innumerevoli e camminando lungo i sentieri si possono incontrare genzianelle, narcisi, violette, papaveri, ranuncoli, asfodeli, viola Eugeniae, trifogli, acetoselle e tant’altro. Castelluccio di Norcia è un posto meraviglioso che almeno una volta nella vita merita di essere visitato. Io ci sono arrivata con la Opel Insignia Sport Tourer SW 4×4, veloce e confortevole, ma guerriera nelle curve.Dopo aver percorso l’autostrada A1 da Firenze per Roma, esco a Orvieto per poi seguire le indicazioni Baschi-Todi. Per qualche chilometro fiancheggio l’autostrada e in prossimità di Baschi svolto a sinistra per Todi. Prima di arrivare al bivio che in 4 chilometri mi porterà a Todi, la ss44 fiancheggia il lago di Corbara con splendide vedute sul parco fluviale del Tevere. Ai piedi della cittadina di Todi, si entra direttamente in uno dei numerosi e ampi parcheggi. Un comodo ascensore a chiamata porta i turisti fin nel cuore del borgo medievale bello ed elegante. Si arriva in Piazza del Popolo, cuore pulsante del borgo, chiusa dal Palazzo comunale a destra e di fronte la lunga scalinata che porta al Duomo del XII sec.
In viaggio con la confortevole Opel Insignia
Riprendo il viaggio verso Castelluccio di Norcia con la Opel Insignia Sports Tourer che ha dimensioni consistenti e design filante e sportivo. A prima vista ha un frontale con caratteristiche estetiche particolari: la calandra cromata per esempio è di dimensioni molto ridotte rispetto a quelle di altre vetture di categoria simile. I fari sono IntelliLux LED, i cerchi sono da 18 pollici e il posteriore è molto particolare e tecnologico, ripreso dalla Monza Concept.Comfort e attenzione al dettaglio. Questi i principi che hanno ispirato lo sviluppo degli interni della Insignia. Nell’ammiraglia di Opel, il guidatore siede tre centimetri più in basso rispetto al modello precedente per un’esperienza di guida più coinvolgente e più intensa, grazie anche all’Head-Up Display che proietta sul parabrezza le informazioni utili al guidatore. Di fianco, il passeggero anteriore dispone di tutto lo spazio necessario per viaggiare nel comfort e siede su un sedile ergonomico rivestito in pelle. Anche il caldo non é un problema perché i sedili dispongono della funzione ventilazione. Il baule poi é in grado di ospitare tutto il necessario per il viaggio: ha, infatti, una capacità che va dai 560 litri fino ad arrivare ai 1.690 litriPer quanto riguarda il lato tecnologico, Opel Insignia dispone del nuovo sistema Multimedia Navi Pro, con schermo touch a colori da 8” per comandare le principali funzioni dell’auto, la navigazione e gestire contenuti e funzioni del proprio Smartphone, grazie a Apple CarPlay e Android Auto già integrati. Sia in autostrada che nelle strade normali, abbiamo potuto godere di tutto il comfort che offrono i sistemi di assistenza alla guida come Cruise Control Adattivo con Lane Keep Assist. Sotto il cofano abbiamo il potente ed elastico motore diesel 2.0 CDTI da 170 CV e 400 Nm di coppia massima disponibili a soli 1750 giri. Il cambio è automatico a 6 marce. La potenza del propulsore di Insignia Sports Tourer ci aiuta anche per i sorpassi.
Le tappe: Todi, Spoleto, Cascia e Norcia
Dopo Todi, è consigliabile una sosta alla bella e interessante Spoleto. Io mi fermo soltanto per prendere al volo una solare collega, ma poi proseguo: mi aspettano Cascia, Norcia e finalmente Castelluccio di Norcia.Raggiungo Cascia deviando per 12 chilometri dalla N°396. Qui il tempo ha conservato ritmi e tradizioni del passato ma non i terremoti che di tanto in tanto rendono inquiete queste terre. Alta su uno sperone roccioso, Cascia è dominata dal santuario di Santa Rita, meta di pellegrinaggi tutto l’anno. Santificata nel 1900, visse tra il 1381 e il 1457, venerata in tutto il mondo come patrona dei casi impossibili (e noi proprio in questi giorni avremmo da chiederle una grazia per un caso impossibile…chissà?). La basilica è stata ricostruita nel 1938, con poca classe, ma importante è la tomba della Santa.Riprendo per Norcia. Si segue, con varie curve, il percorso del torrente Sordo per 7 chilometri, poi le vaste marcite, (affioramenti di sorgenti d’acqua) annunciano l’arrivo al borgo, Norcia, città natale di S.Benedetto, patrono d’Europa e di sua sorella S. Scolastica, patria del tartufo nero e dell’arte norcina, la trasformazione della carne di maiale in insaccati e prosciutti. Norcia è anche uno dei più bei borghi della Valnerina, ma i danni del terremoto qui sono ben evidenti, con le mura che cingono il borgo a tratti sbriciolate, la chiesa di S.Benedetto completamente distrutta con la sola facciata rimasta intatta. Al centro della piazza la statua del Santo, a sinistra il Palazzo comunale anch’esso semidistrutto dalle scosse, ma con il castello in piedi. Come in piedi è anche l’elegante Hotel Seneca. Ma il paese è vivo, ha decine di piccoli negozi dove acquistare prodotti del territorio: dai tartufi neri alle lenticchie, ai famosi salumi nocini. Ma si vedono anche scritte, che reclamano contro la lentezza dello lo Stato nel fare I restauri. Un suggerimento? Fate un salto al negozio Casale de litappi, (via Case sparse,525) a circa un chilometro dal centro. Alessandro vi mostrerà (e vi farà assaggiare) tutte le specialità locali e i suoi salumi speciali da far ingolosire anche un vegetariano. Una sosta per la notte all’Hotel Seneca, ed anche un po’ di benessere nella essenziale spa, per poi ripartire domattina per Castelluccio.
Finalmente verso Castelluccio (Con la trazione integrale per andare ovunque)
Il mattino dopo è ora di passare dai 600 m. di Norcia ai 1452 m. di Castelluccio per vedere la piccola Mongolia dell’Appennino, nel Parco nazionale dei monti Sibillini. Con quasi 900 m. di dislivello, la strada ha tante curve e tornanti, ottima per provare la trazione integrale basata su una tecnologia all’avanguardia. Si tratta della trazione Twinster con torque vectoring, in cui una doppia frizione sostituisce il tradizionale differenziale posteriore. In questo modo il sistema è in grado di ripartire la coppia in modo indipendente su ciascuna ruota posteriore in una frazione di secondo. Queste caratteristiche, possiamo affrontare le curve con maggior precisione e sicurezza. Salgo agevolmente, e poi ultima piccola curva a sinistra e mi appare la Piana con Castelluccio in fondo.Percorrendo la lunga lingua di asfalto, che divide in due la piana, lentamente si arriva sotto il borgo di Castelluccio ed è qui che la fioritura regala scorci incredibili, con decine di persone impegnate a farsi selfie e a scattare foto alla “tavolozza” naturale di colori. Alcuni, fortunatamente pochi, si avventurano anche in mezzo ai campi calpestando le piante, nonostante i divieti presenti.Ora è un paese da ricostruire completamente, e solo le sue rovine dominano la piana di quasi ottanta chilometri quadrati che regala la sensazione d’infinito, chiusa da tutti i lati da una cerchia di montagne selvagge con versanti scoscesi e glabri, con il monte Vettore, la vetta più alta, che sfiora i 2500 m. Da quassù la vista sulla piana è grandiosa, ancora più bella a inizio luglio quando, con i campi di lenticchie ed I fiori, diventa una immensa tavolozza. Qui incontri greggi, cavalli, deltaplanisti che si lanciano dal monte Ventosola e i fotografi che vagano con i loro obiettivi alla ricerca di fiordalisi, papaveri e sensazioni da ricordare.Sarà solo una sensazione, ma mi pare che anche all’Insignia piaccia questa piana fuori dal mondo e dal tempo. Ma è tempo di partire. Andiamo, cara Insignia, vedrai che ci divertiremo ugualmente in quelle curve che la tua trazione integrale non teme.
Compagna di viaggio
Opel Insignia Sport Tourer è lunga 499 cm, larga 186 cm, alta 150 cm e pesa 1558 kg. Il baule ha una capacità che va dai 560 litri fino ad arrivare ai 1.690 litri. Il motore 2.0 diesel a 4 cilindri sviluppa una potenza di 170 cv e 400 nm di coppia massima. La velocità massima è di 223 km/h e l’accelerazione da 0 a 10 km/h è di 8.9 secondi. Opel Insignia Sports Tourer parte da € 31.800,00.
Per chi volesse assaggiare queste prelibatezze, il Casale de li Tappi offre anche un servizio di vendita online dal sito www.norcineriadinorcia.it.
Oggi Palazzo Seneca è la stella di Norcia, ad indicare il percorso della rinascita, potendo ospitare una clientela di alto livello e di alto gusto. Non manca al suo interno un altrettanto eccellente centro benessere ed un raffinato ristorante denominato Vespasia e curato dallo chef Valentino Palmisano. E non per nulla anche il ristorante è stato premiato dalla Michelin con una stella. E brilla anche questa.Rimasto intatto, dove tanti altri palazzi più recenti sono caduti, questo palazzo del XV secolo, ristrutturato e trasformato nel rispetto delle atmosfere dell’epoca dalla famiglia Bianconi, ospita il lussuoso e raffinato relais a cinque stelle.
Sul Lago di Garda con la nuova Ford Focus Active SW alla ricerca di Green Resort
La sostenibilità ambientale è un tema di sempre più stretta attualità. Nelle stanze dei bottoni, ormai rappresenta uno dei primi punti all’ordine del giorno. Un esempio di responsabilità sociale di impresa: adottando soluzioni green, l’azienda si mostra più responsabile, attenta ai valori del territorio e aperta alle innovazioni, con una cultura aziendale orientata allo sviluppo sociale e culturale, alla tutela ambientale e alla valorizzazione delle persone e della conoscenza, nel pieno rispetto delle tradizioni e delle tipicità territoriali.Quindi, un aiuto concreto all’ambiente e un ritorno d’immagine. In quest’ottica, abbiamo raggiunto in auto l’Hotel Aqualux, a Bardolino, certificato Clima Hotel e vincitore del prestigioso premio “Green Resort”, assegnato in occasione dei Weekend Premium Awards 2019. Visto che siamo da quelle parti, ne approfittiamo per visitare la sponda veneta del Lago di Garda, da Peschiera a Bardolino. Lo facciamo al volante della nuova Ford Focus Active SW, che oggi è anche più ecologica, in quanto emette meno CO2.
Green Resort AQUALUX &SPA
Aqualux Hotel è una perla verde nella poesia del Lago di Garda. La struttura è realizzata con materiali bio-compatibili. Inoltre, si sfruttano energie rinnovabili e si utilizzano software gestionali che controllano il risparmio energetico idrico. Cascate di piante disegnano il perimetro dell’hotel e giardini pensili ne ricoprono il tetto. Così, l’ospite è al centro di un vero e proprio ecosistema.l’elegante esterno e il raffinato interno dell’Aqualux Hotel.L’ampia corte interna ospita: otto piscine – interne ed esterne – oltre a percorsi di acqua corrente, una zona dedicata al nuoto, aree termali, stazioni idro e aeromassaggio, una vasca salina dedicata al relax, batteriologicamente pura, che scaturisce da una profondità di oltre 300 metri e ha origine dal bacino idrogeologico del sistema termale adiacente alla riva orientale del Lago.La sontuosa Spa per rilassarsi durante il Weekend Premium.È particolarmente ricca di calcio, magnesio e bicarbonati che le conferiscono proprietà terapeutiche ideali per effettuare la balneoterapia. Le 125 camere a disposizione degli ospiti sfruttano i principi dettati dall’eco climatizzazione che veicola l’energia naturale senza utilizzo di radiatori e condizionatori.
A spasso sul Garda
Sembra quasi un mare incastonato fra le Alpi e la pianura padana: il lago di Garda, con il suo particolare clima e le sue rive costellate di borghi, castelli e monumenti, è una delle mete più gettonate e richieste dai turisti di tutto il mondo. Approfittando della nostra visita all’Hotel Aqualux, come meta del nostro Weekend Premium scegliamo la sponda veneta, bella anche d’autunno, raggiungendola al volante della weekend-car Ford Focus Active station wagon, crossover di faccia, berlina rialzata nella sostanza. Un modello attendo pure al contenimento delle emissioni, grazie alle tecnologie del pluripremiato motore EcoBoost.La Ford Focus Active fotografata sulle sponde del lago di Garda a Bardolino.La familiare dell’Ovale Blu unisce la posizione di guida più alta e la versatilità, tipiche dei Suv, con il dinamismo e la praticità delle compatte, mantenendo inalterate le doti di guidabilità del modello. E poi, sopporta meglio le nostre strade piuttosto malridotte. Come riconoscerla? Assetto rialzato di 3 centimetri, griglia frontale diversa, plastica protettiva per paraurti e passaruota, cerchi in lega da 17 pollici dedicati, doppio scarico, interni in tessuto con finiture blu e barre portatutto al tetto.
Sponda veneta
Prima meta del nostro Weekend Premium, Peschiera del Garda: qui il connubio tra paesaggi mozzafiato e cultura fanno di questa location una vera e propria perla del nord Italia. Nota anche con il nome di “Pentagono”, Peschiera coniuga la sua storia di città fortezza (gioiello d’architettura, racchiuso in un’imponente cinta muraria, risalente al Cinquecento e bagnata dal fiume Mincio), patrimonio dell’Unesco, con la sua anima di suggestiva cittadina lacustre.Luogo perfetto per una giornata fuoriporta, così come per una vacanza all’insegna del relax e dello sport, tra itinerari culturali, naturali ed enogastronomici. Un punto di partenza ideale anche per andare alla scoperta delle bellezze della sponda veneta del Lago di Garda.
Weekend Car
I tecnici dell’Ovale Blu hanno lavorato sul “feeling” dell’assetto e della meccanica, per ottenere anche sulla Active una configurazione che mantenesse le caratteristiche di prontezza e precisione della versione tradizionale. Offrendo, al tempo stesso, più maneggevolezza anche su strade accidentate. Il risultato è perfettamente riuscito. Bella da guidare, reattiva e sincera, la Focus Active wagon invita a fare strada.All’interno, si percepisce la qualità costruttiva tipica del modello, esaltata dai materiali soft-touch dell’abitacolo. La versione automatica sfoggia l’elegante selettore rotativo al posto della classica leva del cambio. Un tipo di comando che conferisce un certo tono al posto guida, oltre ad essere molto pratico. Per la connettività di bordo c’è il sistema SYNC 3, supportato dal touchscreen a colori da 8’’ compatibile con Apple CarPlay e Android Auto. La gamma di tecnologie di assistenza alla guida della Focus, poi, è la più sofisticata di sempre su una Ford: l’innovativo sistema Co-Pilot 360 migliora sicurezza, guidabilità e rende l’esperienza di guida meno stressante e più sicura.
Seconda tappa
Al volante della nostra Focus Active SW, cullati dal comfort e dalla piacevolezza di guida della familiare (spinta dal silenzioso 1.0 EcoBoost turbobenzina a tre cilindri, con cambio automatico), raggiungiamo Bardolino, distante 16 chilometri da Peschiera del Garda. Nel tragitto di circa mezz’ora, attraversando tanti vigneti, non resistiamo alla tentazione di un’escursione fuoristrada.Tra i vigneti che circondano la zona di Bardolino, la Focus Active si trova davvero a suo agio.La Focus Active è solo a trazione anteriore, ma si presta a un ampio “catalogo” di utilizzi: le protezioni sul perimetro della vettura, l’altezza maggiorata (+30 mm all’anteriore, +34 al posteriore), la presenza delle barre per il carico sul tetto e il ruotino di scorta ne aumentano la polivalenza, oltre a conferire al modello un look “outdoor”. Dal punto di vista più tecnico ci sono anche due modalità di guida specifiche, Active (terreno scivoloso) e Trail (terreno sconnesso).La Ford Focus Active fotografata davanti al Castello Scaligero di Torri del Benaco, un’altra perla del lago di Garda.Bardolino, la cui origine risale alla civiltà palafitticola Italica, è uno dei principali centri sul lago di Garda, situato tra due punte sabbiose formate allo sbocco di brevi torrenti. Il lungolago è di sicuro una delle cose da vedere. Passeggiando all’interno delle viuzze e dei vicoli si scopre l’anima veneziana di Bardolino.Il Castello Scaligero di Torri del Benaco, un’imponente struttura di origine romanaPoco distante, merita una puntata anche il Castello Scaligero di Torri del Benaco, di origine romana. Secondo gli storici, questo luogo – situato fra Peschiera del Garda e Riva del Garda, potrebbe essere stato un castrum romano, sede di guarnigione, e, come tale, venne difeso e fortificato.
Dove mangiare
La giornata passa in fretta ed è già ora di cena. Per gustare piatti succulenti e prodotti tipici del posto, il consiglio è il ristorante Al Cardellino, nel centro di Cisano, a soli 5 minuti di auto da Bardolino. Appena entrati, si sente e si vede subito la storia del posto, che resiste dal 1963. In ogni angolo, si possono scoprire pezzi incredibili, come l’enorme botte restaurata con all’interno una vetrina di vini o il juke-box.la nostra weekend car Focus Active davanti al ristorante Al Cardellino di Cisano.Al Cardellino, si fa un viaggio nella cultura culinaria della sponda veneta del lago di Garda, scoprendo i sapori delle materie prime che questa bella zona sa regalare. Piatti da accompagnare con un buon bicchiere di vino. Poco distante, c’è Valpolicella, con i suoi celebri rossi, in primis l’Amarone.
Interni del ristorante.
La cantina presenta una vasta selezione di vini e confetture.
Compagna di viaggio
La Focus Active, che completa la gamma dei crossover Ford, è stata creata per incontrare il crescente numero di clienti interessati a versioni “non tradizionali”. Lo fa con il vantaggio della doppia variante di carrozzeria: a cinque porte oppure station wagon. Il modello presenta un look esterno ben caratterizzato, con assetto rialzato e una configurazione del telaio ottimizzata, per offrire maggiore sicurezza e maneggevolezza, anche nel caso di strade sconnesse, sia sui percorsi urbani sia su quelli autostradali. L’esperienza di guida al volante è ulteriormente migliorata grazie al Select Mode (con le varie modalità di guida). Sul fronte dell’assistenza alla guida, da segnalare: Adaptive Cruise Control (ACC) con Stop&Go, Speed Sign Recognition, Lane-Centring, Pre-Collision Assist con Pedestrian e Cyclist Detection, Adaptive Front Lighting System, Active Park Assist Upgrade, Head-up display ed Evasive Steering Assist.
SCHEDA TECNICA
Potenza: 92 kW-125 CV a 6.000 giriCoppia: 170 Nm a 1.400 giriVelocità massima: 198 km/hConsumo medio: 4,9 l/100 km (20,4 km/l)Emissioni di CO 2 : 130 g/kmPrezzi: da 26.100 euro