Quando la natura dipinge. L’inverno in Camper [Parte 12]

In camper in Basilicata per scoprire il Parco del Pollino

Cosa vedere

Simbolo del Parco del Pollino è il pino loricato che si erge, come un fossile vivente, un dinosauro della natura, sulle alture più impervie del Parco.  Il nome gli deriva dalla corteccia, che ricorda l’armatura degli antichi romani, la lorica, e che è una vera corazza, che ha permesso a questa specie di sopravvivere alle peggiori condizioni climatiche. Oggi sul Pollino questi testimoni del tempo, con oltre 1000 anni di vita, si ergono al di sopra dei faggi che si estendono a quota più bassa e spiccano col loro verde intenso tra gli ocra del foliage che in autunno si tinge di oro.  Visitare il parco in questa stagione regala paesaggi da sogno, come l’incredibile visione che si ha dall’alto del Santuario della Madonna del Pollino, raggiungibile con una strada tra boschi che sale da Terranova del Pollino o da San Severino Lucano.Per raggiungere i pini loricati invece si fa base al colle dell’Impiso, da dove parte il sentiero che raggiunge la località Giardino degli Dei, dove ammirare gli esemplari più vetusti e contorti del Parco.  Poi si può andare a Civita, borgo di etnia albanese dove, dopo aver visitato il Museo che racconta la storia di queste genti che nel medioevo si stabilirono da queste parti conservando le loro tradizioni, costumi e balli tipici, si scende verso le Gole del Raganello e il ponte del diavolo, così chiamato perché la leggenda narra che dopo esser stato costruito e poi crollato due volte il diavolo si offrì di costruirlo in cambio della vita del primo essere umano che lo avesse attraversato. I contadini accettarono e una volta terminato fecero passare per primo un cane.

Cosa mangiare

Il piatto più conosciuto è il mischiglio, una farina composta da un miscuglio di farine di cereali e legumi, con cui si preparano i tradizionali rascatielli, una pasta acqua e farina, condita con salsa di pomodoro, aglio e basilico e una spolverata di peperone crusco, un peperone dolce che si coltiva quasi esclusivamente a Senise e si lascia seccare al sole per essere poi triturato e fare da condimento e accompagnamento in diversi piatti. Altri piatti tipici di questa zona sono il passato di fave fresche, il pan cotto preparato con pane raffermo e brodo, la minestra con le cotiche di maiale, verza e fagioli, il baccala con i peperoni e i peperoni ripieni.

Sosta camper:

Viggianello, Area di sosta al Colle dell’Impiso. N 39.934050 E 16. 161590Rotonda, Agriturismo Lo Scoiattolo, https://www.agriturismoloscoiattolo.eu/Senise Agriturismo Tenuta Fortunato, https://www.tenutafortunato.com/Laino Borgo, Area camper e parcheggio Gioia, https://www.parcoavventuragioia.it/  

IL CAMPER

Panama U16+ su Peugeot Traveller

Novità nella gamma Urban di Panama, azienda spagnola del gruppo Trigano, è il nuovo U16+. Allestito su Peugeot Traveller, l’U16+ è un veicolo con una lunghezza totale di appena 495 cm e un’altezza, con tetto a soffietto chiuso, di 199 cm, ideale quindi per un utilizzo cittadino.I posti omologati in questo nuovo modello arrivano a sei mentre i posti letto sono quattro.Blocco cucina con due fuochi e lavandino, frigorifero portatile, tavolo rimovibile, tre sedili fronte marcia oltre ai due sedili girevoli, e l’optional di due cassettoni scorrevoli con camperkit.Di serie tavolino da campeggio con due sedie.




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 11]

In camper nel Lazio per assaporare il silenzio nella Certosa di Trisulti

Cosa vedere

A pochi chilometri dal borgo di Collepardo in provincia di Frosinone, celata tra le falde dei Monti Ernici a circa 800 metri di altezza e immersa in un paesaggio magico all’interno della Selva di Ecio, la Certosa di Trisulti è un piccolo gioiello da conquistare a poco a poco, salendo con il camper tra i boschi secolari della Ciociaria che in autunno si tingono di oro. Costruita nel 1200 su un promontorio roccioso a picco su una vallata per volere di Papa Innocenzo III che la affidò all’ordine dei certosini la certosa è da secoli una delle tappe della Via Benedicti, il sentiero che ripercorre il viaggio intrapreso da San Benedetto da Subiaco a Montecassino.

Cuore della Certosa è la Chiesa di San Bartolomeo, gotica e barocca a causa delle varie modifiche subite nel corso dei secoli, ma il gioiello principale è la splendida farmacia settecentesca, interamente affrescata con motivi a trompe-l’œil dal pittore napoletano Filippo Balbi. L’attività principale della Certosa era la produzione di medicamenti e liquori e la farmacia custodisce nelle sue splendide vetrine ampolle, vasi e contenitori dove sono ancora contenuti centinaia di medicamenti e erbe officinali.

Entrare nella farmacia vuol dire immergersi in un luogo fantastico, a cominciare dalla sala d’attesa dei pazienti, soprannominata anche “salottino del Balbi“, dove tra decorazioni in stile pompeiano spicca il ritratto del monaco Benedetto Ricciardi.

Cosa mangiare

Tra i piatti tipici di Collepardo troviamo Sagne e Fagioli, una specie di zuppa di pasta fresca fatta con acqua e farina condita con una salsa fatta con fagioli cannellini DOP di Atina, cotenna e pomodoro.  Tra i primi piatti non mancano gli strozzapreti al ragù, i tagliolini in bianco con carne e funghi, mentre tra i secondi spiccano la polenta con salsicce e maiale, lo stracotto di manzo e le carni alla brace. Tipico della zona sono i liquori alle erbe e la Sambuca di Collepardo e Alatri.

Sosta Camper:

Collepardo, Parcheggio del piazzale antistante la Certosa. N 41.780320 E 13.396270Alatri, Area di sosta N. 41.728590 E 13.338360, https://www.alatriturismo.it/vivialatri/17/area-sosta-camper  




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 10]

In camper in Campania lungo la Ciclovia Francigena

Cosa vedere

Il territorio della provincia di Benevento e dell’antico ducato longobardo può essere ammirato dai cultori della bicicletta e dai cicloturisti percorrendo la BI3 – Ciclovia Francigena, un lungo itinerario ciclabile che, integrandosi nella parte italiana della EuroVelo Route n°5, si snoda su strade secondarie, sterrati e sentieri adatti alle due ruote e si sviluppa per oltre 2.500 chilometri da Como a Brindisi, ricalcando l’andamento dell’antica Via Francigena. Una rete di percorsi, detti anche “vie romee”, utilizzate dai pellegrini fin dall’alto Medioevo per raggiungere dal nord Europa i luoghi più sacri della fede cristiana, attraversando l’Italia e giungendo alla Puglia, dove vi erano i porti d’imbarco per la Terra Santa.L’itinerario, dopo aver seguito la Ciclovia del Volturno, entra nel territorio provinciale di Benevento, che dal 570 circa fu capitale dell’omonimo Ducato destinato a sopravvivere, con alterne vicende, ma mantenendosi sempre indipendente, fino al 1077. Nel centro storico sorge l’importante sito religioso longobardo della chiesa di Santa Sofia, costruita intorno al 760 per volontà di Arechi II, duca di Benevento, come cappella personale e santuario nazionale per la salvezza del popolo longobardo.  Il territorio è punteggiato di testimonianze monumentali del periodo romano e longobardo, oltre ai centri di Telese Terme, località di cura rinomata per le acque sulfuree ricche di calcio, magnesio, bicarbonato e idrogeno solforato, e la vicina Solopaca, con il suo suggestivo nucleo storico dalla caratteristica forma allungata in cui si ammirano il palazzo ducale dei Ceva-Grimaldi e le vestigia dell’antico castello normanno.

Cosa mangiare

Senza dimenticare i salumi, piatti tipici della tradizione beneventana sono le minestre, come la zuppa di castagne e fagioli e la minestra maritata, una zuppa di verdura miste a cui viene aggiunto, cioè “maritato” (in italiano sposato) qualcosa di più sostanzioso come un pezzo di lardo o un pezzo di prosciutto di Pietraroja o delle cotiche salate e il peperoncino. Tra i primi asciutti troviamo lo Scarpariello, una pasta fatta in casa condita con pomodori, pecorino e abbondante basilico. Altro piatto tipico è il baccalà alla “beneventana” con pomodoro, origano, olive e capperi.  Tra i vini da segnalare il Solopaca Rosso Superiore del Sannio DOC.

Sosta Camper:

Benevento, Area Attrezzata, N. 41.131370 E 14.789510Pietrelcina, Area Attrezzata, N 41.199270 E 14.844340




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 9]

In camper in Friuli per andare in bici fino alla Slovenia

Cosa vedere

E’ un importante itinerario ciclabile che consente di scoprire il territorio friulano orientale, andando alla ricerca delle radici culturali longobarde.  Il percorso, adatto a tutti, con una distanza complessiva di 25 Km collega la città di Udine a Cividale del Friuli, considerata la “capitale longobarda” della Regione. Il percorso, che può essere affrontato sia partendo dal centro di Udine che dalla località Godia nelle vicinanze del torrente Torre, segue il tracciato della FVG4, che taglia orizzontalmente il Friuli centrale, da Caneva in provincia di Pordenone fino al confine sloveno delle valli del Natisone. Il percorso può includere la visita dell’affascinante centro di Udine, cittadina con piazze dall’atmosfera veneziana e antichi palazzi, a partire da piazza Libertà, definita “la più bella piazza veneziana sulla terraferma”, e piazza Matteotti (o delle Erbe), interamente contornata da portici.Non si configura come vera e propria pista ciclabile, ma anche nei tratti in cui il sedime stradale è condiviso con le automobili, la sicurezza è garantita dal fatto che si percorrono strade secondarie con scarso traffico. L’area attraversata presenta una spiccata impronta agricola, con un alternarsi di orti privati, giardini, campi coltivati, e un ampio panorama delimitato a nord-est dall’abbraccio delle Prealpi Giulie. Per chi volesse prolungare il tour, dopo la sosta a Cividale del Friuli, è possibile proseguire lungo un percorso ben segnalato e indicato, che prende il nome di “Bimobis“, un itinerario che, per i più allenati, sconfina in Slovenia passando per Caporetto e Tolmino e rientrando in Italia all’altezza di Gorizia.

Cosa mangiare

Simbolo della cucina friulana è il frico, nato in Carnia come piatto povero, preparato con patate e formaggio e cotto in padella a fuoco lento. Oggi ne esiste una versione croccante e friabile, in cui l’unico ingrediente è il formaggio che viene fritto in olio bollette in dischetti croccanti. Tra i primi piatti troviamo i cjarson, ravioli di pasta fresca preparati con farina di grano tenero e acqua e ripieni di numerose varianti anche dolci, come il ripieno di ricotta, cannella e cacao.  Celebrata specialità è la Gubana, dolce arricchito di frutta secca e tradizionalmente servito con la grappa, le cui origini sono legate alle feste religiose più importanti, ma anche ad eventi della vita comunitaria quali matrimoni e cresime. Da non dimenticare il prosciutto di San Daniele, che nel 1996 ha ottenuto la DOP.

Sosta camper:

Cividale del Friuli, Area Attrezzata, N 46.096200 E 13.4221500San Daniele del Friuli: Area Attrezzata, N 46.156750 E 13.013900




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 8]

In camper nel Molise dell’autenticità. Sorgenti, tartufi e… campane

Cosa Vedere

Nel Molise, una terra ancora integra, con un patrimonio ambientale importante fino ad oggi poco conosciuto, ideale per l’outdoor e i weekend green. I turisti tedeschi e olandesi l’hanno già scoperta, conquistati dai suoi luoghi unici immersi nella natura e dai suoi percorsi da assaporare a ritmo lento, come le sorgenti del gusto, luoghi dell’acqua abbinati ad una degustazione di cibi e specialità tipiche dei territori. Le sorgenti sono un patrimonio dal valore inestimabile, una ricchezza preziosa per la regione, luoghi iconici da scoprire in camper, come le numerose feste tradizionali, in particolare quelle legate al raccolto, tra tutte la Festa del Grano di Jelsi. In autunno si può andare per boschi alla ricerca di funghi, castagne e preziosi tartufi bianchi, specialmente i tartufi di Busso.

Ad Agnone c’è la Pontificia Fonderia Marinelli, una delle più antiche aziende a conduzione familiare del mondo. Nata più di mille anni fa è da sempre nelle mani della stessa famiglia che produce campane esportate ovunque. Non c’è nazione al mondo dove non ci sia una campana della Fonderia Marinelli. Qui è stata prodotta la grande campana del Giubileo del 2000 e sarà di nuovo una campana di Marinelli ad inaugurare il Giubileo del 2025. La campana è già pronta, deve solo essere spedita a Roma. Con il logo del giubileo 2025 sul bronzo, una circonferenza di 2 mt e un peso di 200 kg. annuncerà l’evento giubilare con un concerto di campane in Piazza San Pietro. La fonderia è visitabile con una visita guidata tutti i giorni tranne la domenica pomeriggio. Si inizia con un video che presenta la storia dell’azienda e si continua con il museo che raccoglie campane di ogni epoca e forma e la fonderia vera e propria, dove viene illustrato il processo di costruzione della campana.

Cosa mangiare

Il Molise è famoso per gli insaccati come il Capocollo, la Coppa, i Ciccioli, il Prosciutto di Spalla, la Salsiccia di fegato di maiale, la Soppressata e la Ventricina di Montenero di Bisaccia, ma soprattutto per i latticini. Per gli amanti dei prodotti caseari la regione è una vera mecca.  Da sempre le genti molisane hanno legato la loro vita alla pastorizia transumante, e sui tratturi, le “autostrade del passato”, ogni anno transitavano i pastori che dall’Appennino portavano le greggi a svernare nelle fertili pianure pugliesi.  Il latte che veniva munto durante il tragitto veniva lavorato in zona. Nascevano così scamorze, mozzarelle, caciotte, sia semplici che aromatizzate (ovviamente al tartufo, alle erbe, al peperoncino, ecc.), stracciata, ricotte, cacioricotta. Il prodotto più noto e il fiore all’occhiello della produzione casearia locale è il caciocavallo, il cui nome sembra che sia derivato dall’uso di appendere le forme, legate in coppie, a cavallo di una trave ad essiccare. Tra i vini da segnalare la Tintilia DOC, prodotto nelle due province di Campobasso e Isernia.

 “Il Tartufo di Busso”

Fra le varie sorprese di questa regione semisconosciuta c’è quella di scoprire che è una delle maggiori produttrici di tartufo. Fino a pochi anni fa, i molisani non ne erano consapevoli, e accettavano di svendere i propri tartufi e di permettere che saccheggiassero i loro boschi e vendessero quelli molisani spacciandoli come di altre regioni. Ma oggi è tutto cambiato per fortuna, e sia i tartufi neri estivi che quelli bianchi autunnali sono un fiore all’occhiello delle eccellenze gastronomiche molisane. Fra le varie zone produttrici del prezioso fungo ipogeo, eccelle quella di Busso, a pochi chilometri da Campobasso. A Busso si trova un’area certificata di 46 ettari di bosco, con 8 chilometri di recinzione, dove nella precedente estate è stato trovato un super tartufo nero di un chilo e 255 gr. ma l’attesa più importante è la raccolta del tartufo bianco, da ottobre al 31 dicembre. E anche questa è senza dubbio un’ottima motivazione per visitare il Molise e “gustarlo”.

Sosta Camper:

Agnone, Area attrezzata, N 41.810340 E 14.378330Termoli, Camping Villaggio Azzurra, http://www.villaggioazzurra.it/Castelpetroso, Agriturismo Tenuta Due A – Tel. 338 346 3867 https://www.facebook.com/tenutaduea/




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 7]

In camper in Lombardia sulle tracce dei Longobardi in Italia Patrimonio Unesco

 Cosa vedere

Il territorio delle colline bresciane con i luoghi longobardi è attraversato da sei percorsi cicloturistici con diversi gradi di difficoltà. Tra questi, il primo itinerario, “I paesaggi di re Desiderio” si snoda intorno alla montagna della “Maddalena”, la montagna dei bresciani, dalle cave utilizzate già al tempo dei Romani per l’estrazione del pregiato marmo di Botticino fino ai vigneti della Valverde, conducendo attraverso una strada panoramica alla sommità dell’altura per poi ridiscendere con un’ampia visuale sulla pianura e le sponde del lago di Garda. L’itinerario n. 6, invece, è chiamato “Le colline di re Rotari” e disegna un lungo percorso circolare tra i comuni di Brescia, Rezzato, Castenedolo, Montirone, Poncarale e Flero, sviluppandosi nel dolce contesto paesaggistico delle colline di re Rotari, personaggio di notevole spessore storico che fu duca di Brescia e, dal 636 al 652, re dei Longobardi.Inoltre la città di Brescia dal 2023 è inserita nella rete ufficiale dei “ComuniCiclabili®” della FIAB, la più grande associazione ciclo-ambientalista italiana, che assegna annualmente questo marchio ai comuni che possiedono i requisiti richiesti, dando loro la facoltà di esibire, come segno distintivo e di riconoscimento, una bandiera recante un numero di “biciclette”, da un minimo di una a un massimo di cinque, proporzionale all’impegno profuso e alle azioni concrete intraprese da ciascuna località in favore della mobilità in bicicletta.

Cosa mangiare

Piatto tipico della cucina bresciana sono i casonsei, grossi ravioli con ripieno a base di uova, formaggio stagionato o ricotta, spinaci o carne, e conditi con abbondante burro fuso alla salvia. Immancabile in inverno la polenta taragna, preparata con grano saraceno e mais saraceno, e una cottura lenta. Dal sapore deciso, la polenta viene condita con burro fuso e salvia fresca. Il dolce tipico bresciano è la bossola, una ciambella alta, soffice e vaporosa fatta con uova, burro, farina e ricoperta di zucchero a velo. Il vino della zona è il Franciacorta DOCG.

Sosta Camper:

Brescia, Area Attrezzata, N. 45.516510 E 10.234120Sarezzo, Azienda Agricola Catena Rossa, https://www.catenarossa.it/+




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 6]

In camper in Abruzzo per pedalare lungo la costa dei Trabocchi

Cosa vedere

E’ uno dei tratti più suggestivi d’Abruzzo, 50 chilometri lungo l’Adriatico, da Ortona a Vasto, caratterizzato da una magnifica pista ciclabile lungo il mare e da spettacolari trabocchi, antiche strutture in legno utilizzate per la pesca. Queste palafitte, veri e propri capolavori di ingegneria tradizionale, sono state progettate per resistere al tempo e alle tempeste, e alcune di esse hanno superato il secolo di vita. Tra i trabocchi più celebri spicca quello di Punta Turchino, eretto nel 1860 e reso immortale dalla penna di Gabriele D’Annunzio, che lo descrisse come simbolo dell’anima abruzzese.Il paesaggio alterna scogliere imponenti a calette nascoste, spiagge sabbiose e tratti rocciosi, il tutto accompagnato dal dolce suono delle onde che si infrangono sulla costa. Al tramonto mare e cielo si fondono in una tavolozza di colori mozzafiato, regalando uno spettacolo di una bellezza semplice, autentica, che si lega alla natura e alla tradizione. Si parte da Ortona e proseguendo verso sud si giunge a Punta Aderci, lembo di terra incontaminato della Riserva naturale regionale omonima, dove la natura regna sovrana. Il viaggio si conclude a Vasto, dal centro storico dominato da un dedalo di vicoli medievali, piazze animate e sontuosi palazzi.

Cosa mangiare

Il più tipico piatto abruzzese, conosciuto in tutta Italia, sono gli arrosticini, spiedini di carne di pecora cotti alla brace. Poi i piatti legati alla transumanza, come i maccheroni alla chitarra conditi con ragù di agnello e la pecora alla callara, cucinata nei paioli di rame. Le pallotte cacio e ova sono delle polpette di formaggio e pane raffermo cucinate in abbondante sugo di pomodoro. Il tutto da innaffiare generosamente con vino Montepulciano d’Abruzzo Doc, Cerasuolo o Trebbiano Doc.  Dolci tipici sono le ferratelle, da cuocere sul fuoco con una doppia piastra arroventata.

Sosta Camper:

Ortona, Camping Torre Muccia, https://campingtorremucchia.it/Rocca San Giovanni, Area Camper Costa dei Trabocchi, N 42.276270 E 14.492000




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 5]

In camper in Liguria per passeggiare a Boccadasse

Cosa vedere

Una spiaggia circondata da casette colorate. Collegato al centro di Genova con la passeggiata sul lungomare, Boccadasse conserva ancora le caratteristiche di piccolo borgo marinaro, molto amato dai cantautori genovesi, giganti della musica che hanno scritto versi indimenticabili.  In primis Gino Paoli, che ha abitato a lungo in salita Santa Chiara e affacciato sui tetti ha composto le note della sua canzone intramontabile, “la Gatta”. Ma anche Luigi Tenco, che si dice amava venire a Boccadasse per trovare l’ispirazione per le sue canzoni e qui si ritrovava con gli altri cantautori. A lui in Via Aurora è stata dedicata una targa.Senza dimenticare l’indimenticabile Fabrizio de Andrè, che di Genova diceva “per me è come una madre”. Anche per lui il piccolo borgo era fonte di ispirazione, immortalato nella canzone “Crêuza de mä”.  La creuza, la piccola mulattiera tra due muri, conduce ancora alla spiaggia di ciottoli, dove passeggiare tra le barche intrise di salsedine e chiacchierare con “i pescatori che hanno la faccia solcata da rughe che sembrano sorrisi e, qualsiasi cosa tu gli confidi, l’hanno già saputa dal mare” (De Andrè).  Alla tradizione dei cantautori genovesi verrà dedicata una Casa dei Cantautori che si prevede di aprire nell’ex Abbazia di San Giuliano non lontano da Boccadasse.

Cosa mangiare

Le trofie al pesto sono il piatto di punta della cucina ligure. La salsa si prepara con il basilico genovese, una varietà di basilico a cui il microclima particolare della Liguria, grazie all’influsso degli Appennini e alla brezza marina, dà delle caratteristiche inconfondibili. La foglia è piccola e convessa, dal colore brillante e il profumo delicatissimo e di intensità aromatica straordinaria. Il procedimento è semplice, nel mortaio si triturano prima di tutto aglio e pinoli, poi si aggiungono le foglie di basilico e il sale fino a raggiungere una consistenza cremosa. A questo punto si uniscono pecorino e parmigiano grattugiati e infine olio EVO per amalgamare bene il tutto.

Sosta Camper:

Genova, Garage Marina Park, N 44.402650 E 8.931200Genova, Campeggio Villa Doria, https://www.campingvilladoria.it/




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 4]

In camper in Alto Adige sul Renon per ammirare l’autunno

Foto Manuela Tessaro per ©Tourismusverein Ritten

Cosa vedere

Quando il sole è tiepido e il paesaggio si carica di sfumature meravigliose cosa c’è di meglio di una passeggiata sui sentieri del Renon per respirare aria pulita e ammirare lo spettacolo del foliage che in questa stagione rapisce lo sguardo e riscalda il cuore? Si può percorrere, con una guida esperta, un tratto del celebre “Sentiero del castagno” con racconti, aneddoti e sosta pranzo tra boschi di latifoglie colorate e castagneti secolari per ammirare tutti i colori della natura e scoprire qualcosa in più sul territorio. Ma anche una semplice corsa sull’affascinante Trenino del Renon può diventare un viaggio alla scoperta degli angoli più suggestivi dell’altipiano e un punto di osservazione esclusivo per il foliage d’autunno. Dai finestrini del trenino l’autunno, grazie al suo approccio “slow” (30 km/h), regala una full immersion in un paesaggio fiabesco contrappuntato dai mille colori dei boschi e da antiche chiesette di montagna.

Foto Sophie Pichler per ©Tourismusverein Ritten

Dalle varie fermate del treno partono poi numerosi sentieri escursionistici che conducono agli angoli più belli dell’altipiano: dalla passeggiata Freud, dedicata al celebre filosofo che nell’estate del 1911 venne da queste parti in villeggiatura, al sentiero che conduce al meraviglioso spettacolo delle Piramidi di terra fino all’Hirtensteig, il “Sentiero dei pastori“, un percorso didattico tra prati, boschi e malghe che da Collalbo e per 3 km in direzione del Corno del Renon racconta passato e presente dell’antico mestiere del pastore.

Cosa mangiare

Foto Manuela Tessaro per ©Tourismusverein Ritten

In autunno tra le vallate altoatesine torna il Törggelen. L’antica tradizione degli agricoltori di degustare il vino nuovo con una merenda, oggi si rivive andando nelle tradizionali “Buschenschänke” o “Hofschänke”, le tipiche locande contadine, ad assaggiare specialità come speck, canederli, crauti, Kaminwurzen, Schlutzkrapfen, zuppa d’orzo, castagne arrostite e vino novello. Senza dimenticare gli altri vini locali, dal corposo Lagrein all’aromatico Gewürztraminer fino allo speziato Kerner.

Sosta Camper:

Bolzano, Camping Moosbauer https://www.moosbauer.com/itBolzano, Camping Steiner, https://www.campingsteiner.com/




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 3]

In camper in Umbria per Frantoi Aperti

Cosa vedere

Torna “Frantoi Aperti in Umbria“, l’evento simbolo dell’oleoturismo in Italia, che per cinque fine settimana celebra l’arrivo del nuovo olio extravergine di oliva nel periodo della raccolta e frangitura delle olive, proponendo esperienze in frantoio, tra gli olivi, all’aria aperta e nelle piazze dei borghi medievali e delle città d’arte, legate al mondo dell’olio e.v.o. di qualità umbro.Novità di questa edizione di Frantoi Aperti in Umbria è la proposta delle “Evo&Art Experience“, tour accompagnati alla scoperta delle sottozone della Dop Umbria e della biodiversità, che porteranno a visitare i luoghi del Perugino ed i beni del sito seriale UNESCO “I Longobardi in Italia: i luoghi del potere” di Campello sul Clitunno e Spoleto (Pg). Momento di apertura della manifestazione è la “La Grande Pedalata Lungo la Fascia Olivata dei Colli Assisi – Spoleto“, un itinerario in e-bike con partenza da Spoleto (Pg), con tappe in alcuni frantoi per assaggiare l’olio appena franto fino a Campello sul Clitunno (Pg).Fino al 17 novembre 2024 i weekend di Frantoi Aperti si susseguono con un nutrito programma di iniziative volte alla promozione della tradizione olivicola umbra e che hanno come protagonisti indiscussi l’olio e.v.o. e i frantoi in lavorazione, fulcro di passeggiate in bici e trekking naturalistici per grandi e bambini.

Cosa mangiare

Gli strangozzi, le sagne e gli strascinati sono tre tipi di pasta fatta con farina e acqua che si distinguono solo per la forma ma hanno in comune di essere piatti poveri, conditi con sughi di carne e cacciagione. Tipici gli strangozzi al tartufo nero, altra specialità locale della Valnerina.  Tra i prodotti tipici troviamo il sedano nero di Trevi, la cipolla di Cannara, il Farro di Monteleone di Spoleto DOP, le lenticchie di Castelluccio di Norcia IGP, il prosciutto di Norcia IGP e ovviamente l’Olio Extra Vergine d’Oliva DOP.

Sosta Camper:

Spoleto, Area Attrezzata, N 42.746600 E 12.731800Campello sul Clitunno, Antico Frantoio Carletti, https://www.anticofrantoiocarletti.it/




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 2]

In camper in Piemonte sui binari d’autunno con il Treno del Foliage

Cosa vedere

Lasciare per qualche ora il camper e immergersi in una tavolozza di colori e sfumature a bordo della Ferrovia Vigezzina-Cento Cavalli. 4 ore di viaggio e 52 chilometri di paesaggi multicolori, tra Italia e Svizzera, per ammirare la stagione più romantica dell’anno lungo le curve dell’autunno. Dal 12 ottobre al 17 novembre tra il Lago Maggiore e la Val d’Ossola torna l’esperienza più amata dell’anno. La partenza è da Domodossola, per poi salire fino alla valle dei pittori, la Valle Vigezzo, con il suo punto più alto nel borgo di Santa Maria Maggiore. A questa altitudine i treni proseguono fino al confine, toccando Re con il suo celebre Santuario della Madonna del Sangue: superato il valico, i binari iniziano a scendere lentamente attraverso le Centovalli fino a raggiungere Locarno e la romantica sponda elvetica del Lago Maggiore.

Foto Marco Benedetto Cerini per visitossola

Tra ottobre e novembre, con una variabilità (e imprevedibilità) tipica dei ritmi naturali, i boschi attraversati dai treni bianchi e blu si infiammano di calde tonalità, lungo un susseguirsi di gole profonde e incantevoli pianori di media montagna, incorniciati dalle cime imbiancate dalla prima neve. A bordo dei treni – dai modelli vintage ai moderni, tutti con ampie vetrate panoramiche – si sfila così davanti allo spettacolo delle colline punteggiate di filari di vite giallo oro (meritano l’assaggio il Prunent ossolano e il Merlot ticinese), ci si addentra nei boschi popolati da betulle e castagni, fino a raggiungere le faggete, alle quote più alte: qui la visione sui fianchi multicolori delle montagne riempie gli occhi di quella meraviglia naturale che il Treno del Foliage può regalare in un periodo limitatissimo dell’anno.  Ogni informazione su: www.vigezzinacentovalli.com/foliage.

Cosa mangiare

La gastronomia della Val Vigezzo è quella tipica di montagna, con pochi ingredienti, spesso poveri, uniti alla sapienza antica. Il risultato sono prodotti di alta qualità a km. 0.

Foto Marco Benedetto Cerini per visitossola

Tra questi gli Gnocchi al cucchiaio (in dialetto Gnoch ad la Chigiàa), formati da un impasto piuttosto denso di farina bianca, acqua e sale fatto scivolare a cucchiaiate nell’acqua bollente. Ci sono poi gli stinchéet, sottili sfoglie ottenute lavorando al punto giusto acqua e farina, cotte su roventi piastre in ferro e condite con burro d’alpeggio. Da non dimenticare il prosciutto crudo vigezzino affumicato con bacche di ginepro, il capretto, i formaggi di malga e i dolci come la torta pan e lac e la fiacia.

Sosta Camper:

Val Vigezzo, Camping La Pineta https://www.campinglapineta.eu/Santa Maria Maggiore, Area Attrezzata Pineta, N 46.131580 E 8.449620

Il Camper: Panama P50+ della gamma Peak

Con 545 cm di lunghezza, 215 di larghezza e un’altezza, con tetto a soffietto chiuso, di soli 2 metri, questo veicolo è l’ideale per l’uso in città.All’interno due sedili girevoli e una seduta a 3 posti, un tetto apribile e 3 finestre e un isolamento termico e acustico rinforzato (con isolante XPS nel pavimento) e kit isolamento vetri di serie. Piano cottura a 2 fuochi, lavello, frigorifero con freezer, doccetta esterna, tavolo amovibile, vani portaoggetti, prese USB e 12V/220V, c’è tutto il necessario per essere utilizzato tutti i giorni dell’anno.




Quando la natura dipinge. L’autunno in Camper [Parte 1]

Con l’arrivo dell’autunno tornano le suggestioni uniche di viaggi in camper tra paesaggi spettacolari, caratterizzati dai colori intensi degli alberi che man mano dal verde si tingono di giallo, rosso, marrone, ocra. L’Indian Summer regala boschi imbruniti dal foliage e paesaggi ricchi di sfumature arancioni e oro.Alla ricerca dei colori avvolgenti del foliage autunnale si parte verso nuove avventure e alla scoperta di esperienze uniche e vere.

In Umbria per la Sagrantino Running – The Wine Trail

Cosa vedere

La grande festa dell’outdoor rivolta agli atleti, ma anche a famiglie e appassionati di enogastronomia è in programma il 2 e 3 novembre 2024, nel pieno del foliage autunnale tra i vigneti di Sagrantino che circondano Montefalco e Bevagna. L’iniziativa ha la duplice vocazione di manifestazione sportiva outdoor capace di coinvolgere atleti e cultori della corsa nella natura e all’aria aperta, e di vero e proprio evento enoturistico, unendo il piacere di una camminata tra le colline umbre e i vigneti del Sagrantino tinti dei colori autunnali, all’esperienza di una visita alle tante cantine di produttori del territorio aderenti all’iniziativa. Sabato 2 novembre è in programma l’enogastrocamminata del Sagrantino, da percorrere solo ed esclusivamente camminando, comprenderà la visita di quattro cantine dislocate tra i territori di Montefalco e Bevagna, con assaggi di vino e degustazioni gastronomiche.Domenica 3 novembre si avranno due gare di corsa in natura, su distanze diverse, tra colline, campi e vigneti, la “Sagrantino Wine Trail”, corsa competitiva su un percorso di 22.5 Km, e la “Mevania Wine Trail” che prevede sia una corsa competitiva su una distanza di 12.5 Km, sia una corsa non competitiva ideata come manifestazione ludico motoria aperta a tutti. Attività di intrattenimento, cooking class, musica completeranno il programma.

Cosa mangiare

In occasione della Sagrantino Running si potranno degustare i vini Grechetto, Montefalco Rosso e Montefalco Sagrantino Passito DOCG che faranno da accompagnamento ai seguenti piatti: uovo strapazzato al tartufo nero uncinato; zuppa di legumi con olio e.v.o. e piante aromatiche con cottura in brodo di tartufo; brasato di vitello al Sagrantino e tartufo con patate; frascatelli al ragù di cortile con riduzione di Sagrantino e applicazione di tartufo. Non mancheranno i dolci tradizionali umbri come i cantucci, i mostaccioli e la pinoccata.

Sosta Camper:

Montefalco, Area Attrezzata, N 42.892410 E 12.648540Montefalco, Azienda Agraria Colle Saraceno, https://www.cantinabotti.com/Bevagna, Campeggio-Azienda Agraria Pian di Boccio, https://piandiboccio.com/

Il Camper:

A Parma si è concluso il Salone del Camper, dove sono state presentate le novità 2025. Si conferma il trend di crescita dei veicoli polivalenti, ideali sia per l’uso quotidiano che per il tempo libero. Panama, azienda spagnola del gruppo Trigano, ha presentato due modelli di dimensioni compatte che offrono l’agilità di un’auto, l’U16+ nella gamma Urban, allestito su Peugeot Traveller, e il P50+ nella gamma Peak, allestito su Ford Tourneo Custom.




Camperizzazione: i consigli per acquistare e allestire il Camper Van dei propri sogni

Come aveva ampiamente predetto la Redazione di Weekedn Premium,  Quest’anno l’Italia ha registrato un boom di richieste di viaggi in camper senza precedenti.  Sempre più persone cominciano a familiarizzare con l’idea che acquistare un van o un furgone e convertirlo in camper, in base al proprio gusto e alle proprie esigenze. Allestire il Camper Van dei propri sogni per vivere viaggi e Weekend Premium indimenticabili   potrebbe essere una soluzione davvero succulenta per chi ama i viaggi in libertà.Bisogna però essere ben consapevoli che questa scelta richiede motivazione, tempo e creatività, ma anche riflessioni ponderate e realistiche per non inciampare in sogni hippie d’antan. Per fortuna, in  nostro aiuto arriva Yescapa, piattaforma leader in Europa nella condivisione camper, van e furgoni camperizzati tra privati, che ha voluto stilare 5 consigli che permetteranno agli amanti del genere di avvicinarsi nel modo giusto alla scelta di acquisto di un van e realizzare così il proprio sogno.

Perché camperizzare il furgone?

Yescapa_Van di Laia
Ambiente interno di un furgone camperizzato
Un progetto di questa portata deve poggiare su basi concrete, realizzabili e rispondere con chiarezza ad alcuni criteri essenziali: la mobilità, la vita a bordo e il budget. Il camper sarà il mezzo di fuga per dei weekend di evasione oppure si sta progettando di sperimentare la vita da nomade digitale a bordo della casa viaggiante? Si viaggerà da soli, in coppia o in compagnia della famiglia, cane o gatto incluso? Il furgone avrà un suo parcheggio custodito oppure si dovranno considerare i costi di un parcheggio/rimessaggio o il marciapiede sotto casa?  Questi interrogativi sono invece fondamentali per gettare le basi per un progetto di camperizzazione.

Quanto costa camperizzare un furgone?

La domanda non ha una risposta univoca e definitiva, perché quando si decide di addentrarsi nel fantastico mondo della camperizzazione homemade, è difficile avere già una lista dettagliata di spesa.Quello che è possibile fare in un primo momento, è stimare un preventivo di spesa massimo che rispecchi le risorse economiche e di tempo a disposizione. Solo a questo punto si può optare per diverse soluzioni appetibili: con una camperizzazione amovibile infatti è possibile contenere la spesa fino a 1.000 euro. Se invece si decide di optare per un allestimento più completo si potrebbero ottenere risultati discreti già con un budget medio di 3.500 euro. Affidandosi nelle mani di allestitori professionisti e scegliendo per il veicolo attrezzature e strutture più complesse e complete, il prezzo della conversione del furgone potrebbe oscillare da 5.000 a 10.000 euro.

Burocrazia della camperizzazione

Yescapa_Furgonato di Jesse
Uno scorcio degli interni di un camper van
Prima di procedere nella progettazione del proprio furgone camperizzato è fondamentale avere le idee chiare circa la sua burocrazia. A differenza di altri paesi infatti, l’omologazione di un furgone camperizzato in Italia non è perfettamente inquadrata. La soluzione più semplice e veloce è quella di predisporre un allestimento mobile che non modifichi le caratteristiche funzionali del mezzo.Se invece si vuole procedere in modo radicale alla conversione del veicolo e alla conseguente omologazione dello stesso, si possono percorrere due strade:

  • La prima è quella di acquistare un furgone già omologato in autocaravan, smontare tutto e rifare la camperizzazione secondo le proprie esigenze e gusti
  • La seconda è acquistare un furgone all’estero (es: Germania, Francia, ecc) e immatricolare il mezzo in Italia solamente dopo aver omologato il furgone nel paese di origine. Bisogna anche ricordare che ci sono diversi allestitori professionali in Italia che offrono consulenza e un accompagnamento nella prassi da rispettare.

Quale furgone scegliere per la camperizzazione?

Per trovare il Camper van adatto ai propri gusti c’è solo l’imbarazzo della scelta
Arrivato il momento dell’acquisto, tra i diversi modelli esistenti è possibile scegliere tra tre categorie:

  • Furgone ultra-compatto, con dimensioni simili a quelle di un’autovettura, perfetto per muoversi in città e semplice da camperizzare, anche con un semplice kit da camperizzazione amovibile
  • Furgone compatto, ottimo compromesso tra spazio a bordo e autonomia di movimento che consente di adattare l’allestimento interno in funzione delle proprie esigenze.
  • Furgone di grandi dimensioni che consente di ricostruire un camper completamente attrezzato e sentirti così come a casa propria.

Dopo aver selezionato il modello più il linea con le proprie esigenze, è importante determinare il giusto prezzo. Ci sono molti siti che comparano i prezzi in base al modello, l’anno di immatricolazione e il numero di chilometri percorsi. Ad esempio, su AutoScout24 in cui si trovano offerte sull’usato sia italiane sia europee. Stabilito il prezzo bisogna considerare altri tre criteri fondamentali quali l’altezza, la lunghezza e la motorizzazione. Oltre a questo è importante considerare il numero di km e informarsi il più possibile sulla storicità del veicolo, per evitare sorprese dell’ultimo minuto.

Idee di allestimento furgoni camperizzati

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Zona letto di un camper van
Prima di addentrarsi nella vera e propria opera di conversione e allestimento di un furgone è sempre consigliabile preparare una bozza del progetto di #vanconversion. Per fare questo è necessario prendere le misure del veicolo e tracciare nell’abitacolo la disposizione del futuro allestimento interno: letto, cucina, bagno, gavone. La tappa successiva sarà quella di trovare la giusta ispirazione! In Europa sono moltissimi i progetti di camperizzazione fai-da-te da cui si può trarre spunto. In alternativa è sempre possibile recarsi presso un’officina di allestimento di camper e furgoni, dove richiedere l’opportuna consulenza.  




Dacia Dokker Campiz: il camper più economico… in attesa della nuova Dokker

La bella stagione è ormai alle porte e il periodo delle agognate vacanze si avvicina sempre più. Gli amanti delle vacanze open air, sia i veterani che i neofiti, sono ormai pronti per prepararsi alla partenza, ma al momento di scegliere il camper o il camper van più adatto trovano soltanto soluzioni piuttosto costose. Weekend premium corre in aiuto degli utenti che cercano un mezzo abbordabile, ma affidabile per vivere vacanze “on the road” proponendovi la Dacia Dokker Campiz.

Dotazione completa

Parliamo della nota e affidabile MPV Dokker equipaggiata con un allestimento di camperizzazione realizzato dall’azienda specialista Campiz. Quest’ultimo arricchisce la Dokker con due moduli ricchi di accessori, il primo comprende: cassetto estraibile da 25 litri, mini-frigo IsoTherm da 30 litri, batteria ausiliaria 95 A,  fusibile ripristinabile da 40 A, booster da 30 Ah,  presa 12 V, voltmetro, porta fusibili, doppia porta USB e presa di ricarica per il caricabatterie CTEK. Il secondo modulo mette invece a disposizione un lavandino con rubinetto, un vano-desposito da 42 litri, un serbatoio per le acque bianche da 20 litri, un serbatoio per acque nere di 10 litri, una pompa dell’acqua, un doccino esterno e un fornello a gas portatile. La parte laterale è inoltre equipaggiata con un tendalino estraibile, a cui si aggiungono un tavolo sempre estraibile, un’illuminazione a LED, materassi removibili e un sistema di isolamento termico a nove strati. La vettura è spinta da un robusto ed economo motore 1.6 dCi Turbodiesel da 95 CV in grado di garantire prestazioni adeguate per il tipo di veicolo.

Prezzo da saldo

Per quanto riguarda il prezzo la Dokker in allestimento base Essential parte da 13.800 euro in Italia, mentre allestito Campiz raggiunge la cifra di 19.995 euro. Bisogna inoltre considerare che Dacia ora offre la nuova Jogger (anche questo modello verrà camperizzato), quindi è probabile che le Dokker disponibili vengano offerte con un prezzo scontato.

CAMPER-VAN PREMIUM: VOTA ANCHE TU!

 

 

 




Nuova Fiat e-Ulysse: salotto viaggiante 100% elettrico per le famiglie numerose che amano i weekend green

La Casa del Lingotto ritorna nel segmento dei grandi van con la nuova Fiat e-Ulysse, modello che si ispira all’omonima vettura prodotta fini al 2010 ma che al tempo stesso sposa una nuova connotazione “green” grazie ad una meccanica 100% elettrica. La nuova Fiat e-Ulysse vuole accontentare tutte le famiglie numerose che desiderano effettuare spostamenti o vivere weekend premium senza emettere emissioni nocive. La monovolume targata Fiat è inoltre ideale anche per la clientela business come trasporto come VIP shuttle e hôtellerie.

Comodo e green

Nuovo E-Ulysse gode di tutti i vantaggi della trazione elettrica come l’ingresso in tutte le ZTL dei centri urbani e la silenziosità del motore. Inoltre si distingue dagli altri MPV per le dimensioni che lo pongono al vertice del segmento per compattezza, garantendo la piena libertà di movimento – E-Ulysse arriva ovunque, inclusi tutti i parcheggi sotterranei grazie all’altezza sotto 1,90 metri – e una grande maneggevolezza, difatti si guida come una normale vettura. Queste caratteristiche, insieme alla modularità degli interni e alla capacità di ospitare fino a 8 persone.

Caratteristiche tecniche

  • La nuova Fiat e-Ulisse offre prestazioni in linea con le necessità della clientela più esigente
  • Capacità di batteria da 75 kWh
  • Percorrenza fino a 330 km, ciclo WLTP, la soluzione ideale per muoversi liberamente in ambiente urbano ed extraurbano, rispondendo alle necessità di mobilità di tutti
  • Velocità massima 130 km/h potenza massima 100 kW (136 CV)
  • Coppia 260 Nm
  • Equipaggiato di serie con sistema fast charge da 100 kW per caricare all’80% la batteria in soli 45 minuti
  • Per la ricarica domestica e pubblica c’è anche la possibilità per il cliente di utilizzare il cavo trifase MODE 3 da 11 kW e le Wallbox by Mopar.

Tecnologia

Per quanto riguarda l’Infotainment, per la Fiat e-Ulisse sono previsti tre livelli di radio integrata che, nella versione superiore, prevede uno schermo touch a colori da 7” con funzioni Apple Car Play e Android Auto e servizio Connect Nav fornito da Tom Tom, con informazioni su traffico, parcheggi, stazioni di servizio, meteo locale e Punti di Interesse.https://www.weekendpremium.it/weekend-van-premium-2022-vota-anche-tu/

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Basilicata: alla scoperta di 5 borghi misteriosi per svelare i segreti dei luoghi più nascosti

Sognate un viaggio in Basilicata differente dal Solito e ricco di mistero e avventura? La Redazione di Weekend Premium vi svela i consigli di Yescapa per un tour decisamente fuori dagli schemi e da vivere tutto d’un fiato. Si arriva al “paese fantasma” di Craco, passando per i Calanchi lunari di Aliano, fino ad arrivare ai borghi gemelli di Castelmezzano e Pietrapertosa. Ultima tappa il Castello di Alsinni, dove la giovane poetessa Isabella Morra venne assassinata. Yescapa la piattaforma europea di#camper sharing tra privati, ci conduce alla scoperta di 5 borghi dell’entroterra lucano, in un viaggio on the road per questa estate 2020.

Craco

Craco il paese fantasma
Adagiato come un trono in posizione strategica a metà strada tra l’Appennino Lucano e il Mar Ionio e circondato dagli imponenti quanto fragili Calanchi, svetta Craco il paese “fantasma” della provincia materana. La sua storia, così come la si conosce oggi, prende il via a partire dagli anni ‘60 quando una imponente frana (1963) mise in pericolo la popolazione decretandone una lenta fine, che si concretizzò nel 1974 costringendo gli abitanti ad abbandonare definitivamente le proprie case trasferendosi a valle nella vicina Craco Peschiera. Da allora il paese, fiorente per la coltivazione del grano – non a caso la prima testimonianza toponomastica risale al 1060 con il nome di “Graculum”, “piccolo campo arato”-, si trasformò in una fantasmagorica suggestione che solitaria attende l’erosione del tempo. Man mano che ci si avvicina a Craco la distesa di campi, avvallamenti e la densa vegetazione si interrompono lasciando il passo alle rocce cretose, che illuminate dal sole danno vita ad un paesaggio lunare  Addentrandosi tra le sue stradine, in un percorso di visita guidata, è possibile attraversare il corso principale fino a raggiungere il cuore del paese, un tempo la piazza principale. Del vecchio borgo rimangono le case in pietra avvinghiate alla roccia, tra cui spicca la torre di avvistamento normanna, detta “il castello” in posizione dominante rispetto all’antico borgo e i palazzi nobiliari , intorno ai quali la città si espandeva nel XV secolo. Ancora visitabili sono inoltre i resti della chiesa di San Nicola e il campanile a vela; la zona absidale della chiesa di San Pietro e il suo monastero – in cui oggi è allestito Il MEC museo emozionale di Craco – e la sorgente del lago Salso.

Per una sosta:

  • Area picnic, 6 Strada Comunale Craco-Montalbano Jonico;
  • GPS N 40°22’36.0228” E 16°26’24.198” 40.376673,16.440055

Aliano

Scorcio di Aliano
“Spalancai una porta-finestra, mi affacciai a un balcone, (…). Sotto di me c’era il burrone; davanti, senza che nulla si frapponesse allo sguardo, l’infinita distesa delle argille aride, senza un segno di vita umana, ondulanti nel sole a perdita d’occhio, fin dove, lontanissime, parevano sciogliersi nel cielo bianco”. Con queste parole lo scrittore Carlo Levi descrive Aliano: arroccato su uno scosceso sperone di roccia argillosa che domina la Val d’Agri, il borgo di “Gagliano”, dalla pronuncia dei suoi paesani, è stato infatti scenario di “Cristo si è fermato ad Eboli”, romanzo autobiografico del pittore e medico torinese, condannato in queste zone al confino tra il 1935 e il ‘36 per la sua attività antifascista. All’interno del borgo antico, tra le case in mattoni crudi di argilla, in cui Carlo Levi ha vissuto e ha scelto di essere sepolto, è  ancora possibile ritrovare intatti i luoghi descritti nel romanzo e raccontati nel film del 1979 di Francesco Rosi, con Gian Maria Volontè. Il confino di Levi diventa così parte preponderante della storia di Aliano che ancora oggi ne conserva il ricordo con il museo storico Carlo Levi e il Parco letterario Carlo Levi. Il primo custodisce documenti fotografici e pittorici dell’artista durante il confino; il secondo, attraverso un percorso che dalla casa dello scrittore, attraversa la Pinacoteca, il museo della civiltà contadine e il presepe artistico del maestro Francesco Artese, utilizza la fonte letteraria come spunto per recuperare e valorizzare l’identità, la cultura, la storia e le tradizioni locali. Tra le abitazioni che raccontano la storia di #Aliano si ricorda anche la Casa del Malocchio che, con sembianze dal volto umano, ha funzione di mantenere lontani gli influssi maligni.Inserito tra i Borghi autentici d’Italia e tra i borghi Bandiera Arancione del TCI, Alinao con le sue gole profonde e le cattedrali d’argilla imponenti consente agli appassionati di attività all’aria aperta di cimentarsi in escursioni e passeggiate alla scoperta della natura e della cultura del luogo.

Per una sosta:

  • Area Camper gratuita, 31 Via Piave 75010 Aliano
  • GPS: N 40°18’47.8836” E 16°13’42.96” 40.313301,16.228600

Castelmezzano

Vista di Castelmezzano
La “Città paesaggio” di Castelmezzano è uno dei borghi del Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane, incluso per la sua bellezza tra i Borghi più Belli d’Italia. Prezioso gioiello di impianto medievale, mantiene intatta la sua atmosfera fatta di vicoli, manieri normanni, palazzi storici, case che si arrampicano sulla roccia, scale ripide e ponti di pietra. Oltre 27 mila ettari compongono l’area verde della foresta di Gallipoli Cognato e il bosco di Montepiano, in cui gli amanti delle escursioni, visite guidate e itinerari, possono cimentarsi lungo una fitta rete di sentieri realizzati per soddisfare le esigenze di tutti. Immersi tra cerri, tigli, aceri, ontani e l’agrifoglio è possibile incontrare lupi, tassi, istrici, falchi pellegrini e picchi muratori. Per chi invece preferisce coniugare la natura con la tradizione folklorica, il Percorso delle Sette Pietre è una tappa da non perdere: un itinerario di 90 minuti attraverso un antico sentiero contadino che unisce i comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa: sette tappe tratte dalla tradizione orale in cui la narrazione prende e accoglie i visitatori proponendo, ad ogni sosta, una parola chiave che caratterizza il fulcro del racconto: destino, incanto, sortilegio, streghe, volo, ballo, delirio.Sempre a Castelmezzano, tra il 12 e il 13 settembre, si celebra il rito arboreo chiamato Sagra du’ Masc: un vero e proprio matrimonio tra un tronco e una cima. In concomitanza con i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio di Padova, un robusto tronco di cerro, “lo sposo”, o “il Maggio”, viene scelto tra i boschi, sfrondato da boscaioli e trascinato da coppie di buoi fino al centro del paese. Un rituale analogo si svolge contemporaneamente per la cima di agrifoglio, “la sposa”. Raggiunta la piazza del paese, i due “promessi sposi” si incontrano e, posti l’unosull’altra, vengono innalzati al cospetto della statua di Sant’Antonio di Padova unendosi nel fatidico “sì”.Castelmezzano è anche il luogo del Volo dell’Angelo: una discesa nel vuoto di un chilometro e mezzo che consente di sorvolare le Dolomiti Lucane, unendo le cime di Castelmezzano e Pietrapertosa. Oltre un minuto e mezzo di traversata, sospesi a quattrocento chilometri dal suolo e perfettamente imbracati ad un cavo di acciaio.

Per una sosta:

  • Parcheggio giorno/notte, strada Interpoderale Santa Croce Camastra 85010 #Castelmezzano;
  • GPS: N 40°31’47.9964” E 16°2’31.2” 40.529999,16.042000

Pietrapertosa

Panorama di Pietrapertosa
Adagiato a forma di anfiteatro, su una cima alta 1.088 metri sul livello del mare #Pietrapertosa, in provincia di Potenza, è il comune più alto della Basilicata. Questo “piccolo presepe” a cielo aperto che affaccia sulla Valle del Basento è riuscito a preservare nel tempo la fisionomia medievale e il suo passato saraceno soprattutto nel quartiere più antico posto alle pendici del Castello: Arabat o l’Arabata che racconta di piccole case adagiate l’una sull’altra in cui la roccia si fa parte strutturale, di stradine strette, di vicoli ciechi e scalette in salita. Preservando il suo aspetto di roccaforte, Pietrapertosa si snoda fino ai piedi dell’antica e suggestiva fortezza eretta nel IX secolo sul punto più alto del borgo, a cui si accede attraverso un’unica strada che taglia in due il villaggio e conduce direttamente ai suoi piedi. Dell’antico castello, tutt’oggi visitabile, si possono ancora rintracciare parte delle mura perimetrali, il grande arco d’ingresso e il torrione di avvistamento.Nonostante le piccole dimensioni, il borgo custodisce chiese ed edifici storici di valore tra cui la Chiesa di San Giacomo Maggiore (Matrice) o Chiesa Madre del 1400 e il Convento di San Francesco del 1474.Borgo gemello della vicina Castelmezzano, anche #Pietrapertosa è inserito tra i Borghi più belli d’Italia è fa parte dell’area del Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane. Come per Castelmezzano anche qui si celebrano i riti arborei nel mese di maggio mentre in agosto danze e profumi arabeggianti si diffondono per le strade del borgo antico in occasione dell’evento “Sulle tracce degli arabi”.

Per una sosta:

  • Parcheggio giorno/notte, strada Provinciale di Pietrapertosa 85010 Pietrapertosa;
  • GPS: N 40°30’47.5704” E 16°3’57.7656” 40.513214,16.066046

Valsinni

Valsinni al tramonto
All’estremità nord orientale del Parco Nazionale del Pollino, tra il fiume Sinni e il Monte Còppolo, sorge l’antico borgo lucano di Valsinni. A 250 metri sul livello del mare Valsinni, conosciuta fino al 1873 con il nome di Favale, si ritiene sia stata fondata dai profughi di Serra Maiori, e poi appartenuta alle famiglie feudali dei Sanseverino, Morra, Galeota e i Galluccio. Proprio alla famiglia Morra si lega la storia del borgo diventato famoso come scenario dell’atroce assassinio della giovane ed originale poetessa petrarchesca del ‘500 Isabella Morra, che qui visse per un breve periodo e trovò la morte per mano dei fratelli. La storia narra infatti che i fratelli, scoperta la presunta storia d’amore con il poeta spagnolo Diego Sandoval de Castro sposato e padre di tre figli, non accettarono l’onta e uccisero la sorella all’epoca 26enne.Abbarbicato sui fianchi rocciosi di uno sperone che domina la gola del Sinni, il borgo antico è sormontato dal monumentale castello baronale dei Morra, dove nel XVI secolo visse la poetessa, figlia del feudatario locale. Al suo interno il castello riecheggia ancora dei versi della poetessa e conserva opere, documenti e scritti che raccontano l’angosciosa prigionia cui fucostretta prima della morte. Intorno al maniero, aragonese nell’assetto ma di epoca longobarda, si sviluppano a reticolo gli stretti vicoli del borgo antico, percorribili solo a piedi e spesso collegati tra loro dai caratteristici “gafii”, passaggi coperti a volta che si sviluppano sotto le case stesse. Di rilevante valore sono anche il Palazzo Melidoro, la Chiesa Madre, dedicata all’Assunta con i suoi affreschi, l’organo, un crocifisso del Cinquecento e soprattutto le reliquie di san Fabiano e il mulino di Palazzo Mauri, che custodisce ancora delle grosse macine di pietra, testimonianza dell’antica tradizione locale di mugnai.
Castello di Isabella Morra
In memoria della poetessa di cui si odono ancora i passi e i lamenti tra le stanze del castello, è stato creato il Parco letterario (1993), che raccoglie eventi e racconti sulla vita della fanciulla e del paese. Ogni estate inoltre nel borgo si rinnova il ricordo di Isabella Morra con “L’estate di Isabella”, un viaggio nel passato che coinvolge l’intero centro medievale tra rappresentazioni teatrali, concerti e reading poetici.Per gli amanti della natura e delle attività “en plein air”, il Parco Nazionale del Pollino ha solo l’imbarazzo della scelta tra percorsi di trekking al rafting lungo il fiume Lao, dal nordic walking al torrentismo e canyoning, nelle Gole del Raganello, fino all’arrampicata e al free climbing.

Per una sosta:

  • Parcheggio giorno/notte
  • GPS: N 40°6’54.1296” E 16°21’55.8936” 40.115036,16.365526