Monferrato nel calice: alla scoperta della Azienda agricola Montalbera

(italian and english version)Benvenuti nella parte occidentale della Provincia di Asti, tra il fiume Tanaro e le ripide colline del Moscato, caratterizzata da un paesaggio prevalentemente collinare, arricchito da borghi storici tra cui Moncalvo, Grazzano Badoglio, Montemagno, Vignale, tante piccole perle in un mare di colline e paesaggi vitivinicoli divenuti patrimonio dell’UNESCO. Scoprirete gli infernot, antichissime cantine sotterranee dove da secoli si mette il vino ad affinare, grazie alla temperatura costante e il grado di umidità, ideali per invecchiare e affinare spumanti e vini, Vi apettano tanti borghi da scoprire, ognuno con le proprie delizie gastronomiche locali e vini eccellenti.

Torre di S,Guido a Montemagno

Pochi chilometri e siamo a Castagnole Monferrato, dove scopriamo l’Azienda agricola Montalbera, una suggestiva struttura che, oltre alla produzione di vini doc, offre una showroom per degustazioni vini, sale relax, sessioni di yoga nella barricai, piscina con idromassaggio affacciata sui vigneti,Tutt’intorno, trionfa un vero anfiteatro di vigne dove nascono molte varietà di vini (Barbera d’Asti, Grignolino, Viognier, Monferrato Nebbiolo) e “last but not least” il Ruchè docg, un rosso prodotto da un vitigno autoctono, rinato grazie alle ricerche di Franco Morando. Vengono lavorate le particelle più selezionate come il Ruché Laccento e il Ruché Limpronta e 12 mesi di legno per avere la DocgTutto è cominciato negli anni Ottanta, quando la famiglia Morando ha iniziato (e continua) ad acquisire terreni oltre agli attuali 175 ettari. Grazie a loro è avvenuta la rinascita del Ruchè, un rosso prodotto da un vitigno autoctono omonimo tipico di otto paesi e altre varietà (Barbera d’Asti, Grignolino,Viognier, Monferrato Nebbiolo) Ruchè è un vino dal carattere inconfondibile dallo sgargiante color rosso granato, ai piacevoli sentori floreali di rosa e viola, le note fruttate di albicocca e la speziatura che emerge con l’evoluzione lo rendono immediatamente riconoscibile nel bicchiere. Oggi il Ruchè è conosciuto e apprezzato sulle tavole nazionali ed internazionali per le sue caratteristiche uniche ed affascinanti che hanno origine da questo straordinario terroir. “ Il Ruché per il Monferrato è un sogno, una meraviglia, rappresenta la possibilità di emergere per tutto il territorio” racconta il Ceo Franco Morando, che, per la prima volta ha voluto applicare su un vitigno a bacca nera la tecnica e lo studio della vendemmia notturna, che già da diversi anni l’azienda aveva realizzato sui vini bianchi

Franco Morando

L’assaggio del Barbera d’Asti Superior, ci porta in un mondo di eccellenze, dove spiccano i ruchè LA TRADIZIONE,  LACCENTO, LIMPRONTA  Parliamo di vini caldi, piacevole e di rara setosità, dal profumo Intenso, persistente con sentori di petali di rosa e frutti di bosco che evolgono in spezie orientali e pepe nero.E le bollicine?Scoprite gli Extra Dry, Cuvée Rosé e Cuvée Blanche Metodo Martinotti e l ’ottimo 120+1 un, lasciatemelo dire, champagne piemontese. Un progetto sposato dall’enologo Luca Caramellino e concluso da Morando. “La prima bottiglia stappata dovrà riposare 40 giorni, poi il mio giovane campione sarà presentato a Parigi, in Francia. Perché il nostro 120+1 è a tutti gli effetti uno ‘champagne’, Io condivido….DOVE DORMIREPer chi volesse passare una notte da sogno, magari dopo un tour in cantina e una ricca degustazione dei vini Montalbera accompagnata dalle delizie delle eccellenze gastronomiche del territorio…. beh, proprio girato l’angolo potrà alloggiare in una delle Wine Suites, quattro alloggi indipendenti dove accoglienza, servizio, privacy, relax, confort e un panorama mozzafiato sono garantiti… Vi verrranno consegnate le chiavi, proprio come se foste a casa vostra: riservatezza e squisita accoglienza rendono il soggiorno indimenticabile.

Un ringraziamento speciale a Franco Morando, Eleonora, Veronica, Daniel e tutto il fantastico team MontalberaEnglish version

English versionIn Castagnole Monferrato (Asti) in Piedmont, Italy, we discovered the Montalbera farm, a suggestive structure which, in addition to the production of excellent wines, offers a showroom for wine tastings, relaxation rooms, yoga sessions in the barrel room, swimming pool and jacuzzi overlooking the vineyards. All around triumphs a true amphitheater of vineyards where many varieties of wines are born (Barbera d’Asti, Grignolino, Viognier, Monferrato Nebbiolo) and “last but not least” the Ruchè docg, a red produced from an indigenous vine, reborn thanks to the research of Franco Morando whose the most selected particles such as Ruché LACCENTO and Ruché LIMPRESA are processed 12 months of wood to obtain the Docg.i.Here is an extremely elegant, silky, warm wine on the palate, with a great balance that reflects the international taste of the modern taster and attentive to innovative pleasures, matured in steel tanks and subsequently bottled positioned horizontally at a controlled temperature, Ruchè is a wine with an unmistakable character with a bright garnet red colour, pleasant floral hints of rose and violet, fruity notes of apricot and the spiciness that emerges with evolution making it immediately recognizable in the glassToday Ruchè is known and appreciated on national and international tables for its unique and fascinating characteristics which originate from that extraordinary terroir that is Monferrato.Oggi il Ruchè è conosciuto e apprezzato sulle tavole nazionali ed internazionali per le sue caratteristiche uniche ed affascinanti che hanno origine da quello straordinario terroir che è il Monferrato.“For Monferrato, Ruché is a dream, a wonder, it represents the possibility of emerging for the entire territory” says CEO Franco Morando, who, for the first time, wanted to apply the technique and study of the night harvest, which the company had already carried out on white wines for several years 

Franco Morando

Tasting the Barbera d’Asti Superiore, we realize that we are in a universe of excellency.Among the Montalbera ruchès, LA TRADIZIONE, LACCENTO and LIMPRONTA stand out. Tasting the Barbera d’Asti Superire, we realize that we are in a universe of warm wines  , pleasant and of rare silkiness with an intense, persistent aroma with hints of rose petals and wild berries in jam. uby bone tending towards garnet, Intense, persistent with tending aromatic memories and typical hints of berries, which evolve into oriental spices and black pepper.What about sparkling ?Discover the Extra Dry, Cuvée Rosé and the Cuvée Blanche Metodo Martinotti, while the120+1 stands out, as a true Piedmontese champagne. A project embraced by the oenologist Luca Caramellino and concluded by Morando. “The first bottle uncorked will have to rest for 40 days, then my young sample will be presented in Paris, France. Because our 120+1 is in all respects a ‘champagne’.For those who want to spend a dream night, perhaps after a tour of the cellar and a rich tasting of Montalbera wines accompanied by the delights of the gastronomic excellence of the area… well, just around the corner you can stay in one of the Wine Suites, four independent accommodations where hospitality, service, privacy, relaxation, comfort and a breathtaking view are guaranteed… You will be given the keys, just as if you were at home: confidentiality and exquisite hospitality make your stay unforgettable.The different types of Suites are characterized by elegant simplicity and furnishings that recall the typical “Tropeziana” tradition with furnishings and design elements that blend well with the surrounding natural context, always respecting the historicity of the terroir.Montalbera, attentive to sustainability, including social sustainability, has changed the working hours of the 22 workers in the countryside, which become more than 90 during the harvest, moving them to less hot and muggy moments of the day, in the morning from 6am while the evening harvest begins in the late afternoon. 

 




Weekend alla scoperta dei vini del Monferrato Astigiano

(italian and english version)Benvenuti nella parte occidentale della Provincia di Asti, tra il fiume Tanaro e le ripide colline del Moscato, caratterizzata da un paesaggio prevalentemente collinare, arricchito da borghi storici tra cui Moncalvo, Grazzano Badoglio, Montemagno, Vignale, tante piccole perle in un mare di colline e paesaggi vitivinicoli divenuti patrimonio dell’UNESCO. Scoprirete gli infernot, antichissime cantine sotterranee dove da secoli si mette il vino ad affinare, grazie alla temperatura costante e il grado di umidità, ideali per invecchiare e affinare spumanti e vini,.
Asti
Gli amati del bello troveranno luoghi storici e notevoli strutture d’arte a cominciare da Palazzo Mazzetti di Asti, il capoluogo della provincia che fu “Municipium” romano, poi sede del ducato di Asti e del Ducato longobardo ricordati nell’ annuale Palio Storico tra i più antichi d”Italia, che offre al pubblico uno spettacolo senza eguali grazie alla corsa di cavalli montati senza sella.
Le bandiere del Palio Astigiano nelle strade della città.
Vi aspettano Palazzo Alfieri, il Museo del Risorgimento, il Castello medioevale, la suggestiva Torre di San Vittore a Montemagno e tanti borghi da scoprire, ognuno con le proprie delizie gastronomiche locali e vini eccellenti.
Torre di S,Guido a Montemagno
Pochi chilometri e siamo a Castagnole Monferrato, dove scopriamo l’azienda agricola Montalbera, una suggestiva struttura che, oltre alla produzione di vini doc, offre una showroom per degustazioni vini, sale relax, sessioni di yoga nella barricai, piscina con idromassaggio affacciata sui vigneti,Tutt’intorno, trionfa un vero anfiteatro di vigne dove nascono molte varietà di vini (Barbera d’Asti, Grignolino, Viognier, Monferrato Nebbiolo) e “last but not least” il Ruchè docg, un rosso prodotto da un vitigno autoctono, rinato grazie alle ricerche di Franco Morando. Vengono lavorate le particelle più selezionate come il Ruché Laccento e il Ruché Limpronta e 12 mesi di legno per avere la DocgTutto è cominciato negli anni Ottanta, quando la famiglia Morando ha iniziato (e continua) ad acquisire terreni oltre agli attuali 175 ettari. Grazie a loro è avvenuta la rinascita del Ruchè, un rosso prodotto da un vitigno autoctono omonimo tipico di otto paesi e altre varietà (Barbera d’Asti, Grignolino,Viognier, Monferrato Nebbiolo) Ruchè è un vino dal carattere inconfondibile dallo sgargiante color rosso granato, ai piacevoli sentori floreali di rosa e viola, le note fruttate di albicocca e la speziatura che emerge con l’evoluzione lo rendono immediatamente riconoscibile nel bicchiere. Oggi il Ruchè è conosciuto e apprezzato sulle tavole nazionali ed internazionali per le sue caratteristiche uniche ed affascinanti che hanno origine da questo straordinario terroir. “ Il Ruché per il Monferrato è un sogno, una meraviglia, rappresenta la possibilità di emergere per tutto il territorio” racconta il Ceo Franco Morando, che, per la prima volta ha voluto applicare su un vitigno a bacca nera la tecnica e lo studio della vendemmia notturna, che già da diversi anni l’azienda aveva realizzato sui vini bianchi

Franco Morando

L’assaggio del Barbera d’Asti Superior, ci porta in un mondo di eccellenze, dove spiccano i ruchè LA TRADIZIONE,  LACCENTO, LIMPRONTA  Parliamo di vini caldi, piacevole e di rara setosità, dal profumo Intenso, persistente con sentori di petali di rosa e frutti di bosco che evolgono in spezie orientali e pepe nero.E le bollicine?Scoprite gli Extra Dry, Cuvée Rosé e Cuvée Blanche Metodo Martinotti e l ’ottimo 120+1 un, lasciatemelo dire, champagne piemontese. Un progetto sposato dall’enologo Luca Caramellino e concluso da Morando. “La prima bottiglia stappata dovrà riposare 40 giorni, poi il mio giovane campione sarà presentato a Parigi, in Francia. Perché il nostro 120+1 è a tutti gli effetti uno ‘champagne’, Io condivido….DOVE DORMIREPer chi volesse passare una notte da sogno, magari dopo un tour in cantina e una ricca degustazione dei vini Montalbera accompagnata dalle delizie delle eccellenze gastronomiche del territorio…. beh, proprio girato l’angolo potrà alloggiare in una delle Wine Suites, quattro alloggi indipendenti dove accoglienza, servizio, privacy, relax, confort e un panorama mozzafiato sono garantiti… Vi verrranno consegnate le chiavi, proprio come se foste a casa vostra: riservatezza e squisita accoglienza rendono il soggiorno indimenticabile.Prossima tappaLa storica Distilleria Mazzetti d’Altavilla Monferrato fin dal 1846 produce grappa, curandone la distillazione, effettuata con una fonte di calore che crea l’evaporazione delle parti volatili di una sostanza ad una precisa temperatura e la ricondensazione del vapore in liquido. Varcata la porta di ingresso il visitatore può immergersi in un concentrato di storia, leggenda, natura ed ancora arte, profumi e aromi. La sua Torre Panoramica con il percorso di salita alla cima condito da racconti e curiosità, regala la vista a 360° sull’arco collinare e alpino mentre la Distilleria e la Barricaia accolgono i visitatori.In una terra di “ruchè” non poteva mancare la Grappa 7.0  che in soli tre anni ha saputo far breccia nel palato della new generation. Con zero impatto ambientale degli impianti di produzione, l’uso di fonti energetiche rinnovabili e un packaging moderno che strizza l’occhio alla tradizione, la 7.0 fa da scenario glamour a un distillato d’elite che esprime i sentori  per una generazione curiosa ed esigente. Oltre al ruchè troverete innumerevoli grappe di vino: moscato, barolo, brachetto, barbaresco oppure suadenti gusti di caffè. mirtillo, fragola. limone e tanta altra frutta accuratamente selezionata, raccolta fresca in stagione, per poter dare tutto il suo meglio.Volete sorprendere i vostri ospiti?Gran finale tavola con i simpaticissimi “Zuccherini Spiritosi”, perfetti flambè dopo-pasto che , accanto ai gusti tradizionali, propongono nuovi intriganti sapori, come l’assenzio, lo zenzero con arancia e caffè, rosa canina, liquirizia e menta…Accendeteli e decorare il vostro piatto all’ insegna del gusto e dello stupore. Successo garantito!Continuiamo il nostro viaggio enologico per arrivare a Vignale Monferrato, dove sorge (è proprio il caso di dirlo) il futuristico ingresso della Cantina Hic et Nunc, un progetto visionario, contemporaneo, esperienziale, capitanato da Massimo Rosolen e Valentina Pascarella e da un team giovane, accompagnato e guidato da professionisti del settore.

Potrete visitare i vigneti, la cantina, degustare i loro vini in abbinamento con i sapori del territorio, fare shopping nel wine shop. Una vera full immersion per chi vuole approfondire gli aspetti più enologici e per chi vuole unire l’esperienza con il pernottamento in una delle sette accoglienti camere e magari un tuffo in piscina.Un luogo “trasparente” dove le grandi vetrate sui vigneti permettono agli ospiti di gettare l’occhio sull’esterno e l’interno della produzione vitivinicola, seguendo l’intero processo di vinificazione.

Tra i vini di Hic et Nunc, vorrei citare Mète, un brut rosè dalla bella acidità, perfetto con formaggi delicati e Monbullae, bollicina di qualità, fresco e deciso, dai delicati sentori di petali di rosa che sfumano in miele e spezie, Ideale come aperitivo e per le crudité di mare.

Dalla cantina Hic et Nunc: a sinistra Mele. a destra Monbullae
Massimo è un paladino dell’innovazione. ma anche della tradizione. Tra le sue  “missioni” il recupero del baratuciat, varietà a bacca bianca rara ed antica che genera il Felem, un vino affascinante, che si distingue per la sua personalità distintiva, la struttura ben definita e il carattere fruttato e minerale.Un vero e proprio gioiello enologico, dove ogni bottiglia viene accuratamente etichettata e numerata a mano, per poi essere consegnata in un esclusivo cofanetto.Vini eccellenti per una cucina locale gustosa, dove i tradizonali piatti “poveri” si alternano a rivisitazioni “gourmet”, dal classico Bonèt Monferrino nuove interpretazioni e ricette innovative.Curiosi di saperne di più?Giovedi prossimo Weekend Premium vi porterà nel paradiso gastronomico del Monferrato Astigiano eArrivederci!Un ringraziamento speciale a Franco Morando, Eleonora, Veronica, Daniel e tutto il fantastico team MontalberaFor the english version, click Next>

Discovering Montalbera wines and the enchantment of Monferrato Astigiano (Piedmont, Italy)

Text and Photos © Cesare Zucca(italian and english version)Welcome to the western part of the province of Asti, between the Tanaro river and the steep Moscato hills, characterized by a predominantly hilly landscape, enriched by historic villages including Moncalvo, Grazzano Badoglio, Montemagno, Vignale, many small pearls in a sea of hills and wine-growing landscapes which have become a UNESCO world heritage site, featuring places of art such as Palazzo Alfieri, the Risorgimento Museum, Palazzo Mazzetti.In Castagnole Monferrato (Asti) in Piedmont, Italy, we discovered the Montalbera farm, a suggestive structure which, in addition to the production of excellent wines, offers a showroom for wine tastings, relaxation rooms, yoga sessions in the barrel room, swimming pool and jacuzzi overlooking the vineyards. All around triumphs a true amphitheater of vineyards where many varieties of wines are born (Barbera d’Asti, Grignolino, Viognier, Monferrato Nebbiolo) and “last but not least” the Ruchè docg, a red produced from an indigenous vine, reborn thanks to the research of Franco Morando whose the most selected particles such as Ruché LACCENTO and Ruché LIMPRESA are processed 12 months of wood to obtain the Docg.i.Here is an extremely elegant, silky, warm wine on the palate, with a great balance that reflects the international taste of the modern taster and attentive to innovative pleasures, matured in steel tanks and subsequently bottled positioned horizontally at a controlled temperature, Ruchè is a wine with an unmistakable character with a bright garnet red colour, pleasant floral hints of rose and violet, fruity notes of apricot and the spiciness that emerges with evolution making it immediately recognizable in the glassToday Ruchè is known and appreciated on national and international tables for its unique and fascinating characteristics which originate from that extraordinary terroir that is Monferrato.Oggi il Ruchè è conosciuto e apprezzato sulle tavole nazionali ed internazionali per le sue caratteristiche uniche ed affascinanti che hanno origine da quello straordinario terroir che è il Monferrato.“For Monferrato, Ruché is a dream, a wonder, it represents the possibility of emerging for the entire territory” says CEO Franco Morando, who, for the first time, wanted to apply the technique and study of the night harvest, which the company had already carried out on white wines for several years 

Franco Morando

Tasting the Barbera d’Asti Superiore, we realize that we are in a universe of excellency.Among the Montalbera ruchès, LA TRADIZIONE, LACCENTO and LIMPRONTA stand out. Tasting the Barbera d’Asti Superire, we realize that we are in a universe of warm wines  , pleasant and of rare silkiness with an intense, persistent aroma with hints of rose petals and wild berries in jam. uby bone tending towards garnet, Intense, persistent with tending aromatic memories and typical hints of berries, which evolve into oriental spices and black pepper.What about sparkling ?Discover the Extra Dry, Cuvée Rosé and the Cuvée Blanche Metodo Martinotti, while the120+1 stands out, as a true Piedmontese champagne. A project embraced by the oenologist Luca Caramellino and concluded by Morando. “The first bottle uncorked will have to rest for 40 days, then my young sample will be presented in Paris, France. Because our 120+1 is in all respects a ‘champagne’.For those who want to spend a dream night, perhaps after a tour of the cellar and a rich tasting of Montalbera wines accompanied by the delights of the gastronomic excellence of the area… well, just around the corner you can stay in one of the Wine Suites, four independent accommodations where hospitality, service, privacy, relaxation, comfort and a breathtaking view are guaranteed… You will be given the keys, just as if you were at home: confidentiality and exquisite hospitality make your stay unforgettable.The different types of Suites are characterized by elegant simplicity and furnishings that recall the typical “Tropeziana” tradition with furnishings and design elements that blend well with the surrounding natural context, always respecting the historicity of the terroir.Montalbera, attentive to sustainability, including social sustainability, has changed the working hours of the 22 workers in the countryside, which become more than 90 during the harvest, moving them to less hot and muggy moments of the day, in the morning from 6am while the evening harvest begins in the late afternoon.The historic Mazzetti d’Altavilla Monferrato Distillery has been producing grappa since 1846, taking care of its distillation, carried out with a heat source that creates the evaporation of the volatile parts of a substance at a precise temperature and the recondensation of the vapor into liquid. Once through the entrance door, the visitor can immerse himself in a concentration of history, legend, nature and even art, perfumes and aromas.Its Panoramic Tower with the route up to the top peppered with stories and curiosities, offers a 360° view of the hilly and Alpine arc while the Distillery and the Barrique cellar welcome visitors.In a land of “ruchè” Grappa 7.0 could not be missing, which in just three years has managed to make inroads into the palate of the new generation. With zero environmental impact of the production plants, the use of renewable energy sources and modern packaging that winks at tradition, the 7.0 is the glamorous backdrop to an elite distillate that expresses the aromas for a curious and demanding generation .In addition to ruchè you will find countless wine grappas: Moscato, Barolo, Brachetto, Barbaresco or persuasive coffee flavours. blueberry, strawberry. lemon and many other carefully selected fruits, harvested fresh in season, to be able to give all its best.Do you want to surprise your guests?Grand finale table with the very nice “Spirit Sugars”, perfect after-meal flambés which, alongside traditional flavours, offer new intriguing flavours, such as absinthe, ginger with orange and coffee, rose hips, liquorice and mint…Light them and decorate your dish with taste and amazement. Guaranteed success!We continue our wine journey to arrive in Vignale Monferrato, where (it is appropriate to say) stands the futuristic entrance of the Hic et Nunc winery, a visionary, contemporary, experiential project, led by Massimo Rosolen and Valentina Pascarella and a young team , accompanied and guided by professionals in the sector.You can visit the vineyards, the cellar, taste their wines combined with the flavors of the area, go shopping in the wine shop. A true full immersion for those who want to delve deeper into the more oenological aspects and for those who want to combine the experience with an overnight stay in one of the seven welcoming rooms and perhaps a dip in the pool.A “transparent” place where the large windows overlooking the vineyards allow guests to glimpse the outside and inside of the wine production, following the entire winemaking process.Among the wines of Hic et Nunc, I would like to mention Mète, a brut rosé with beautiful acidity, perfect with delicate cheeses and Monbullae, a quality sparkling wine, fresh and decisive, with delicate hints of rose petals that fade into honey and spices, ideal as aperitif and for seafood crudités.

From the Hic et Nunc winery: Mele on the left. on the right Monbullae
Massimo is a champion of innovation. but also of tradition. Among his “missions” is the recovery of baratuciat, a rare and ancient white grape variety that generates Felem, a fascinating wine, which stands out for its distinctive personality, well-defined structure and fruity and mineral character.A true oenological jewel, where each bottle is carefully labeled and numbered by hand, and then delivered in an exclusive box.Excellent wines for tasty local cuisine, where traditional “poor” dishes alternate with “gourmet” reinterpretations, from the classic Bonèt Monferrino to new interpretations and innovative recipes.Curious to know more?Next Thursday Weekend Premium will take you to the gastronomic paradise of Monferrato AstigianoArrivederci!
The tradizional Bonèt with ciocholate and amaretto. Next Thursday we wil tell you he originalrecipe!
Many thanks to Franco Morando, Eleonora, Veronica, Daniel and all the Montalbera Wines team!

CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ” non touristy tourist ” style

  




SICILIA “VULCANICA” DENTRO IL CALICE: L’ETNA DOC, FIGLIO DEL FUOCO

di Roberta Ceudek

La Sicilia, terra di forti colori e tradizioni ancora vive, meta culturale per eccellenza che conserva molti reperti archeologici della Magna Grecia – a Selinunte, Siracusa, Taormina…-, patria italiana del Barocco con le splendide cattedrali di Noto e di Ragusa Ibla, una delle mete preferite dal turismo straniero e dagli stessi italiani grazie alle spiagge lambite da acque cristalline -Mondello, Scala dei Turchi, l’Isola dei Conigli – è anche apprezzata per i prodotti gastronomici che la terra, il Mar Mediterraneo e la fatica dei produttori ci regalano: i fichi d’India e le arance profumate, il sale delle saline di Trapani, il tonno delle Tonnare ancora in attività, il marzapane, il cioccolato di Noto…e così via!

La splendida Taormina

Ma c’è uno dei simboli per eccellenza dell’Isola, l’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa con i suoi circa 3.329 mt slm – anche se ogni fonte… riporta altezze diverse!- che vale davvero una visita approfondita. Paesaggi dalle atmosfere lunari, scenografici contrasti tra pietra scura e lava incandescente e una vegetazione tenace che riesce a ricavarsi spazi vitali in un ambiente ostile. In un’escursione di mezza giornata o una giornata intera si riescono a concentrare panorami inusuali e altamente suggestivi: campi lavici formati da colate recenti o antiche, paesini distrutti dalle eruzioni, crateri spenti, l’impressionante caldera della Valle del Bove, grotte vulcaniche. E poi naturalmente loro, le grandi star dell’Etna: i crateri sommitali ancora attivi.

La maestosità dell’Etna

È possibile visitare il vulcano con una guida o da soli, ovviamente studiando prima il percorso in tutta sicurezza. Partendo da Catania si dovrà raggiungere il paese di Nicolosi e arrivare fino ai crateri sommitali, da dove parte la funivia e da dove iniziano passeggiate che arrivano oltre i 2000 metri. L’Etna, “La Muntagna” come la chiamano i catanesi, si può visitare a piedi, in mountain bike, in jeep o…in treno: la Ferrovia Circumetnea vi assicura un biglietto per uno spettacolo naturale indimenticabile!

La Ferrovia Circumetnea

I suoli del vulcano, ricchi di minerali, combinati ad un clima unico, con forti escursioni termiche, offrono sede perfetta a specialità apprezzate in tutto il mondo: il Pistacchio di Bronte, le fragole dolci di Maletto che si raccolgono sui terrazzamenti alternati a boschi di castagne, querce e pini, il miele e lo zafferano di Zafferana Etnea, l’olio EVO dop intenso e piccante, la fellata e il capocollo, salumi di prodotti sui Monti Nebrodi…

Vigneti sull’Etna

Tutte meraviglie alimentari da abbinare al vino principe dell’Etna, l’Etna DOC. In versione “Rosso”, prodotto da viti di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, oppure “Bianco”, con uve Carricante, Catarratto, e in minor percentuale anche Minnella, tutte varietà autoctone allevate sui muretti a secco che scalano i fertili terreni del vulcano e raccolte rigorosamente a mano, l’Etna DOC è figlio di un terroir unico, un mosaico sfaccettato composto da ben 133 contrade. Sono quindi molte le aziende vitivinicole che producono vini “vulcanici”, frutto del microclima etneo, ma oggi voglio raccontare un Etna DOC Rosso un po’ speciale…

L’Etna DOC Riserva Signum Aetnae di Firriato: back… to the future!

Il Vulcano da cui parte questa storia, che inizia oltre 150 anni fa e arriva dritta dritta nel Futuro, è proprio l’Etna, dove la vite, sui suoli “giovani” dell’ultima colata lavica, ha trovato dimora ideale per produrre uve di straordinaria unicità. Ed è proprio qui che Firriato, azienda vitivinicola tra le più prestigiose, tra vigneti esposti su ampi terrazzamenti ma anche sui fianchi di antiche sciare di lava, posti ad altezze variabili dai 650 sino a oltre i 950 metri sul livello del mare, ha sviluppato un progetto di recupero e di valorizzazione unico in tutto il territorio dell’Etna, dopo aver scoperto un antico vigneto pre-fillossera. Un vigneto con età certificata tra i 140 ed i 155 anni, come risultato dalle analisi dendrocronologiche ed ampelografiche del CNR e del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Palermo.

In contrada Verzella, sul versante nord del vulcano, si cela quindi un tesoro raro e prezioso, un superstite, una “vigna delle meraviglie”, le cui piante, straordinarie per forma, dimensione, forza vitale, si distinguono da tutte le altre per la formazione del tronco, spesso evoluto in cerchi concentrici, spire e braccia contorte. Creature che il tempo ha forgiato portandole fino a noi, cariche di storia eppure vitali, tenaci, fruttifere, in grado di sopravvivere per oltre un secolo.

Si tratta di viti a piede franco, proprio come quelle dei vigneti di tutta Europa prima che la fillossera, a fine ‘800, ne attaccasse gli apparati radicali,  distruggendo un patrimonio di varietà e biodiversità impossibile da ricreare… Ed è da questo vigneto, che è un vero e proprio museo a cielo aperto, dov’è possibile ricostruire la storia della viticultura etnea, che nasce l’Etna DOC Riserva Signum Aetnae, fiore all’occhiello della produzione etnea di Firriato, che unisce le uve di Nerello Mascalese ad altre varietà reliquia, per creare un vino di potenza e struttura, capace di rispecchiare in modo verticale e autentico il suo Terroir di elezione, e che, arrivando da lontano nel tempo, promette anche grande longevità: dal passato, grazie alla Volontà dell’uomo, alla sua cura e alla sua curiosità e passione, rinasce oggi per noi un Riserva da Collezione.

Ed è proprio guardando lontano, ma in avanti nel tempo, stavolta, che Firriato ha voluto conferire al suo vino di punta una dimensione nuova, dotando ogni singola bottiglia di un sigillo di autenticità e innovazione che rappresenta quasi un unicum nel panorama vitivinicolo italiano, europeo e forse mondiale: ognuno dei 2.436 esemplari di Etna D.O.C. Riserva Signum Aetnae annata 2015 è stato dotato di ben tre codici anti-contraffazione e, adottando il sistema blockchain, può essere codificato, su richiesta, come NFT  (Non-Fungible- Token). In pratica, gli NFT sono dei certificati che attestano l’autenticità, l’unicità e la proprietà di un oggetto digitale.

I token non fungibili vengono registrati in una blockchain, una sorta di registro digitale che conserva tutte le informazioni ed i passaggi di proprietà dell’oggetto stesso e non possono essere copiati o in qualche modo alterati: sono unici ed originali, e l’uno non vale l’altro. Oggi gli NFT vengono usati principalmente nel mercato dell’arte, per autenticare un’opera d’arte e attribuirne la proprietà.

Ecco allora che l’abbinamento di una bottiglia di  Signum Aetnae 2015 al proprio NFT di fatto èleva il valore della singola bottiglia, rendendola prezioso oggetto da collezione: grazie alla scrittura in blockchain dell’intera tracciabilità e della storia del vino, a partire dalla vendemmia fino alle future vendite, compresi i trasferimenti di proprietà, chi acquista oggi uno di questi rari vini potrà vederne crescere il valore mano a mano che gli altri esemplari vengano aperti e consumati, e il suo acquisto sarà tutelato da tentativi di frode o di furto.

Sempre guardando al Futuro, Firriato ha voluto legare questo innovativo sistema di possesso degli NFT di Signum (gli S-NFT) all’impegno ambientale che fin dagli esordi anima la famiglia Di Gaetano nel voler tutelare il pianeta attraverso azioni concrete: i proventi ricevuti dalla vendita di S-NFT verranno infatti interamente devoluti ad enti impegnati al raggiungimento dei nuovi obiettivi di riduzione della CO2. Come tiene a spiegare Federico Lombardo di Monte Iato, COO di Firriato “Il Signum Aetnae 2015 apre quindi le porte ad una nuova visione del vino digitale: noi abbiamo voluto che fosse Il Signum Aetnae ad inaugurare il nuovo corso, perché sintetizza all’interno di un calice tutta l’essenza di Firriato, ovvero la tradizione, l’innovazione, l’unicità, la qualità, in tutte le sue espressioni”.

Da buone radici, dunque, solo ottime idee per il Futuro! Unico neo, il doversi astenere, per amor di collezione, dallo stappare e bere questo nettare rosso rubino brillante, figlio del fuoco, affinato per ben 2 anni in botti di rovere francese provenienti dalle foreste di Allier, Tronçais e Jupilles, i cui pregiati legni sono stati stagionati all’aria aperta per circa 3 anni e che danno a questo vino il proprio segno distintivo, il “Signum”, ovvero il sigillo…

Per saperne di più: https://firriato.it/  e Signum Ætnæ, il Sigillo dell’Etna – Firriato Winery (signumetna.it) 




Weekend a NARNI dove il Medioevo rivive, la tavola festeggia, i ‘manfricoli’ trionfano

di Cesare ZuccaFor the english version click here Eccoci a Narni, provincia di Terni in Umbria, uno straordinario borgo… sopra e sotto!Antica fortezza romana, era anticamente chiamata Narnia ed è stata celebrata nei romanzi di C.S. Lewis e nel film “Le cronache di Narnia”. Oggi si snoda tra piazze, botteghe, viuzze, scalinate e impareggiabili scorci panoramici, tra cui il più suggestivo si trova in direzione del ponte sul Nera, dove potrete ammirare il maestoso arco superstite del Ponte di Augusto, costruito neI  I secolo a.C.Narni non è solo un suggestivo borgo medioevale, ma è capace di stupirci anche per il suo unico sottosuolo, uno scrigno ipogeo di misteri, domus romane e riserva di acque, catacombe cristiane e prigione degli inquisitori, oggi visitabile dal pubblico, grazie a una scoperta casuale, fatta da alcuni giovani del posto, che ha portato alla luce un’antica chiesa del XII secolo, riccamente affrescata. In un percorso stupefacente che si snoda tra acquedotti, cisterne romane, cunicoli, cripte e perfino la sala delle torture del Tribunale dell’Inquisizione, con un’ inquietante cella che ancora mostra i graffiti incisi dai prigionieri in attesa di essere condannati.condannati.Risaliamo alla luce, dove ci attende la Rocca quattrocentesca del cardinale Albornoz, il Palazzo dei Priori con la splendida torre civica, la Loggia del Gattapone e il Museo Multimedievale della Corsa all’Anell, Palazzo Eroli, sede del Museo della Città e del Territorio. Il museo ospita reperti dalla protostoria di Narni e la Pinacoteca che conserva la celebre Annunciazione di Benozzo Gozzoli. Il percorso è accompagnato da proiezioni, riproduzioni multimediali e musiche evocative che approfondiscono in maniera emotiva e coinvolgente quanto viene mostrato.Un suggestivo cammino che porta al Ponte sul Nera, vi condurrà proprio faccia faccia con il maestoso Arco del Ponte Augusto, amato soggetto e fonte d’ispirazione per tanti pittori seguaci della corrente “en plain air” paladina del dipingere all’aperto.

L’ Arco di Augusto dipinto da William Turner, artista della corrente “en plain air”
Dopo aver visitato la Rocca accediamo al centro storico attraverso la Porta delle Arvolte, affiancata da due torrioni che hanno ancora al loro interno le stanze utilizzate dai soldati. Sulle pareti esterne sono ancora visibili, invece, le feritoie. Percorriamo via Roma fino a Piazza Garibaldi caratterizzata dalla Fontana costruita su un’antica cisterna medievale. Tanti gioielli da visitare, tra questi il Duomo di San Giovenale, dedicato al patrono della cittàSi può visitare anche il campanile, in stile in parte romanico e in parte rinascimentale, Palazzo del Podestà, oggi sede del Municipio, al cui interno sono conservati reperti archeologici e affreschi del Torresani, Rocca Albornoz uno dei luoghi più suggestivi della città per la sua storia e per la sua posizione dominante la rupe su cui è distesa Narni, Chiesa di San Domenico nella Cappella del Rosario troverete splendidi affreschi quattrocenteschi di scuola fiamminga. e la Chiesa di Sant’Agostino, del XV secolo con la Cappella di San Sebastiano, decorata dal Torresani.LA CORSA DELL’ANELLOFino a metà Maggio, Narni si veste di Medioevo e con la macchina del tempo catapulta la sua atmosfera e le sue vie nel lontano 1371, anno al quale si ispira la 55esima edizione della Corsa all’Anello, una delle più straordinarie rievocazioni storiche dell’Umbria Medievale, un palio dove i migliori Cavalieri del territorio dovevano infilare con una lancia, al galoppo, un piccolo anello di ferro sospeso in aria.Fame?La cucina di Narni è robusta, saporita e nutriente , braciola di gnocchetti alla fraportana, maiale arrosto, salsicce di maiale arrosto, fegatelli arrosto, stinco del principe, insalata e cicoria ripassata. Molti prodotti del territorio, come i tartufi,  le lenticchie di Castelluccio, i salumi e insaccati, i dolci della tradizione, come la ciaramicola pasquale, l’impastoiata, le buonissime torte al formaggio e la torta al testo, farcita da capocollo locale. Da questo territorio verde, nasce anche un ottimo Olio EVO di moraiolo, leccino, frantoio.I veri re della tavola sono i manfricoli, fatti di pasta fatta a mano, impastata con acqua e farina, cotta al dente e condita con sughi saporiti e servita in tanti stili diversi, dalla fraportana, alla principesca, al cinghiale.Ovviamente imperano i manfricoli alla narnese, piatto iconico della città di Narni.La ricetta tradizionale è semplice, per 4 persone occorrono 400gr di farina, 50gr di olio di oliva DOP dell’Umbria, un uovo, sale che vengono lavorati fino ad ottenere una pasta morbida ed elastica. Dopo aver fatto riposare l’impasto per circa mezz’ora, si stende la sfoglia con il matterello e si tagliano delle larghe fettucce di pasta che vengono attorcigliate intorno ad un asticella di ferro. Dopo una mezz’ora vengono cotte in abbondante acqua salata. Il tradizionale condimento per i “manfricoli” è un sughetto fatto con aglio, olio, peperoncino e pomodorini a pezzi, soffritti in padella per soli 15 minuti e serviti con una spruzzata di pecorino.
i “manfricoli alla narnese” ricetta classica
Quando i manfricoli diventano”gourmet”Federico Montecchiani e Giacomo Petti del ristorabte Il Fondaco propongono in una rivisitazione in chiave contemporanea che comunque contiene tutti gli elementi principali della ricetta originale, ma con una lavorazione speciale, a cominciare dalla pasta fatta con farina. acqua e purea di prezzemolo, mentre i pomodorini sono in forma semi dry appassiti in forno a 100 gradi per 3 ore. L’aglio, sbianchito nel latte, diventa una piacevole purea .mentre la salsa è un’ acqua concentrata estratta dall’emulsione di pomodori a grappolo, datterini, basilico, carota e sedano e infine il prezzemolo si trasforma in una nuvola che dona una spinta dal punto di vista cromatico visivo. Finale “tradizione”: un giro di Olio extravergine
Federico Montecchiani e i suoi manfricoli “gourmet”
… E NEL CALICE?Per un piatto così saporito, niente di meglio un accoppiamento con il celebre Rosso dell’ Umbria, dal profumo intenso e quel tocco giustamente tannico, ottimo anche con carni alla brace la frittata al tartufo e la torta ai formaggi. Lungo la strada di Montini in una posizione incredibilmente bella, troveremo le vigne Santo Iolo con ottimi ottimi Sauvignon, Syrah e un impeccabile Merlot, dal rosso rubino e riflessi violacei, aromi di frutta, marasca e ribes nero, toni speziati di vaniglia, radice di liquirizia e note minerali  di grafite nel finalePronti per un weekend del bello, del gusto e di un’avventura mediolevale?Narni vi aspetta!INFOCorsa dell’ Anellohttps://www.turismonarni.it/

CESARE ZUCCATravel, food & lifestyle.Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

For the recipe in english, turn page, Click Next>Welcome to Narni, province of Terni in Umbria, ItalyAn ancient Roman fortress, it was formerly called Narnia and was celebrated in the novels of C.S. Lewis and in the film “The Chronicles of Narnia”. Today it winds through squares, shops, alleys, stairways and incomparable panoramic views, among which the most suggestive is found in the direction of the bridge over the Nera, where you can admire the majestic surviving arch of the Augustus Bridge, built in the 1st century BC.Narni is famous for THE RACE OF THE RING that until mid-May dresses the city and the visitors in the Middle Ages outfits and with the time machine catapults its atmosphere and its streets back to 1371, the year which inspired the 55th edition of the Corsa all’Anello, one of the most extraordinary historical re-enactments of the Medieval Umbria, a palio where the best Knights of the area had to gallop into a small iron ring suspended in the air with a spear.Narni’s cuisine is robust, tasty and nutritious, with Fraportana-style gnocchetti chops, roast pork, roast pork sausages, roast livers, prince’s shin, salad and sautéed chicory. Many local products, such as truffles, lentils from Castelluccio, cured meats and sausages, traditional sweets, such as the Easter ciaramicola, the mixed dough, the delicious cheese cakes and the torta al testo, stuffed with local capocollo. An excellent EVO oil from moraiolo, leccino, frantoio is also born from this green area.The real kings of the table are the manfricoli, made of hand-made pasta, mixed with water and flour, cooked al dente and seasoned with savory sauces and served in many different styles, from fraportana, to princely, to wild boar.Obviously the manfricoli alla narnese dominate, the main dish on the menu of Il Fondaco, located in the historic center.. We are welcomed by the Chef ……… who, with the help of the exuberant Mariana, offers typical dishes of the lower Umbrian cuisine including traditional manfricoli alla Narnese.Do you want the recipe? Here you go!I MANFRICOLI “TRADITIONAL STYLE”Ingredients for 4 people400gr of flour50gr of DOP olive oil from UmbriasaltPreparationMix 400 g of flour with 50 g of extra virgin olive oil, an egg and a little salt to obtain a soft and elastic doughAfter letting the dough rest for about half an hour, cut the dough with a rolling pinCut large strips of dough which will be twisted around an iron rod (similar to a wool iron)Wait half an hour and then cook them in plenty of salted waterThe best dressing for “manfricoli” is a sauce made with garlic, oil, chilli pepper and cherry tomatoes, fried in a pan for just 15 minutes. If you like, pecorino cheese can also be added.When manfricoli become “gourmet”Federico Montecchiani and Giacomo Petti of the restaurant Il Fondaco offer a contemporary reinterpretation that still contains all the main elements of the original recipe, but with a special processing, starting with the pasta made with flour. water and parsley puree, while the cherry tomatoes are semi-dry and dried in the oven at 100 degrees for 3 hours. The garlic, blanched in milk, becomes a pleasant puree, while the sauce is a concentrated water extracted from the emulsion of vine tomatoes, datterini tomatoes, basil, carrots and celery and finally the parsley turns into a cloud that gives a boost from a chromatic point of view. Final “tradition”: a round of extra virgin olive oil.

Federico Montecchiani created the manfricoli “gourmet”
… AND IN THE GLASS?For such a tasty dish, nothing better pairing with the famous Red of Umbria, with an intense aroma and that rightly tannic touch, also excellent with grilled meats, truffle omelette and cheese cake. Along the Montini road in an incredibly beautiful position, we will find the Santo Iolo vineyards with excellent Sauvignons, Syrahs and an impeccable Merlot, with ruby red and violet reflections, aromas of fruit, morello cherry and blackcurrant, spicy tones of vanilla, licorice and mineral notes of graphite in the finishAre you ready for a weekend of beauty, taste and a medieval adventure?Narni is waiting for you!INFORace of the Ringhttps://www.turismonarni.it/

CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ” non touristy tourist ” style 

 




HUA HIN, Thailandia (Part.2) Scoprite la città regale, mercati, nuovo design, vino e un hotel …da re

(Part.2)For the english version, click hereEccoci ancora a Hau Hin, città della Thailandia, situata a circa 150 km a sud di Bangkok, nella provincia di Prachuap Khiri Khan. E’ una destinazione romantica ed elegante nata circa 100 anni fa, quando i membri della famiglia reale trascorrevano qui le loro estati.

Palazzo Maruekhathaiyawan Cha-Am
Hua Hin è conosciuta non solo per le lunghe spiagge, la storica Stazione Ferroviaria di Palazzo Maruekhathaiyawan e il Palazzo Maruekhathaiyawan Cha-Am ma anche perchè è recentemente diventata meta e alloggio di artisti e creativi che hanno trovato in questa città l’atmosfera e la traquillitò perfetta per creare le loro opere.Ah dimenticavo… il vino !Ho scoperto prodotti locali di ottima qualità  Chi avrebbe mai detto che, oltre alla storia, all’arte, alla natura, al cibo, ai buddha… avrei gustato un piacevole vino ” Made in Hua Hin?” DOVE ALLOGGIARECentara Grand Beach Resort & Villas Hua Hin Un luogo magnifico progettato per evocare lo spirito degli anni ’20.Sensibilmente ampliato e rinnovato, conserva l’aria e l’eleganza di quell’epoca passata.Le influenze coloniali incontrano i comfort moderni e le viste rilassanti si possono avere sulle piscine o sui giardini magici, popolati da elefanti e altri animali.Ho avuto una sorpresa ancora più grande nello scoprire i suoi quattro ristoranti super top che offrono una varietò di cucine , tutte minuziosamente curate, dalla scelta degli ingredienti ,freschissim,i al pesce cucnato in mille modi ai piatti tradizionali tailandesi alle salse speziate con le insuperbili miscele del posto. Per una cena romantica , si va al Coast Beach Club, praticamente in riva al mare conosciuto per le sue grigliate di carne e di pesce,. Railway, elegante ristorante in stile coloniale Ispirato alla famosa stazione di Hua Hin, piatti internazionali e specialità locali, Suan Buam, dal menu che utilizza solo carni e verdure di allevamento locale coltivate nelle regioni di Hua Hin e Cha-am.
Coast  Beach Club & Bistro Il ristorante in riva al mare del Centara
Hagi propone un’ utentica cucina giapponese con un tocco moderno, freschissimi sushi e sashimi e il sushi più freschi, croccanti tempura e pesci grigliati davanti sotto i vostri occhi sulle piastre teppanyaki.
le piastre “teppanyaki”. e il pesce freschissimo di Hagi
Per gustare un the indImenticabile , l’appunto pomeridiano è al Museum un caffè dal il fascino del vecchio mondo, dove stile coloniale, arredamento vintage, i cimeli dell’era ferroviaria e le note di un’ arpa suonata dal vivo,conferiscono al Museo il fascino del tempi regali.
il rito del the servito al Museum
Shopping?Tuffatevi nel Cicada Market, mercato all’aperto che prorpone arte, artigianato, gastronomia, moda, oggetti decorativi, dipinti, sculture. Aperto solo nelle sere del fine settimana, il mercato è solitamente pieno di gente del fine settimana proveniente da Bangkok. Si trova fuori Petchkasem Road, a circa metà strada tra la città di Hua Hin e Khao Takiab.Fame “on the road”?Il mercato di Chatchai (mercato notturno di Hua Hin) è un antico mercato, costruito nel 1926  in omaggioa al re. Oggi è un mercato di souvenir, oltre che di cibi freschi e conservati. Troverete include eccellenze locali come i granchi blu, gamberi tigre, piedini di maiale alla griglia, intriganti prodotti culinari e squisiti ristoranti.…E NEL CALICE ?L’inaspettatamente straordinario vino thailandese !Non perdere l’occasione di visitare il vigneto Hua Hin Hills Vineyard, situato a 45 km a ovest. Piacevoli tour enologici vengono organizzati ogni giorno in modo che i visitatori possano assistere alla produzione dei migliori vini in Thailandia. Per coloro che non vedono l’ora di trascorrere un momento in un luogo tranquillo e silenzioso, questa è davvero una delle migliori mete. Ero molto curioso di tutto e l’adorabile staff dell’hotel ha organizzato una visita al vigneto situato a meno di un’ora di distanza.
Monsoon Valley
Questo escursione sarà una bellissima occasione per vedere suggestive piantagioni di ananas che conducono a un sorprendente e inaspettato vigneto di oltre 100 ettari.E la sorpresa potrebbe non finisce li, poiché c’è l’opportunità di visitare la proprietà sul dorso di un elefante, rigorosamente rispettato dagli autisti , visto che gli elefanti hanno sempre la precedenza…Un’ ampia ed elegante sala degustazione domina la vallata, in una posizione privilegiata in quanto beneficia di un microclima più fresco con brezze provenienti dalle colline. La tenuta è stata voluta da Red Bull! Chalerm Yoovidhya, uno tra gli uomini più ricchi della Thailandia, che, nel corso dei suoi studi all’estero, ha scoperto la passione per vino. Chalerm ha raccolto la sfida di coltivare l’uva nella sua terra natva, dimostrando al mondo che i grandi vini possono essere realizzati anche alla 13a latitudine dell’emisfero settentrionale.Avrete la possibilità di assaggiare alcuni dei vini disponibili presso il vigneto tra cui un ottimo brut blanc de blancs, che mette in risalto le delicate note floreali delle uve chenin blanc, colombard e viognier che compongono questo spumante dal metodo classico champenoise.Oltre al colombard bianco, vi consiglio il medio dolce chenin blanc, per nulla stucchevole, anzi ideoneo all’ abbinamento con piatti di carne piccanti e insalate di mare. Tra le due bottiglie “Cuvée de Siam”  mi ha molto colpito il rosso, realizzato con i vitigni più antichi di shiraz e sangiovese“REGINA DELLA TRANQUILLITA’ ” E NUOVA CAPITALE DEL DESIGNDa qualche anno Hua Hin vive una nuova realtà grazie a una giovane generazione di artisti, creatvi e designer che hanno trovato in questa città la tranquillità e l’atmosfera ideonea alla realizzazione delle loro arti. Lontano dalla rumorosa (e costosa) Bangkok. Questa “migrazione” di artisti è un processo che è avvenuto in molte città  troppo caotiche e diventate scomode per chi ha bisogno di concentrazione per lavorare, basterà citare Williamsburg, “rifugio” di molti artisti che hanno preferito abbandonare la caotica New York.
Sculture e gioielli d nuovi artisti tailandesi
Tra i designer tailandesi di maggior spicco, va citato Nuttapong Charoenkitivarakorn e la sua “no waste” collezione di pezzi nati dall’intreccio di corde di cotone avanzate dalla fabbricazione di arredi più convenzionali. Così particolari e affascinanti che il regista di “Hunger Games” li ha voluti come parte della scenografia.
Nuttapong Charoenkitivarakorn e la sua collezione “Sculpture”

Per chi si fosse perso la Part.1 del nostro racconto su Hua Hin, ecco il link
INFOwww.tourismthailand.org

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Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world.For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a “non touristy tourist ” style

HUA HIN, Thailand (Part.2) Discover the royal city, markets, new design, wine and a hotel…where you will feel like a king...Hua Hin is one of the top tourist destinations of Thailand from its great amount of attractions and activities – plus it isn’t far from Bangkok. The City has many incredible Beaches, mountains, viewpoints, Temples, night markets, water parks, and fine diners for you to choose from and enjoy at any time of the year.Hua Hin features a beautiful, powdery sand Beach, numerous seaside Seafood restaurants, a lively night market, numerous Beach activities, and some great inland activities, not least of which is golfing at some of Thailand’s most renowned courses. Just down the coast at Takiab Bay, visitors can take seaside horseback rides and visit a hilltop Buddhist Temple with a spectacular view. Accommodation along the Beach and on the streets leading away from the sea ranges from simple guesthouses to luxury resorts and includes some of the finest spa-retreats in the world. Hua Hin is accessible via train, bus, or car and the seaside community of 60,000 residents is a fine example of warm and welcoming Thai hospitality.Here we are again in Hau Hin, Thailand, located about 150 km south of Bangkok, in the province of Prachuap Khiri Khan. It is a romantic and elegant destination born about 100 years ago, when members of the royal family used to spend their summers here.

Palazzo Maruekhathaiyawan Cha-Am
Maruekhathaiyawan Cha-Am PalaceHua Hin is known not only for its long beaches, the historic Maruekhathaiyawan Palace Railway Station and the Maruekhathaiyawan Cha-Am Palace but also because it has recently become a destination and accommodation for artists and creatives who have found the perfect atmosphere and tranquility in this city to create their works.Oh I forgot… the wine!I discovered excellent quality local products, but who would have thought that, in addition to nature, food, buddhas… I would have tasted a pleasant “Made in Hua Hin” wine?WHERE TO STAYCentara Grand Beach Resort & Villas Hua Hin,A magnificent venue designed to evoke the spirit of the 1920s.Sensibly enlarged and renovated, it retains the air and elegance of that bygone era.Colonial influences meet modern comforts and relaxing views can be had of the pools or magical gardens, populated by elephants and other animals.I had an even bigger surprise to discover its four super top restaurants that offer a variety of cuisines, all meticulously cared for, from the choice of very fresh ingredients to fish cooked in a thousand ways to traditional Thai dishes to spicy sauces with the unsurpassed local blends.For a romantic dinner, go to the Coast Beach Club, practically on the seashore known for its grilled meat and fish. Railway Elegant Colonial Style Restaurant Inspired by the famous Hua Hin Station, international dishes and local specialties, Suan Buam, from the menu using only locally farmed meats and vegetables grown in Hua Hin and Cha-am regions.
Coast
Coast  Beach Club & Bistro The restaurant on the seashore of the CentaraHagi offers authentic Japanese cuisine with a modern twist, the freshest sushi and sashimi and the freshest sushi, crispy tempura and fish grilled right before your eyes on teppanyaki plates.
le piastre “teppanyaki”. e il pesce freschissimo di Hagi
To enjoy an unforgettable tea, the afternoon note is at the Museum, a café with an old-world charm, where colonial style, vintage furnishings, memorabilia from the railway era and the notes of a live harp, give the Museum the charm of royal times.
il rito del the
Shopping?Dive into the Cicada Market, an open-air market that offers art, handicrafts, gastronomy, fashion, decorative objects, paintings, sculptures. Only open on weekend evenings, the market is usually packed with weekend crowds from Bangkok. It is located off Petchkasem Road, about halfway between Hua Hin Town and Khao Takiab.Fame “on the road”?Chatchai Market (Hua Hin Night Market) is an old market, built in 1926 as a tribute to the king. Today it is a souvenir market, as well as fresh and preserved foods. You will find includes local excellences such as blue crabs, tiger prawns, grilled pig’s feet, intriguing culinary products and exquisite restaurants.And in the cup? The unexpectedly extraordinary Thai wine!Don’t miss the opportunity to visit the Hua Hin Hills Vineyard, located 45 km to the west. Pleasant wine tours are organized daily so that visitors can witness the production of the best wines in Thailand. For those who are looking forward to spending a moment in a peaceful and quiet place, this is truly one of the best destinations. I was very curious about everything and the lovely hotel staff arranged a visit to the vineyard located less than an hour away.This excursion will be a wonderful opportunity to see suggestive pineapple plantations that lead to a surprising and unexpected vineyard of over 100 hectares. The surprises may not end there, since there is the opportunity to visit the property…riding an elephant, strictly respected by the drivers, given that elephants always have the right of way…A large and elegant tasting room overlooks the valley, in a privileged position as it benefits from a cooler microclimate with breezes coming from the hills. The estate was commissioned by Red Bull! Chalerm Yoovidhya, one of Thailand’s richest men, who, during his studies abroad, discovered a passion for wine. Chalerm took up the challenge of growing grapes in his native land, demonstrating to the world that great wines can also be made at the 13th latitude of the northern hemisphere.You will have the opportunity to taste some of the wines available at the vineyard including an excellent brut blanc de blancs, which highlights the delicate floral notes of the chenin blanc, colombard and viognier grapes that make up this sparkling wine from the classic champenoise method. In addition to the white colombard, I recommend the medium sweet chenin blanc, not cloying at all, on the contrary ideal for pairing with spicy meat dishes and seafood salads. Between the two bottles “Cuvée de Siam”  I was very impressed by the red, made with the oldest vines of shiraz and sangiovese “QUEEN OF TRANQUILITY” AND NEW CAPITAL OF DESIGNFor some years now, Hua Hin has been living a new reality thanks to a young generation of artists, creatives and designers who have found in this city the tranquility and the ideal atmosphere for the realization of their arts. Away from noisy (and expensive) Bangkok. This “migration” of artists is a process that has taken place in many cities that are too chaotic and have become uncomfortable for those who need concentration to work. It is enough to mention Williamsburg, the “refuge” of many artists who have preferred to leave the chaotic New York.
Sculture e gioielli d nuovi artisti tailandesi, Sculptures and jewelery by new Thai artists
Among the most prominent Thai designers, Nuttapong Charoenkitivarakorn and his “no waste” Sculpture collection of pieces born from the weaving of cotton ropes left over from the manufacture of more conventional furnishings should be mentioned. So particular and fascinating that the director of “The Hunger Games” wanted them as part of the scenography.
Nuttapong Charoenkitivarakorn and his “Sculpture” collection
For those who missed Part.1 of our story about Hua Hin, here is the linkINFOwww.tourismthailand.org

CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world.For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ” non touristy tourist ” style 

   




Toblino, tra Laghi e bollicine di Trento Doc Antares

Di Giampietro Comolli (Presidente Osservatorio OVSE)

Luogo di accoglienza storica sulla via delle Alpi, verso le capitali imperiali d’Europa, Toblino ha un castello sul lago, contornato da boschi di lecci e percorsi da fare a piedi o in bicicletta, sui crinali e in valle. In auto si va dalla Val di Non alla Valle del Sarca, dai borghi di Terlago (con il suo lago balneabile) e Ranzo, e ai castelli di Lasino e Madruzzo.  Un habitat omogeneo, dove acqua, terra e aria creano una diversità naturale e lasciano tracce di memoria. Estetica e bellezza del paesaggio qui sono la regola.

Terlago

Da gustare: La vite alligna e produce, su terrazzi esposti e allevati per carpire ogni raggio di sole, e le fresche brezze mattutine della montagna. Qui un vitigno internazionale come lo Chardonnay ha trovato, da più di 120 anni, un nuovo luogo di elezione mondiale. Il tutto diventa qualità, struttura, profumi, gusto in un calice di Antares Trento Doc Nature millesimato, bollicine tradizionali. Alla Cantina Toblino sono fedeli al territorio con le etichette Manzoni Bianco, Muller Thurgau, Rebo e Lagrein di matrice trentina. Da abbinare ai piatti dell’Hosteria: dal carpaccio di carne salata alla delicata e aristocratica trota delle Alpi.

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Sala Mandelli, qui nasce il Gutturnio della val Tidone

Di Giampietro Comolli (Presidente Osservatorio OVSE)

A poco più di una ora da Milano, la Val Tidone è meta del saper vivere lento, grazie al suo ambiente naturale fatto di vigne e boschi. Terra ambita e belligerante già nell’anno Mille, fu il potente feudo dei Malvicini e teatro della lotta fra i Vescovi-Conte, delimitata dai castelli di Borgonovo degli Sforza e dall’inespugnabile Rocca d’Olgisio. Valle diventata buon ritiro dei nobili, ricca di dimore storiche che segnano i crinali, chiusa dal lago artificiale del Molato, ideale per gli sport acquatici. In mezzo c’è il centro di Pianello, borgo ben curato, capitale dei migliori salumi d’Italia.

Vigne nei colli piacentini

Da gustare: La vigna regna sovrana, vini bianchi e rossi effervescenti, da accompagnare alla Pancetta arrotolata cruda e cotta e ai salami Gentile: classici ingredienti del panino Batarò. Sala Mandelli è il maniero che dà il nome al borgo che sorge a metà valle, su un crinale contornato da vigne. La Torretta poi è a misura di cantiniere e di consumatore, produce un Gutturnio Superiore franco e schietto (mix di uve Barbera e Bonarda), schietto, elegante e di giusta beva. Nelle osterie esclusive di Corano o a Genepreto si abbina al bollito di quarta o con la torta salata di uova sode e erbe dell’orto.

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Saccol capitale del Cartizze di Agostinetto e il suo Superiore Docg

Di Giampietro Comolli (Presidente Osservatorio OVSE)

Si costeggia il fiume Piave, dopo il ponte di Vidor e l’abbazia benedettina di san Bona, si entra nella terra del Prosecco Superiore Docg verso la Valdobbiadene e il monte Cesen (dalla vetta di Pianazze si vede il campanile di san Marco di Venezia). A destra, uno stradello fra le vigne di Glera conduce al borgo di Saccol. Da qui parte l’“anello dell’oratorio di san Biagio” fra le vigne per conoscere le essenze botaniche che segnano nell’aroma unico del Cartizze. Vista impagabile…

Vigne lungo la Strada del Prosecco

Da gustare: A Saccol, sull’incrocio di via Piander e via per San Pietro e Santo Stefano, cuore delle rive del Cartizze, si trova la cantina ospitale di Daniele Agostinetto che produce il premiato Prosecco Superiore Docg Vigna del Baffo, il vino passito Mondeserto e un Cartizze Superiore Docg diverso, solo extra dry, pronto solo dopo 12 mesi di affinamento. In abbinamento Livio de La Pergola prepara una insalata di radicchio selvatico verde di campo con pancetta saltata in padella e la locanda Mamagiò offre la speciale pasta e fagioli dell’Altamarca.

Spagnol col del Sas
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Narni, dove nasce il NarnOt Umbria Igp Cabernet Franc

Di Giampietro Comolli (Presidente Osservatorio OVSE)

Narni, in provincia di Terni, non è solo un borgo medioevale, ma stupisce soprattutto per il suo unico sottosuolo, uno scrigno ipogeo di misteri, domus romane e riserva di acque, catacombe cristiane e prigione degli inquisitori, oggi visitabile dal pubblico. Da non perdere la sovrastante rocca del XIV secolo del cardinale Albornoz, i palazzi Eroli e dei Priori, la Cattedrale e il ponte di Augusto. Da non perdere il vicino borgo di Amelia, le Stifone e le Gole del fiume Nera.

Narni, il Ponte di Augusto

Da gustare: A metà strada tra la dolce collina fra Narni e Otricoli, c’è la vigna che produce il Rosso Igp Umbria, con eliminazione dei presidi chimici e selezione di uve, tanta manualità e lavoro meccanico. Nato dalla maestria e dalla dedizione di Massimo e Lidia, ha un profumo intenso, giustamente tannico, lascia una bella firma peperoniana sulla lingua, è ottimo con la carne alla brace, la frittata al tartufo e la torta ai formaggi. Da questo territorio verde, nasce anche un ottimo Olio EVO di moraiolo, leccino, frantoio. Una terra che unisce.

Uve di Rosso Igp Umbria

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Gavi, nelle Terre del Gavi Docg

Di Giampietro Comolli (Presidente Osservatorio OVSE)

Qualche millennio fa i popoli liguri “cavaturini” vivevano e lavoravano negli infernotti, cave o cantine scavate nella roccia. Il comune di Gavi si trova sulla direttrice Milano-Genova: assolutamente da visitare sono il Forte oltre che il borgo, il santuario della Guardia, la chiesetta di san Giacomo, il convento delle Grazie. Meritano anche i palazzi di Novi Ligure, ricoperti di argilla e facciate dipinte.

Gavi, assaggi e degustazioni nel borgo

Da gustare: Questa è la patria del vitigno Cortese a bacca bianca, vino raffinato e attraente. Si dice che Gigi Rizzi, l’ultimo playboy piacentino degli anni ’70, come scrivevano i paparazzi del tempo, conquistò la bellissima BB, alias Brigitte Bardot, con una bottiglia di Gavi de La Scolca della famiglia Soldati. La Scolca d’Antan, matura in ogni bottiglia almeno per dieci anni; è speziata, esotica e ammandorlata per competere al meglio con gli champagnisti. Gavi di Gavi è l’ideale con agnolotti ripieni del Plin, tradizionale pasta che si prepara lungo l’asse fluviale padano, sublime anche nella versione con il tartufo locale, oppure con la testa in cassetta. Infine, per finire con dolcezza: amaretti e baci di dama.

Gavi, vigneti

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Erbusco, capitale del Franciacorta Saten di Giuseppe Vezzoli

Di Giampietro Comolli (Presidente Osservatorio OVSE)

Franza Curta, terre libere da dazio. Terra di palazzi agricole di villeggiatura delle famiglie bresciane e di castelli dei Fassati a Passirano, Bornato, Quistini, Oldofredi di Paderno, Terzi di Rovato, Lantieri a Capriolo, fra il ducato milanese e la Repubblica di Venezia. Luogo ameno fra il clima del lago d’Iseo e il Monte Orfano sono da vedere le abbazie: la Olivetana di Rodengo Saiano, i Capuccini di Cologne, la Santissima di Gussago, la Madonna della Neve di Adro, la Pieve di Sant’Andrea, l’Annunciata di Rovato, San Pietro in Lamosa ai bordi delle Torbiere.

Paesaggio della Franciacorta

Da gustare: Il Saten brut di Giuseppe Vezzoli, vino ottenuto con uve Chardonnay in purezza, senza aggiunta di sciroppo zuccherino, uve molto mature, riuso di mosto della cantina, naturale, con più frutto, pulito. Bollicine contenute, cremose, gusto avvolgente, elegante da tutto pasto. Alternativa a tutti i crémant del mondo. Ottimo con il manzo all’olio, casoncelli ripieni di prosciutto e Grana Padano, insalata di luccio di fiume con erbette.

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Castelli e Cantine nella Natural Valley piacentina

Testo e foto di Vittorio Giannella

Stavolta andiamo alla scoperta della Natural Valley dei colli piacentini, che ha riunito 21 comuni con i loro castelli e le loro cantine che preferiscono coltivazioni biologiche e certificate con una promozione di origine e qualità, per valorizzare i loro prodotti e riportare i turisti.

Le splendide Cascate del Perino

La Natural Valley, al confine nordoccidentale dell’Emilia Romagna, racchiusa tra la valle del Tidone e quella dell’Arda, la più diffusa “industria” è quella vitivinicola. A rendere ancora più piacevole la visita di questi luoghi è la cucina locale, ben sostenuta dalla genuinità degli ingredienti, che ben si accompagna ai vini pregiati o comuni che siano. Il piacentino poi è l’unica provincia italiana a detenere tre salumi DOP in Italia: la coppa piacentina, il salame e la pancetta.

DAL CASTELLO DI RIVALTA ALLA CANTINA LURETTA

Lasciata Piacenza. ci si inoltra verso le colline, e si costeggia da subito l’ampio letto alluvionale del Trebbia. All’altezza di Niviano, svoltiamo a destra per visitare l’imponente complesso fortificato del Castello di Rivalta, sfiorato dalle acque del Trebbia visibile da lontano con la sua inconfondibile torre cilindrica. Su queste rive nel 218 a.C, nella storica “battaglia della Trebbia” i Romani subirono una sanguinosa sconfitta contro l’esercito di Annibale.

Il castello di Rivalta

Da non perdere una visita guidata dal giovanissimo Nicola Sacchi, per ascoltare la storia millenaria del complesso fortificato, ora sontuosa abitazione privata della famiglia Landi, scelta per parecchi anni come luogo di vacanza dalla Principessa Margaret Windsor, ammaliata dalla “camera verde” del castello, con vista sulla vallata.

Il Museo del Castello di Rivalta

Risalendo la piccola valle del Luretta si arriva al Castello di Momeliano dell’anno mille, che appare all’improvviso, nascosto com’è da una fitta cerreta. Qui, tra queste pietre pregne di storie, la Cantina Luretta fa riposare i vini fermi, bianchi e spumanti elaborati col metodo classico, con importanti premi e riconoscimenti. “Stretto tieni il sogno, che se il sogno muore, la vita diventa incapace di volare” recita una poesia di Paul Bowles, e così partendo da una passione, da un sogno appunto, la signora Carla Asti e il marito acquistarono trent’anni fa un piccolo vigneto malandato per impiantare vitigni autoctoni e internazionali.

I pregiati vini della Cantina Luretta

Le erbe selvatiche crescono tra i filari attirando gli insetti, e il rispetto dell’equilibrio naturale ha facilitato il riconoscimento della certificazione biologica ICEA, e così Gutturni Superiori D.O.C, Boccadirosa Malvasia di Candia, Principessa spumante, Achab D.O.P e altri vini, girano il mondo e nei migliori ristoranti.

L’AGRITURISMO VALLESCURA CON BIRRA BIOLOGICA E LA CANTINA ROMAGNOLI

Bisogna raggiungere Piozzano, per arrivare all’Agriturismo Vallescura di Daniele, Valeria e Giacomo, tre fratelli che, dal 2007, producono una birra contadina ottima, ottenuta con l’orzo coltivato nei 45 ettari di famiglia, e poi maltato. Ci si accorge subito davanti al camino acceso che simpatia e convivialità sono una regola dell’agriturismo. Circondato da boschi e campi coltivati, Daniele, il birraio, utilizza acqua di sorgente purissima e ha bandito diserbanti e pesticidi, ricevendo il marchio di azienda biologica. “Sia pure con un po’ di ritardo, anche qui si comincia a percepire come una risorsa, salvaguardare e promuovere la relazione tra la bellezza paesaggistica, naturalistica e storica di queste valli, con la riscoperta di cibi tipici e genuini.”, racconta Mauro Lanfranconi, papà dei tre ragazzi imprenditori, davanti a un tagliere di salumi misti accompagnati da gnocchi fritti alla birra.

Giacomo, Valeria e Daniele dell’Agriturismo Vallescura con le loro birre artigianali

Bisogna costeggiare il fiume Nure per arrivare alla Cantina Romagnoli di Villò di Vigolzone, che, dal 1857 coltiva 45 ettari di vigneti con le radici in terreni rossi ricchi di ferro. Qui degustiamo il Pigro, di nome e di fatto, perché è uno spumante che ha bisogno di riposare a lungo prima di essere venduto. Alessandro Perini ci racconta la storia dell’azienda: è un imprenditore visionario, che ha prodotto spumanti Metodo Classico in queste terre piacentine legate da sempre a vini semplici. Da poco sta sperimentando una coltivazione senza l’intervento dell’uomo, per conoscere fino in fondo i segreti della pianta che accompagna l’uomo dall’inizio della sua storia.

I vini della Cantina Romagnoli

DAL BORGO GRAZZANO VISCONTI ALLA CANTINA VISCONTI

Della provincia piacentina il luogo più visitato è Grazzano Visconti, piccolo gioiello architettonico, costruito agli inizi del secolo scorso in perfetto stile tre-quattrocentesco. In quanto a fedeltà di riproduzione, è un vero capolavoro, ma rischia di suonare falso per questa stessa arbitraria imposizione di stile.  Conserva al suo interno questo sì, l’antico castello Visconti, dove il noto regista Luchino Visconti, ha passato gran parte della sua infanzia.

Il castello di Grazzano Visconti con la chiesa annessa
Positivo è il fatto che molti vitigni quasi scomparsi come l’Ortrugo, ritrovato negli anni Settanta, oggi e tornato in auge vinificato in purezza, come pure la Malvasia di Candia aromatica, originaria di Creta, trapiantata in questi terreni dal 1250.

Meno noti, per questo vere rarità, sono invece il “Santa Maria” e “Melara”, che hanno dato vita alla DOC più piccola d’Italia: il Vin Santo di Vigoleno, dal colore ambrato e gusto intenso, che conta poche migliaia di bottiglie annue, prodotte in soli sei ettari. Piccola realtà importante per la salvaguardia della biodiversità.

Il Vin Santo di Vigoleno, una rarità

Arrivo alla Cantina Visconti) prima di visitare Vigoleno, tra i borghi più belli d’Italia, mentre è in corso la pressatura delle uve passite dei vitigni Melara e Santa Maria, in giusta proporzione, che in seguito, affronterà un invecchiamento minimo di 60 mesi. Un vino prezioso che si regalava come dono di nozze.

Uva passa S.Maria e Melara per la produzione del Vinsanto

VIGOLENO DOMINA IL PANORAMA, I PRODUTTORI PROTEGGONO LA BIODIVERSITA’

Fra le perle delle colline piacentine, Vigoleno domina dall’alto la valle del fiume Arda, racchiusa da mura possenti merlate che difendono la chiesa di San Giorgio, e la piazzetta centrale; tutt’intorno la campagna e filari ordinati di viti, colline, che come onde, si fondono all’orizzonte con la pianura.

Grazia Invernizzi e la sua piccola azienda agricola, Biofilìa a Sariano, in prima linea a tutelare un patrimonio prezioso: la biodiversità prima che vada perduta.  Centinaia di galline “felici” che non conoscono antibiotici, e tra queste la rara e in via di estinzione gallina polverara, razzolano libere tra filari di meli antichi. Così, conserve, miele, ortaggi sono certificati bio al 100%.

Grazia Invernizzi con una gallina polverara

Il panificio Secchi a Morfasso è il forno più in alto di questo itinerario goloso, oltre i 600 metri d’altitudine, una sorta di attico sulle valli sottostanti. Da non perdere, la squisita torta alle patate e i tortelloni dolci ripieni, la loro specialità. Gli ingredienti bio del panificio, come la farina, le patate e le zucche vengono forniti da ragazzi del posto, Andrea, Francesco, Nello, che, con passione e tenacia, hanno cominciato a coltivare grani antichi, patate ormai rare ma adatte a queste quote.

Andrea Gregori di Morfasso con alcune delle zucche che coltiva

Quassù il vento non incontra ostacoli, davvero un posto inconsueto, che non ti aspetti a un’ora dalla caotica pianura, dove è bello perdersi per poi ritrovarsi seduti a tavola dell’agriturismo La Risorgiva a Oddi, per un assaggio di golosità locali a km 0. La cucina è a vista. Un buon biglietto da visita.

Cotechini del Salumificio San Bono a Ponte dell’Olio

Un lungo ponte attraversa il largo letto alluvionale del Trebbia che sfiora le mura del Castello di Travo, il borgo luogo di memorie storiche, con il suo museo archeologico da visitare, che ripercorre 6.000 anni di storia dalla preistoria al medioevo. Si sale fino a Pietra Perduca.

Uva appena raccolta sopra Travo

Da qui la vista è incomparabile: tutta la cerchia delle Alpi innevate, a destra la Valtrebbia fino a Piacenza, alle spalle l’Appennino boscoso e giù Bobbio, tra i borghi più belli d’Italia, fondata dal monaco irlandese Colombano nel 614, quando giunse qui accompagnato dai suoi discepoli.  Riposa nell’abbazia a lui dedicata.

Il ponte gobbo a Bobbio

Ma il simbolo del borgo è il ponte gobbo, completamente in pietra che, con 11 arcate attraversa il Trebbia spumoso, simile al Gutturnio, il vino asciutto e spumeggiante che esprime tutta la forza e l’intensità dei suoi sapori e delle sue tradizioni.

Uva croatina per la produzione della Bonarda

Dove Dormire

*Hotel Il Cervo, piazza Europa 20, Agazzano (PC), tel 0523/975208, www.albergoristoranteilcervo.it*La Locanda di Enduro Republic, via Luchino Visconti 12, Grazzano Visconti (PC), tel 0523/693834, www.endurorepublic.it

Dove mangiare

*Locanda del Falco, Loc. Borgo di Rivalta 4, Gazzola (PC), tel 0523/1820269, www.locandadelfalco.com

Cantine

*Il Poggiarello, www.ilpoggiarellovini.it*Cantina Marengoni, www.vinimarengoni.com




Castelnuovo dell’Abate di Montalcino e il Rosso Doc Sant’Antimo Bottega

Di Giampietro Comolli (Presidente Osservatorio OVSE)

Tra le falde dell’Amiata e la valle dell’Orcia, vicino alla millenaria abbazia romanica di Sant’Antimo, si incontra il borgo medioevale di Castelnuovo dell’Abate, sulla via Francigena toscana, oggi meta di escursionisti e appassionati. Siamo nei pressi una delle antiche cave di alabastro bianco, a 40 km da Siena, in un paesaggio agreste ricco di esempi storici architettonici, tutelati dall’UNESCO. In bici o vespa il tour obbligato è a San Quirico, alle terme di Bagno Vignoni, al Parco dei Mulini e alla Fortezza di Montalcino.

Castelnuovo, la vendemmia

Da gustare: Oltre al Brunello, al Montalcino riserva, il Sant’Antimo della tenuta Domus Vitae di Bottega si differenzia per un mix di uve rosse toscane autoctone e internazionali, di corpo e sapido, ma tanto piacevole. Progetto enoico dell’azienda vitivinicola integrato e sostenibile, rispetto del lavoro in cantina, tutela e cura maniacale di ogni singola vigna. Nell’osteria di Bassomondo si abbina ai pici e sugo di cinghiale, ai caci di pecora con finocchiona e crostone, guanciale di cinta senese.

L’antica Abbazia
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Brindisi: storia, arte, enogastonomia e la ricetta originale degli irresistibili “mustuazzeli”

Fo the english version of the “mustuazzeli” recipe click hereOggi vi portiamo a Brindisi, ottima scelta per un weekend all’insegna del bello e del gusto. Visitare Brindisi. è stato per me una scoperta, una sorpresa e un piacere conoscerla. Volete scoprire anche voi questa affascinante città pugliese?Siete pronti?Partiamo dalla Stazione e percorriamo Corso Umberto I e Corso Roma per entrare nel centro storico e scoprire le attrazioni di questa città. In Piazza Cairoli ci da il benvenuto la suggestiva Fontana delle Ancore, che ci indica la via per Piazza Duomo , la più antica della città.. Sulla piazza si affacciano molte strutture dall’ impronta romana e medievale tra cui l’antico Duomo consacrato nel 1089 e dove ancora oggi si possono osservare  frammenti del primissimo pavimento. La locazione vicina al porto di Brindisi ha garantito nel corso dei secoli un afflusso continuo di crociati che, prima di partire per la Terra Santa, preferivano fermarsi nella chiesa per pregare Dio che li proteggesse durante le loro missioni.. Vero gioiello il Tempietto di San Giovanni al Sepolcro, copia della Rotonda del Santo Sepolcro in Gerusalemme,, testimonianza evidente dello stretto rapporto tra la città di Brindisi e la Terra Santa durante il periodo delle crociate. .

Tempietto di San Giovanni al Sepolcr
Di forma circolare conserva all’interno alcuni brani d’affresco di cui si riconoscono vari stili ed epoche, rappresentanti santi e scene sacre. Al centro del monumento restano visibili, tramite un’apertura circolare sul pavimento, tracce di una domus romana che doveva estendersi oltre il confine del monumento stesso. Visitarlo è davvero un momento magico!Portico dei Cavalieri Templari, dalle suggestive arcate gotiche in pietra, situate vicino a Piazza Duomo, Museo Archeologico Provinciale, espone numerosi reperti storici: statuette, vasi, utensili di ceramica e terracotta e monete. Potrete ammirare i Bronzi di Brindisi, rinvenuti nei fondali marini di Punta del Serrone. San Pietro degli Schiavoni , area archeologica che presenta reperti dell’antica città romana caratterizzata da piazze e viuzze. Colonne Romane sono il simbolo per Brindisi, molto visitate e fotografate, probabilmente per tutta la storia che hanno alle spalle. Collezione Archeologica S. Faldetta, sul lungomare all’interno del palazzo Belvedere, conserva ceramiche di ogni forma e colore con straordinari disegni e pitture, Castello Alfonsino fortezza aragonese sul mare situata sulla piccola isola di Sant’Andrea.
Le Colonne, simbolo della Città
Scendiamo la spettacolare scalinata dedicata a Viergilo , che si rumoeggia abbia abitato nei paraggi, per incontrare il meraviglioso lungomare, dove, in un girdinetto quasi segreto, scopriamo  scopriamo il Monumento a Virgilio, in memoria del sommo Poeta che  proprio a Brindisi passò l’ultimo periodo della sua vita e dove morì nel 19 a.C.
Monumento a Virgilio
Qui ci aspetta il Porto di Brindisi , strategico punto turistico, commercialei, industriale e senza dubbio uno tra i più importanti del mar Adriatico.Sulla sponda opposta spicca il Monumento al Marinaio d’Italia a forma di timone alto 53 mt33 Commemora i circa 6.000 marinai caduti durante la prima guerra mondiale e i 33.900 marinai caduti nella seconda.  U teatro davvero unicoBrindisi non finisce di stupire: ecco il “Nuovo Verdi” che si trova  proprio sopra l’antico rione romano, perfettamente visibile. Anche dalle vetrate del foyer del Nuovo Verdi, che si erge su quest’area archeologica di straordinaria importanza. Sotto al teatro si estende una parte del quartiere di età romana sul quale nel 244 a. C. i Romani fondarono la colonia latina di Brundisium.E che, proprio per questo, è stata salvaguardata armonizzando la presenza di una moderna e imponente struttura teatrale con la necessità di conservazione di una memoria storica di assoluto rilievo. Sotto al teatro si estende una parte del quartiere di età romana sul quale nel 244 a. C. i Romani fondarono la colonia latina di Brundisium.
Teatro Nuovo Verdi
Gli scavi archeologici di San Pietro degli Schiavoni,area archeologica visitabile che costituisce un’Importante testimonianza del reticolo viario della città nella prima età imperiale romana e dove si distinguono i resti di strutture abitative.CIBO E VINILa cucina di Brindisi è schietta, saporita, ricca di piatti di pesce e molluschi, come grigliate o zuppe di pesce fresco, seppie ripiene, polpo alla pignata, le cozze racanate.
Polpo alla pignata
Offre anche specialità di  carne, come involtini di cavallo con ripieno di formaggio, prezzemolo e aglio (brasciole) o iinvoltini di nteriora di agnello o capretto allo spiedo (turcinieddi) e purpetti e brascioli: polpettine cotte nel sugo , spesso servite con la pasta e piatto della domenica pugliese.
Turcinieddi
Tra i formaggi tipici la ricotta forte, di pecora, il cacioricotta, il formaggio pecorino e il caciocavallo prodotto dal latte delle mucche di razza podolica,.
i formaggi della Masseria Fragnite
Anche i prodotti da forno hanno un ruolo rilevante nella cucina brindisina come le focacce, il pane e taralli che si legano splendidamente ai prodotti del mare quali i ricci appena pescati, cernia, pesce spada, spigole. L’ olio d’oliva regna sovrano, insieme  al pane, alle riselle e ai tarallucci è immancabile su ogni tavola.
Tradizionali tarallucci
Il piatto forte?Senza dubbio la pasta fresca fatta a mano con farina di grano duro orecchiette, strascinati, fettuccine lisce o arricciate condite semplicemente con salsa di pomodoro e cacio ricotta . Una bontà!
“strascicati” rigorosamente fatti a mano
La terra offre un’infinità di meravigliosi legumi e verdure, utilizzati in saporite ricette , ceci uniti alla pasta fatta in casa (ciciri e tria.) o le zucchine alla puviriedda, pietanza “povera” della tradizione contadina pugliese e fave, sia abbinate alle rape stufate (rapicauli) sia in purè, accompagnate  da cicorie selvatiche e da pezzi di pane abbrustolito (fave ‘ncapriate).
Purea di Fave
Tipico del territorio è il carciofo brindisino, violaceo e senza spine, ottimo  per la conservazione sott’aceto. Dal desiderio di valorizzare questa eccellenza brindisina è nato Carduus, denominato “L’amaro di Brindisi” un drink alternativo, realizzato con prodotti km zero., dando valore culturale e sociale alle tradizioni agricole e  sviluppando processi produttivi sostenibili.dolci tipici a base di mandorla , prelibatezze da abbinare al gusto  genuino di bevande come il latte di mandorle o il liquore d’alloro,  Tra i più popolari troviamo i mustuazzeli .dolcetti ricoperti di cioccolato . Hanno origini arabe e infatti come nell’usanza di questa civiltà anche questi biscotti, come il pane arabo, non sono lievitati. Era una tipica abitudine, ancora oggi in vita, cuocere e consumare questi dolci durante le ricorrenze e le feste sacre.Curiosi di asaggiarli o meglio ancora  di cucinarli a gustarli a casa?Ecco la rcetta brindisinaMUSTUAZZELI
mustuazzeli

Ingredienti:500 gr. di mandorle sgusciate, 500 gr. di farina, 500 gr. di zucchero, ½ cucchiaino di cannella1 cucchiaio di cacao amaro, 1 limone, 8 tazzine di caffè, olio e farina per la tegliaPreparazione:Tostate le mandorle senza pelarle e, quando saranno fredde, tritatele grossolanamente, lasciando anche qualche pezzo intero. Disponete la farina a fontana, mettete al centro le mandorle, lo zucchero, la cannella, il cacao e la buccia grattugiata del limone. Unite il caffè freddo poco alla volta, facendo in modo che la pasta non risulti troppo morbida. Stendetela su una spianatoia, formate dei rombi lunghi 4-5 centimetri e dello spessore di 1,e cm. disponeteli su una teglia oliata e infarinata e cuoceteli per circa 30 minuti a 180°.Per la glassa:In una pentola a doppio fondo mettere acqua e zucchero, far bollire sino ad avere una consistenza caramellata e aggiungere un po’di cioccolato fondente. In un’altra piccola casseruola versare un po’di glassa, porla sulla fiamma bassa e immergervi i mustazzueli girandoli delicatamente.

E NEL CALICE?Le caratteristiche del terreno e il clima mite rendono il territorio brindisino particolarmente  adatto alla coltivazione dell’uva e la produzione di vini. Tra i vitigni autoctoni troviamo il Negroamaro e la Malvasia Nera di Brindisi a cui si affianco il Susumaniello, il Primitivo, l’Aleatico, la Malvasia Bianca e l’Ottavianello. Negli ultimi anni  si sono affermati il Sangiovese, il Montepulciano, il Bombino bianco, il Cabernet Sauvignon, lo Chardonnay, il Pinot bianco e il Sauvignon.

Il “Ramiro” della Valle d’Itria e i rosè “Torre Testa” e “Oltremare”
E cosa di meglio allora di godersi un buon valice di vino brindisino, proprio sul lungomare ?Puntiamo su Numero Primo, vinoteca di un’azienda vinicola locale, Tenute Rubino
Accompagnati dagli immancabili tarallucci , ecco due vini brindisini: il Bianco “Giancola” e il rosè   ” Saturnino” delle Tenute Rubino
DOVE MANGIARE PantagrueleCaratteristica trattoria vicino al porto. Fragranti prodotti di mare: dal giro di antipasti al pescato proposto soprattutto alla griglia o in piatti esotico-brindisino, come il polpo, patate e menta e le cozze in tempura.AcquapazzaCucina italiana e mediterranea., ottimi piatti di pesce, a cominciare dal fritti misto. Golosa  parmigiana di melanzane.
Il freschissimo pesce di Acquapoazza
DOVE DORMIREBrindisi è una città facilmente visitabile a piedi quindi l’ideale è un alloggio che offra una posizione strategica per coordinare il vostro itinerario. Ho scelto Palazzo Virgilio,  un hotel 4 stelle recentemente rinnovato che mi ha offerto qualià, servizio, prezzo adeguato e una location perfetta, infatti è a pochi passi dalla stazione  ferroviaria, situazione ideale se raggiungerete Brindisi in treno o in bus, ottima idea per raggiungere borghi e città nelle vicinanze. L’Hotel si trova a 5 minuti a piedi dal centro storico della città e a 1 km dal porto di Brindisi. L’aeroporto Papola dista 15 minuti d’auto e alla fermata dei bus è attivo un servizio di navette al costo di solo 1 euro.
Le sistemazioni del Virgilio sono climatizzate e insonorizzate, fornite set per la preparazione di tè e caffè.
Aggiungo una ricca prima colazione e la possibilità di pranzare nel ristorante che propone pietanze della cucina internazionale, piatti italiani e un’ attenta cucina pugliese, ricca di piatti tradizionali come le gustose orecchiette alle rape o con rucola, pendolini e fossa  e poi ancora gli spaghetti “alla Poveraccia” . i maccheroncini alla Crudaiola e il tradizionale piatto barese riso patate e cozze. Ovviamente piatti di pesce freschissimo, dalla spigola “all’acqua pazza” a una generosa frittura di paranza

INFO
PER WP

CESARE ZUCCATravel, food & lifestyle.Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
The recipe IN ENGLISH how to make “mustazzeli” to the next page.Click Next>

LET’S DISCOVER THE TRADITIONAL CAKES FROM BRINDISI, APULIA , iTALY.Among the most popular cakes we find the mustuazzeli. sweets covered in chocolate. They have Arab origins and in fact, as in the custom of this civilization, these biscuits, like Arab bread, are not leavened. It was a typical habit, still alive today, to cook and consume these desserts during sacred celebrations and holidays.Are you curious to taste them or even better to cook them and enjoy them at home?Here is the original recipe.MUSTUAZZELI

mustuazzeli

Ingredients:500 g. of shelled almonds, 500 gr. of flour, 500 g. of sugar, ½ teaspoon of cinnamon, 1 spoonful of bitter cocoa, 1 lemon, 8 cups of coffee, oil and flour for the panPreparation:Toast the almonds without peeling them and, when they are cold, chop them coarsely, even leaving a few whole pieces. Make a fountain in the flour, put the almonds, sugar, cinnamon, cocoa and grated lemon peel in the centre. Add the cold coffee a little at a time, making sure that the paste is not too soft. Roll it out on a pastry board, form diamond shapes 4-5 cm long and 1 cm thick. arrange them on an oiled and floured pan and cook them for about 30 minutes at 180°.For the glaze:Put water and sugar in a double-bottomed saucepan, boil until you have a caramelized consistency and add a little dark chocolate. In another small saucepan, pour a little glaze, place it on a low flame and dip the mustazueli in it, turning them gently..
INFO
Visit Brindisi
CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ” non touristy tourist ” style 

        




Albarola dei Barattieri, in val Nure c’è la Malvasia asciutta ferma

Di Giampietro Comolli (*Presidente Osservatorio OVSE)

Un percorso fuori dai soliti itinerari noti e conosciuti fra grandi monumenti e grandi vini, dedicato a borghi ricchi di storia, paesaggi mozzafiato e un territorio DOC in cui si produce un grande vino. Percorsi da fare a piedi, lentamente, con calma, sorseggiando un calice di vino e i piatti della tradizione, sempre diversi, andando magari alla ricerca di ricette che si possono gustare solo in un luogo specifico e non altrove, cucine antiche e autentiche che lasceranno il segno. Ecco allora, ogni giovedì, 10 borghi tutti da scoprire e che mantengono un forte legame con il vino. Li presentiamo in ordine alfabetico, con le peculiarità e le cantine da scoprire per altrettanti Wine Weekend. Buon viaggio e buona scoperta.

In val Nure c’è la Malvasia asciutta ferma

La Val Nure è nota nel Medioevo per il commercio di olio di oliva e per il sale offerto in cambio di farine per il pane. Il passato, collegava i ducati padani alle città marinare liguri e toscane. Passaggio obbligato dei pellegrini verso Roma, è ricca di castelli, refettori e di pievi. Fra il comune di Ponte dell’Olio e quello di Grazzano Visconti (una chicca da non perdere), si trova il borgo di Albarola, che consta di due grandi ville patrizie, le case attorno alla parrocchia e le vigne.

Albarola Ponte dell’Olio, la Bottiglieria

Da Gustare: In terreni magri sassosi ideali per vitigni a bacca bianca, qui nasce una Malvasia (detta di Candia, dall’antico nome veneziano dell’isola di Creta da cui proviene) aromatica Doc in una versione tranquilla profumatissima, equilibrata, da bersi con gusto, molto diversa da quella effervescente e dolce, che Villa Barattieri griffa in etichetta “Madreperla”.

Pic-nic a Villa Barattieri

A Riva da Carla si gusta l’abbinamento immancabile con gli esclusivi tortelli ripieni di ricotta e spinaci, chiusi a caramella con due code, inventati in occasione dell’ambasceria del Petrarca in queste terre nel 1351. Per merenda si assaggia poi la bortellina con pancetta e coppa rigorosamente Dop.

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Clima più caldo, vini più freschi e wine weekend in collina

Di Raffaele d’Argenzio

Il clima sta cambiando, anzi, è già cambiato. Ma che cosa accadrà? Lo abbiamo chiesto a Giampietro Comolli, che del mondo del vino ne studia il gusto e le strategie.

L’intervista completa e la TOP 10 dei Wine Weekend sull’ultimo numero della rivista Weekend Premium scaricabile gratis

Vendemmia 2022. Quale qualità? Quali i vini migliori? 

Una vendemmia 2022 anticipata in molti distretti. Quando ero bambino, nella nostra azienda vitivinicola le uve bianche si vendemmiavano a settembre. La vite è una delle coltivazioni che più aiuta a eliminare CO2 grazie alla superficie fogliare. Stress idrici e aridità riducono questo beneficio. Per la vendemmia 2022, il centro-nord ha patito una stagione estrema, il sud Italia ha avuto un’annata fra le migliori degli ultimi 25 anni. Hanno sofferto di più le vigne di uve bianche. Impossibile dire quali vini sono migliori. Per le bollicine sarà un’ottima annata, è il caso del Valdobbiadene e Cartizze, oppure dello Chardonnay trentino, altoatesino e langarolo. È l’anno che mette alla prova i grandi enologi. In ogni caso, il 2022 è l’anno più sano e meno colpito da parassiti, meno trattamenti, più uva naturalmente biologica.

Dopo l’esplosione delle bollicine, cui tu hai partecipato, ci sono nuove tendenze?

Le bollicine made in Italy restano le più consumate e più vendute all’estero. Questo varrà ancora. Iniziano a fare tendenza i vini bianchi tranquilli profumati, di buon spessore, fruttati e con profumi spiccati: più asciutti che secchi, più saporiti che alcolici. Molti grandi vini stranieri stanno copiando i nostri: per la prima volta vince lo stile dei vini bianchi italiani con o senza bollicine. Per i vini rossi le tendenze sono molto esigenti. Il consumatore chiede una gamma ampia di vini rossi importanti, ma anche vini rossi più freschi, beverini di cui noi italiani siamo maestri.

Giampietro, questo strano clima sta già portando cambiamenti nel mondo del vino? 

L’impianto di una vigna obbliga a impostare il lavoro su tempi lunghi, con lungimiranza e rispetto. Ogni vendemmia, ogni vitigno risponde in modo diverso. Per esempio l’uva Zibibbo di Pantelleria (unica denominazione Zibibbo nel mondo) ha risposto molto bene al clima e allo stress idrico perché “già abituata” a saper raccogliere l’umidità notturna e a vegetare con il caldo. Viceversa in alcuni fondivalle vitati del nord e centro Italia, la mancanza d’aria e acqua ha stressato la produzione. In un tempo non lungo, dovremo aspettaci vini diversi: il cambio viticolo è lento, soprattutto se si vuole mantenere lo status delle Docg e Doc. Gli ibridi non hanno risposto. Solo la biogenetica viticola naturale potrà rispondere al cambio del clima.

Le vigne stanno salendo più in alto, vedremo gli Appennini ricamanti dalle vigne?

Da decenni il prof. Fregoni di Piacenza spinge per una viticoltura di alta collina. Oggi sono interessanti le annotazioni tecniche del suo allievo, il prof. Scienza, attuale presidente Comitato Nazionale Vini. Alcuni dati, come temperature, umidità, sviluppo fogliare e durata vegetativa indicano che la quota “impianto” si sta alzando. Un obbligo con costi e sacrifici maggiori che in pianura. Una impresa viticola non è possibile spostarla come una roulotte! Urge un piano (PPPVite) nazionale nei Psr regionali, ma coordinato fra regioni confinanti e ministeri (agricoltura ambiente transizione) che preveda investimenti collettivi di studio eco-bio del Dna della vite e incentivi per nuovi vitigni naturali, impianti più estensivi, filiere di produzione controllate per non perdere il successo del made in Italy.

Come possiamo salvare il nostro territorio, partendo da Pantelleria e arrivando a Bolzano?

Montagna e alta collina, oggi, possono essere una risorsa transattiva e innovativa. Terre abbandonate, ma ricche di un patrimonio naturale multilaterale…Sono un motore economico non da dimenticare.  Un nostro studio (Ovse-CevesUni) ha indicato in oltre 1,1 i milioni di posti di lavoro già esistenti, solo per partire, nei territori nazionali sopra i 400 mslm. A fronte di un investimento dello Stato di 6,9 miliardi all’anno per tre anni, c’è la prospettiva di arrivare a 3 milioni di occupati fissi, residenti e attivi non assistiti, lavoro su un territorio nazionale che rappresenta 2/3 dell’intero Paese. Questo investimento produrrebbe dal quarto anno una Plv aggiuntiva di 3,1 miliardi euro anno.  I posti ci sono, manca una politica attiva, dinamica, aperta e libera del lavoro e dei lavoratori. Basta gabbie e contratti tutti uguali. Più contratti multilaterali e polifunzionali, più legati al luogo e ai sacrifici. Nessuna regalia è utile. La montagna è resiliente e rinasce solo con scuole, farmacie, ospedali, negozi, trasporti, salubrità idrogeologica, sicurezza ambientale e controlli dei territori. È qui che ci vuole un reddito aggiunto per la funzione di presidio.

E per finire quali sono i luoghi e i vini che valgono un “wine weekend”?

Te ne ho scelti ben 10!*

*I wine weekend suggeriti da Giampietro Comolli saranno pubblicati sul sito a partire dalla prossima settimana. Continuate a seguirci.