Il 2021 è l’anno di Dante. Ricorrono infatti i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta e in tutta Italia si terranno iniziative culturali per ricordare la sua figura e l’importanza che la sua opera ha rivestito per la lingua e la storia della letteratura italiana.
Nella sua opera più celebre, che Dante chiamò semplicemente “Commedia”, e a cui Boccaccio aggiunse l’aggettivo “Divina”, Dante compie un viaggio immaginario tra i tre regni dell’oltretomba, Inferno, Purgatorio e Paradiso. Quello che è riconosciuto universalmente come il suo capolavoro e una delle più grandi opere della letteratura di tutti i tempi, nonché testimonianza e specchio della società medievale, fu scritta, secondo i critici, tra il 1304 a il 1321, anno della morte del poeta, mentre si trovava lontano dalla sua Firenze, in esilio tra la Lunigiana e la Romagna, i cui paesaggi sono citati in diverse terzine.
Anche noi vogliamo andare “In viaggio con Dante”, questo il nome della nostra nuova rubrica che vi accompagnerà nelle prossime settimane. Cominciamo con un articolo molto suggestivo del fotografo Vittorio Giannella che ha abbinato le sue splendide foto a versi immortali di poeti di tutti i tempi. Cominciando proprio da uno dei luoghi cari a Dante, dove è stato istituito l’itinerario “Il Cammino di Dante”, le Foreste Casentinesi.
Foreste Casentinesi, lungo il “Cammino di Dante”
“Nel mezzo del cammin di nostra vitami ritrovai per una selva oscura,ché la diritta via era smarrita.Ahi quanto a dir qual era è cosa duraesta selva selvaggia e aspra e forteche nel pensier rinova la paura!”
Ora ancor di più, per rimettersi in movimento dopo mesi di confino imposto dalla pandemia, ancora in atto, (ma speriamo con la primavera finisca presto), prepariamoci a percorrere il Cammino di Dante, nei tratti più belli del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. In queste terre, molte volte ospite di conti e signori, Dante ci passò spesso, fino al definitivo esilio a Ravenna. Camminare piano è l’unico modo per ripercorrere quelle vicende che Dante, con la sensibilità del poeta, ci racconta nelle sue rime indimenticabili.

Deve aver camminato sicuramente nella nebbia fitta lungo i crinali boscosi del Monte Falterona, per avere l’ispirazione all’incipit della Divina Commedia. Come finestre sulla valle, dalle radure del monte Falco, scorgeremo pievi, castelli e borghi, uno in particolare che ispirò il poeta a scrivere alcune poesie d’amore per una bella ragazza di Portico di Romagna, Beatrice, e lo sguardo, nelle giornate più terse spazierà fino all’Adriatico. Queste foreste da qualche anno sono diventate Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, e sono percorse da una ragnatela infinita di sentieri accessibili a tutti, anche ai più pigri.
Quando fotografia fa rima con poesia
Testi e foto di Vittorio Giannella “La poesia è una lettera d’amore indirizzata al mondo.” (Charlie Chaplin)TANTE POESIE SONO STATE ISPIRATE DA LUOGHI, E TANTI LUOGHI SONO STATI RESI FAMOSI DA POESIE DI GRANDI POETI, CHE NE SAPEVANO COGLIERE LA BELLEZZA E LA MAGIA.
“Soltanto la poesia – l’ho imparato terribilmente, lo so – può recuperare l’uomo”: ne era convinto Giuseppe Ungaretti e ne sono convinti i saggi dell’UNESCO che, in concomitanza con ogni 21 marzo, primo giorno di primavera, hanno istituito la Giornata mondiale della poesia. A prescindere dalla lingua originale del poeta, i versi diventano così un vero e proprio patrimonio dell’Umanità.
Un gioco, così è iniziata questa mia ricerca fotografica che mi ha appassionato, tanto da portarmi in luoghi straordinari con un unico obiettivo: sposare la forza rappresentativa della fotografia con quella evocativa delle parole. Eugenio Montale, Giacomo Leopardi, Pablo Neruda, e poi ancora Emily Dickinson e William B. Yeats, tanto per fare qualche nome. Atmosfere, luci, paesaggi che hanno affascinato e ispirato rime indimenticabili, vedere questi luoghi con i loro occhi, grazie alle loro parole. Con queste foto vorrei dare luce alle loro parole, un umile tentativo di cogliere con l’obiettivo attimi di questi luoghi con gli occhi della poesia.
Vittorio Giannella, fotografo
VAL D’ORCIA, TOSCANA
Girasoli coltivati in Val d’Orcia (SI), sito UNESCO che comprende comuni tra i più belli d’Italia come Montalcino, Pienza, S.Quirico. Un lembo di Toscana scelto da molti registi come location per molti film.
“Portami il girasole ch’io lo trapiantinel mio terreno bruciato dal salino,e mostri tutto il giorno agli azzurri specchiantidel cielo l’ansietà del volto giallino.Portami tu la pianta che conducedove sorgono bionde trasparenzee vapora la vita quale essenza;portami il girasole impazzito di luce”.
Da “Ossi di seppia” di Eugenio Montale
ALIANO, BASILICATA
Paesaggio nei dintorni di Aliano, luogo di confino di Carlo Levi, autore del libro “Cristo si è fermato a Eboli”. Un pezzo di Basilicata caratterizzato da terre ondulate e calanchive, terre che scivolano, dilavate dalle piogge che le fanno assomigliare a paesaggi lunari.
“Io non ho bisogno di denaroho bisogno di sentimentidi parole…di fiori detti pensieridi rose dette presenze…di stelle che mormorinoall’orecchio degli amanti.Ho bisogno di poesiaquesta magia che bruciala pesantezza delle paroleche risveglia le emozioni e dà colori nuovi”. Alda Merini
LA VALLE DEL SERCHIO, IN GARFAGNANA
Un angolo di Toscana dove ha vissuto Giovanni Pascoli, uno dei poeti più importanti del ‘900, che definiva questo luogo “la valle del bello e del buono”. Qui a Castelvecchio di Barga, Pascoli trovò il suo cantuccio a lungo cercato che lo ispirò per alcune sue indimenticabili poesie.
“Nascondi le cose lontane, tu nebbia impalpabile e scialba,tu fumo che ancora rampolli su l’alba…Nascondi le cose lontane, nascondile, involale al volo del cuore!“
Da “Nebbia” di Giovanni Pascoli
CINQUE TERRE, LIGURIA
Violenta libecciata sulla spiaggia di Monterosso a mare, luogo prediletto per le sue vacanze del premio Nobel per la Letteratura Eugenio Montale. Dalla sua casa tra le palme, guardava il mare e la costa frastagliata delle Cinque Terre, oggi parco nazionale, da cui trarre ispirazione per le sue rime indimenticabili.
“Rombando s’ingolfava dentro l’arcuata ripaun mare pulsante, sbarrato da solchi, cresputo, fioccosodi spume:Di contro alla foce d’un torrente che traboccava il fluttoingialliva.Giravano al largo i grovigli dell’allighe e tronchi d’alberialla deriva.”
Da “Fine dell’infanzia” di Eugenio Montale
ISLA NEGRA, CILE
Orme sulla spiaggia di Isla Negra, luogo preferito dal poeta cileno, premio Nobel per la Letteratura nel 1971, Pablo Neruda. Qui costruì una casa a picco sull’oceano Pacifico tra agavi e casuarine, una casa particolare con diverse collezioni: tra queste, quella di antiche polene. Neruda aveva diverse case sparse per il mondo ma Isla Negra diventò il suo buen retiro negli ultimi anni della sua vita in compagnia della terza moglie, Matilde Urrutia.
“I miei piedi voglion seguire la traccia sua,
perché la traccia sua sia la mia,
perché concluda dove io concluda
e sia la mia allegria la sua allegria.”
“Laus Deo” di Pablo Neruda
BOSCO DI LARICI, ALPI
Atmosfera da “Signori degli anelli “in bosco sulle Alpi. Una cascata cadendo da grande altezza nebulizza l’acqua mettendo a nudo le radici di diversi larici.
“Gli alberi sono santuari, chi sa parlare con loro,
chi sa ascoltarli, conosce la verità.
Tra le loro fronde stormisce il vento, le loro radici
riposano nell’infinito, ma esse non vi si smarriscono”.
Hermann Hesse
DESERTO EGIZIANO
Dune altissime nel deserto occidentale egiziano, luogo tra i più aridi al mondo dove cadono poche gocce di pioggia. Queste dune sono mobili, si muovono col vento che le trasforma e le trasporta a distanza. Indimenticabile passare una notte nel silenzio assoluto sotto un cielo stellato che sembra cadervi addosso.
“Il deserto è sovrano…
Anche se troppi uomini oramai, vi si precipitano senza aver imparato a rispettarlo. Ci sono cose che un essere ben educato non farà mai in una chiesa, in una sinagoga, in un tempio od in una moschea. Il deserto è la stessa cosa: bisogna entrarci in punta di piedi”.
Milan Kundera
DOLOMITI DI SAN MARTINO
Le impressionanti cime delle Dolomiti di San Martino di Castrozza viste da Passo Rolle, con i boschi di larici infiammati dall’autunno. Riconosciute tra le montagne più belle del mondo, le Dolomiti sono state dichiarate patrimonio mondiale dell’umanità, proprio per la loro conformazione e storia geologica, un tempo barriere coralline sottomarine.
“Intanto sulle alte crode giungono i primi raggi di sole. Adesso Barnabo vede le montagne. Non assomigliano veramente a torri, non a castelli nè a chiese in rovina, ma solo a se stesse, così come sono, con le frane bianche, le fessure, le cenge ghiaiose, gli spigoli senza fine a strapiombo fuori nel vuoto”
da “Barnabo delle montagne” di Dino Buzzati
SPIAGGIA DOMINICANA
Conchiglie di Strombus gettate sulla battigia dagli abitanti di un villaggio della Repubblica Dominicana al confine con Haiti, dopo aver estratto il mollusco dalla conchiglia per mangiarlo. Le onde bagnano le conchiglie tenendo sempre viva la loro colorazione.
“Dal mare tutto accogliendo e magnificando,io reco,un pugno di detriti, alghe e conchiglie.O minute conchiglie, relitti emersisulla riva dall’abisso, circonvolute…non vorrete,minute conchiglieevocar murmuri ed echi, la musica fiocae remota dell’eternità”.
da “Come naturalmente” di Walt Whitman
ISOLA DI BOA VISTA, CAPO VERDE
Un cargo italiano con destinazione Sudafrica, durante una terribile tempesta negli anni Settanta, si spezzo in due finendo per insabbiarsi sulla costa dell’isola di Boa Vista, nell’arcipelago di Capo Verde. Trasportava merci e giornali, le cui pagine si possono ancora trovare fra le dune.
“Ora mi trovo atterrito dalla Terra, così calma e paziente, che così dolcicose fa crescere, che girainoffensiva e innocente sulsuo asse, con un carico così infinitodi corpi malati, che distillacosì squisiti venti da così intriso fetore,rinnova con aria così innocentele sontuose, le prodighe messidi ogni anno,e concede agli uominicosì divine sostanze, e ne accettaalla fine siffatti detriti”.
Da “Foglie d’erba” di Walt Whitman
MILANO D’INVERNO
Nevicata abbondante nel Parco Sempione a Milano.“È come un giorno di neve che il mondo sembrafermarsi, fermarsi per consentirti di viaggiarein un luogo che ultimamente frequenti sempremeno: la tua anima”.
Da “Mai troppo folli” di A.Vanligt
LAGO DI SLIGO, IRLANDA
Una coppia di cigni reali al tramonto sul lago di Sligo, il selvaggio ovest d’Irlanda, dove il premio Nobel per la letteratura William B. Yeats , fin da ragazzo, fu ispirato per le sue poesie dai paesaggi selvaggi di questo lembo di terra irlandese che si affaccia sull’oceano Atlantico.
“Quelle creature splendenti ho contemplato,e mi dolora il cuore. È tuttomutato ormai da quando nel tramontosu questa riva intesi per la prima voltacome rintocchi di campana sul mio capo batterele loro ali, e camminavo agile.Ma ora ecco, misteriosi e belli,scivolano sopra l’acqua immobile;fra quali giunchi costruiranno il nido,presso quale riva di lago o di stagnodelizieranno mai gli occhi degli uomini il giornoche io mi sveglierò e troverò che son volati via?”.
Da “Cigni selvatici a Coole” di William B.Yeats