Avete voglia di un weekend motoristico dedicato alle Lamborghini storiche? Vi trovate nei pressi di Modena? Va bene, forse andrete prima a Maranello a vedere la Ferrari. Ma se fate un salto di una trentina di chilometri a nord-est, arriverete a Sant’Agata Bolognese, in provincia di Bologna ma molto più vicino a Modena. Lì si trova la sede della Lamborghini. Essa comprende anche l’omonimo museo. E’ di questo che vogliamo parlare oggi, approfittando di un anniversario interessante.
LAMBORGHINI STORICHE, PRESTO UNA ESPADA COME NUOVA AL MUSEO

Nel 2018 compiono 50 anni due modelli particolari prodotti dalla casa fondata dal mitico Ferruccio 55 anni fa. La prima è la Lamborghini Espada. Si tratta di una vettura molto importante per l’azienda col toro sul cofano, poiché ne costituisce il secondo modello più venduto fra le Lamborghini storiche, delimitando il periodo fino al termine della decade ’80. In dieci anni di produzione, dal 1968 al 1978, la Espada fu venduta in 1.310 esemplari. L’auto bestseller nell’arco di tempo considerato è naturalmente la Countach, 2.049 unità dal 1974 al 1990. La Espada derivava meccanicamente dalla 400 GT, di cui utilizzava motore V12 di 3.929 cc, leggermente potenziato a 325 cavalli. Lo stile molto aggressivo venne affidato alla carrozzeria Bertone, attraverso la matita di Marcello Gandini. Oggi la divisione aziendale Lamborghini Polo Storico si occupa di restaurare i modelli classici nel pieno rispetto delle specifiche originali, ricambi compresi. A partire da maggio 2018 il museo di Sant’Agata ospiterà appunto un esemplare di Espada certosinamente restaurato, un lavoro durato dieci mesi.
LAMBORGHINI ISLERO, MEZZO SECOLO ANCHE PER LEI

Proseguendo la carrellata sulle Lamborghini storiche, l’altro modello che nel 2018 compie 50 anni è la Islero. Questa è invece molto rara. La sua produzione durò solo fino al 1970 per un totale di 220 unità. Il motore è identico a quello della Espada, a parte nella successiva versione S da 350 cavalli (70 esemplari dal 1969). La Lamborghini Islero era una gran turismo 2+2. Si trattava di una vettura destinata all’eleganza, nonostante il nome che evocava una vicenda terribile: infatti il toro Islero uccise nel 1947, in una corrida nell’arena di Linares, in Andalusia, il famoso matador Manolete. Egli era un’autentica istituzione per la Spagna, tanto che Franco decretò tre giorni di lutto nazionale. Tornando alla vettura, nei progetti Ferruccio Lamborghini avrebbe voluto affidare il design della Islero alla Carrozzeria Touring, tuttavia questa era fallita poco tempo prima. Il personale dell’azienda milanese si trasferì alla Carrozzeria Marazzi; fra questi il designer Federico Formenti, il quale firmò poi lo stile della Islero. Ferruccio scelse questo modello come sua auto personale.