Milano sempre più bella, e il Castello si rifà il look
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Dopo il lungo lockdown, Milano sta ritornando alla normalità e promette di essere sempre più bella. Tra le grandi novità, il nuovo progetto di piazza Castello. Abbiamo intervistato il suo autore, l’architetto Emanuele Genuizzi, per farci raccontare come si trasformerà il cuore della città.Come prima, più di prima. Milano si sta risvegliando dal lungo letargo forzato imposto dal Covid, e sta sfoderando una serie di iniziative che proprio in questi giorni – in occasione del Salone del Mobile – hanno fatto puntare di nuovo i riflettori sulla città.Dalla scorsa primavera le strade del centro si sono ripopolate di turisti. E adesso, proprio grazie al Salone, Milano è in “over-booking”: con tanta gente che affolla di nuovo i negozi, le mostre d’arte, i ristoranti e i locali della movida.Tra le grandi novità in cantiere nel capoluogo lombardo, una delle più interessanti è senza dubbio il nuovo progetto di Piazza Castello. Che una volta terminati i lavori, offrirà una visione del tutto nuova di una delle principali location cittadine. Autore è Emanuele Genuizzi, l’architetto che quattro anni fa ha vinto il concorso internazionale per la riqualificazione della centralissima e storica piazza, con i colleghi Strambio, Banal e Ragazzo. Adesso che l’esecuzione è finalmente al via, saranno sempre Genuizzi e la sua squadra ad avere in mano la direzione artistica.Due render del nuovo progetto di piazza Castello a Milano.Emanuele Genuizzi è un architetto a tutto tondo: ai progetti urbanistici e all’architettura, ha sempre abbinato l’interesse per l’interior design. Tanto da avere dato vita con il collega Bosco Fair al brand CASA CASATI, per cui ha progettato personalmente alcuni dei pezzi più iconici in collezione (a cominciare dal Musa – foto sotto – tavolo che con le sue forme sinuose si ispira alle proporzioni delle sculture classiche ma anche alle curve di Hans Harp e Henry Moore).Abbiamo appunto incontrato Emanuele Genuizzi nello spazio di CASA CASATI, nel quartiere milanese di Lambrate, e ci siamo fatti raccontare più nei dettagli il nuovo progetto di Piazza Castello. – La richiesta del Comune di Milano era quella di riqualificare Piazza Castello completando la trasformazione in area pedonale. Come vi siete mossi?“Il nostro approccio può essere riassunto nel celebre motto “less is more” di Mies Van der Rohe: meno è di più. Il nuovo progetto di piazza Castello è orientato alla semplificazione, all’economia di materiali, alla sottrazione di segni piuttosto che all’inserimento di nuovi elementi. La piazza antistante il Castello acquisterà leggibilità e avrà un perimetro più definito. La caratteristica piazza sterrata si rifarà ai grande parterre della tradizione francese. Verrà accentuato il carattere scenografico e saranno possibili nuove modalità di fruizione dello spazio, più libere e flessibili”.L’architetto Emanuele Genuizzi (a sinistra nella prima immagine, e a destra nella seconda) al lavoro in piazza Castello.– La progettazione prevede anche il ridisegno delle aree erbose e la piantumazione di 184 nuovi alberi. Ce ne puoi parlare?“L’attuale disegno del doppio filare di aceri verrà completato e rafforzato con l’aggiunta di un terzo filare. Otterremo così una promenade ombreggiata, che segnerà anche il limite fra quella che era la città ottocentesca e l’area attorno al Castello. In questo modo quindi il Castello sarà idealmente riportato all’esterno del tessuto urbano e si integrerà meglio nel sistema di Parco Sempione. Ci sarà insomma una galleria verde, ritmata dalla cadenza regolare dei fusti e caratterizzata dalla superficie continua del fogliame. Una sorta di portico colonnato che dalla Piazza si prolungherà nel parco”.– Quale tipologia di alberi sarà messa a dimora? “Abbiamo preferito optare per specie autoctone. Per gli alberi a filare abbiamo puntato sull’Acero Riccio, una pianta tipica del bosco pedemontano lombardo. Ideale sia per la colorazione delle foglie, che muta a seconda della stagione; sia per l’altezza contenuta (8/12 metri), che consente di costruire una sorta di “architettura vegetale” intorno al Castello senza nasconderne la vista”.L’architetto Emanuele Genuizzi seduto sulla Coré, uno dei pezzi della collezione di Casa Casati; a destra il tavolo Musa.– È difficile passare dall’ideazione di un grande progetto urbano come questo, al design di pezzi di arredamento per la casa? “Da sempre mi piace spaziare in vari ambiti, compresi il design della comunicazione e la scenografia. Il momento dell’ispirazione, della visione creativa, è comune a tutti gli ambiti. Ma naturalmente non sono un “tuttologo”, e quindi è fondamentale il lavoro di squadra. Mi piace di volta in volta farmi accompagnare da specialisti ed esperti della materia nelle varie fasi del lavoro. È importante sfidarsi reciprocamente a trovare il difetto, a dimostrare che esiste una soluzione migliore, stimolarsi a vicenda fino a che non si raggiunge un risultato difficilmente migliorabile”.Il Castello Sforzesco di Milano in un’immagine storica.
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Editoriale
Pasha, un buon giorno per rinascere
Oggi, ieri o domani? È, era o sarà il mio compleanno, o anche il tuo, e a volte pensi che sei poca cosa. Invece, poi, ti accorgi che tanti trilli, un augurio dopo l’altro, ti dicono che qualcuno ti stima e, forse, ha anche dell’affetto per te. E allora sorridi e guardi ai grattacieli di fronte alla redazione, non come a macigni verticali che ti schiacciano, ma a come frecce di cristallo che ti indicano una strada che porta verso l’alto. Sorridi e ti mangi una brioche, intera.
SÌ, È UN BUON GIORNO PER RINASCERE.
D’altronde è, era o sarà, anche PASQUA e, se leggiamo il suo significato, scopriamo che non siamo soli, che siamo in compagnia del nostro futuro, dei nostri progetti. Infatti Pasqua viene dall’antica parola aramaica pasha, che vuole dire “andare oltre”, superare. E fu la parola che anche Mosè gridò agli Ebrei quando li guidò nella marcia dall’Egitto, dove erano schiavi, verso la Terra Promessa.
PASHA! E LI LIBERÒ DALLA SCHIAVITÙ DEL FARAONE
Se noi oggi ci sentiamo ancora schiavi di un virus, della solitudine, gridiamo anche noi PASHA e saremo in compagnia dei nostri progetti, per superare i nostri momenti più duri.
Pasha! E come disse Gesù, e riprese Dante, “separiamo il grano dal loglio”, (detto anche zizzania), le parole dai fatti, lo show dalle cose concrete, dal far vedere al fare vero. Oggi possiamo non essere soli, perché possiamo essere insieme al nostro futuro, alla nostra missione del superare, dell’andare oltre. Ognuno di noi ha una terra promessa.
SÌ, È UN BUON GIORNO PER RINASCERE,
BUONA PASHA!
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