WEEKEND GREEN AWARDS 2024 (PRIMA PARTE) – ECCO COME VOTARE!

 

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Capracotta, gioiello “green” del Molise

Talmente bello ed ecosostenibile che è oggetto di studio da parte di Università e persino del Cnr. È Capracotta, splendido borgo del Molise, in provincia di Isernia, che vanta un ecosistema naturale di rara bellezza, che include uno degli orti botanici più alti d’Italia, il prestigioso Giardino delle Flora Appenninica, a 1525 metri, ma anche un’aria salubre che gli sono valsi l’appellativo di “Paese del Benessere”. Non solo, grazie a questo microclima così particolare anche la produzione agroalimentare diventa unica. Tra le eccellenze, ci sono i formaggi, fatti ancora con latte crudo.

Il Pecorino di Capracotta

Capracotta, le origini del nome

Sullo stemma civico del borgo campeggia una capra che fugge da una pira. Le origini del toponimo sono le più disparate, ma tutte curiose. Alcuni sostengono che derivi dall’antica usanza dei Longobardi di sacrificare capre, che venivano mangiate dopo averle arrostire. Un’altra leggenda, invece, vuole che un gruppo di nomadi arrivasse in questa zona con l’intenzione di fondare un sito abitativo. Per propiziarsi la sorte, decisero di sacrificare una capra, ma l’animale fuggì sui monti, dove si accasciò stremata.

Vedendolo come un segno del destino, la città fu fondata nel luogo in cui la capra esalò l’ultimo respiro. Altri studi fanno pensare che il nome derivi dal latino castra cocta, cioè un accampamento militare romano circondato da un muro di mattoni. Un’altra ipotesi è che il nome derivi dall’indoeuropeo cap e kott, ossia “luogo roccioso”.

Le bellezze del borgo

Chi arriva a Capracotta non può mancare una visita al suo bellissimo e ordinatissimo centro storico, ricostruito dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Una prima tappa d’obbligo è alla Chiesa di Santa Maria Assunta, che si trova tra le vie Carfagna e Roma, caratterizzate da una pavimentazione a mosaico. Ci si arriva salendo la scalinata che porta al piazzale di fronte all’ingresso, dal quale si può ammirare il panorama del borgo.

La chiesa di Santa Maria Assunta

Un’altra bella chiesa di Capracotta è quella intitolata a San Giovanni Battista, con le sue pareti bianche e la facciata su cui spicca il portale e una finestra a mezzaluna. L’altra chiesa del borgo è quella di Sant’Antonio da Padova, di mattoni grigi e con una facciata molto semplice. Appena fuori dalle mura cittadine, invece, si trova il Palazzo Baronale del XVI secolo.

Il Palazzo Baronale

Il Giardino delle Flora Appenninica, sostenibilità ad alta quota

Non solo un borgo da sogno, ancora più bello quando si ammanta di neve e regala paesaggi da cartolina. Capracotta è il secondo paese più alto degli Appennini. Si trova infatti a 1421 metri di altezza e rappresenta un modello di sostenibilità ambientale, di qualità della vita e dei valori della tradizione e dell’accoglienza.

Panorama di Capracotta

Tra i suoi primati, poi, c’è il Giardino delle Flora Appenninica, l’orto botanico più alto d’Italia, che si trova a 1525 metri di altezza. Costituito nel 1963, è un orto botanico naturale in cui vengono conservate e tutelate le specie vegetali della flora autoctona dell’Appennino Centro Meridionale.

Sentieri nel Giardino della Flora appenninica

Proprio grazie al “giardino”, e alle caratteristiche uniche del terreno, qui si sono venuti a creare diversi habitat naturali, da quello palustre a quello rupicolo, dalle faggete alle arbustete. Il Giardino, poi, è impegnato in diversi progetti di ricerca e di conservazione della biodiversità.

Ingresso del Giardino della Flora Appenninica in inverno

La sua fruibilità, poi, è caratterizzata da iniziative di educazione ambientale, turismo naturalistico, percorsi didattici, visite guidate, incontri di divulgazione scientifica e potenziamento della ricettività.

Escursione nel Giardino delle Flora Appenninica

Infine, Capracotta è anche un importante centro del turismo invernale, grazie agli impianti sciistici e un ambiente che sembra “baciato” dalla neve naturale. Basti pensare che, nel marzo 2015, il borgo ha fatto registrare il record mondiale per la quantità di neve caduta in 24 ore, ben 2 metri e mezzo, superando di 60 cm il record precedente, risalente agli anni Venti, di una cittadina degli Stati Uniti.

Il progetto

Dalla collaborazione tra il Comune di Capracotta, l’Università del Molise, IPCB (CNR) e GAL Alto Molise è nato il progetto “L’Altissimo Molise come modello di laboratorio di sostenibilità ambientale e qualità della vita”.

Tra gli obiettivi c’è la ricerca e il monitoraggio di alcuni fattori contaminanti sia nell’ambiente che nei prodotti agro-zootecnici, al fine di attestarne la qualità e la sicurezza, partendo dalla qualità dell’aria. Le attività di ricerca prevedono anche un’attenta divulgazione dei risultati, azioni di sensibilizzazione della popolazione residente e dei produttori alle tematiche ambientali, all’ecosostenibilità delle produzioni e alla loro valorizzazione.

INFO

www.capracotta.comwww.giardinocapracotta.unimol.it




Green Awards. Borgotufi, questo borgo è un albergo!

C’è ancora tempo per votare ai Green Awards promossi da Weekendpremium. Tra i candidati a Borgo Green 2020 oggi vi presentiamo Borgotufi nel Comune di Castel del Giudice, in provincia di Isernia, con una storia che sembra una favola.

Questo meraviglioso borgo rurale, infatti, è stato restaurato e trasformato in un albergo diffuso, mediante un attento e accurato recupero architettonico di immobili rurali, reso possibile grazie alla costituzione di una public company che ha coinvolto nell’impresa una cordata di imprenditori della zona, cittadini e istituzioni locali.

Oggi, Borgotufi offre 60 posti letto, ma dimenticatevi le classiche “camere d’albergo”. Qui si soggiorna in villette e casettine dall’atmosfera antica e familiare e si può pernottare sia in formula B&B che HB, usufruendo del centro benessere e del servizio di ristorazione.

E, a proposito di delizie da portare in tavola, la zona di Castel del Giudice è famosa per i suoi tartufi. Lo sapevate che il 40% dei tartufi italiani viene proprio dal Molise? Un’ottima ragione in più per visitare Borgotufi in tutte le stagioni. E, se amate sciare, in circa mezz’ora potete raggiungere la stazione sciistica di Roccaraso.

Castel del Giudice, “città del bio”

Il Comune di Castel del Giudice, di cui Borgotufi fa parte, è incluso nel circuito delle Città del bio, per la sua vocazione green. Il borgo, che conta appena 346 abitanti, è situato a 800 metri di altitudine, tra boschi e pascoli, al confine con l’Abruzzo.

Nelle zone più basse, i terreni incolti sono stati trasformati in meleti, una risorsa molto importante per l’economia del territorio. Dalle mele biologiche si ricavano infatti prodotti di qualità, dalle marmellate ai succhi di frutta.

Il borgo, di origine medievale, nasce come luogo di riposo dalla transumanza. Tuttavia, il toponimo Castrum (o Castellum) Judicis, lascia presumere che, durante il Medioevo, fosse la sede di un’autorità che amministrava la giustizia, probabilmente in un luogo fortificato.

Se vi fermate a Borgotufi, approfittatene per una visita a Castel del Giudice per ammirare piccoli gioielli, come la chiesa parrocchiale di san Nicola, in stile barocco, risalente al XV-XVI secolo. Altri monumenti degli di nota sono la chiesa dell’Immacolata, ricostruita dopo essere stata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, il santuario della Madonna in Saletta e la cappella di Sant’Antonio.

Nei dintorni, poi si possono effettuare escursioni a piedi, in mountain bike o a cavallo. Se amate gli sport invernali, da Castel del Giudice si raggiungono facilmente le stazioni sciistiche di Agnone, Castel di Sangro, Capracotta, Pietrabbondante, Roccaraso e Rivinsodoli. Vicinissimi anche il Parco della Maiella e il Parco Nazionale d’Abruzzo.

I sapori del borgo

Funghi e tartufi sono le eccellenze della zona, ma anche formaggi e latticini. Tra i primi piatti, sono da assaggiare la polenta, le lasagne ai funghi e la pasta al sugo di agnello, oppure il pancotto con patate. Il piatto del borgo è la “pecorara”, un’antica ricetta a base di carne di pecora o di castrato che veniva preparata dai pastori durante la transumanza.

COME ARRIVARE

In auto: A14 Adriatica, uscire al casello di Val di Sangro, poi seguire per Villa S. Maria. Immettersi sulla SS 652 fino a San Marco, poi svoltare sulla SS 558. Attraversare Sant’Angelo del Pesco e proseguire fino a Castel del Giudice. Da Roma, prendere l’A1, uscire a San Vittore, seguire la direzione Venafro sulla SS 6, poi continuare sulla SS 85, seguendo la direzione Montaquila/Roccaraso. Svoltare sulla SS 158 in direzione di Roccaraso, prendere la SS 652, continuare sulla SS 558 in direzione di Castel del Giudice. Da Napoli, A1 Roma-Napoli, uscire al casello di Caianello, seguire le indicazioni per Isernia, SS 85, seguire la direzione Montaquila/Roccaraso, svoltare sulla SS 158 in direzione di Roccaraso, prendere la SS 652, continuare sulla SS 558 in direzione di Castel del Giudice.

DOVE DORMIRE E MANGIARE

*Borgotufi di Castel del Giudice, via Borgotufi 80, tel 0865/946820, www.borgotufi.it . Per vivere l’esperienza di soggiornare in un antico borgo restaurato, con la formula dell’albergo diffuso, in un contesto paesaggistico e naturale di rara bellezza. A disposizione spa e wine bar.

INFO

www.comune.casteldelgiudice.is.it




Pietrapertosa (PZ), il borgo di pietra tra le Dolomiti lucane

Un paesaggio da fiaba, scolpito nella roccia e circondato da picchi dolomitici, torrenti, boschi, orridi e grotte naturali. Questa settimana per il nostro Weekend green abbiamo scelto Pietrapertosa, in provincia di Potenza, un gioiello storico e architettonico incastonato del Parco di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane.

Il suo nome significa “pietra forata” e deriva dalla grande roccia “bucata” da parte a parte che si trova all’inizio del borgo. Pietrapertosa, tra i “Borghi più belli d’Italia”, si trova “sospeso” a 1088 metri di altezza, ospita appena 1000 abitante e offre uno spettacolo unico.

Ci si arriva imboccando la SP 13 dalla SS407 Basentana. Il borgo è attraversato da una strada principale, via Garibaldi, dalla quale partono stradine più piccole, che si inoltrano tra le mura di pietra. Saltano agli occhi alcuni splendidi portali delle dimore signorili, bugnati e mascheroni, come quelli che adornano Casa Zottarelli o Casa Verri.

Nel cuore del borgo

Entriamo a Pietrapertosa attraverso una roccia che funge da porta di accesso al centro abitato, che ricorda un anfiteatro abbracciato dalle rocce. Subito lo sguardo viene attratto dalle case di pietra a uno o a due piani, alcuni edifici signorili e stradine, che ci accompagnano fino alla Rabata, o Arabata, l’antico quartiere arabo, dove le case sembrano fuse con le pareti di roccia, addossate una sull’altra e collegate da stradine strette e tortuose.

Il quartiere antico è racchiuso tra i due monumenti religiosi più importanti di Pietrapertosa. Il primo che merita una visita è la chiesa madre dedicata a San Giacomo Maggiore, che sorge nella parte arta del borgo. Costruita nel XV secolo, ha subito diversi rimaneggiamenti e oggi presenta due navate, un campanile romanico e una cripta sotterranea. Al suo interno custodisce due preziose tele seicentesche di Antonio Ferro, alcuni pregiati affreschi e un organo antico.

L’altro edificio religioso degno di nota è il complesso che include la chiesa e il convento di San Francesco, fondato nel 1474. Nella chiesa si possono ammirare un coro ligneo del Trecento con scene intagliate dell’Apocalisse e, cosa curiosa, due tondi posizionati sulle spalliere dei due seggi con le effigi di Papa Bonifacio VIII e Dante Alighieri. Sugli altari laterali, invece, si possono vedere alcune interessanti opere, come l’Immacolata di Filiberto Guma del 1628 e, nel presbiterio, il polittico di Giovanni Luce da Eboli, in stile gotico.

Vale la pena, invece, salire fino ai piedi del castello normanno-svevo, di cui non rimangono che pochi ruderi, per ammirare il superbo panorama circostante, più unico che raro, composto dall’azzurro del cielo, dalle sfumature delle rocce aguzze e dai tetti delle case.

Il Volo dell’Angelo, per chi non ha paura di volare

Un’esperienza che si può fare solo qui, a Pietrapertosa, per l’unicità del paesaggio e il dislivello: è il Volo dell’Angelo, un’emozione adrenalinica da provare almeno una volta nella vita.

Si “vola” in tutta sicurezza, grazie a una robusta imbracatura e agganciati a un cavo d’acciaio, nello spazio che separa Pietrapertosa da Castelmezzano, il paese che si trova dalla parte opposta della montagna. Per qualche minuto si può provare l’emozione di volare, sospesi in una natura mozzafiato.

Si può provare l’esperienza su due dislivelli differenti, uno di 118 metri e l’altro di 130. La prima linea parte da Pietrapertosa a 1020 metri e arriva a Castelmezzano a quota 859, dopo aver percorso 1415 metri a una velocità massima di 110 km/h.

La seconda linea, invece, parte da Castelmezzano a 1019 metri e arriva a Pietrapertosa a 888 metri, con una velocità massima di 120 km/h. Si vola da maggio a novembre. (Info: www.volodellangelo.com)

A piedi lungo il “Percorso delle sette pietre”

Un’altra bella esperienza di turismo “verde” che potete fare è il Percorso delle Sette Pietre, una camminata di circa 2 km che collega Pietrapertosa a Castelmezzano ricalcando un’antica strada contadina.

Si tratta di un percorso in sette tappe che trae ispirazione dai racconti, dai miti e dalle leggende tramandate oralmente dagli abitanti del luogo, raccolte poi nel libro “Vito ballava con le streghe” (Sellerio) di Mimmo Sammartino.

Lungo il percorso, ognuna delle sette tappe: Destini, Incanto, Sortilegio, Streghe, Volo, Ballo e Delirio, viene definita da uno spazio artistico, scenografico e sonoro che evoca una delle sequenze del racconto. Il tempo di percorrenza è di circa 45/60 minuti.

Camminando sugli alberi al Lucania Outdoor Park

E, dopo aver volato con il Volo dell’Angelo, potete provare l’emozione di camminare letteralmente tra gli alberi. All’interno del Parco di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane, infatti, in località Acqua Furr, nel Comune di Cirigliano, che si raggiunge in circa mezzora da Pietrapertosa percorrendo la Strada Provinciale di Pietrapertosa e poi la SP277, si trova il Lucania Outdoor Park

Immerso nel bosco, questo divertente e adrenalinico parco avventura propone percorsi sospesi per grandi e piccoli. Si può semplicemente camminare tra gli alberi sulle pedane sospese, oppure mettersi alla prova nei percorsi acrobatici con le corde, ma anche praticare tiro con l’arco o scatenarsi lungo il percorso pensato per le mountain bike. Info: www.lucaniaoutdoorpark.it

COME ARRIVARE

In auto: da Potenza prendere la SS407 Basentana, uscire ad Albano-Castelmezzano e continuare per Pietrapertosa. Da Napoli, A3 Salerno-Reggio Calabria fino allo svincolo per Sicignano, poi prendere la direzione per Potenza. Seguire la SS407 Basentana, uscire ad ad Albano-Castelmezzano e continuare per Pietrapertosa. Da Melfi, prendere la SS93 fino alla SS407 Basentana, seguire per Metaponto fino all’uscita Albano Castelmezzano o Pietrapertosa. Da Bari, seguire le indicazioni per Matera, poi prendere la SS407 Basentana verso Potenza, quindi come sopra.

DOVE DORMIRE

*Le Costellazioni – Albergo Diffuso, Vico 1, Nazionale 12, Pietrapertosa (PZ), tel 0971/1746836, www.lecostellazionilucane.it Sei appartamenti di diverse metrature da 2 a 6 persone, dislocati nel cuore del borgo per andare alla scoperta della sua storia e delle sue bellezze naturali. Da 70 a 110 euro a notte a seconda della grandezza.

*Agriturismo Sapori del Parco, Contrada Battaglia, Pietrapertosa (PZ), tel 0971/983006, http://agriturismotaddeo.blogspot.com/ . Immersa nel verde, dispone di 23 posti letto e di un ristorante da 100 coperti. Possibilità di acquistare i prodotti tipici locali. Area verde con giochi per bambini.

DOVE MANGIARE

*La Locanda di Pietra, via Garibaldi 58, Pietrapertosa (PZ), tel 0971/983181. Locale rustico con menù di cucina tipica lucana tra cui maialino nero, agnello delle Dolomiti con timo e funghi e costata di Podolica alla brace.

*Ristorante Le Rocce, via Garibaldi 109, tel 0971/983260, locale caratteristico con travi a vista e pareti in pietre. Il menù offre piatti della cucina lucana, tra cui cavatelli, peperoni cruschi e carne alla griglia.

INFO

www.comune.pietrapertosa.pz.itwww.basilicataturistica.it/territori/pietrapertosa/