TOP TEN SPIRITUAL TOURISM: Sacro Monte di Varallo

OLTRE IL GIUBILEO, ALLA RICERCA DELLA SPIRITUALITA’

 Credere o non credere in una religione è una scelta personale. Ma la spiritualità è una dimensione che, in modi diversi, ci coinvolge tutti. Nell’anno del Giubileo, molti anche non credenti fanno rotta su Roma, dove milioni di turisti-pellegrini mettono a dura prova la capacità di accoglienza della città e dei suoi luoghi sacri. Sono alla ricerca di una spiritualità molto più facile da trovare, lontano dalla folla e dal turismo di massa, in santuari, basiliche e chiese in armonia con le energie positive che da secoli pervadono quegli ambienti sacri.

Ne abbiamo scelti 10 (+2) in un nuovo viaggio, da nord a sud, alla scoperta dell’Italia più vera e autentica.

IL SACRO MONTE DI VARALLO: ARTE, FEDE E NATURA TRA LE ALPI

Situato nel cuore della Valsesia, il Sacro Monte di Varallo è uno dei più suggestivi luoghi di spiritualità nel nord Italia. Fondato alla fine del XV secolo dal frate francescano Bernardino Caimi, il complesso è un capolavoro che unisce fede, storia e natura, inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO insieme agli altri Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia.

È costituito da 45 cappelle che raccontano, attraverso un percorso scenografico, la vita e la passione di Cristo. Le cappelle ospitano più di 800 statue in legno e terracotta, molte delle quali sono state realizzate da artisti del calibro di Gaudenzio Ferrari e Giovanni D’Enrico. Le scene rappresentate sono talmente realistiche da creare un’atmosfera unica, capace di coinvolgere il visitatore in una profonda esperienza spirituale. Circondato da una natura rigogliosa, il Sacro Monte offre una vista mozzafiato sulla Valsesia ed è il luogo ideale per chi cerca pace e ispirazione.

Cosa Vedere. Il Grande Calvario, situato sulla sommità del monte, è il cuore del percorso. Qui la rappresentazione della crocifissione è particolarmente intensa, un momento di riflessione che unisce arte e spiritualità. La Basilica dell’Assunta che, con il suo stile barocco, rappresenta la conclusione del cammino devozionale e offre un punto panoramico straordinario sulla valle.

Per una sosta golosa. Ristorante Delzanno, sulla strada per il Sacro Monte. Dal 1850 mette in tavola i piatti tipici valsesiani. Tel. 347.4606765

sacromontedivarallo.com

 
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WEEKEND PREMIUM




Primo maggio: weekend in arte a Milano

Primo maggio, primo sole, primo caldo e soprattutto prime giornate di tempo libero! Perché non trascorrerle tra mostre ed eventi culturali?

FRIDA KAHLO – MUDEC

E’ iniziata a febbraio e sarà disponibile fino al 3 giugno, la mostra: Frida. Oltre il mito, una retrospettiva sull’iconica artista messicana Frida Kahlo, a cura di Diego Sileo. Perchè non farci un salto durante il ponte del primo maggio ??

Il Museo delle culture (MUDEC) di Milano riunirà in un’unica sede espositiva per la prima volta in Italia, tutte le opere provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo al mondo.

frida kahlo ponte maggio

L’allestimento si svilupperà secondo un criterio analitico, attraverso quattro sezioni: DONNA, TERRA, POLITICA, DOLORE.

Obiettivo principale di questa esposizione è quello di mostrare la figura di Frida Kahlo nella sua autenticità, al di là delle leggende e delle storie che circolano sulla grande artista. Inoltre ad accompagnare la mostra ci saranno una serie di incontri, conferenze ed eventi con giornalisti ed esperti.

Per informazioni sulla mostra e gli appuntamenti: www.mudec.it

POST ZANG TUMB TUUM. ART LIFE POLITICS

Dal 18 febbraio fino al 25 giugno 2018 alla Fondazione Prada di Milano, la mostra: Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918 – 1943, a cura di Germano Celant.

L’allestimento vuole mettere in luce la relazione tra il sistema dell’arte nel periodo tra le due guerre e l’affermazione del fascismo, nell’ambito del palinsesto dell’arte del Novecento italiano.

post zang tumb tuuum

Grazie a più di 600 lavori, tra i quali: fotografie, dipinti, sculture, disegni e testi, si indagherà il contesto spaziale, sociale e politico in cui le opere d’arte sono state create, messe in scena, vissute e interpretate dal pubblico di quel difficile periodo storico.

Tra le diverse opere in esposizione, pezzi originali di: Giorgio de Chirico, Giacomo Balla, Carlo Carrà, Arturo Martini, Giorgio Morandi e molti altri…

Inoltre all’interno del Cinema della Fondazione Prada saranno proiettati 29 cinegiornali integrali, selezionati in collaborazione con l’Istituto Luce del periodo che va dal 1929 al 1941, documentando le fasi di allestimento e i momenti di inaugurazione di alcuni tra i principali eventi espositivi e culturali degli anni del regime.

Per informazioni sulla mostra: www.fondazioneprada.org

IL CAMPANILE DEI SOSPIRI DI MILANO

Il Campanile più antico di Milano apre le sue porte, per pochi weekend, fino al 31 luglio. Chiuso da oltre un secolo si trova in una delle chiese simbolo della città di Milano, la Basilica di San Celso in Corso Italia.

Dopo aver scalato i 175 gradini ci si trova a circa 30 metri di altezza, nella cella campanaria. Arrivati qua il panorama è mozzafiato, un’esperienza unica che vale la pena di vivere.

campanile dei sospiri milano

Visto i pochi posti a disposizione la prenotazione è obbligatoria, tramite il sito web ufficiale del Campanile dei Sospiri. Ogni 30 minuti, accompagnati da una guida esperta e qualificata potrete scoprire questo luogo fondamentale nella storia di Milano.

Con il prezzo del biglietto, oltre a scoprire uno dei luoghi simbolo di questa città, contribuirai alla sua conservazione.

Per informazioni e prenotazioni: www.ilcampaniledeisospiri.it

Guarda il video: campanile dei sospiri




Da oltre cent’anni i fiori più belli sbocciano a Bolzano

Dal 29 aprile al 1° maggio, come ogni anno, ormai da 130 anni, la piazza principale di Bolzano si trasforma in un immenso giardino variopinto che anima la città e attrae turisti. Da vedere.

Come ogni anno, torna la più che centenaria festa dei fiori in Piazza a Bolzano. L’appuntamento durerà tre giorni, dal 29 aprile – giorno dell’inaugurazione ufficiale -, al 1° maggio: i suoi protagonisti saranno floricoltori locali che coloreranno Piazza Walther, emozionando e stupendo i visitatori con le loro migliori creazioni.

I floricoltori saranno disponibili per dare consigli ai visitatori più appassionati certamente in attesa di suggerimenti da parte degli esperti. Oltre ai fiori saranno esposte anche piccole piante di verdure ottime per ornare piccoli orti cittadini.

Gli eventi in occasione della festa

Sono programmati numerosi eventi come esibizioni musicali e danze popolari: le bande cittadine si esibiranno nella Piazza del Municipio il 30 aprile e il 1° maggio, nel giorno dell’inaugurazione invece in Piazza Walther, tra i fiori esposti, si esibirà il gruppo di danze popolari di Gries.

Verranno proposte inoltre iniziative dedicate ai bambini, come laboratori creativi dedicati al tema della festa, che permetteranno ai più piccoli floricoltori di piantare una piantina da portare con sé a casa.

 

Piazza Walther, Bolzano. www.bolzano-bozen.it

 

Per i più golosi

Non mancheranno proposte culinarie dedicate ai più golosi. Sarà infatti allestito uno stand gastronomico per degustare non solo i piatti tipici della regione, ma anche particolari pietanze e cocktail reinterpretati e preparati con fiori ed erbe fresche, protagonisti assoluti della festa.

www.bolzano-bozen.it

Per un weekend unico:

La festa dei fiori sarà un’occasione per passare un weekend unico nel capoluogo trentino, di seguito vi proponiamo alcune strutture che renderanno la vostra permanenza piacevole.

Dove alloggiare:
  • Designhotel Greif ****, Piazza Walther – entrata Via della Rena 28, Bolzano –  www.greif.it
  • Parkhotel Laurin ****, Via Laurin 4, Bolzano – www.laurin.it
  • Hotel Figl ***, Piazza del Grano 9, Bolzano – www.figl.net
Dove mangiare:
  • Hopfen&Co. , Piazza delle Erbe/Obstplatz 17, Bolzano
  • Haselburg Castel Flavon, Via Caste Flavon –Kuehpachweg 48, Bolzano
  • Wirtshaus Voegle, Via Goethe Staße 3, Bolzano

 

Un appuntamento imperdibile

Sarà dunque una festa suggestiva dal sapore magico, che per un weekend vi immergerà tra le bellezze paesaggistiche e cittadine del Trentino combinate all’eleganza delle esposizioni floreali. L’imperdibile evento vi farà vivere un’esperienza sensoriale preziosa per l’anima e il cuore, risvegliando le vostre emozioni con una primaverile ondata di colori e profumi.

 

Per maggiori informazioni visita il sito http://www.bolzano-bozen.it/




Weekend in Val di Fiemme: a tutta neve… ma non solo

Enoi ci siamo arrivati con la nostra compagna di viaggio la Jeep Cherokee, prendendo la A22 del Brennero fino all’uscita Ora-Egna e proseguendo sulla SS 48 delle Dolomiti fino a Cavalese. La neve che troveremo non ci spaventa, perché Electronic Range Select ci consente di impostare la marcia desiderata con la sicurezza che l’elettronica di bordo adatterà il comportamento del cambio alla nostra situazione di marcia e condizione di guida, sia su strada che su neve. Prima tappa a Obereggen, dove si può trovare il moderno rifugio Oberholz dal design museale, e il moderno telemix Laner, il primo impianto del comprensorio Val di Fiemme-Obereggen con sedute riscaldate e con seggiole e cabine sulla stessa fune. Nella ski area Bellamonte-Alpe Lusia le piste toccano i confini del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino, mentre in quella dell’Alpe Cermis, si trova la pista Olympia, lunga ben 7,5 km. Per arrivare al cospetto delle Pale di San Martino, ci sono invece le piste del Passo Rolle, mentre sul Passo di Lavazé-Occlini lo sci alpino incontra quello di fondo. Lo skipass Fiemme-Obereggen consente di muoversi nelle cinque aree sciistiche per godere appieno della magia del circo bianco. I 50 km dello Ski Center Latemar collegano Pampeago, Predazzo e Obereggen.

TUTTE LE NOVITÀ

Della magia di questa valle tutti ne parlano, come delle sue migliaia di alberi, che rendono l’aria ricca di salubre ossigeno, e delle sue eccellenze enogastronomiche. Ma all’inizio di questa stagione sciistica, importanti sono anche le novità dell’inverno 2017-18. Fra le novità, una nuova pista di 350 metri, che dalla fine del Canalone Agnello raggiunge i parcheggi di Pampeago. La pista ha un’uscita in corrispondenza di ogni piazzale di sosta.

L’ARTE A PORTATA DI SCI

Percorrendo la pista Agnello, si può prendere parte a un divertente ski-safari fotografico alla scoperta di 13 opere d’arte fra giganteschi bozzoli di lana, sculture che “incorniciano” le guglie del Latemar e stravaganti installazioni. Le opere sono visibili anche dalla seggiovia.

ALL’ALPE CERMIS SCI E RELAX SOTTO LE STELLE

Ogni mercoledì e venerdì, dalle 19.30 alle 22.30, la pista Olimpia della ski area dell’Alpe Cermis consente di sciare sotto le stelle. Ad attendere gli sciatori c’è poi il rinnovato Ristorante Baita Grana che, insieme al lounge bar La Baita Tonda e la stazione della cabinovia Alpe Cermis, si fregia di un nuovo look in armonia con il paesaggio. Per i più piccoli, il parco neve Cermislandia si rinnova con una pista per gli slittini, una per i gommoni-tubing e il grande Campo Scuola di Dosso Larici.

SKI AREA BELLAMONTE-ALPE LUSIA: NUOVA CABINOVIA

La nuova Cabinovia Bellamonte 3.0 serve ora le piste de la Bellamonte – Alpe Lusia con una portata di 2600 passeggeri all’ora. Il nuovo impianto ha permesso di elim nare ben 13 piloni dalle piste da sci. La seconda fermata della cabinovia porta alla nuova pista da slittino Fraina.

UN LATEMAR TUTTO NUOVO

In località Laner, la nuova pista da slittino Absan, di 750 metri, si aggiunge a quella di Obereggen, di 2,5 km. Sempre a Laner, già dallo scorso anno è in funzione il moderno telemix con sedute riscaldate.

LE PISTE “CULT”

Sono sette, tra rosse e nere, distribuite nelle cinque ski area. Piste da non perdere, dove l’adrenalina si mescola allo stupore per la bellezza dei paesaggi. Tutte le ski area sono raggiungibili in auto tramite la SS48 delle Dolomiti oppure percorrendo la fondovalle che segue il corso del torrente Avisio con uscita in ogni centro abitato. Per tutta la stagione invernale è attivo il servizio Skibus (giornaliero € 2,50, 3 giorni € 5, 7 giorni € 10, stagionale € 20, gratis fino a 12 anni) che collega i paesi con le aree sciistiche.

SUL LATEMAR, LA “TORRE DI PISA” E LA PALA SANTA

Una nera che si snoda a monte della seggiovia Gardoné-Passo Feudo, nello Ski Center Latemar, sul versante di Predazzo. È lunga 1,5 km e ha un dislivello di 459 m. C’è poi la Pala Santa, conosciuta come “la nera delle nere”. Si sale in seggiovia fino a 2500 m e si contempla il panorama prima di buttarsi una discesa mozzafiato con una pendenza del 58%.

OBERHOLZ, LA PISTA DEI CAMPIONI

Una pista storica che ha ospitato 32 edizioni dello slalom di Coppa Europa. Per scendere servono tecnica, forza e agilità. Superato il primo muro, si può proseguire a sinistra, fino alla Baita Laner, a destra lungo un muro naturale o lungo la variante bosco.

LA PISTA OLIMPIA, LA PIÙ LUNGA DELLE DOLOMITI

Con i suoi 7,5 km e un dislivello di 1400 m, l’Olimpia è la nera cult dell’Alpe Cermis ed è suddivisa in tre parti. Dal Paion del Cermis, la vista spazia dalle Dolomiti del Brenta alla Alpi austriache.

LASTÉ DI BELLAMONTE-ALPE LUSIA, LA ROSSA PANORAMICA

La Lasté si raggiunge con la Cabinovia Bellamonte 3.0 ed è una rossa con una pendenza media del 17% e una lunghezza di 2,8 km. Il suo punto di forza è il panorama da quota 2340 mslm, con vista sulle Pale di San Martino, sul Latemar e sul Catinaccio.

A PASSO ROLLE C’È LA PISTA PARADISO

Una nera di 1,5 km che da 2195 mslm arriva a 1877. È la Pista Paradiso, nella ski area del Passo Rolle. La vista sul Cimon della Pala è spettacolare, soprattutto al tramonto. È la porta del “paradiso” dolomitico, Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

NON SOLO SCI!

Chi non scia, o chi vuole prendersi una pausa, in Val di Fiemme ha solo l’imbarazzo della scelta.

A CAVALESE C’È IL MERCATINO DI NATALE

Nella suggestiva location del Palazzo della Magnifica Comunità di Cavalese, tutti i fine settimana di dicembre e tutti i giorni dal 19 dicembre al 6 gennaio 2018 si tiene l’unico Mercatino di Natale della Val di Fiemme. Nelle romantiche casette di legno si potranno respirare le atmosfere natalizie e trovare prodotti artigianali realizzati con la lana cotta, ferro e ceramica, ma anche prodotti enogastronomici come speck e salumi, Birra di Fiemme, dolci, frutta secca, sciroppi e composte.

VAL DI FIEMME DA GUSTARE

Dalla Val di Fiemme passa la Strada dei Formaggi delle Dolomiti. Tra le eccellenze gastronomiche spiccano il Puzzone di Moena, il Dolomiti, il Fontal e il Formae Val Fiemme. Tra i freschi, sono da provare il Caprino di Cavalese e la ricotta di capra. Immancabile lo speck, da consumare come antipasto da far seguire ai piatti tipici, come gli strangolapreti con burro fuso di malga, gli spätzle panna e speck, la polenta con formaggio e funghi, o il goulash con i canederli. Come secondi, vi consigliamo lo stinco con la polenta e la carne salada con i fagioli. Il tutto accompagnato dalla pregiata Birra di Fiemme. Imperdibili i dolci, tra cui spicca lo strudel di mele e le fortaies con marmellata di mirtilli o ribes.

I TRAMONTI PIÙ BELLI

La presenza di carbonato di calcio e di magnesio accende i tramonti delle Dolomiti di colori che spaziano dal giallo chiaro al roso fuoco, per poi volgere al viola quando il cielo si fa più buio. In Val di Fiemme il fenomeno si chiama Enrosadira. Tra i luoghi più belli dove ammirarla c’è la collina di Carano, che sovrasta Cavalese. Splendidi anche i tramonti da Passo Rolle, a 20 km da Predazzo, che si raggiunge in auto seguendo la SS50 del Grappa. Da non perdere anche il panorama infuocato da Passo Lavazé, a 10 km da Varena, il valico che collega la Val di Fiemme con la Val d’Ega.

 

INFO

APT Val di Fiemme, tel 0462/241111
www.visitfiemme.it – info@visitfiemme.it




Civita di Bagnoregio, la “città che (non) muore”

Già annoverata tra i Borghi più belli d’Italia, Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, è candidata a diventare Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Bella e fragile, si compone di due paesi, Bagnoregio, più moderna, e il borgo medievale di Civita, arroccato a 484 metri di altezza su una collina di tufo, continuamente soggetto a frane e smottamenti, che mettono a serio rischio l’esistenza del paese. Lo scrittore Bonaventura Tecchi ha definito Civita di Bagnoregio “la città che muore”, tuttavia, mai definizione è stata più lontana dalla realtà. Ogni anno infatti il borgo è preso d’assalto da trecentomila visitatori provenienti da ogni parte del mondo.

A Civita si accede solo a piedi, percorrendo il suggestivo “ponte del diavolo” che la collega a Bagnoregio. L’arco di Porta Maria, scavata nella roccia, ci introduce al dedalo di stradine, viuzze, piazzette dove il tempo sembra essersi fermato. Veniamo accolti da una prima piazzetta, sulla quale si affacciano alcuni palazzi signorili. Continuiamo fino a Piazza San Donato, la cui pavimentazione ricorda quelle medievali. Qui ammiriamo la chiesa di San Donato del VIII secolo, ma rimaneggiata durante il Rinascimento. All’interno si trova il crocifisso ligneo che viene portato in processione fino a Bagnoregio la sera del Venerdì Santo.

Ci inoltriamo ancora tra i vicoli su cui si affacciano portali, bifore e deliziose botteghe artigiane. Alcune viuzze si affacciano direttamente sul vuoto, dove lo sguardo spazia fino a perdersi nel fiabesco canyon della Valle dei Calanchi. Da non perdere la visita alla Grotta di San Bonaventura, biografo di San Francesco In origine, era una tomba a camera etrusca, ma la leggenda narra che il futuro San Bonaventura, quando ancora si chiamava Giovanni da Fidanza, qui fu miracolosamente guarito dal santo di Assisi.

Vale una visita anche il Museo Archeologico e delle Frane (www.museogeologicoedellefrane.it) dedicato alla storia geologica di Civita, e il Museo Taruffi (www.museotaruffi.it) che conserva moto e auto d’epoca. Infine, per finire la giornata con gusto, vi consigliamo di visitare una delle enoteche o delle osterie tipiche, per assaggiare le specialità locali, come l’Acquacotta, i picciarelli, i secondi a base di cinghiale, funghi e tartufi. Non prima di avere fatto incetta della golosa crema di nocciole locali.

SECONDO GIORNO: Il Parco dei Mostri di Bomarzo

La mattina dopo, di buonora, ci mettiamo in auto immettendoci prima sulla SP6, poi sulla SP5, per raggiungere il Parco dei Mostri di Bomarzo, nota anche come Villa delle Meraviglie o Sacro Bosco (www.sacrobosco.it; lun-dom 8.30-19; intero € 10, ridotto € 8), che dista da Civita di Bagnoregio circa 38 km. Il parco, unico nel suo genere, è stato progetto nel 1552 dal principe Vicino Orsini per ricordare la moglie scomparsa. Il percorso di visita, che richiede circa 2-3 ore, si addentra in un bosco dall’atmosfera fiabesca, nel quale “sbucano” figure in pietra tratte dall’universo mitico e simbolico, come draghi, animali fantastici e mostri con tre teste, ma anche torri inclinate, una casetta pendente, obelischi incisi, fontane e persino un tempietto funerario.

LA RICETTA: ACQUACOTTA

É il piatto tradizionale della Tuscia, preparato con ingredienti “poveri” della tradizione Contadina, per riscaldarsi durante le fredde serate autunnali.

Ingredienti per 4 persone

  • 1 kg di cicoria
  • 4 patate
  • 4 spicchi d’aglio
  • 2 cipolle
  • 400 gr di pomodori freschi
  • 500 gr di baccalà
  • 3 rametti di mentuccia
  • Olio extra vergine di oliva
  • Sale e 1 peperoncino
  • Pane casereccio raffermo

Mettete a cuocere in una pentola di acqua e sale le patate sbucciate e tagliate a metà, i quattro spicchi d’aglio interi, le cipolle affettate sottili, i pomodori a pezzi, la mentuccia e il peperoncino. A parte sbollentate la cicoria per qualche minuto, poi aggiungetela al resto delle verdure. A metà cottura, unite anche il baccalà tenuto a mollo dalla sera precedente, tagliato a pezzetti non troppo piccoli. Terminate la cottura. Disponete in una zuppiera o direttamente nei piatti le fette di pane raffermo, versate l’acquacotta e lasciate riposare per qualche minuto, poi eliminate il liquido non assorbito dal pane e condite con olio extravergine di oliva.

COME ARRIVARE 

In auto: da Roma prendere la Cassia bis (SS2bis), poi la confluenza sulla Cassia SS2 in direzione di Viterbo. Imboccare il raccordo SS625 Terni-Otre e uscita Cassia SS2 Nord. Continuare in direzione Bolsena-Siena. Poco prima di Bolsena, deviare verso Bagnoregio. Da Viterbo, prendere la SS2 Cassia in direzione Bolsena -Siena, e deviare verso Bagnoregio seguendo le indicazioni. Da Terni percorrere la SS625 in direzione Viterbo, uscire a Viterbo Sud, poi prendere la SS2 Cassia in direzione Bolsena-Siena fino al bivio per Bagnoregio.

DOVE MANGIARE 

*Alma Civita, via della Provvidenza, Civita di Bagnoregio, tel 0761/792415, www.almacivita.it

*Osteria al Forno di Agnese, va S Maria del Cassero 38, Civita di Bagnoregio, tel 0761/792571, www.daagnesecivitadibagnoregio.it .

DOVE DORMIRE  

*B&B Libera Mente, Piazza San Pietro 5, Civita di Bagnoregio, tel 327/590833

*Antica Residenza Corte della Maestà, vicolo della Maestà, Civita di Bagnoregio, tel 335/8793077, www.cortedellamaesta.com

INFO: www.comune.bagnoregio.vt.it




Puglia. Alla scoperta dei borghi segreti: San Vito

A nord di Polignano a Mare, cartolina romantica a tutti nota, nella frazione di San Vito si erge un gioiello architettonico meno conosciuto, un’abbazia benedettina dedicata a San Vito Martire, costruita a ridosso del porticciolo e affacciata sul mare. Secondo la leggenda, nel VIII secolo San Vito salvò una nobildonna di Salerno mentre stava annegando nel fiume Sele, così questa affidò le reliquie del santo alla comunità monastica basiliana residente nelle grotte sottostanti l’attuale abbazia. A questi monaci seguirono nel XI secolo i benedettini e ancor dopo i francescani. Dopo la soppressione degli ordini monastici, l’edificio fu inglobato nel palazzo marchesale dei Tavassi-La Greca. L’abbazia è quindi il risultato di svariate aggiunte architettoniche: dal mare si scorge il loggiato cinquecentesco a cui si accede dalla scenografica scalinata, mentre sul cortile interno si affaccia la chiesa romanica a tre navate, di cui quella centrale con tre cupole, costruita sulle rovine di una torre romana. Ancora oggi sono ben visibili i segni di un sistema difensivo contro le incursioni dal mare: le mura, all’interno la torre masseria del XVI secolo, e la torre costiera sul mare. In un locale adiacente la sagrestia è stato allestito un museo in cui sono raccolti paramenti sacri, tele del ‘500 e ‘600 e resti di un antico organo intarsiato.

INFO: www.prolocopolignanoamare.com

DOVE MANGIARE: Il Ristorante Antiche Mura, in un ambiente curato e una cucina di soli ingredienti freschissimi, nasce dove nel medioevo furono poste le prime pietre di Neapolis, l’attuale Polignano a Mare. Nelle antiche mura della fortificazione dell’Abbazia, dove un tempo c’era la scuderia, nasce la Locanda dell’Abbazia, con prelibatezze marinare e pugliesi dello chef Vito Muolo.

DOVE DORMIRE: Incastonato come una gemma tra mare e terra, l’Hotel Covo dei Saraceni**** è una terrazza sul mare arroccata sulle falesie di Polignano a mare. In un’antica casa-torre nel cuore del centro storico di Polignano a Mare sorge nel tufo il B&B Santo Stefano, curato nei particolari.




Weekend d’estate: il misterioso maniero Castel del Monte

Non è un borgo ma un misterioso maniero raggiungibile uscendo al  casello Andria-Barletta dell’autostrada A14. Tante le ipotesi sul senso di Castel del Monte, splendido castello costruito in cima a una collina, in un luogo isolato  dove non c’è nulla da difendere. Ma sino ad oggi nessuno ha trovato una risposta certa. Una delle ultime ardite ipotesi  vuole che la fortezza fatta costruire da Federico II, oggi Patrimonio Unesco, sia stata edificata come antico centro benessere per la rigenerazione dello spirito e la cura del corpo, sul modello degli hammam arabi. Mai abitato da Federico II, il castello  a pianta ottagonale si trova  proprio a metà strada tra la cattedrale gotica di Notre-Dame de Chartres, uno degli edifici religiosi più importanti del mondo, e la piramide di Cheope. Circondato da otto torri ottagonali, con otto sale al piano inferiore, otto a quello superiore e un cortile interno ottagonale, il suo disegno è strettamente legato al numero aureo 1,618, che  assolveva una funzione sacra o  misterica. Per raggiungere il castello bisogna lasciare l’auto nei parcheggi sottostanti e salire con le navette. Info: www.casteldelmonte.beniculturali.it

Ospitalità: dormire in una masseria settecentesca a pochi chilometri  dal castello di Federico II, oggi trasformata in un agriturismo, in parte biologico, dove assaggiare le interessanti le proposte gastronomiche del ristorante, ispirate alla produzione aziendale. L’indirizzo giusto: Azienda Agrituristica Sei Carri Contrada Finizio, www.agriturismoseicarri.com

Mangiare: nella vicina Andria il semplice Ristorante Il Picchio per  provare la cucina  tradizionale pugliese, che mette in tavola buoni piatti anche a base di pesce. Tel.  0883-556176




Turismo in Puglia: mostre d’arte e fotografia nei Castelli del Salento

Il turismo in Puglia non è solo mare o altri paesaggi naturali. Ci sono anche parecchi appuntamenti culturali. Ad esempio con le seguenti interessanti e importanti quattro mostre di arte e fotografia nei Castelli di Corigliano d’Otranto, Gallipoli, Lecce e Otranto, aperte per tutta l’estate e anche buona parte dell’autunno. Da Mario Schifano e la pop art in Italia a Caravaggio e i caravaggeschi, dalle fotografie del cineasta Arturo Zavattini e dello scrittore e saggista Roberto Cotroneo alle tele dell’artista tedesco della corte dei Borboni Jacob Philipp Hackert.

TURISMO IN PUGLIA DA CARAVAGGIO ALLA POP ART

Turismo in Puglia
Il “Ragazzo morso da un ramarro” del Caravaggio e, a destra, “San Tommaso” di Jusepe de Ribera

Sino al 24 settembre le sale del Castello Aragonese di Otranto accolgono la mostra Caravaggio e i caravaggeschi nell’Italia meridionale a cura di Maria Cristina Bandera. L’esposizione propone il “Ragazzo morso da un ramarro” di Caravaggio e una selezione di opere dei suoi seguaci meridionali, o attivi nell’Italia del Sud, provenienti dalla collezione della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, che custodisce il lascito di quello che è stato il più importante storico dell’arte italiano ma anche uno straordinario collezionista. Dopo la presentazione in primavera nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, approda a Otranto Genius Loci, nel teatro dell’arte esordio dello scrittore e saggista Roberto Cotroneo nella sua attività di fotografo, intrapresa negli ultimi anni. Aperta tutti i giorni dalle 10 alle 24 la mostra è organizzata dal Comune di Otranto e da Civita Mostre. Ingresso 12 euro (ridotto 10 e 6 euro). Info 0836210094 – www.mostracaravaggio.it

Il turismo in Puglia sotto il profilo culturale prosegue, sino al 22 ottobre al Castello Carlo V di Lecce, con la mostra Mario Schifano e la pop art in Italia. Promosso da Theutra e Oasimed, in collaborazione con Galleria Accademia di Torino, con il patrocinio del Comune di Lecce e il sostegno di Axa Cultura, il progetto espositivo – a cura di Luca Barsi e Lorenzo Madaro – è dedicato a quattro maestri di primo piano della storia dell’arte italiana e internazionale del secondo Novecento: Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e Giosetta Fioroni. Il gruppo, denominato poi Scuola di Piazza del Popolo, è riuscito a far transitare nel mondo dell’arte motivi e oggetti provenienti dall’immaginario comune, dalla storia dell’arte e della vita, fornendo un contributo fondamentale all’arte contemporanea. Nel mese di agosto la mostra è aperta dalle 9 alle 23 (sab/dom e festivi dalle 9.30 alle 23). Ingresso 10 euro (ridotto 7 euro). Info 0832246517 – www.schifanopopart.com

LE FOTO DI ARTURO ZAVATTINI E LE OPERE DI HACKERT

Turismo in Puglia
Dettaglio della mostra su Arturo Zavattini a Corigliano d’Otranto

Sino al 31 ottobre nella sala Tabaccaia del Castello De’ Monti di Corigliano d’Otranto approda “AZ – Arturo Zavattini fotografo. Viaggi e cinema, 1950-1960”. Curata da Francesco Faeta e Giacomo Daniele Fragapane e allestita da Big Sur Lab abbraccia un corpus di fotografie di grande formato, in massima parte inedite, che illustrano l’intensa attività del fotografo e operatore cinematografico, figlio di Cesare e collaboratore di Ernesto De Martino tra il 1950 e il 1960, decennio cruciale della storia del nostro Novecento. Una retrospettiva importante realizzata in collaborazione con Istituto Centrale di Demoetnoantropologia e Museo delle Civiltà di Roma. Aperta tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30 e durante gli appuntamenti serali del Castello). Ingresso 4 euro. Info 3331803375 – www.bigsur.it – www.comune.corigliano.le.it.

Sino al 5 novembre la Sala Ennagonale del Castello di Gallipoli, gestito dal 2014 dall’Agenzia di Comunicazione Orione, ospita la mostra “I porti del Re”, nove grandi opere dell’artista tedesco Jacob Philipp Hackert (1737-1807, nella foto di copertina l’opera “Gallipoli 1790”), raffiguranti altrettanti porti pugliesi (Gallipoli, Barletta, Bisceglie, Brindisi, Manfredonia, Monopoli, Otranto, Taranto e Trani) del Regno di Napoli. La mostra, a cura di Luigi Orione Amato e Raffaela Zizzari, è prodotta dal Castello in collaborazione con la Reggia di Caserta e il Comune di Gallipoli. Le opere furono realizzate su commissione di Re Ferdinando IV di Borbone che nella primavera del 1788 incaricò il pittore ufficiale di corte di ritrarre in dipinti e disegni tutti i porti pugliesi. I visitatori, inoltre, approderanno  nel “Porto animato” a cura di Openlabcompany e potranno apprezzare la mostra fotografica “Alle porte del mare” a cura dell’associazione Obiettivi. Nel mese di agosto la mostra è aperta dalle 10 alle 24. Ingresso 7 euro (ridotti 6 e 4 euro). Info 0833262775 – www.castellogallipoli.it.




Val di Fassa Bike 2017: entra in scena la e-bike

La Val di Fassa Bike 2017 segna la decima edizione dell’ormai famoso appuntamento che richiama molti appassionati del cicloturismo, oltre agli sportivi agonisti nella specialità della mountain bike. Quest’anno la gara internazionale è programmata per il 10 settembre a Moena. La novità è data dall’ingresso delle e-bike, cioè le bici elettriche. Un’iniziativa che, senza tradire l’anima “racing” della Val di Fassa Bike, vuole proporre un modo diverso di vivere la gara e, al tempo stesso, dare una risposta concreta alle sempre più numerose persone che, soprattutto in montagna, scelgono la bicicletta a pedalata assistita per avvicinarsi al mondo della mountain bike e regalarsi qualche soddisfazione.

VAL DI FASSA BIKE 2017, LE INFORMAZIONI SULLA DECIMA EDIZIONE

Val di Fassa Bike 2017

Gli e-bikers potranno partecipare alla Val di Fassa Bike 2017 sul percorso “Up Hill Lusia Legend” (8 Km per 1000 m di dislivello), la salita che dal centro di Moena conduce al Gran Premio della Montagna di Le Cune (2202 m). Chi non ha velleità agonistiche avrà la possibilità di iscriversi come escursionista e percorrere senza troppa fatica la salita clou della gara, la più dura e temuta anche dai bikers più allenati. Chi invece vuole misurare la sua performance con i tempi di gara potrà partecipare come agonista presentando il certificato medico sportivo per essere poi inserito nella speciale classifica e-bikers che andrà premiare i primi 5 M/F. La categoria e-bike partirà 20 minuti prima del via ufficiale alla Val di Fassa Bike.

Un’altra importante novità, che punta sempre alla valorizzazione della gara in chiave turistica, riguarda il pranzo riservato a tutti i partecipanti della 10° Val di Fassa Bike: non più un semplice pasta party ma una vera e propria degustazione dei prodotti tipici del territorio con un menù da leccarsi i baffi. Il buono che tutti gli iscritti troveranno nel pacco gara darà diritto ad un pranzo succulento, ricco e sostanzioso a base di canederli, speck, Puzzone di Moena, strudel di mele, acqua Dolomia e birra artigianale. Inoltre, amici e famiglie al seguito avranno la possibilità di sedersi a tavola sotto il tendone gustando lo stesso pasto con un piccolo contributo. Info e iscrizioni su www.valdifassabike.it.




Le strade del vino nelle città d’arte: Brescia, Piacenza e Modena

Proseguiamo il nostro viaggio tra le città d’arte della Pianura Padana sulle strade del vino. Come abbiamo visto nel nostro precedente articolo a proposito di Pavia e Parma, l’idea è percorrere un affascinante itinerario turistico, concentrato fra Lombardia ed Emilia Romagna, attraverso le strade del vino nelle città d’arte, cultura ed enologia ai massimi livelli mondiali. A settembre ci saranno parecchi appuntamenti in tema. Completiamo dunque il calendario, soffermandoci su Piacenza, Modena e Brescia.

A SETTEMBRE NELLE CITTA’ D’ARTE PER LE STRADE DEL VINO

Strade del vino

Entriamo nel territorio di Piacenza dove Gutturnio, Ortrugo e Malvasia sono i vini più tipici ma non certo gli unici, essendo ben 17 i DOC tra cui scegliere per una degustazione. In Val d’Arda, Val Nure, Val Trebbia e Val Tidone antichi borghi, castelli, ponti romani, piccoli laghi e spiagge sui fiumi aspettano solo di essere scoperti. In auto o in moto, in bici e anche a cavallo, le strade del vino sono punteggiate da agriturismi dove fermarsi per una sosta. L’intrattenimento non sarà solo alimentare: a Bobbio, per fare un esempio, è famoso il Festival del Cinema. http://www.stradadeicollipiacentini.it/

Dici Modena e pensi al Lambrusco: è un’associazione spontanea tra una città e il suo vino più tipico. Nasce da vitigni autoctoni antichissimi; viene poi accudito e valorizzato sia nella pratica agricola di cura della vite, sia nelle successive importanti fasi in cantina così da diventare, nel panorama enologico italiano, unico. Le sue varianti hanno ognuna una peculiarità: ai cibi grassi si addice il Sorbara, ai primi ed alle carni leggere il Grasparossa mentre per arrosti ed intingoli c’è il Salamino. http://www.tutelalambrusco.it/

Brescia conta su più percorsi, per esaltare i suoi vini. C’è la Strada dei vini e dei sapori del Garda, che produce Lugana, Garda Classico, San Martino della Battaglia e Valtenèsi. La Strada del vino colli dei Longobardi include delle vigne nel territorio della città di Brescia: la Pusterla, il vigneto urbano produttivo più grande al mondo, a ridosso del Castello. La Strada del Franciacorta, infine, conduce in zone lombarde ricche di storia e di bellezze architettoniche: abbazie e ville si alternano a colline e campi da golf. Il tutto tra cantine e vigneti, una meta ideale per gli enoturisti. Degustazioni, serate a tema, vernissage ed eventi come il Festival in programma il 16 e il 17 settembre. http://www.franciacorta.net/it/

Questi sono gli appuntamenti conclusivi di settembre:

Reggio Emilia, 5-10 settembre, Sagra della Giareda, http://bit.ly/2vdCSFE

Piacenza, 9 settembre: Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, http://bit.ly/2eSRZy3

Brescia, 16 settembre: Festa dell’Opera, www.festadellopera.it

Cremona, dal 23 settembre: Stradivarifestival, www.stradivarifestival.it




Le strade del vino nelle città d’arte: Pavia e Parma

La Pianura Padana è terra di notevoli risorse, non secondarie quelle agricole, in cui la produzione del vino è primaria. Ma essa ospita anche alcune tra le città italiane più importanti, fra cui diverse località molto interessanti dal punto di vista artistico. Allora ecco un’idea per un itinerario turistico affascinante: percorrere le strade del vino nelle città d’arte, cultura ed enologia ai massimi livelli mondiali. Tra Lombardia ed Emilia Romagna sono numerose le destinazioni verso cui orientarsi. A fine estate, settembre, saranno anche parecchi gli appuntamenti in tema. Cominciamo ad illustrarne una parte; a questo link troverete invece gli eventi programmati più in avanti nel calendario.

A SETTEMBRE NELLE CITTA’ D’ARTE PER LE STRADE DEL VINO

Strade del vino

Cominciamo da Pavia che con i vini dell’Oltrepò Pavese è riuscita a creare itinerari e iniziative per ogni tipo di turista enologico. Su un’area di 13.000 ettari si produce il 55% dei vini di Lombardia, in un paesaggio che ha mantenuto intatto il fascino dei propri borghi.  È il regno della Bonarda e del Pinot Nero, che si potranno scoprire nelle numerose cantine aperte o nei banchi delle manifestazioni, insieme a un assaggio di salame di Varzi. Percorrendo le strade della Valle Versa, Valle Scuropasso e Valle Coppa si scopriranno non solo degli ottimi vini ma anche borghi come Stradella, Broni e Fortunago; si potranno visitare il museo del Cavatappi o quello della Fisarmonica; si potrà dormire in uno dei tanti agriturismi. Info: www.viniesaporidilombardia.it.

Spostandosi ancora verso Est si incontra, a Parma, la strada del prosciutto e dei vini dei colli di Parma. La capitale della food valley si distingue anche per la produzione vinicola, con la Malvasia, il Sauvignon e il Rosso Colli di Parma. Qui le colline comprese tra i torrenti appenninici regalano non solo uve preziose ma anche panorami riposanti. Da non perdere, nelle cantine della Rocca di Sala Baganza, la “Cantina dei musei del cibo”. Si tratta appunto di musei che in provincia di Parma, custodiscono e raccontano le meraviglie gastronomiche della città riconosciuta come “Città creativa per la Gastronomia” dall’Unesco. Info: www.viniparma.it.

Ecco i primi appuntamenti di settembre:

Lodi, domeniche e festivi: Navigare l’Adda, www.navigareinlombardia.it

Pavia: dal 1° settembre, Longobardi. Un popolo che cambia la storia, www.vivipavia.it

Modena, 1-10 settembre: Mutina Boica, www.cronoeventi.it

Parma, 2 – 10 settembre, Festival del Prosciutto di Parma, www.festivaldelprosciuttodiparma.com




Eventi di Ferragosto: gli appuntamenti del Parco archeologico di Paestum

Scorrendo i programmi degli eventi di Ferragosto, un’idea molto valida per un weekend culturale nel Salernitano può certamente essere la visita al Parco archeologico di Paestum. Anche e soprattutto a Ferragosto, quando il museo e l’annessa area archeologica rimarranno aperti. Allora diamo un’occhiata al programma dettagliato degli appuntamenti di questi giorni.

 

GLI EVENTI DI FERRAGOSTO AL PARCO ARCHEOLOGICO DI PAESTUM

Eventi di Ferragosto

Da giovedì 10 a domenica 13 agosto “PAESTUM BY NIGHT – PASSEGGIANDO TRA I TEMPLI”, aperture straordinarie fino a mezzanotte dell’area archeologica (ultimo ingresso 23:00) e visite guidate all’ombra del Tempio di Nettuno e della Basilica dalle ore 20.00 alle 22.30 con partenza ogni mezz’ora da Porta Principale.

VENERDÌ 11 AGOSTO – Dalle 8:30 alle 22.30 (ultimo ingresso 21:50) mostra “Action painting rito & arte nelle tombe di Paestum”. Ore 10:00, 12.00 e 14:00 aperture straordinarie dei depositi del Museo, con visite guidate in italiano e in inglese. Ore 21.00 settimo appuntamento (dei dodici in calendario) previsti per “Musica ai templi”, con Sebastiano Somma in “Lucio Incontra Lucio”. Uno spettacolo dedicato alla memoria di Lucio Dalla e Lucio Battisti. Protagonista dello spettacolo l’attore Sebastiano Somma. Museo aperto fino alle 22.30 (ultimo ingresso 21:50).

SABATO 12 AGOSTO – Dalle 8:30 alle 22.30 (ultimo ingresso 21:50) mostra “Action painting rito & arte nelle tombe di Paestum”. Alle ore 21:00 torna l’appuntamento con “Teatro ai templi”. L’Accademia Magna Graecia, in collaborazione con il Parco Archeologico di Paestum presenta Trilogia – Antigone, Elettra, Medea: l’intimo dissenso della modernità”, di e con Sarah Falanga, presso il Tempio Basilica. Museo aperto fino alle 22.30 (ultimo ingresso 21:50).

DOMENICA 13 AGOSTO – Dalle 8:30 alle 19:30 (emissione ultimo biglietto d’ingresso ore 18:50) mostra “Action painting rito & arte nelle tombe di Paestum”. Ore 11:00 e 17:00 appuntamento alla biglietteria del Museo con i laboratori didattici “Dal mito al tempio” per bambini e ragazzi.

Per le informazioni su tutti gli altri dettagli, consultare il sito web www.museopaestum.beniculturali.it/estate-a-paestum/.




Holi Festival: polveri colorate in spiaggia, l’ultima moda dei ragazzi

Se fosse normale non sarebbe una moda. A quanto pare oggi l’ultimo grido tra i ragazzi sembra essere quello di gettarsi addosso della polvere colorata; sembra pure che si divertano un mondo. Si chiama Holi Festival ed è ispirato ad una tradizione indiana. E’ un vero e proprio festival itinerante sulle spiagge italiane. Ci informano che l’Holi Festival è tra le più antiche celebrazioni indù della stagione primaverile e coinvolge migliaia di persone in India. I festeggiamenti, che durano due giorni, prevedono canti, balli e lancio di polvere colorata per le vie delle città e dei villaggi. Le persone con i volti dipinti si trasformano in veri e propri arcobaleni e si buttano reciprocamente addosso secchi di vernice o polvere colorata. La tradizione vuole l’accensione di un falò che celebra la vittoria del bene sul male. Il termine “Holi”, infatti, significa “brucia” e lo spirito del male viene simbolicamente bruciato in un falò. Trasportato nel più prosaico scenario delle nostre spiagge, i giovani vanno ad un concerto, ballano, si gettano la polvere addosso e si fanno i selfie.

LE DATE DELL’HOLI FESTIVAL IN ITALIA

Holi festival

Queste sono le date dell’Holi Festival in Italia. Sabato 12 agosto: Introl Music Festival presso il Teatro Arena Torcolo a Cavaion Veronese; spiaggia libera di Jesolo in Piazza Brescia. Domenica 13 agosto: Caorle, Double Flavor Music Festival. 27 agosto: Asolo, Ama Festival. 2 settembre: Trescore Balneario, Bum Bum Festival. 3 settembre: Bologna, Palanord Estate. 10 settembre, Reggio Emilia, Festareggio, Campovolo. Maggiori informazioni su http://holiontour.it/.

Holi festival

Il format è stato ideato dalla società Different Colors degli event manager Fabio Lazzari e Marco Bari, i quali sono stati i primi a importare in Italia il party che si ispira alla tradizionale festa indiana di primavera. In soli tre anni, i loro eventi siglati Holi hanno registrato oltre 200 mila presenze, con tappe in tutto lo Stivale e con un afflusso ogni anno sempre più  forte di giovani provenienti da fuori confine.




Puglia. Alla ricerca dei borghi segreti: Gravina e la Sistina della Pittura Rupestre

Bagnata da due mari, definita dal National Geographic la “regione più bella del mondo”, la Puglia non smette di stupire per la varietà di segreti che custodisce: amata da greci, romani, bizantini, oltre alle sue mete più note svela cattedrali romaniche che ammaliano per la purezza, vasi greci unici al mondo, anfiteatri romani e parchi archeologici, fortezze medievali, ma anche i segni delle civiltà rupestri più antiche, ipogei dedicati alla Dea Madre e dolmen millenari patrimonio dell’Umanità UNESCO.

A 350 metri sul livello del mare, tra il pre-Appennino lucano e la Murgia, sorge la città antica di Gravina, in parte estesa sulle sponde di un crepaccio profondo che ricorda i canyon, scavato nella roccia calcarea dal torrente Gravina. Nello scenario paesaggistico del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, di cui Gravina ospita la sede, questo comune dalla storia antica conserva architetture e testimonianze uniche. Dopo un susseguirsi di anfratti, affacciata alla spaccatura rocciosa, la chiesa rupestre di San Michele alle Grotte è una delle più interessanti dell’area e la prima cattedrale del comune: l’edificio in tufo ha pianta quadrangolare a cinque navate, sorrette da 14 pilastri in pietra naturale. Sulle pareti della chiesa, che ospita numerose opere tra cui una tomba medievale, sono visibili residui di affreschi del XIII secolo come il grande Cristo Pantocratore tra i santi Paolo e Michele, mentre nella grotta attigua, forse un precedente cimitero, teschi e ossa sono leggendariamente attribuiti ai martiri dell’attacco saraceno del 999. Tesoro di rara bellezza, tanto da essere denominata “La Sistina della Pittura Rupestre”, è la cripta di San Vito Vecchio, i cui preziosi affreschi, strappati per salvaguardia ed esposti all’esposizione Universale di Bruxelles nel 1958, poi a Roma, ad Atene e Bari, sono ora custoditi presso la Fondazione Ettore Pomarici Santomasi che ne ha ricostruito l’ambiente originario. Il complesso, fra i meglio conservati del patrimonio di pittura a fresco pugliese di età medievale, è dominato dalla maestosa figura del Cristo Pantocratore in mandorla circondato da angeli, seduto su un trono la cui spalliera concava, decorata con cerchi di perline, segue l’andamento dell’abside, il cui profilo esterno presenta un vivace motivo decorativo di ascendenza islamica.

INFO: http://fondazionesantomasi.it e Pro Loco Unpli Gravina www.prolocogravina.it

DOVE MANGIARE: La Trattoria Zia Rosa, nel centro storico di Gravina, permette di assaporare i tipici profumi di un passato lontano, rivisitati in chiave moderna in un ambiente elegante www.trattoriaziarosa.it. All’Osteria Sant’Agostino si gustano i veri sapori della Murgia, da non perdere la pasta fresca fatta a mano (Corso Vittorio Emanuele 12, 70024 Gravina in Puglia, Tel. 339 185 4418).

 DOVE DORMIRE: In un edificio di inizio Novecento completamente ristrutturato sorge Principe Relais, per un soggiorno di relax ed eleganza nel centro storico, con SPA annessa www.principerelais.it. A pochi metri da San Michele alle Grotte sorge il b&b Fondo Vito, fa vivere un’esperienza autentica in una caratteristica casa del rione medievale www.fondovito.it.




Weekend d’estate: la Notte Rosa romagnola

E’ “Together, insieme, il tema della Notte Rosa 2017, che con la sua atmosfera gioiosa invaderà la Riviera Romagnola, da Comacchio a Cattolica, venerdì 7 luglio.

L’evento, nella sua dodicesima edizione adotta come tema portante una parola che, da sola, sintetizza perfettamente lo spirito, l’identità, la forza di questa manifestazione aggregante. Una parola inglese, che al suo interno contiene, nella desinenza, anche le iniziali della Regione Emilia Romagna: togethER.

La festa che unisce generazioni diverse e cittadinanze differenti, inneggia quest’anno proprio alla sua forza unificante e alla sua coralità, con un messaggio mai così attuale, importante ed evocativo. Dodici edizioni, come dodici sono i Comuni costieri che dal 2006 lavorano tutti insieme alla Regione e agli operatori privati per regalare a milioni di ospiti una notte indimenticabile, tra musica, spettacoli, intrattenimento per grandi e piccoli, enogastronomia, cultura e tanto altro.

Cattolica Luglio 2013 – Notte Rosa Cattolica – Fuochi artificio. © Manuel Migliorini / Adriapress.

La Riviera Romagnola luogo votato all’ospitalità e amato per la passione, il calore e la spontaneità della gente che la popola, celebra quindi quest’anno uno dei suoi elementi più radicati ed identitari: lo stare insieme. E anche il manifesto ufficiale della Notte Rosa 2017 richiama fortemente il concetto della coralità. La parola “together” si rivolge all’osservatore da un mare di allegre icone che in un vivace colpo d’occhio nei toni del bianco e ciclamino, riassumono gli elementi più caratteristici della Riviera Romagnola. Ci sono la spiaggia e il mar Adriatico, il mondo della musica e della danza, la gastronomia, la natura e i parchi divertimento, passando per lo sport e per finire con i simboli della Riviera. E, tra un’icona e l’altra, i fuochi d’artificio, il momento più atteso della Notte Rosa.

Il programma sarà vasto e vario, adatto per un fine settimana all’insegna del divertimenti… Un weekend estivo per tutti i gusti!




Il Labirinto Effimero di Alfonsine è il più grande del mondo: “Sospesi tra terra e cielo” in provincia di Ravenna

Il Labirinto Effimero di Alfonsine (RA), il cui tema sarà “Sospesi tra terra e cielo”, rimarrà aperto per tutta l’estate fino a metà settembre.

L’opera è stata realizzata all’interno di campo di mais di oltre 7 ettari (70.000 mq). Dimensioni e tipologie che rendono l’opera di Alfonsine il labirinto effimero e dinamico più grande del mondo!

Dopo il grande successo dell’anno scorso, quando il labirinto effimero si era trasformato diventando anche “dinamico” (il primo al mondo per tipologia e dimensioni), Carlo Galassi, titolare dell’azienda agricola che lo ospita, e Luigi Berardi, noto artista e punto di riferimento per il disegno di labirinti anche a livello internazionale, hanno deciso di proseguire lungo questa linea disegnando un nuovo tracciato e fornendo nuove possibilità ai visitatori di modificare il percorso al proprio passaggio. I visitatori, infatti, potranno aprire e chiudere delle “porte” presenti all’interno del labirinto andando così a modificare o meno il percorso per chi arriverà successivamente.

L’avventura di Carlo Galassi con i labirinti effimeri è iniziata quasi per gioco nel 2007 con la creazione del primo, “piccolo”, labirinto nel suo campo di mais. Già nel 2008 e 2009 questo era cresciuto superando i 40.000 mq e potendosi vantare del titolo di primo labirinto effimero d’Italia. Nel 2010 l’incontro fra Galassi e Luigi Berardi, che di anno in anno ha collaborato per connotare questi percorsi con tematiche sempre più profonde e complesse. Con “La Ruota del tempo” (labirinto del 2010, 60.000 mq che l’ha reso anche il più grande d’Europa, fino al 2014) si è dato inizio a un viaggio dove il pensiero filosofico e artistico che legava il tracciato cresceva in maniera direttamente proporzionale con la complessità di esso.

Il labirinto si trova nell’Azienda agricola Galassi Carlo (via Roma, 111) ad Alfonsine (RA).

Info e prenotazioni al n° 335 8335233