di Raffaele D’Argenzio

Terra profanata,
terra dal sapore di donna
e dal calore di madre.
Dove cavalcavano liberi i cosacchi
ora tuonano i carri armati,
forzieri di violenza e a volte
dei suoi padroni trappole mortali.
Sentivo il tuo richiamo,
forse perché innamorato ero di Odessa,
pur senza averla vista mai,
Forse per il suo mare, che Nero non è
ma è come quello di Napoli azzurro,
come in tutto il mondo sono azzurri i mari.
Forse per i tuoi girasoli che cercano la luce,
adesso inutilmente in quel cielo spento,
come in tutto il mondo fa ogni fiore.
Forse ti amavo, ti cercavo
per i tuoi palazzi belli come diamanti,
come splendidi smeraldi e preziosi quadri
oggi strappati da cornici e nel fango sparsi.
Ucraina, donna, femmina e madre,
danzavi fra grano e girasoli
e ora corri inseguita come preda
in giochi vigliacchi e feroci
Ucraina, lontana eppur amata,
che i potenti si son giocata
lanciando dadi da grattacieli e cremlini
sui capelli di grano delle ragazze di Kiev,
sui riccioli di mare delle donne di Odessa.
Se te lo sei perso/a, puoi recuperare cliccando al link qua sotto, il nostro articolo sulla città Ucraina di Odessa.
Odessa, la città ucraina che parla anche italiano
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